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| << | < | > | >> |IndiceVII Prologo L'identità polimorfa di Gesù 1 Origene e Celso 25 L'identità di Gesù nelle Lettere di san Paolo e negli Atti degli Apostoli 41 L'identità di Gesù nei vangeli 52 L'azione dello Spirito e il polimorfismo del potere visionario 68 Autopteia ed epopteia 74 Conclusione 81 Il ghetto cristiano Il diagramma del Primo vangelo 97 L'iter lucanum della memoria 101 La geometria testuale del vangelo di Matteo 106 Tecniche redazionali 110 Il diagramma chiastico in cinque parti 152 Il Matteo aramaico e il Matteo greco 166 Il diagramma di Matteo e i diagrammi gnostici 171 Fonti antiche 173 Indice dei nomi |
| << | < | > | >> |Pagina VIIPrologoPoco prima di terminare El círculo de la Sabiduría (Il circolo della Sapienza), ho deciso di non includere alcuni studi nati come parte delle ricerche che avevano dato origine all'opera. Sono appunto questi saggi, dedicati ad alcuni aspetti del cristianesimo delle origini, a essere pubblicati oggi. Nel primo, "L'identità polimorfa di Gesù", analizzo le immagini che di Gesù si formarono le comunità cristiane più antiche e la loro concezione di Spirito, alla cui azione attribuivano l'origine di quelle immagini. La varietà delle visioni si riflette negli scritti del Nuovo Testamento, fu utilizzata dai pagani nelle loro invettive contro il cristianesimo e permette di comprendere le speculazioni cristologiche, così eterogenee, sviluppate dagli gnostici nel corso del II secolo. Il secondo studio, "Il ghetto cristiano", affronta la complessa situazione in cui si trovavano i cristiani nel primo secolo della loro esistenza, in relazione sia ai giudei sia ai pagani. Per quanto abbia lasciato il saggio così com'era in origine, ancora sotto forma di appunti, non ho voluto ometterlo perché sviluppa alcuni argomenti che sono semplicemente suggeriti nello studio precedente. Il terzo, "Il diagramma del Primo vangelo", è incentrato su una questione che, se all'apparenza sembra meno significativa, è in realtà di importanza fondamentale: la forma compositiva del vangelo di Matteo, che ha l'onore di figurare come il primo dei quattro vangeli canonici e di tutti gli scritti del Nuovo Testamento. Fin dai tempi di Papia, all'inizio del II secolo, ha sempre richiamato l'attenzione la forma così ordinata, e così strana per i nostri usi letterari, della sua composizione. Questo aspetto del vangelo mi interessa perché, a quanto si deduce dalla sua analisi testuale, il suo autore lo ha strutturato secondo le regole di uno schema geometrico. Si tratta di uno schema analogo a quelli insegnati dall'arte classica della memoria e ai diagrammi utilizzati nelle scuole gnostiche del II secolo per illustrare la propria dottrina, tema che ho affrontato per esteso nel primo volume del Círculo de la Sabiduría. | << | < | > | >> |Pagina 97Il diagramma del Primo vangeloL'iter lucanum della memoria I diagrammi gnostici hanno la pretesa di riflettere la realtà di Dio, dell'universo e dell'uomo a partire da una stratigrafia ontologica che comprende tre specie di costituenti: eonici, arcontici e demoniaci. Il dramma dell'uomo consiste nell'essere il vincolo che unisce questi tre strati così differenti e perciò così difficili da conciliare. Lo strato pneumatico o spirituale degli eoni e quello ilico o materiale dei demoni si oppongono tra loro come il giorno e la notte, e quello psichico o animale delle potenze arcontiche sembra simpatizzare più con il suo vicino demoniaco che non con quello eonico. Oltre a questo significato denotativo, i loci di cui sono composti i diagrammi gnostici e le imagines delle nozioni che si trovano nei loci servono a registrare organicamente le linee maestre della dottrina e a facilitarne la memorizzazione, in accordo con la metodologia ideata da Metrodoro di Scepsi. I diagrammi offrono così, debitamente ordinate, numerate e relazionate, nozioni e dottrine, in modo che il rigore dello schema distributivo impedisca o renda più difficile l'eventuale smarrimento di qualcuna di esse. I termini ubicati nei differenti piani e nelle diverse direzioni del diagramma sono, da un lato, oggetti di contemplazione, e, dall'altro, epigrafi delle materie impartite durante un corso di scuola. Visti così, i diagrammi gnostici sono quadri per la contemplazione e sommari per l'articolazione delle nozioni del sistema dottrinale che in essi trova posto. Termini come Abisso, Pensiero, Intelligenza, Verità, Logos, Vita, Uomo, Chiesa, Preconoscenza, Incorruzione, Volontà, Previsione, Percezione, Forma, Paraclito, Fede, Speranza, Unione, Comunione, Timore, Stupore, Sensi, Immaginazioni, Terra, Acqua, Aria, e tutti gli altri che si trovano nei diagrammi, che appartengano alla Decade o alla Dodecade o alle restanti suddivisioni, sono, in una delle loro valenze, esordi di altrettanti discorsi in cui si devono spiegare e illustrare questi termini. La completa comprensione di ognuna delle nozioni esige che la si scomponga in tante parti quante sono necessarie, di modo che si impieghino loci più particolari, la cui articolazione deve obbedire al criterio distributivo applicato al complesso del diagramma. Non si deve neppure escludere che il docente gnostico insegnasse a ideare o costruire qualche tipo di storiella grazie alla quale ravvivare o fissare meglio nella mente le nozioni generali o particolari del diagramma, come accade nell'Apocalisse di Giovanni. Basandosi su un diagramma di tipo ofitico, il profeta di Patmo riuscì a comporre un'enigmatica peripezia di considerevole brillantezza e drammatismo, ma anche sapientemente oscura.
Ovviamente, il metodo impiegato nei diagrammi gnostici si può applicare a
nozioni non gnostiche, giacché il diagramma non è altro che un recipiente,
uno
schedario.
E nonostante ciò, i significati di cui sono investiti gli strati del
conglomerato numerico-geometrico fanno sì che, in un modo o nell'altro, si
vedano interessati gli usi didattici, come si avverte nelle diverse modalità
dello gnosticismo. Per i gruppi che usavano questi conglomerati, i numeri non
erano meri distributori, ma possedevano qualità molto precise che
predeterminavano il tipo di realtà a cui dovevano associarsi. Ecco perché, a
dispetto della diversità dottrinale delle scuole che utilizzavano i diagrammi
gnostici, si rintraccia un fondo ideologico comune.
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