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| << | < | > | >> |Indice7 Prefazione 10 Letture generali Einstein e il ciabattino Abduzione, p. 13 - Adattamento, p. 13 - Alchimia, p. 16 - Altro, p. 19 - Altruismo, p. 25 - Ambiente, p. 31 - Anima, p. 34 - Animale, p. 35 - Antichità, p. 38 - Antropico, principio, p. 38 - Armonia (in biologia), p. 40 - Armonia (in fisica), p. 41 - Astrologia, p. 44 - Astronomia, p. 45 - Atomo, p. 46 - Azione, p. 54. Bellezza, p. 55 - Bene, p. 58 - Bioetica, p. 61 - Biologia, p. 63. Cambiamento, p. 65 - Campo, p. 65 - Caos, p. 71 - Caso, p. 79 - Causa, p. 83 - Certezza, p. 85 - Chimica, p. 93 - Cibernetica, p. 98 - Complessità, p. 99 - Conoscenza, p. 124 - Continuo, p. 125 - Copernicano, principio, p. 127 - Coscienza, p. 129 - Cosmologia, p. 131 - Cosmologico, principio, p. 134 - Creazione, p. 134 - Cultura, p. 136. Deduzione, p. 139 - Determinismo, p. 140 - Determinismo genetico, p. 142 - Divenire, p. 147. Ecologia, p. 150 - Economia, p. 153 - Elemento, p. 165 - Ellenistica, scienza, p. 166 - Emergenza, p. 167 - Emozione, p. 170 - Energia, p. 173 - Entropia, p. 175 - Eresia (nella scienza), p. 178 - Eros, p. 179 - Errore, p. 179 - Esperimenti sull'uomo, p. 184 - Esperimento, p. 185 - Essenza, p. 188 - Etere, p. 189 - Eternità, p. 191 - Etica, p. 192 - Evoluzione, p. 194 - Evoluzione biologica, p. 197 - Evoluzione cosmica, p. 231 - Evoluzione culturale, p. 246 - Evoluzione geologica, p. 251. Filosofia, p. 255 - Finalità, p. 257 - Fine, p. 257 - Fisica, p. 258 - Forma, p. 261 - Forza, p. 261. Geometria, p. 264 - Gravitazione, p. 265. Idea (e ideale), p. 267 - Identità, p. 269 - Immortalità, p. 272 - Inconscio, p. 274 - Individuo, p. 275 - Induzione, p. 275 - Infinito, p. 277 - Informazione, p. 280 - Intelligenza, p. 281 - Intelligenza Artificiale , p. 283 - Intelligenza, test di, p. 293 - Intenzionalità, p. 294 - Intuizione, p. 294 - Ipotesi, p. 295 - Islam, p. 297. Legge, p. 305 - Libertà, p. 307 - Linguaggio, p. 322 - Logica, p. 324. Matematica, p. 327 - Materia, p. 333 - Meccanica, p. 338 - Meccanica quantistica, p. 340 - Meccanicismo, p. 363 - Medicina, p. 365 - Medicina ed evoluzione, p. 368 - Memoria, p. 369 - Mente, p. 371 - Metafora, p. 375 - Metodo, p. 389 - Migrazioni, p. 391 - Molecola, p. 397 - Molti mondi, p. 398 - Morte, p. 408 - Moto, p. 410. Natura, p. 413 - Necessità, p. 415 - Numero, p. 415. Olismo, p. 418 - Origine, p. 419 - Origine dell'universo, p. 419 - Osservazione, p. 422. Paradigma, p. 423 - Pensiero, p. 424 - Percezione, p. 425 - Piacere, p. 427 - Progresso, p. 427 - Psicologia, p. 429. Qualità, p. 432 - Quantità, p. 432 - Quanto, p. 433. Ragione, p. 434 - Realtà, p. 435 - Relatività, p. 440 - Religione, p. 448 - Rete, p. 451 - Riduzionismo, p. 461. Sacro, p. 466 - Scienza, p. 466 - Sé, p. 471 - Sensazione, p. 474 - Senso comune, p. 475 - Sesso, p. 475 - Simmetria, p. 479 - Simuulazione, p. 482 - Società, p. 486 - Spazio , p. 488 - Specie, p. 491 - Spirito (e materia) , p. 494 - Storia, p. 494. Tecnica, p. 496 - Tecnoscienza (paura della), p. 499 - Teleologia, p. 503 - Tempo, p. 508 - Tempo, viaggi nel, p. 519 - Teologia (e scienza), p. 523 - Teoria, p. 525 - Termodinamica, p. 529 - Turing, test di, p. 531 - Tutto, teoria del, p. 532. Universo, p. 539 - Uomo, p. 554. Verità, p. 581 - Violenza, p. 585 - Vita, p. 586 - Vuoto, p. 588. Zero, p. 592. 595 Indice dei nomi |
| << | < | > | >> |Pagina 7Prefazione
Scienza e filosofia
Scrivo questo libro per dare un modesto contributo a sfatare un mito, il mito secondo cui la scienza non sarebbe cultura. Cultura vera. E la conoscenza scientifica non sarebbe vera conoscenza. Conoscenza profonda. Questo mito si rinnova nel tempo e viene sbandierato ormai da troppe parti, dimentiche che la scoperta della ragione, avvenuta tra la Ionia e la Magna Grecia, quasi tre millenni fa, costituisce l'atto fondativo della cultura occidentale. Quello della scienza priva di conoscenza è un mito pericoloso. Ma è, soprattutto, un mito cosí infondato da apparire ridicolo. E spero che la semplice consultazione di questo dizionario serva a dimostrarlo. La scienza ha un valore culturale in sé. E ricordarlo è semplicemente richiamare l'ovvio. Ma la scienza ha una dimensione culturale che va ben oltre il suo stretto ambito. Le conoscenze prodotte dalla scienza da almeno un secolo a questa parte sono il motore principale di quell'innovazione tecnica attraverso cui l'uomo rielabora incessantemente il suo rapporto con l'universo che lo circonda. Un antropologo direbbe che le conoscenze prodotte dalla scienza sono la cultura che sta rimodellando il mondo. Ma la scienza è molto piú della cultura del fare (che in ogni caso non è poca cosa). In questi ultimi quattro secoli la scienza è stata la cultura che ha maggiormente informato di sé la percezione che noi abbiamo di noi stessi e dell'universo che ci circonda. Le conoscenze prodotte dalla scienza dal XVII secolo fino a oggi si sono rivelate il motore principale dell'innovazione di pensiero con cui l'uomo rielabora il suo rapporto con l'universo che lo circonda. In altri termini la scienza si è rivelata di gran lunga il fattore principale di sviluppo del pensiero filosofico. Un filosofo direbbe che le conoscenze prodotte dalla scienza sono la cultura che sta rimodellando la visione del mondo. Scrivo tutto questo spero senza enfasi e comunque senza alcuno sciovinismo scientista. Ho cercato di dimostrare, in altre mie modeste opere, che la filosofia è il faro che guida ogni scienziato nella sua ricerca. Per dirla con Albert Einstein, la scienza senza filosofia, ove anche fosse possibile, sarebbe una ben arida attività. Tuttavia la filosofia si alimenta e si rinnova grazie alla conoscenza scientifica. Cosicché, da almeno quattro secoli, non è piú possibile pensare a una filosofia che ignori e faccia a meno delle conoscenze scientifiche. Naturalmente, gli scienziati che sanno di filosofia non hanno la minima pretesa di aver risolto, o affrontato in modo esauriente, anche solo alcuni dei grandi temi su cui da sempre riflette la filosofia. Questi temi restano ancora saldamente nel dominio dei filosofi. Tuttavia la riflessione filosofica non solo non può trascurare i risultati ottenuti dalla scienza, ma deve rispettare i vincoli, stringenti, che la conoscenza scientifica pone. All'interno di questi vincoli i filosofi possono muoversi liberamente. Ma non possono superarli senza pagare un prezzo salato. E il prezzo o è la perdita di rigore o è la perdita di aderenza con la realtà. Ciò non significa che la filosofia sia subordinata alla scienza. I due grandi ambiti della conoscenza umana hanno una reciproca e profonda influenza. Ma se è vero che la scienza senza filosofia, se anche fosse possibile, sarebbe una ben arida attività, è anche vero che la filosofia che non tenesse conto della scienza, ove anche ciò fosse possibile, sarebbe vuota come vuoto è pestar l'acqua in un mortaio.
In definitiva, la conoscenza scientifica e la conoscenza
filosofica si sostengono a vicenda. In assenza l'una
dell'altra, entrambe cadono rovinosamente.
Il dizionario
Questo dizionario non è e non vuole essere un dizionario di filosofia. E neppure un dizionario di filosofia della scienza. Materie che sono fuori dalla competenza dell'autore. Questo dizionario ha una ben piú modesta ambizione. Ricordare come la conoscenza scientifica abbia contribuito a modificare i concetti primari dell'esperienza umana. I concetti di realtà. Di spazio e di tempo. Di sé e di altro da sé. I cambiamenti imposti dalla conoscenza scientifica alla ridefinizione di queste esperienze primarie dell'uomo sono dei vincoli per i filosofi. In questo doppio senso i termini scientifici che l'opera propone sono di interesse filosofico. Perché riguardano la percezione che noi tutti abbiamo di noi stessi e del mondo. E perché sono vincoli che indirizzano la creatività, autonoma ma non indipendente, della riflessione dei filosofi. Il dizionario, tuttavia, è asimmetrico. Si sofferma di piú su alcuni concetti, meno su altri. E altri ancora li omette. Spero che le omissioni possano essere recuperate nel tempo. Ma l'asimmetria è un carattere necessario dell'opera. Perché riflette il giudizio soggettivo, necessariamente soggettivo, sulla profondità del cambiamento che la conoscenza scientifica ha prodotto nelle diverse componenti che concorrono alla nostra visione del mondo. Molte e molte pagine, per esempio, sono dedicate al termine evoluzione, declinato in svariati contesti. E questo perché, a giudizio dell'autore, il piú grande cambiamento nella percezione di noi stessi e del mondo prodotto dalla scienza in questi ultimi quattro secoli è consistito nell'abbandono della concezione statica dell'universo e nella scoperta dell'universo evolutivo. Di un universo che cambia a ogni livello. Compreso il nostro livello: il livello umano. Altre scelte mostrano il medesimo carattere di soggettività (spero non di arbitrarietà). Ma questo, tutto sommato, è un male minore. Perché la prima e piú grande ambizione di questo volume non è quello di fornire pillole di conoscenza scientifica e/o filosofica, né tantomeno quello di proporre una chiave univoca e definitiva di interpretazione delle conoscenze scientifiche e filosofiche. L'ambizione di questo volume, piccola ma non piccola, è di stimolare i lettori ad approfondire e ad accendere la passione per i grandi temi proposti dalla scienza e dalla filosofia. Insomma, intendiamo stimolare altre e variegate letture. Anche per questo alla fine di ogni termine il lettore troverà delle indicazioni bibliografiche. Non si tratta, certamente, di una bibliografia esaustiva. Ma di modesti consigli di lettura. I libri segnalati (al massimo cinque per ogni termine) sono stati pubblicati tutti in italiano, sono spesso di orientamento diverso da quello dell'autore e sono scritti sempre in un linguaggio che molti chiamano divulgativo, ma che io preferisco chiamare semplicemente comunicativo. Pietro Greco Roma, dicembre 2001 | << | < | > | >> |Pagina 71Caos (dal latino chaos e dal greco ...)Nella cosmologia greca, il chaos è l'insieme disordinato e indeterminato degli elementi materiali che preesiste al kosmos, al tutto meravigliosamente ordinato. Oggi, almeno per i matematici e i fisici, la parola caos ha un signfficato decisamente meno generale. E anche piú deterministico. Il caos, anzi il caos deterministico, è la scienza che studia i grandi effetti provocati da piccole cause. O, in termini piú rigorosi, la dinamica dei sistemi non lineari e, comunque, dei sistemi divergenti. Sistemi cosí sensibili alle condizioni iniziali che la loro evoluzione nel tempo (almeno in un tempo medio-lungo) risulta, di fatto, imprevedibile. [...] | << | < | > | >> |Pagina 99Complessità (dal latino complecti)In un articolo, Science and Complexity, pubblicato nel 1948 sulla rivista «American Scientist», il matematico Warren Weaver sosteneva che in natura esistono tre diverse classi di sistemi dinamici: a. i «sistemi semplíci», caratterizzati dalla presenza di poche variabili e tradizionali oggetti di studio della fisica e delle discipline medico-biologiche fino all'Ottocento; b. i «sistemi a complessità disorganizzata», caratterizzati da un numero estremamente elevato di variabili, ciascuna tuttavia con un comportamento individuale casuale o sconosciuto. Questi sistemi, scriveva Weaver, possono essere trattati in termini di proprietà medie e di regolarità dell'insieme; c. i «sistemi a complessità organizzata», caratterizzati da un numero considerevole di variabili connesse in un tutto organico. Sono questi i sistemi che incontriamo in ->biologia, in ->medicina, in ->psicologia, in ->economia e nelle scienze politiche. I problemi posti dai «sistemi a complessità organizzata», sosteneva ancora Weaver, sono «troppo complicati per sottomettersi alle vecchie tecniche del XIX secolo che avevano un successo cosí evidente nei problemi di semplicità a due, a tre o a quattro variabili. Questi nuovi problemi, inoltre, non possono essere manipolati con le tecniche statistiche cosí efficaci nel descrivere il comportamento medio dei problemi di complessità disorganizzata». [...] | << | < | > | >> |Pagina 129Coscienza (dal latino coscientia, derivato da conscire)La coscienza, scrive Edoardo Boncinelli, è il nucleo piú irriducibile e prezioso della ->mente. E poiché la mente è un mistero, la coscienza è un mistero avvolto nel mistero. La difficoltà ad afferrarla, per la ->scienza come per la ->filosofia, inizia già nel momento di definirla. La coscienza indica una costellazione di fenomeni mentali diversi. E, per di piú, molti di questi fenomeni sono ampiamente controversi. Tanto che, oggi, tra gli scienziati e tra i filosofi che si occupano della mente, le posizioni sono le piú varie e divaricate. C'è chi semplicemente nega che esista qualcosa che è possibile chiamare coscienza. E chi, al contrario, si dice, se non a un passo, comunque incamminato per la giusta strada della sua completa spiegazione. Noi, qui, ci limiteremo a indicare alcuni dei significati che, nei diversi ambiti culturali, può assumere il termine coscienza. E, magari, alcune delle strade piú promettenti verso la definizione di una teoria scientifica della mente cosciente. [...] | << | < | > | >> |Pagina 257Finalità (dal latino finalitas)Perché esiste il seme? Perché deve generare l'albero. Se noi cerchiamo il giusto fine, avremo uno degli strumenti piú potenti per spiegare il mondo naturale. Non c'è dubbio, è stato Aristotele, con la sua ->causa finale, a introdurre il concetto di finalità nello studio della ->natura. E, ancora una volta, non c'è dubbio che la prima e la principale rottura tra il pensiero scientifico moderno e la ->filosofia di Aristotele è consistita proprio nel dimostrare quanto fuorviante può essere l'approccio finalistico nella descrizione del mondo. Da Galileo in poi, la finalità è stata estromessa dalla ->fisica. Il sasso non cade dall'alto della torre di Pisa per raggiungere uno scopo, ma il sasso si muove rispetto alla Terra (in seguito alla reciproca attrazione gravitazionale, dirà Newton). E da Darwin in poi, la finalità è stata estromessa dalla ->biologia. Il seme non esiste perché deve generare un albero, ma è il prodotto di un processo evolutivo sostanzialmente cieco (->evoluzione biologica). Tuttavia, spesso la tentazione finalistica è tornata a far capolino nella storia della biologia (->teleologia). Piú di rado è tornata a far capolino nella storia della fisica. Per esempio, il concetto di causa finale è presente nel pensiero scientifico dei moderni strutturalisti, che lo propongono come una delle spiegazioni possibili per la crescita di ordine e di ->complessità che caratterizzerebbe l'->evoluzione cosmica. Ma la proposta non sembra davvero avere la forza minima sufficiente per riaprire il mondo della fisica alle cause finali e «ritornare ad Aristotele». [...] | << | < | > | >> |Pagina 532Tutto, teoria del (da una variante del latino totus; dal greco ...)Il fisico e storico della fisica Gerald Holton l'ha definita la seduzione ionica. Colpisce i fisici, dopo aver colpito in passato i filosofi. Si tratta dell'amore, improvviso e totale, per un'idea astratta. O, se volete, per un pregiudizio metafisico. L'idea dell'intima ->armonia della ->natura. Il pregiudizio della profonda unità della realtà cosmica. I primi a subirla, questa fascinazione, furono, appunto, quei filosofi dell'antica Grecia che scoprirono la potenza della ->ragione dell'uomo. Sull'idea dell'unità dell'->universo, anzi del cosmo, del tutto armoniosamente ordinato, i filosofi ionici fondarono il moderno pensiero razionale dell'Occidente. La seduzione ionica ha informato di sé la ->filosofia e la filosofia naturale dei greci. Ma ha anche segnato profondamente l'intera storia delle scienze fisiche in età moderna (->fisica). Ovviamente nessuno ha mai prodotto la prova provata che la ->realtà naturale sia davvero unitaria. E, tantomeno, che l'intima unità della natura sia tale da poter essere catturata dall'uomo per mezzo di una sola e onnicomprensiva ->teoria fisica. La seduzione ionica non è un'ipotesi scientifica. Era e resta un pregiudizio metafisico (->idea [e ideale]). Un pregiudizio che, tuttavia, ha prodotto straordinari risultati in fisica. |