Copertina
Autore Zahi Hawass
CoautoreSandro Vannini [fotografia]
Titolo Le tombe reali di Tebe
SottotitoloUn ponte verso l'eternità
EdizioneDe Agostini, Novara, 2006 , pag. 316, ill., cop.ril.sov., dim. 27,5x32,2x2,7 cm , Isbn 978-88-418-3323-0
LettoreGiorgia Pezzali, 2006
Classe paesi: Egitto , storia antica , fotografia , viaggi
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Indice

  9 • INTRODUZIONE
    LE TOMBE REALI DEL MUOVO REGNO

 17 • CAPITOLO 1
    COSTRUZIONE E ALLESTIMENTO
    DELLE TOMBE REALI

 71 • CAPITOLO 2
    IMMAGINI DEL RE CON GLI DÈI

 97 • CAPITOLO 3
    IL LIBRO DELL'AMDUAT

137 • CAPITOLO 4
    IL LIBRO DELLE PORTE

171 • CAPITOLO 5
    IL LIBRO DELLE CAVERNE
    E IL LIBRO DELLA TERRA

201 • CAPITOLO 6
    LE LITANIE DI RA

231 • CAPITOLO 7
    IL LIBRO DEI MORTI

265 • CAPITOLO 8
    I LIBRI DEL CIELO

295 • CONCLUSIONE
    LA TUTELA DELLA VALLE DEI RE

310 • LE PAROLE DEL CULTO
312 • INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
315 • BIBLIOGRAFIA


 

 

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Pagina 9

INTRODUZIONE
Le tombe reali del Nuovo Regno



Nel cuore delle colline rocciose sulla sponda occidentale della moderna città di Luxor giace una serie di wadi — letti prosciugati di antichi fiumi e torrenti — conosciuti oggi nel loro insieme come Biban el-Muluk, o Valle dei Re. Nelle tombe scavate nelle pareti e nelle piane desolate di questi canyon furono sepolti quasi tutti i faraoni del Nuovo Regno.

La scelta di tale luogo remoto, dell'architettura delle tombe e in particolare della loro decorazione apre uno squarcio sulle credenze religiose dei re egizi, che non pensavano alle tombe come a una prigione ultima, ma come a un luogo sacro dove sarebbe avvenuta la propria resurrezione, una porta per l'eternità e un'eterna dimora per l'anima del sovrano. Una volta compiuta la transizione dalla morte alla resurrezione, il faraone sarebbe diventato uguale agli dèi.

In Egitto sono state scoperte numerose tombe antiche e cospiqui templi se comparati ai resti relativamente modesti di case, palazzi e città: ciò può essere attribuito in parte alle vicissitudini della conservazione. I palazzi monumentali e le case private furono costruiti con mattoni crudi ed eretti nella piana alluvionale, quindi, salvo poche eccezioni, sono stati spazzati via o sepolti sotto l'abitato moderno. Se le case e i palazzi reali furono progettati per essere provvisori, cioè per durare soltanto per l'arco di tempo di una vita, i templi e le tombe, invece, furono progettati come dimore permanenti per dèi e defunti. Le immense risorse dispensate nella costruzione e decorazione di tali edifici testimoniano l'importanza della religione e dell'Aldilà per gli Egizi. Lo studio, lo sviluppo e l'attenta diffusione dei dogmi religiosi sotto il controllo della casta sacerdotale furono indispensabili per il perfetto funzionamento della società egizia. I dogmi mutarono nel tempo e ciò si riflesse nell'architettura e nella decorazione delle tombe reali.


La visione del mondo secondo gli Egizi

Migliaia di anni fa gli Egizi vissero in quello che doveva sembrare loro un ambiente sconosciuto, misterioso e selvaggio. Erano in balia di forze che sfuggivano al loro controllo, impauriti dall'imprevedibilità della natura e ai margini del mondo esterno. Possiamo supporre che presto iniziarono a chiedersi chi avesse creato il loro universo e come lo stesse controllando.

Nel tentativo di rispondere a siffatti oscuri quesiti, gli Egizi inventarono divinità nascoste che avevano potere su ogni cosa. Ogni volta che compariva un aspetto dell'universo che non comprendevano, inventavano una nuova divinità. A vari animali che popolavano il loro mondo gli Egizi associarono molti dèi, alla cui volontà non potevano opporsi e che adoravano, immolando loro offerte per placarne la rabbia e guadagnarne il favore.

Quando tale religione si sviluppò in embrione, gli Egizi cominciarono a concettualizzare un dio creatore, il più grande tra gli dei, che aveva plasmato l'universo. Nel loro primordiale mito della creazione, il mondo consisteva in una sconfinata distesa di oscurità e acqua. Associata a questo regno caotico, definito in epoche posteriori Nun, era una collinetta di terra, il tunulo primordiale. Al momento della creazione il dio creatore comparve su questa collina e generò l'universo ordinato. Questo essere soprannaturale, pur conosciuto con diversi nomi, fu subito collegato con il dio sole, perché il sole scandiva le attività umane sorgendo e tramontando regolarmente. Così il sole divenne una divinità che viveva nel cielo. Unendo tali poteri divini, gli Egizi immaginarono un dio che aveva generato l'universo attraverso il disco del sole.

Ai primordi della religione egizia il cielo era al centro dell'attenzione. Si riteneva che dopo la morte il re viaggiasse attraverso il cielo per congiungersi con le fisse stelle circumpolari e diventasse il più grande degli dèi, oscurando gli altri. Dalla metà dell'Antico Regno il culto del dio sole, Ra, prese sempre più piede. Successivamente Osiride, re dei defunti, che era stato assassinato dal fratello e poi resuscitato dalla moglie Iside, divenne la divinità principale. A partire dal Nuovo Regno i culti di Ra e Osiride si unirono in un sistema sincretico.

Il viaggio del sole era visto come una metafora della morte e della resurrezione, poiché moriva (tramontava) ogni sera a ovest e rinasceva (sorgeva) ogni mattina a est. Dopo la morte, sia il sole che il re defunto viaggiavano attraverso un mondo sotterraneo popolato da demoni, mostri e dèi. La sopravvivenza in questo Aldilà era una questione di conoscenza e di abilità. Nelle ore più oscure della notte il re e il dio sole erano destinati a ricongiungersi con Osiride, che risiedeva nelle profondità dell'Aldilà, ottenendo il potere di rinascita. La resurrezione del re era duplice: avveniva sia quando viaggiava dalla morte all'Aldilà sia giornalmente quando navigava con il sole, contribuendo a garantire la continuità dell'universo.

I nomi, gli epiteti, la potenza e i miti associati ai vari dèi mutarono nel tempo, pur con un senso di continuità. Ra, ad esempio, inizialmente fu rappresentato come un pescatore su una piccola barca che remava nelle paludi. Siffatta immagine elementare condusse gli Egizi a chiedersi perché questo dio non avesse potuto prenderli con sé nella sua barca che attraversava il cielo. Tale concetto fu collegato con il nord, con la terra paludosa del Delta del Nilo, mentre a sud, nel sito di culto di Edfu, il dio sole assunse le sembianze di un falco che volava nel cielo.

I due concetti si fusero e Ra divenne un uomo con testa di falco che attraversava il cielo di giorno nella sua barca diurna, denominata mandjet, che significa "diventare forte", mentre di notte viaggiava nella sua barca notturna, denominata mesketet, che vuol dire "diventare debole". Il sole che sorge, denominato Khepri, era rappresentato come uno scarabeo. A mezzogiorno, quando il sole era alto nel cielo, era Ra che assumeva l'aspetto di un uomo con testa di falco incoronato dal disco solare. Il sole al tramonto era detto Atum-Ra, effigiato come un uomo anziano che si appoggia sul suo bastone. Al mattino era ancora Khepri, o il bambino Nefertem, raffigurato su un bocciolo di loto.

Ogni essere umano, compreso il re, si credeva fosse formato da tre parti: il corpo (khet), l'anima (ba) e la forza vitale (ka). Dopo la morte, queste tre parti dell'essere umano si separano, cosicché l'obiettivo del funerale e del culto connesso è quello di riunirle. Il corpo mummificato era disposto nelle camere sotterranee della tomba. Il ba era immaginato come un uccello con testa umana, in grado di viaggiare giù nel pozzo del sepolcro per rientrare nel corpo, o spostarsi nel mondo dei viventi. Il ka era visto come il gemello invisibile della persona, al quale erano destinate le offerte dopo la morte e che operava nella vita dell'Aldilà. Nel caso in cui il corpo si fosse deteriorato, era importante possedere altre immagini del defunto, quali statue o rilievi che il ka avrebbe riconosciuto dimorandovi. Se il corpo o l'immagine del defunto, il ka e il ba non si fossero ricongiunti, la vita eterna nell'Aldilà sarebbe andata perduta.


Evoluzione della tomba reale

Gli Egizi cominciarono a seppellire i loro morti fin dal Periodo Predinastico. Durante questa epoca i defunti erano sepolti semplicemente in fosse nella sabbia, nelle quali in alcuni casi erano deposti offerte in cibo, bevande od oggetti della vita quotidiana. Ciò era quanto capitava prima dell'invenzione della scrittura, e prima dell'unificazione dell'Egitto e l'inizio della storia faraonica.

I primi re furono sepolti ad Abido, in un cimitero usato poi per vari secoli e in cui è ravvisabile la complessa evoluzione delle sepolture: da quelle egalitarie dei periodi più antichi alle più grandi tombe elaborate dei primi capi, fino a giungere alle tombe dei primi re dell'Egitto.

Il manufatto più antico identificato come sepoltura di un governante, probabilmente un re (U-j ad Abido), ha l'aspetto di un palazzo per la vita nell'Aldilà e possiede una serie di stanze sotterranee che includono aree identificate come magazzini, appartamenti privati e una cucina, disposte intorno a un vano centrale. Le fenditure presenti nei muri sono probabilmente le finestre o le porte attraverso cui l'anima del re defunto avrebbe potuto viaggiare.

Continuando la sequenza, dopo la tomba U-j vi sono le sepolture dei primi re dell'Egitto unificato, indicati dagli egittologi come Dinastia 0. Queste tombe si trovano isolate nel deserto e consistono di due camere rivestite in legno e contenenti sarcofagi (casse-cofani). Anche se non rimane traccia delle sovrastrutture, esse probabilmente erano semplici mucchi di sabbia, forse trattenuti da muri di contenimento e meglio definibili come mastabe (strutture a forma di parallelepipedo in mattoni crudi), che potrebbero simboleggiare il tumulo primordiale della creazione. A continuare la sequenza vi è il sepolcro di Aha (primo re della I Dinastia), composto da tre grandi camere sotterranee e circa 36 piccoli pozzi. A ogni lato dell'ingresso vi era una grande stele su cui era scolpito il nome del re. Alcuni dei pozzi più piccoli sembrano essere stati usati come sepolture di un giovane uomo e di sette leoni, che evidentemente accompagnavano il re alla sua vita nell'Aldilà. Le restanti tombe di questa dinastia seguivano un modello simile con una o più camere; la camera di sepoltura, che nelle tombe più tarde si raggiungeva tramite una scala, custodiva un sarcofago di legno e sepolture ausiliarie (principalmente di uomini e cani) disposte lungo il perimetro esterno. La maggior parte delle tombe presenta un'interruzione nella linea delle sepolture accessorie nell'angolo sudorientale, situato di fronte a un grande canyon formato dalle colline che circondano il sito. Sia le sepolture reali sia quelle ausiliarie possedevano delle stele.

Al limite della pianura alluvionale si levavano i recinti di mattoni crudi in cui si officiavano i culti regi. Aha ebbe tre recinti, tutti relativamente modesti. Sembra che anche i suoi successori abbiano avuto un loro recinto (sebbene non tutti siano stati identificati con certezza) spesso circondato, come le tombe, da sepolture ausiliarie. L'architettura interna è scarna, cosa che fa presupporre che le strutture di culto fossero in materiale deperibile. I muri dei recinti sono elaborati con modanature, forse per evocare il muro di recinzione della principale residenza reale, situata fin dal regno di Aha a Menfi.

Numerosi re della II Dinastia furono sepolti a Saqqara, in labirintiche tombe scavate nella roccia dell'altipiano che consistono di corridoi e camere rozzamente intagliate, prive di decorazione, che forse echeggiavano la pianta del palazzo reale o le tortuose vie dell'Aldilà, come vedremo più avanti (anche se, da quello che possiamo dedurre, in quell'epoca il culto dei morti sembrava essere orientato più verso il cielo). Caratteristiche di queste strutture sono le maniglie in numero dispari visibili su alcune pareti, la cui funzione è sconosciuta. Le sovrastrutture che devono aver sormontato un tempo questi labirinti sono andate presumibilmente distrutte poiché l'area fu riutilizzata in epoca più tarda da re e da nobili.

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LA VALLE DEI RE

Alla fine del Secondo Periodo Intermedio l'Egitto fu riunificato da una dinastia di principi della città di Waset, ora nota con il nome greco di Tebe e con quello moderno di Luxor.

Per qualche tempo Tebe fu la capitale dell'Egitto, ma presto la capitale politica fu trasferita a nord, di nuovo a Menfi, e Tebe rimase un importante centro amministrativo nonché uno dei principali centri religiosi del Paese, in quanto centro di ulto del dio Amon-Ra. Gli antenati dei sovrani del Nuovo Regno erano stati seppelliti sulla sponda occidentale di Tebe, così fu qui che il primo re della XVIII Dinastia fondò una nuova necropoli reale.

Non sappiamo esattamente dove siano stati sepolti i primi re del Nuovo Regno. I loro predecessori riposavano a Dra Abu el-Naga, un sito che lambiva il deserto posto tra le montagne e la pianura alluvionale all'estremità nord della necropoli tebana. Il primo re della XVIII Dinastia, Ahmose I, ebbe un cenotafio ad Abido, dove era stata sepolta la maggior parte dei re del Periodo Protodinastico, ma la sua mummia è stata trovata a Tebe, dunque egli fu sepolto in questo sito.

L'insieme di wadi che formano la Valle dei Re divenne il luogo ufficiale delle sepolture dei re del Nuovo Regno fino a Hatshepsut. Diversi studiosi ritengono che la prima tomba nella valle fu scavata da Thutmosi I, il cui architetto si vanta di aver sorvegliato la costruzione del sepolcro del monarca: "nessuno ha visto e nessuno ha udito". Si pensa inoltre che questo re abbia fondato il villaggio di Deir el-Medineh, dove vivevano gli artigiani che scavarono e decorarono le tombe reali. Tuttavia, la sua vera tomba non è ancora stata identificata con certezza e c'è chi è convinto che sia ancora nascosta nelle colline tebane. Molto probabilmente il corpo del re a un certo punto fu trasferito, dapprima nella tomba di sua figlia, Hatshepsut (KV 20), e poi in una nuova tomba costruita per lui dal nipote Thutmosi III (KV 38).

Da questo momento in avanti la Valle dei Re fu usata da tutti i sovrani delle dinastie XVIII, XIX e XX, con la sola eccezione di un re della tarda XVIII Dinastia, Akhenaton, che abbandonò il tradizionale culto di Amon in favore del disco solare Aten. Egli lasciò Tebe, la capitale religiosa del Paese, per un nuovo sito del Medio Egitto conosciuto oggi come el-Amarna, e fu là che scavò la sua tomba.

Neppure la potenza militare dei faraoni del Nuovo Regno poteva preservare le tombe dalle incursioni dei tombaroli. Visto che né le gigantesche piramidi dell'Antico Regno né í labirintici cunicoli sotterranei delle piramidi del Medio Regno avevano salvato gli antichi re e i loro tesori, i nuovi sovrani scelsero preferibilmente di nascondere le loro tombe in profondità nelle colline tebane, ben protette e celate alla vista. Visitando la Valle dei Re, è facile immaginare quanto fosse difficoltoso individuare queste sepolture: alcune sono poste in alto sui dirupi, nascoste nelle fenditure e oggi raggiungibili soltanto tramite scale; altre, protette da moderni ingressi, si sviluppano nel sottosuolo del fondovalle; molte sono situate nel remoto settore occidentale e perfino oggi risultano quasi invisibili.

Tuttavia la Valle dei Re ebbe anche un importante significato simbolico, che andava al di là delle ragioni di sicurezza. L'intero massiccio tebano era considerato come la terra dei defunti. Corroborava tale valenza simbolica il profilo delle montagne occidentali, che qui ricorda la figura di una mucca accovacciata, collegata alla grande dea Hathor, per lungo tempo adorata nella piana dei dirupi a Deir el-Bahari. Nella mitologia egizia si credeva che Hathor ospitasse il sole al tramonto conglobandolo nel proprio corpo per farlo rinascere ogni mattina. Un mito separato ma collegato riguardava la Vacca Celeste (Mehetweret, "La grande inondazione"), che sorse dalle acque dell'oceano primordiale sorreggendo il dio sole fino al cielo. Seppellendo i loro morti sotto queste colline, nell'utero della grande mucca, gli Egizi provvedevano magicamente alla loro rinascita, alla continua creazione quotidiana e al passaggio del sole. Il paesaggio di queste colline era visto come un riflesso sulla terra dell'Aldilà situata sotto quella dei viventi.

La Valle dei Re è sovrastata da un picco piramidale, conosciuto oggi come el-Qurn, che domina l'orizzonte e richiama la forma del sacro benben, sotto il quale i sovrani erano stati sepolti secondo tradizione e che si pensava fosse protetto da una dea chiamata Meretseger, il cui nome significa "Colei che ama il silenzio".

Le tombe qui si trovano dunque in un luogo nascosto, associato alla sconosciuta terra in cui il sole trascorreva le ore della notte. Il re defunto avrebbe viaggiato attraverso questa terra con il sole, per unirsi a Osiride nelle profondità estreme della notte e quindi rinascere con lui all'alba. Tale viaggio simboleggiava anche la resurrezione eterna del re, la transizione dalla morte alla rinascita che era perpetuata ogni giorno.

Le piramidi dell'Antico e del Medio Regno costituivano solo una componente dell'intero complesso dedicato al culto del re defunto. I sovrani del Nuovo Regno ritornarono al concetto, usato dai re delle dinastie I e II, di separare la sepoltura vera e propria dal luogo dove si celebrava il culto. I sepolcri nella Valle dei Re, infatti, furono completati con templi funerari (memoriali) nel basso deserto a Luxor, uno per ciascun sovrano, al margine della pianura alluvionale. Presi nel loro complesso, templi funerari e tombe creavano una macchina per la resurrezione e la vita eterna del re defunto.

La Valle dei Re contiene 63 tombe, di cui 26 riservate alla sepoltura dei sovrani. Le altre (molte delle quali anonime) erano destinate a parenti e cortigiani del re e quando sono state scoperte in epoca moderna erano completamente vuote. Molti studiosi hanno creduto per molto tempo che la valle avesse ormai esaurito i propri segreti, ma proprio recentemente, ottantatré anni, tre mesi e sei giorni dopo la scoperta di Tutankhamon (KV 62), una nuova tomba si è aggiunta al registro della Valle dei Re, la KV 63, in corso di scavo mentre sto scrivendo questo libro: si tratta di una piccola camera tombale, non costruita per un re. Al suo interno vi sono sette sarcofagi, sei per adulti e uno per un bambino. Finora non sono state rinvenute mummie e molto probabilmente questo sito, forse originariamente destinato a una sepoltura e in seguito saccheggiato, fu utilizzato nella tarda XVIII Dinastia come magazzino per materiali di imbalsamazione. Chi può sapere che cosa si celi ancora nelle colline tebane?

Questo libro è incentrato sulle tombe nella Valle dei Re. Attraverso le splendide fotografie di Sandro Vannini, il lettore sarà condotto in un viaggio nell'Aldilà egizio, provvisto delle chiavi e degli strumenti con cui gli antichi sacerdoti assicuravano l'eterna vita dopo la morte al re defunto e garantivano l'ordine cosmico degli Egizi.

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