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Pagina 3
Stanotte è tornato.
Ma di ciò che mi
ha detto non ho
memoria.
Al mattino, mi
ricordo che è il
cinque febbraio
e che tra un
mese compirò
dieci anni.
Forza, svegliati!
È mio fratello.
Si chiamava Jakob,
come me.
Come sapere dove
finisce lui e dove
comincio io.
Non c'è differenza,
crede mamma.
Ci siamo incontrati
soltanto nei sogni,
ma talvolta faccio
fatica a separare le
nostre parole.
Certe volte,
mamma parla di
cose successe
all'altro Jakob,
come se io potessi
ricordarmele.
E a volte, è strano,
me le ricordo.
La prima cosa
da sapere su
mio fratello:
è morto il giorno
del suo decimo
compleanno.
Una cosa da
sapere su di me:
sono nato nove
mesi più tardi.
Mamma dice che
sono tornato.
Nessuno ci
conosce meglio
di lei.
Forse ha ragione.
È evidente, dice.
Basterebbe la
Storia del piano!
Il piano era suo.
A lungo, l'ho visto come
un semplice mobile.
Ma un giorno, mentre
ero solo in casa, mi sono
messo a premere i tasti.
Cercavo di ritrovare una
melodia che avevo in testa.
Non era né facile
né difficile, piuttosto
logico. Dopodiché, il
piano è diventato mio.
Ho cominciato a prendere
lezioni. Avevo sei anni,
come Jakob all'epoca.
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Pagina 50
In questi ultimi tempi,
i giorni sono diventati
selvaggi e anarchici.
È come se la settimana si
fosse scompaginata:
il martedì segue il mercoledì
e la domenica può cadere
in qualsiasi momento.
Ecco perché ho smesso di
fare come al solito.
Vado a scuola un po' ogni
giorno. Mi pare che basti
per far credere a tutti che
ci sono. D'altronde, anche
se si arrabbiano, per me fa
lo stesso. Una volta facevo
molta attenzione a quello che
pensava la gente, specie gli
adulti.
Sono obbligato a continuare a
fare certe cose.
Devo uscire di casa, vado a
lezione di piano e, abbastanza
spesso, aspetto Miranda
all'uscita della scuola.
Andiamo spesso nel
bosco. Sarebbe proprio
elettrizzante, se solo
facesse meno freddo.
C'è sempre un po' di neve
che finisce sotto la sciarpa,
e acqua ghiacciata nelle
scarpe.
Fa buio molto presto
e ho paura di perdermi.
Sono prudente, e lo sono
nonostante i discorsi di
Jakob, per il quale a ogni
modo tutto segue il proprio
corso e le cose che devono
succedere succedono.
Miranda non è per niente
prudente, ma le piacciono le
statistiche. Dice che, forse,
sono davvero mio fratello.
Ma in tal caso, niente mi
potrà accadere prima del
giorno del mio compleanno.
Fino ad allora posso fare
quello che mi pare senza
temere incidenti.
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