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| << | < | > | >> |Indice9 Prefazione di Makio Tsuchikawa 11 Introduzione 17 1. Il ventaglio rotondo di carta uchiwa 27 2. La lanterna tourou 37 3. Il gioco delle sfere temari 47 4. Le bambole tsuchi-ningyo di Fushimi 59 5. Le strisce poetiche tanzaku 65 6. La festa dei crisantemi 73 7. Le torte di riso noshimochi 83 8. Cadono le foglie 91 9. Le offerte al tempio 97 10. Le piramidi di dango 111 11. Lo stemma kuyo sulla bandiera nobori 123 12. La distanza dall'orizzonte |
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Che cos'è il wasan?
Wasan
(che letteraltIente significa "matematica giapponese") è la parola utilizzata
per descrivere l'arte dei numeri sviluppatasi in Giappone durante il periodo
Edo (1603-1868), per differenziarla dalle scienze matematiche che vennero
successivamente introdotte in
Giappone dal governo Meiji alla fine dell'Ottocento.
Nella cultura del
wasan
esistono due scuole di pensiero principali. Una, rappresentata da Mitsuyoshi
Yoshida, che si occupa di matematica applicata e l'altra, guidata
da Takakazu Seki, che si occupa di matematica teorica.
Questo libro si focalizza sulla prima delle due scuole.
Yoshida è stato l'autore, nel 1627, di uno dei libri più
conosciuti, e forse il più importante, sul
wasan,
intitolato
Jinkou-ki.
Questo trattato di matematica fu scritto
all'incirca vent'anni dopo la fine delle guerre civili e in
un momento in cui la pace regnava sul Giappone. Il libro di Yoshida fu
apprezzato e utilizzato dalle persone per oltre duecento anni. In quel momento
storico il Giappone stava vivendo una crescita del commercio
nazionale e della ricchezza economica, e una conoscenza matematica di base
divenne sempre più necessaria
nella vita di tutti i giorni delle persone, compresi i cittadini comuni. Fino
alla sua edizione definitiva (1641), il
Jinkou-ki
fu revisionato svariate volte al fine dí renderlo
più accessibile a un pubblico di lettori sempre più ampio. Diventò estremamente
popolare e rimase un best seller per oltre due secoli fino al periodo Meiji
(1868-1912), quando iniziò l'occidentalizzazione e la matematica europea fu
introdotta nel paese. Sappiamo che il
trattato era molto popolare grazie all'esistenza di numerose edizioni pirata del
testo. Ho personalmente visto due di questi libri,
Houju Jinkou-ki
e
Koueki Jinkou-ki,
pubblicati alla fine del periodo Edo.
Houju
significa "tesoro e gemme" e
Koueki
significa "molto utile". Anche dai titoli delle versioni pirata riusciamo a
capire quanto il
Jinkou-ki
fosse apprezzato al tempo.
In Giappone, il
wasan
ha sempre goduto di un ampio seguito di appassionati grazie alla sua unicità,
all'importanza storica e ai vari livelli di difficoltà che rendono alcuni
dei problemi semplicemente divertenti e ingegnosi. In
tempi recenti, il
wasan
è oggetto di una riscoperta come ottimo metodo per stimolare i bambini, affinché
sviluppino le loro abilità di risolvere creativamente i problemi.
Il mistero del sangaku del santuario Yasui Kompiragu
Durante il periodo Edo, la risoluzione di problemi matematici divenne estremamente popolare, inizialmente per i risvolti pratici che potevano avere nella vita quotidiana; successivamente, però, si trasformò in una sorta di gioco competitivo per appassionati di entrambi i sessi e di tutte le classi sociali. Nella seconda metà del periodo Edo, nacquero spontaneamente circoli matematici e le persone si appassionarono alla risoluzione di quesiti matematici nello stesso modo in cui traevano diletto dalla composizione degli haiku. Quando si riusciva a risolvere un problema difficile si offriva presso un tempio o un santuario una tavoletta di legno (o ema ) come dono votivo, in segno di riconoscenza. Più tardi, alcuni cominciarono a offrire ema che riportavano iscritto su di essi solo il problema da risolvere, sfidando altri a trovare la soluzione. Coloro che riuscivano a fornire la risposta offrivano in dono a loro volta un ema riportante la soluzione. Iniziò in questo modo l'usanza dell'offerta di sangaku (che letteralmente significa "tavoletta di calcolo") ai templi e santuari, un'abitudine diventata un aspetto fondamentale della cultura wasan.
Nel corso del tempo, molti
sangaku
sono stati distrutti o sono andati perduti, e altri sono diventati illeggibili a
causa del degradarsi delle iscrizioni. Oggi rimane soltanto un migliaio di
sangaku,
e solo alcuni santuari e templi accettano ancora le offerte di queste tavolette.
Nel 1834, verso la fine del periodo Edo, circa duecento anni dopo la prima edizione del Jinkou-ki di Yoshida, un circolo matematico di Kyoto formulò 12 problemi matematici e li riportò, assieme alle soluzioni, su una tavoletta di legno, appesa poi in segno di offerta al santuario Yasui Kompiragu di Higashi-yama, a Kyoto. Questo sangaku, riportato qui, è chiamato Sandai-shiki-no-nagame. Oggi l'iscrizione si è consumata ed è in gran parte illeggibile, ma questo libro presenta per la prima volta, tradotti e adattati per il lettore moderno, i 12 problemi originali. | << | < | > | >> |Pagina 171. Il ventaglio rotondo di carta uchiwa| << | < | > | >> |Pagina 1710. Le piramidi di dango| << | < | > | >> |Pagina 1712. La distanza dall'orizzonte| << | < | |