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| << | < | > | >> |IndiceIl luogo cieco di un antico sogno di simmetria 9 Una incognita nella scienza - Un riconoscimento troppo sicuro. - Il modello anatomico. - Incertezze della scienza. - Quel che conta è la (ri)produzione. - Una differenza trascurata. - Il lavoro di "diventare donna" 21 La bambina (non) è (che) un maschietto - Un ometto svantaggiato. - Il sogno degli interpreti. - La masturbazione del pene come attività fallica, per forza. - Il cambiamento di oggetto. - Una medesima legge del medesimo 30 La sua storia si fermerebbe all'inizio - Un amore insospettato. - Avere un bambino dalla madre. - La seduzione del padre: la legge non il sesso. - Percbé la bambina odia la madre. - Il desiderio d'origine senza rappresentazione. - Un bambino in piú 41 Ancora una "causa": la castrazione - Se l'aspettava. - Il gioco degli sguardi. - L'anatomia è destino. - Il risvolto nascosto nel discorso paterno. - Spetta all'uomo l'elaborazione delle pulsioni di morte? 50 "L'invidia del pene" - Un'attesa delusa. - Una sublimazione di straforo. - "Invidia" o "desiderio" del pene? - Rimozione o inesorabile censura. - Mimetismo forzato 56 Una penosa evoluzione verso "la femminilità" - Il padre neutrale e benevolo. - Un(a) asesso? - Libere associazioni sull'onanismo 61 Una malinconica sessualità? - I sintomi della malinconia. - Per questa perdita non c'è lutto. - Il risucchio d'una ferita. - Un residuo: l'isteria 68 Pene uguale a bambino del padre - Il primato dell'erotismo anale. - Il contratto. - La donna e(è) la madre. - Giochi proibiti. - Le nozze di Edipo padre e figlio 76 I postumi della castrazione - Un capitalismo senza complesso. - Il velo metaforico dell'eterno femminino. - Il rovescio della storia. - Una sottomissione servile? - Un Super-io che disprezza il sesso femminile 86 L'ondata di passività - Ridistribuire le pulsioni anali. - "Vi è una sola libido." - L'idealizzazione. - L'organo (ri)produttore. - La conferma della frigidità 94 L'(u)omosessualità femminile - Carattere determinante del fattore costituzionale. - Quello che esibisce la scelta omosessuale. - Fallimento della cura per mancanza di transfert. - La medesima 101 Un rapporto sessuale praticamente impossibile - Un amore ideale. - Se non fosse per la madre. - La quadratura del cerchio familiare. - Scarto di generazioni o sfasatura storica? - L'enigmatica bisessualità della donna 109 Donna per un difetto di qualità - Un narcisismo esorbitante. - Vanità di una merce. - Il pudore copre un difetto. - Una natura molto invidiosa. - La società non interessa le donne. - Sublimazione imperfetta. - "La donna di trent'anni" Speculum 129 Ogni teoria del "soggetto"... 142 K...: fanciulla-pupilla dell'occhio All'indice delle opere di Platone: la donna 153 Come concepire una femmina? 160 Una madre di vetro 170 ...se prendiamo l'occhio d'un uomo morto da poco. 179 La misterica 189 Un a priori paradossale 199 ...l'eterna ironia della comunità... 210 Il volume senza contorno L'... di Platone 225 Il praticabile della scena - Il trucco è nel ribaltamento. - Il privilegio di esser posti di fronte. - Un fuoco che è come un sole. - La strada dimenticata. - Diaframma/paraframma. - L'esibizione di ciarlatani. - Una perdita di tempo? - Un antro speculare 238 I diatogbi - Alcuni parlano altri tacciono. - Come noi, sottoposti allo stesso principio d'identità. - Basta avere una testa, girata nel verso giusto. - Oggetto reale = ciò che si vede, e viceversa. - La verità, una necessaria denegazione tra uomini. - La voce di Eco. - Un doppio errore topografico e le sue conseguenze 249 Lo sviamento dell'isteria (maschile) - Un metodo ipnotico. - La pazzia messa sottoterra. - Un resto di afasia. - La differenza non riconosciuta. - L'abbaglio della seduzione 259 L'"uscita" dalla caverna - Il passaggio. - Un parto impossibile. - Da dove e come esce? - Un mondo popolato di spettri 265 Il tempo di regolare la vista - Caverna e mondo. - Con l'assistenza della sofistica. - Una natura gelata. - Verità (in)cinta. - Un bastardo o un rampollo legittimo? 275 La visione del padre: una generazione senza storie - Nozze glaciali. - Genitore non generato. - L'esorcismo della notte oscura. - Astrologia taumaturgica. - Questione di proprietà. - Un diniego accecante 284 Una forma sempre la stessa - Confusione di grande e piccolo. - Il campione di misura. - Meglio è girare in tondo su se stessi. - Possibile soltanto a Dio Padre. - Madre senza memoria. - Sorgente o specchio di tutto ciò che è. - Una proiezione mai analizzata 292 Il completatnento della formazione - Le manchevolezze di un organo ancora sensibile. - Il buon funzionamento di un seminario. - Immacolata concezione. - L'a posteriori di un godere ideale. - La fine dell'infanzia 300 La vita in filosofia - Sempre il Medesimo. - Una completezza autistica. - L'amore distolto dalle speci inferiori. - La scienza del desiderio. - Vergine pupilla ultra dilatata 309 La conoscenza divina - Il didietro è riservato a Dio. - Il mistero divino. - Potere inimitabile per i mortali. - Come fanno a valutare la propria potenza? - Soltanto nel proprio simile. - Il Padre conosce il diritto e il rovescio almeno in teoria. - Cosa significa la morte per un filosofo 319 Un intermezzo inarticolato: la schisi tra sensibile e intelligibile - Una lacuna nei rapporti tra il padre e la madre. - Un passaggio a senso unico. - La partecipazione obbligata agli attributi tipici. - Un incesto disconosciuto ed un incesto irrealizzabile 325 Il ritorno nel nome del padre - L'impossibile regressione verso la madre. - Una competizione di cui il filosofo non si cura. - Due modi di ripetizione: il proprio e il prossimo. - Meglio lavorare la terra per conto del padre che farci ritorno. - La minaccia della castrazione 33 Il godimento della 'donna' - Un antro morto che ridà importanza alla rappresentazione. - Mirabile e solitario piacere di Dio. - Una diagonale è il rimedio tentato contro l'oltrepassamento dell'Uno. - Un ideale infinito maschera la fessura di un vuoto. - Una perdita di vista sull'"altro". - La vendetta di bambini scatenati |
| << | < | > | >> |Pagina 9"Signore e Signori... Sull'enigma della femminilità gli uomini si sono lambiccati in ogni epoca il cervello... Neanche voi, in quanto uomini, vi sarete sottratti a questo rompicapo; dalle signore qui presenti non ci aspettiamo questo: esse stesse sono l'enigma di cui noi parliamo."
Si tratta dunque per voi, uomini, di parlare tra voi,
uomini, della donna, la quale non può essere interessata ad
ascoltare o produrre un discorso riguardante l'
enigma,
il logogrifo, che rappresenta per voi. Il mistero che la
donna
è,
costituisce dunque l'
obiettivo,
l'
oggetto
e la
posta in giuoco
d'un discorso maschile, d'un dibattito tra uomini che non
dovrebbe interessarla, coinvolgerla. Del quale, al limite,
non dovrebbe saper niente.
Un riconoscimento troppo sicuro " 'Maschile o femminile' - egli dice, essi dicono, per cominciare - è la prima distinzione che voi fate allorché incontrate un altro essere umano, e siete abituati a fare questa distinzione con assoluta sicurezza." Come? La cosa resta implicita e non sembra degna di nota tra voi. Silenzio dunque su questa assoluta sicurezza che vi dà la garanzia di non sbagliarvi, a prima vista, sul sesso della persona che vi capita d'incontrare.
L'importante è che voi siate ben convinti, senza alcuna
esitazione, di non potervi sbagliare, che non c'è proprio
nessuna ambiguità. La cultura (?) vi assicura, vi rassicura -
o forse vi assicurava, vi rassicurava - che la
discriminazione è infallibile.
Il modello anatomico "La scienza anatomica condivide la vostra sicurezza in un punto e non molto piú in là. Maschile è il prodotto sessuale maschile, lo spermatozoo e il suo portatore; femminile l'uovo e l'organismo che lo ospita. In entrambi i sessi si sono formati organi che servono esclusivamente alle funzioni sessuali e che, assumendo due diverse conformazioni, si sono verosimilmente sviluppati dalla stessa disposizione." Quale? Fino a questo punto si può dedurre che la specificità e la disposizione comune dei due sessi riguardano soltanto un processo di riproduzione-produzione. E che in funzione di tale economia si stabilisce chi è maschio chi è femmina. L'oggettività detta scientifica si pronuncia sulla questione soltanto in base all'evidenza, microscopica, della differenza tra cellule germinali. A meno che non riconosca anche l'evidenza (anatomico-fisiologica) del prodotto della copula. Il resto le appare, in verità, del tutto indecidibile per rischiare - come voi fate - un giudizio, un verdetto differenziato. Certamente "gli altri organi, le forme del corpo e i tessuti mostrano un influsso da parte del sesso, ma l'influsso è incostante e la sua entità variabile." E se vi capita di prestarvi troppa fede, essa - la scienza - non mancherà di mettervi in guardia. Infatti proprio essa "vi dice qualcosa che contrasta con quanto vi aspettate e che probabilmente è fatta per confondere i vostri - e suoi? - sentimenti: vi fa osservare che parti dell'apparato sessuale maschile si riscontrano anche nel corpo della donna, benché in stato atrofizzato, o viceversa." Vi fa dunque osservare in questo fatto oggettivo di "un indizio di bisessualità, come se l'individuo non fosse uomo o donna, ma sempre l'uno e l'altra." Siete dunque uomo e donna. Uomo, o donna? Tuttavia - su questo siate sicuri, rassicurati - l'uno dei due caratteri prevale sempre sull'altro. Resta che "la proporzione in cui il maschile e il femminile s'intrecciano nell'individuo, è soggetta a oscillazioni assai rilevanti." Conviene dunque far prova d'una certa prudenza prima di rivendicare la propria appartenenza all'uno o all'altro sesso. Nondimeno, siamo seri e torniamo alle certezze scientifiche, "in una persona sono presenti prodotti sessuali di una sola specie - uova o cellule seminali." A parte, purtroppo, "casi rarissimi"...
"Non potete fare a meno di mettere in dubbio il
significato fondamentale di questi elementi [maschile e
femminile] e trarre la conclusione che ciò che costituisce
la
mascolinità o
la
femminilità sia un carattere sconosciuto, che l'anatomia non
può afferrare". L'oggettività del discorso scientifico, di
quello anatomico almeno, riguardo la differenza dei sessi,
finisce dunque per bloccarsi davanti l'attesa della scoperta
d'una incognita.
Incertezze della scienza "Può forse riuscirci la psicologia?" ad attribuire un qualche valore alla sua, alle sue, incognita-e? Pare che siate "avvezzi a impiegare 'maschile' e 'femminile' anche come qualità psichiche, a trasferire nella vita psichica la nozione di bisessualità," definendo come piú virili o piú femminili i comportamenti d'una certa persona. Ma in tal modo il vostro discorso sedicente psicologico non fa che "arrendersi all'anatomia e alla convenzione". In altre parole, questa distinzione non è d'ordine psicologico. D'altronde, in generale, voi connotate il termine maschile di attivo, quello femminile di passivo, ed "è vero che una relazione di questo tipo esiste". Infatti "la cellula sessuale maschile è attivamente mobile, cerca quella femminile, e questa, l'uovo, è immobile, attende passivamente". Ed io Freud vi dico che "questo comportamento degli organismi sessuali elementari è esemplare per la condotta degli individui nel rapporto sessuale". Il mio modo di vedere le cose, queste "cose", si conforma dunque ad una prescrizione data dall'anatomia alla psicologia, secondo l'ordine della mimesis, infatti la scienza anatomica impone la verità del suo modello ai "comportamenti psicologici". Nel coito l'uomo e la donna mimano il tipo di rapporto che intercorre tra lo spermatozoo e l'ovulo: "il maschio insegue la femmina allo scopo dell'unione sessuale, la assale, penetra in lei". Ma "con questo avete per l'appunto ricondotto, per quanto concerne la psicologia, il carattere della mascolinità al momento aggressivo". Del carattere della femminilità, io, voi, noi... non parliamone! E intanto, in questa dimostrazione, o attestazione, voi avete attribuito del "desiderio" allo spermatozoo che corre verso l'ovulo.
Ma ritorniamo a quella determinazione un po' sfavorevole
del carattere psichico della mascolinità. La zoo-logia -
adesso - vi invita ad una certa prudenza quanto
all'attribuzione esclusiva dell'aggressività al maschio.
Essa vi ricorda infatti che "in alcune classi d'animali
le femmine sono piú forti e aggressive". Ricordarsi, per
esempio, del comportamento sessuale del ragno! D'altra
parte la zoologia non accetta pacificamente il fatto che
"covare e allevare" siano funzioni specificamente femminili.
"In specie
molto elevate,
si osserva che i sessi si dividono il compito di covare o,
perfino, che vi si dedica soltanto il maschio". Dobbiamo
dedurne che questi animali riescono, meglio di voi, a
scindere la questione della differenza sessuale da quella
della funzione parentale? e, in particolare, che essi sanno
rilevare una distinzione tra femminile e materno, tra
sessualità femminile e
maternage,
distinzione successivamente cancellata dalla "cultura"?
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