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| << | < | > | >> |IndiceIntroduzione Elogio della libreria 8 1 / Librerie assortite 14 2 / Una profizione di idee 114 Scaffali 116 Librerie che arredano 144 Librerie insolite 180 Librerie artistiche 192 Idee originali 210 Librerie bijoux 244 Bibliografia 269 Crediti fotografici 271 Ringraziamenti 271 L'autore 272 |
| << | < | > | >> |Pagina 8Introduzione
Elogio della libreria
Mi sono alzato e sono andato in camera mia per sbrigare diverse incombenze importanti, e successivamente è arrivato Sympson, il falegname; insieme ci siamo scervellati a progettare degli armadi nei quali stipare i miei libri: si stanno facendo numerosi, e sono impilati uno sull'altro sulle sedie... Samuel Pepys, 23 Luglio 1666 Da due decenni è in atto una rivoluzione che ha trasformato il nostro modo di conservare e archiviare il sapere. Non solo è diventato possibile concentrare un'intera biblioteca in un dispositivo elettronico del peso e della grandezza di un'edizione tascabile: anche il design di quel mobile squadrato e sobrio che è sempre stato la libreria di casa sta attraversando una fase di fermento creativo. Oggi le librerie non si limitano più solo a fornire spazio per i volumi: sono diventate esperimenti di arte moderna, opere ingegneristiche e come per Samuel Pepys 350 anni fa uno status symbol. Malgrado il rapido incremento dei lettori di e-book, la libreria non ha perso il suo ruolo attivo nella cultura del XXI secolo, sia che figuri nella lista delle spese ingiustificate dei parlamentari britannici, sia che invada la spiaggia di Bondi Beach a Sydney, dove nel 2009 lkea ha installato 30 delle sue popolarissime Billy per festeggiarne il trentesimo compleanno. Quelle stesse Billy le cui vendite sono utilizzate da Bloomberg, la società di analisi finanziaria, come indice per misurare la crescita economica. La libreria ha addirittura rubato la scena alla mostra di architettura 'Architects Build Small Spaces' al Victoria & Albert Museum nel 2010: l'installazione Ark, una torre di legno autoportante, vagamente instabile e completamente tappezzata di libri, opera dello studio di architettura norvegese Rintala Eggertsson, è composta da centinaia di scaffali pieni di libri che i lettori scoprono entrando e sedendosi a leggere. Henry Petrosky, autore dell'eccellente excursus storico The Book on the Bookshelf (1999), afferma che nell'Inghilterra del XVI secolo la libreria aveva già la forma e la struttura tipiche dei nostri giorni. Prima d'allora, i libri si mettevano nei bauli: casse abbastanza maneggevoli da poter essere trasportate, riservate ai ceti più abbienti (alcune versioni moderne di queste ultime sono inserite nel capitolo 'Librerie bijoux', da pagina 244 a pagina 267). Eppure, già nella protostoria della libreria si conta una nutrita serie di affascinanti invenzioni, come quella dell'ingegnere militare Agostino Ramelli, il quale nel 1588 concepì il leggio rotante. Simile alla ruota di un mulino ad acqua, il leggio era costruito attorno a un asse e dotato di tavolette su cui appoggiare i libri, le quali ruotavano in senso contrario rispetto al meccanismo. Dai disegni dell'inventore si può notare come a impedire la caduta o lo spostamento dei libri e degli scaffali (questi ultimi inclinati di 45° rispetto al terreno) provvedesse un meccanismo mutuato dagli orologi astronomici. La 'ruota dei libri' non fu mai costruita: Ramelli si limitò a teorizzare questo virtuosismo progettuale. Tuttavia Justin Pollard, autore di un testo pubblicato nel 2010 intitolato Boffinology: The Real Stories Behind Our Greatest Scientific Discoveries, teorizza che, dal punto di vista concettuale, la ruota dei libri (che altro non era se non un dispositivo grazie al quale si potevano consultare contemporaneamente più testi passando da uno all'altro) sia stata l'antesignana di Internet. Più di quattrocento anni dopo il progetto di Ramelli, i moderni creatori di biblioteche domestiche si accostano alla loro progettazione con la medesima joie de vivre. William Gladstone (primo ministro britannico nell'Ottocento) probabilmente non avrebbe apprezzato le recenti innovazioni. 'Θ di moda realizzare librerie molto ornamentali', scriveva con tono di disapprovazione nell'articolo On Books and the Housing of Them, pubblicato nel 1890, spiegando che i libri non necessitano di ornamenti e devono essere collocati in una posizione fissa, preferibilmente contro una parete. Ho la sensazione che non sarebbe stato particolarmente entusiasta neppure dello scaffale Study on Sensational Designs, di Arun Kumar Franci: 'Il prodotto del design può essere sensato, sensuale, sentimentale, insensato o, senza mezzi termini, sensazionale', afferma Kumar. 'Nella fattispecie, l'idea era di disegnare uno scaffale tracciando una linea ininterrotta che formasse una parola, uno scaffale in grado di conquistare chiunque; ecco perché ho scelto la parola "sexy".' E se questo nuovo Rinascimento del design delle librerie fosse il canto della Fenice, l'ultimo guizzo prima che i libri svaniscano tra i circuiti dei computer (come è accaduto per la musica) per rimaterializzarsi solo alla pressione di un tasto? O forse le vendite in ascesa degli e-book preludono all'avvento di una nuova era dell'arredamento? Può darsi che, avendo meno libri da metter via, in futuro i lettori cerchino modi più originali per conservare la loro biblioteca di casa, e che la libreria in quanto tale finisca per diventare una sorta di teca dei trofei. Magari il desiderio di salvare a tutti i costi dall'estinzione i libri di carta ci porterà a scegliere dei contesti di pregio in cui riporre gelosamente i nostri volumi. E infatti è piuttosto frequente che nelle gallerie d'arte, fino a ieri dominio incontrastato degli artisti, oggi si trovino in vendita mobili prodotti in serie limitate. Alcuni designer come Ron Arad, autore della libreria modellabile Bookworm, e Peter Marigold (le cui librerie Sum compaiono a pagina 29) vendono le loro proprio in questo modo. Sebbene gli e-book siano considerati una comoda alternativa, il desiderio di possedere libri cartacei per molti rimane ancora forte, anche tra le fasce di lettori più giovani. In un'intervista concessa al Wall Street Journal, l'amministratore delegato del gruppo Penguin, John Mankinson, ha voluto distinguere tra il 'lettore di libri' (per il quale non vi è alcuna differenza tra formato digitale e cartaceo) e il 'possessore di libri', pronto a 'donare, condividere e conservare i libri'. Un'esperienza che lo scrittore Nathan Schneider colloca al centro della propria vita. In un articolo scritto nel 2010 e intitolato The New Memory Theater, Schneider si domanda cosa potrebbe accadere se scomparissero le librerie. Egli considera gli scaffali che ospitano i suoi libri delle appendici del proprio corpo, e anche solo scorrere i titoli con lo sguardo suscita in lui uno stimolo intellettuale, riportandoli alla memoria. Naturalmente, nulla vieta che le librerie fisiche e quelle virtuali diventino complementari: social network letterari come Goodreads (www.goodreads.com) e LibraryThing (www.librarything.com) sono in pieno rigoglio il solo Goodreads ha più di 5 milioni di membri in tutto il mondo. Quello che gli scaffali di libri on-line non hanno è la capacità di trasmettere un'immagine del loro possessore, di lanciare a ospiti e clienti degli indizi visibili su chi si è (o si vorrebbe sembrare). Il modo in cui è impostata una libreria svela di colui o colei che li possiede quasi quanto i libri stessi. Una radicale trasformazione del design in questo campo potrebbe addirittura contribuire a salvare le biblioteche che in molti Paesi, a causa dei tagli alle spese, stanno diventando una specie a rischio di estinzione. Rune Fjord e Rosan Bosch hanno completamente riprogettato l'interno della biblioteca centrale di Hjψrring, in Danimarca, inserendovi una struttura centrale serpeggiante che si snoda lungo la biblioteca diventando ora libreria ora tavolo o bancone, per poi riprendere la sua funzione primaria. Una struttura anzitutto bella da vedere ma anche, secondo i progettisti, in grado di guidare i visitatori attraverso la biblioteca stimolandoli a esplorarne gli spazi. La verità per molti lettori è che le librerie sono quasi altrettanto importanti quanto i libri. Da parte mia, ricordo le dimensioni, la forma, e l'odore di quelle della mia infanzia con lo stesso piacere con cui ricordo i libri su Mumfie, Jennings, Tintin e quelli in miniatura pubblicati dall' Observer che vi poggiavano sopra. Se c'è una cosa che le librerie e gli scaffali sono in grado di offrire non conta se a forma di orsi polari, di feltro o con i libri infilati a testa in giù (riportati nelle pagine seguenti) è un habitat accogliente. La descrizione che fa Alberto Manguel della lettura a casa propria in La biblioteca di notte è una delle riflessioni più evocative mai scritte sul fatto che una collezione di libri non si riduce a una mera montagna di fogli di carta, e che persino l'odore degli scaffali in legno che ha in casa gli infonde un sentimento di pace. In tal senso la biblioteca è da intendersi come una sorta di rifugio emozionale, un rifugio che non deve necessariamente avere l'imponenza di una sala colma di libri. Oggetti come la libreria di compensato Isokon Penguin Donkey (progettata da Egon Riss e Jack Pritchar negli anni Trenta) possono incuriosire e invogliare alla lettura. Il drammaturgo Tom Stoppard ha parlato spesso delle gioie che da vari decenni trae dal suo borsello portalibri Book Satchel (firmato dallo stilista di Manhattan T. Anthony). Ormai fuori produzione, è un borsello di cuoio, acciaio e legno con spazio a sufficienza per una notevole selezione di libri, ma al tempo stesso di dimensioni abbastanza contenute da poter essere usato come bagaglio a mano. 'Θ come portarsi dietro un pezzo di casa propria', ha dichiarato al New York Times. I lettori amano regalare una bella dimora ai loro libri preferiti: giocarci, disporli secondo un certo criterio, cambiarne l'ordine. Da bambino adoravo il mio The Nutshell Library di Maurice Sendak, un cofanetto di quattro volumi, un libro sull'alfabeto, un libro di filastrocche rimate sui 12 mesi dell'anno intitolato Chicken Soup with Rice, un altro per fare di conto e un racconto edificante. Certo, mi piaceva leggere, ma mi divertivo anche solo a prendere quei volumi per poi rimetterli al loro posto. Ora che sono un po' cresciuto, mi diverto a condividerli con i miei figli e, nel frattempo, ho maturato una passione adulta dai costi leggermente più impegnativi per le versioni in cofanetto dei testi pubblicati dalla Folio Society. Nel 1901, John Willis Clark scriveva nel suo affascinante e rivoluzionario studio sui mobili e gli accessori per librerie, The Care of Books, del 'bisogno crescente di spazi sempre più ampi dove riporre le invadenti orde di libri che compongono la letteratura odierna'. Un secolo e passa dopo siamo ancora alle prese con il medesimo problema (se di problema si può parlare). La libreria è in perfetta salute. | << | < | > | >> |Pagina 14parte 1 / Librerie assortiteFino a che punto è possibile modificare le linee di una scatola? Dopo che per secoli la tradizionale forma della libreria è rimasta praticamente inalterata, da qualche anno i designer hanno scoperto che, forzando i limiti di questa struttura essenzialmente rettangolare con gli scaffali in posizione fissa, c'era la possibilità di farla evolvere. Sull'estetica della progettazione delle librerie non si è scritto molto, ma esiste un'affascinante teoria che postula una correlazione tra il quarto scaffale di 'Billy' di Ikea e la sezione aurea utilizzata nell'arte, nell'architettura e nel book design. Gli autori, l'artista interdisciplinare John D. Freyer e l'antropologo Johan Lindquist, affermano che è proprio sullo scaffale di una libreria che 'la stragrande maggioranza delle persone colloca i testi più rappresentativi delle proprie aspirazioni identitarie'. Tra le grandi soddisfazioni che mi dà gestire il blog di design da cui è scaturito questo volume vi è la continua conferma che il design dell'oggetto libreria è in pieno fermento. Non passa giorno che designer e appassionati da tutto il mondo non postino fotografie di nuove e intriganti librerie e scaffali. A parte le inevitabili critiche di alcuni visitatori del sito ad esempio che gli scaffali non sono abbastanza spaziosi (affermazione spesso falsa), oppure che le librerie più insolite potrebbero danneggiare i volumi (altra accusa tendenzialmente infondata) i commenti esprimono per la maggior parte apprezzamenti per la creatività e l'incessante flusso di idee in un ambito del design maturo per il rinnovamento. Una delle richieste che ricevo più di frequente è: 'Dove si può acquistare?'. | << | < | > | >> |Pagina 114parte 2 / Una profusione di ideeForse The Harvard Shelf la celebre antologia di 51 classici della letteratura che occupa lo spazio di uno scaffale lungo un metro e mezzo, pubblicata ai primi del Novecento sta scomparendo dalle case del nostro secolo, ma resta il fatto che lo scaffale è la particella elementare di ogni contenitore di libri, e l'elemento che senza dubbio offre ai designer più possibilità di reinventare gli spazi dove riporli. Se dotato di una forma insolita può diventare accattivante, trasformandosi da umile ripiano o semplice scaffale in un pezzo forte dell'arredamento che fa parlare di sé. Comic (a pagina 123) e Barok (a pagina 127) assolvono a questa funzione in modo particolarmente riuscito; il primo sottolinea che nel secolo attuale i libri hanno ancora il potere di comunicarci qualcosa, il secondo fa letteralmente da cornice ai libri trasformandoli in opere d'arte. Il bello di molti scaffali così concepiti è che stanno certo bene da soli, ma forse ancora meglio in gruppo (lo stesso si può dire dei libri). Anche i lettori sporadici o i convertiti all'e-book che possiedono sempre meno libri di carta, hanno e avranno bisogno in futuro di scaffali sparsi per la casa dove collocare i pochi volumi sopravvissuti, oggetti vari o fotografie incorniciate. E, dopotutto, anche i possessori di e-book hanno bisogno di una mensola su cui appoggiarlo... | << | < | |