Copertina
Autore Sheila Kitzinger
Titolo Il bambino il primo anno di vita
EdizioneMondadori, Milano, 2006 [1995], Libri illustrati , pag. 324, ill., cop.ril.sov., dim. 175x245x24 mm , Isbn 978-88-04-49345-7
OriginaleThe Year after Childbirth
EdizioneOxford University Press, New York, 1994
TraduttoreClaudio Carcano
LettoreSara Allodi, 2007
Classe bambini , salute , medicina
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Indice


1  L'anno degli alti e bassi                        13

Un nuovo concetto di tempo;
amore, odio e ansia;
sentirsi in colpa;
nuovi stress nel rapporto con il partner;
il fisico si modifica;
euforia post-partum;
sentirsi infelici;
i consigli;
il futuro

2  Le trasformazioni del corpo                      25

Perdite di sangue dopo il parto;
tessuti doloranti;
il vostro ventre;
la visita di controllo dopo il parto;
parlare con il medico;
trovare un medico che faccia al caso vostro;
dopo un parto difficile o pilotato;
quando un parto è stato difficoltoso;
dopo un'anestesia epidurale;
dopo un parto cesareo;
come sostenere l'addome

3  Godere del proprio corpo                         49

Il flusso di energia;
come evitare il mal di schiena;
piegarsi, sollevare e trasportare pesi;
movimenti per avere consapevolezza del proprio corpo;
tonificare i muscoli, soprattutto quelli dell'addome,
    della schiena e dei glutei;
alleviare il mal di schiena;
il massaggio;
il piacere di fare ginnastica

4  Il pavimento pelvico, la vescica e la vagina     73

L'esercizio di sollevamento del bacino;
come affrontare un prolasso;
dolore perineale;
le episiotomie e gli interventi in caso di problemi;
punti di sutura che si aprono;
chirurgia

5  L'allattamento al seno                           91

Caratteristiche uniche del latte materno;
optare per il latte artificiale;
porgere correttamente il seno;
come il seno produce il latte;
cura del seno;
allattamento controllato dal neonato;
quando sorgono problemi: infiammazione, mastite,
    latte insufficiente;
riprendere il lavoro;
lo svezzamento

6  La corretta alimentazione                       117

Dieta e allattamento al seno;
proteine, vitamine e alimentazione bilanciata;
idee per le vegetariane;
godersi i pasti;
i primi assaggi del bambino

7  Le vostre sensazioni                            127

Lo choc e il piacere di diventare madre;
la mancanza di sonno;
la gravidanza in età avanzata;
bambino di sogno, madre perfetta;
le sensazioni provocate dal pianto del bambino;
compiangere il vostro io perduto;
ricordi d'infanzia che si risvegliano;
la competizione tra madri

8  L'infelicità dopo il parto                      143

Sconforto in ospedale;
depressione post-partum e mezzi per affrontarla;
psicoterapia;
cause sociali dell'infelicità;
il rapporto di coppia;
l'isolamento e come uscirne;
superare un parto difficile;
l'ombra dell'abuso sessuale;
psicosi

9  La personalità del vostro bambino               163

Atteggiamenti generali verso i bambini;
vostro figlio è dotato;
capacità sensoriale dei neonati;
il contatto e la vicinanza fisica;
massaggiare il bambino;
le modalità del sonno e i sogni;
quando il bambino piange;
abituarsi alla reciproca presenza;
crescere, esplorare e apprendere;
le fasi dello sviluppo

10  I sentimenti nei confronti del bambino         193

Creare un legame;
innamorarsi e disamorarsi del bambino;
creare stereotipi;
comportamento alimentare;
il secondo figlio;
un bambino con un handicap;
la madre sieropositiva;
quando un neonato muore

11  Diventare padre                                213

L'essere padre in altre culture;
il passaggio alla paternità;
forti nuove emozioni;
sentirsi in trappola;
preoccuparsi solo del bambino;
costruire un rapporto privilegiato

12  I rapporti che cambiano                        229

Trasformarsi in una mamma;
voi e il vostro partner: sistemarsi o rompere,
    dov'è finita la vita di un tempo?
Una nuova attenzione, il trasloco in una casa nuova,
    argomenti di discussione;
voi e vostra madre;
gli amici;
il bambino sostituito: ciò che prova il figlio
    più grande; la madre sola

13  Il sesso                                       255

Come cambiano le vostre sensazioni;
gli uomini e il sesso dopo il parto;
umidità vaginale;
il sesso interrotto;
il parto e la ripresa dell'attività sessuale;
il sesso dopo l'applicazione di punti di sutura;
sperimentare posizioni alternative;
scoprire una nuova tenerezza;
fantasie e flashback;
vaginismo;
contraccezione

14  Riemergere, valutare, progettare               275

Ricavare uno spazio per se stesse;
la gestione dello stress:
allattamento al seno, rilassamento immediato,
    respirazione focalizzata, dieci minuti di yoga,
    massaggio a testa, spalle e piedi;
allontanare la pressione del bambino;
dividere l'impegno con altri;
lavorare fuori casa;
costruire un sistema di supporto

GLOSSARIO 297

NOTE 301

INFORMAZIONI UTILI 309

INDICE ANALITICO 319

 

 

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Pagina 13

1 L'ANNO DEGLI ALTI E BASSI



Prima che vostro figlio nascesse probabilmente avrete letto libri, seguito corsi e scoperto tutto il possibile sul parto. Avrete vagliato scelte diverse, e forse avrete anche elaborato un "piano per il parto". Analogamente a molte altre donne, avrete prestato particolare attenzione all'alimentazione, tonificato la muscolatura e aiutato il corpo a diventare maggiormente flessibile con esercizi appositi per allargare il bacino. Se fumavate prima di rimanere incinte, probabilmente avrete deciso di smettere e persino di eliminare gli alcolici durante la gravidanza. Il vostro partner o un'amica potrebbero avere imparato tecniche di massaggio, come tenervi diritte e sostenervi durante il travaglio o come intervenire quando avevate bisogno d'incoraggiamento. Tutto questo per prepararvi all'esperienza del parto.

Ora il bambino è nato! Comunque abbiate vissuto il parto – il momento più entusiasmante della vostra vita, un tormento spaventoso o una semplice delusione – con l'arrivo del vostro primo figlio vi trovate di fronte a una sfida mai affrontata prima: caricarvi della responsabilità di nutrire, proteggere, capire e amare un nuovo essere umano.

Una donna incinta che si preoccupa di sé automaticamente si prende cura anche del proprio bambino, il quale cresce e si sviluppa mentre lei pensa a cose completamente diverse, e continua a crescere anche se lei si dimentica della vita che reca in grembo. Se di notte si sveglia è perché ha mangiato troppo, perché il bambino si agita o perché deve fare pipì, non perché pensi esclusivamente al fatto di essere incinta. Se perde qualche ora di sonno, potrà recuperarla l'indomani o nel fine settimana.


Un nuovo concetto di tempo

Una volta che il bambino è nato, tutto è diverso.

Il tempo non è più solo vostro. Le neomamme spesso si sentono come se non si appartenessero più. Temono di non riuscire più a rimettersi in sesto, a organizzarsi, a programmare con fiducia il futuro o a riprendersi la responsabilità della propria vita.

La consueta scansione del tempo – mattina, pomeriggio, sera e notte e periodo che precede e segue i pasti – ha perso ogni significato e sembra essere stata sostituita da una routine infinita: nutrire il bambino, cambiarlo, cullarlo, caricare la lavatrice, pulire, dargli di nuovo da mangiare, tirarlo su e metterlo giù, cercare di lavarsi e indossare qualcosa, fare un giretto, tirarlo nuovamente su, dargli il latte, fare una corsa al supermercato. Non c'è un momento in cui potete dire di avere veramente finito.

Quando rientrate al lavoro o riprendete l'attività che svolgevate a casa, il tempo si divide in due parti qualitativamente differenti, il che può dare un enorme sollievo o aumentare lo stress. La parte dedicata al bambino è ancora fluida e piuttosto indefinita, mentre quella riservata al lavoro, soprattutto se svolto in una grande azienda, è rigidamente suddivisa in modo convenzionale. Voi non potete dividervi in due allo stesso modo, ma magari cercate di comportarvi come due persone diverse a seconda dell'impegno in cui siete coinvolte.

Ma non pensare per nulla a vostro figlio quando siete al lavoro, è quasi impossibile e allora vi preoccupate e vi sentite in colpa per averlo lasciato. Quando tornate a casa, invece, il lavoro sembra appartenere a un mondo irreale le cui intrusioni, come telefonate e altre incombenze, vi irritano perché riducono il tempo dedicato alla cura del bambino o sono attese con impazienza, nel caso in cui vi sentiate più a vostro agio sul posto di lavoro che non nel ruolo di mamma.

Con il passare del tempo imparate a organizzare il vostro tempo, a svolgere i compiti più disparati nei brevi momenti disponibili che riuscite a ritagliare tra un impiego e l'altro, a occuparvi alternativamente sia del lavoro sia di vostro figlio. Le madri che lavorano gestiscono il proprio tempo in modo radicalmente diverso, per esempio, dai padri che lavorano. Allo scadere dell'anno siete diventate esperte nel gestire il tempo che avete a disposizione.


Amore, odio e ansia

Alcune neomamme sostengono che non sapevano neppure cosa fosse la stanchezza prima di avere sperimentato lo sfinimento provocato da un continuo stato di tensione, concentrate sull'obiettivo di non commettere alcun errore nel badare al proprio figlio, provando nello stesso tempo amore e odio, speranza e timore, gioia e depressione. Questo perché la stanchezza non è solo una questione di mancanza di sonno, o la conseguenza del tentativo di infilare tutto in una giornata di ventiquattr'ore che improvvisamente sembra più corta. L'intensa emozione di essere madre e prendersi cura di un neonato, spossa di per sé; nulla è più stancante che passare attraverso una serie di emozioni che cambiano così repentinamente, senza alcun controllo da parte vostra.

Dopo avere partorito una donna si trova ad affrontare grandi sfide emotive, a cui si aggiunge un lavoro che mette a dura prova il suo fisico. Le emozioni che prova sono legate a interrogativi riguardanti in parte il figlio e in parte lei stessa – chi è realmente e che tipo di madre si aspetta di essere, come si modificheranno i rapporti con le persone più vicine, come andrà il lavoro, che futuro l'aspetta, come la tratteranno i superiori e i colleghi – e spesso anche problemi quali i mezzi di sostentamento, la casa e, per donne di alcune nazioni, la violenza, i conflitti etnici e la guerra.

Con la nascita di un figlio entrambi i genitori possono divenire più consapevoli dei pericoli che ci circondano e minacciano il nostro futuro. Questo avviene in parte a livello personale – per esempio un neopadre guida con maggiore prudenza o smette di fumare alla nascita del figlio – ma il neonato può sensibilizzare maggiormente i genitori verso problemi sociali e politici. Per una neomamma, i disastri ambientali che le immagini televisive mostrano in tutta la loro gravità, come i fumi tossici prodotti da una esplosione o gli agenti inquinanti che avvelenano l'acqua o l'aria, assumono un significato del tutto diverso. L'impatto emotivo è più forte perché vengono vissuti come un pericolo, non solo per il proprio figlio ma anche per tutti gli altri bambini.

Le immagini di bimbi che muoiono di fame in Africa, che sono mutilati e uccisi in Medio Oriente o nella ex Iugoslavia, che sbirciano dalle soglie buie di baracche in cima a montagne di rifiuti in Sudamerica, quelle di bambini che vivono nelle ricche nazioni occidentali ma che sono stati abbandonati, senza cibo né vestiti, o che sono stati vittime di abusi sessuali, turbano l'animo. Alcune donne esitano a sintonizzarsi sul telegiornale perché scoppierebbero in lacrime prima della fine.

Assumere in prima persona la responsabilità della vita di un neonato, rende più sensibili nei confronti di qualunque bambino che soffre e fornisce la netta consapevolezza della vulnerabilità e del dolore umani. È come se mettessero a nudo le vostre terminazioni nervose: con il risultato di esaltare l'intensità dei vostri stati emotivi.

Se a volte vi sentite del tutto inadatte al ruolo di madre, è perché avete perso il controllo delle emozioni e se, davanti a un'ennesima giornata di duro lavoro e di impegni che sembrano non finire mai, vi domandate perché mai avete voluto un figlio, pensate che non siete sole.

Le madri amano i figli, ma diventano anche ansiose e irritate e a volte desiderano scappare lontano. Le emozioni materne sono pressanti, selvagge e spesso allarmanti. Tutto questo non vi deve spaventare: il vostro bambino è nato e ora dovete imparare a crescere con lui e scoprire il suo meraviglioso mondo.


Sentirsi in colpa

Le ricerche condotte sulla vita delle donne e i resoconti personali riguardanti l'esperienza della maternità, mostrano che le madri nelle civiltà occidentali hanno spesso sensi di colpa. Ciò non avviene nelle culture tradizionali, dove le donne non possiedono una completa coscienza di sé e continuano a fare quello che le loro madri hanno sempre fatto: nutrire i figli, in genere con l'aiuto delle altre donne della famiglia. Nei Paesi occidentali gli esperti, che spesso non hanno alcuna esperienza personale nell'accudire bambini ventiquattr'ore al giorno, se non attraverso la lettura di libri e riviste, spiegano alle madri come dovrebbero comportarsi e sentirsi. Come se non bastasse, sembra sempre che esistano altre mamme che sanno cavarsela molto meglio di noi, che siano più organizzate, più felici, sempre coerenti, calme e comprensive. I loro figli dormono ininterrottamente per diverse ore, si svegliano, mangiano, giocano e poi si addormentano nuovamente. Le loro case sono linde e ordinate, mentre il caos più totale regna nelle nostre. Loro cucinano deliziose pietanze, rispettano i tempi di cottura e sono ospiti perfette, mentre noi addentiamo un panino senza neppure sederci perché non abbiamo tempo.


Nuovi stress nel rapporto con il partner

Con la nascita di un figlio anche il rapporto con il partner viene esposto a un nuovo stress. Le coppie a volte decidono di avere un figlio nella speranza di superare le proprie difficoltà. In realtà, la nascita di un figlio può causare nuovi problemi, può mandare in frantumi una relazione già in crisi. Studi psicologici indicano che il periodo successivo alla nascita di un figlio carica di tensione sia la donna sia l'uomo. Come spesso succede, la donna che attraversa un periodo emotivamente difficile, chiede aiuto al proprio partner poiché lo ritiene forte e affidabile, anche quando in realtà non lo è, per il semplice fatto che forza e affidabilità sono due caratteristiche essenziali del generico stereotipo della virilità. Sentendosi aggredito, l'uomo può scoprirsi impotente e, per questo, arrabbiarsi o può non accettare di sostenere le proprie responsabilità: un comportamento che la donna interpreta come un rifiuto. A questo punto, anziché essere un momento di realizzazione e approfondimento della reciproca comprensione, la nascita di un bambino può segnare l'inizio della fine di un rapporto.

Nei corsi di educazione al parto la discussione spesso riguarda la vita dopo la nascita del bambino. Le domande più frequenti poste dai genitori sono: «Quando torneremo alla normalità?», «Quando il bambino si abituerà e dormirà tutta la notte?» e «Quando saremo in grado di fare l'amore come prima?».

I padri – persino quelli più amorevoli e pazienti con il loro bambino – a volte non possono fare a meno di pensare al proprio figlio come a un intruso e per questo, in alcune occasioni, diventano gelosi ed esigenti. Così la donna ha la sensazione di doversi occupare di due bambini anziché di uno solamente.

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