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| << | < | > | >> |Pagina 9LE PAROLE DI BRUCE NAUMAN
Janet Kraynak
Nel 1968 Bruce Nauman produsse un'installazione dal sapore vagamente scultoreo che consisteva in una stanza quadrata di tre metri per tre con all'interno un registratore. Privo di oggetti o di qualsiasi altro rilevante oggetto fisico, il piccolo spazio chiuso risultava però molto pieno, riempito dai suoni di una voce che urlava beffardamente "Uscite dalla mia mente, uscite da questa stanza". Gli amplificatori erano incassati nella superficie delle pareti senza giunture e, anche se la fonte di questi suoni restava nascosta, quella voce disarticolata e l'allarmante schiettezza del suo ordine sembravano rivolgersi a me, in quanto spettatore, ordinandomi di "uscire". Get Out of My Mind Get Out of This Room fa parte di quella serie di lavori ibridi da un punto di vista architettonico che Nauman ha realizzato tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta. In queste sculture ambientali il suono, la luce e l'immaginario visivo sono assemblati in diversi modi, creando spazi mediani in cui lo spettatore è chiamato a riprodurre una gamma di obiettivi sensoriali: muoversi, guardare, ascoltare e così via. Nel fare questo i processi di percezione visiva, psicologica e fisica vengono messi in evidenza, e la distinzione tra il guardare con gli occhi e il vivere con il corpo crolla. In questo senso un modo idoneo per descrivere Get Out potrebbe essere quello di una scultura sperimentale, di quelle che spingono al limite il coinvolgimento minimalista con le operazioni di senso percettivo. Ma voglio considerare più da vicino i particolari componenti che costituiscono Get Out, nella fattispecie la natura dei suoi suoni. Non si tratta semplicemente di un rumore ambientale o di una cacofonia indecifrabile, sono suoni linguistici, parole che prendono vita grazie alla voce dell'artista riprodotta da un registratore, cambiando volume e velocità ad ogni ripetizione, "ESCI DALLA MIA MENTE, ESCI DA QUESTA STANZA... esci dalla mia mente, esci da questa stanza...". La mia opinione è che Get Out è un lavoro sul linguaggio. | << | < | > | >> |Pagina 34In aggiunta alla confusione degli obiettivi percettivi, come leggere, vedere, sperimentare e sentire, le installazioni testuali di Nauman sembrano dirci qualcosa a proposito della funzione del linguaggio stesso. In un certo senso il linguaggio è spazializzato. Trasforma uno "scritto" in un oggetto visivo e in un elemento all'interno di un ambiente fisico sia letteralmente che figurativamente, in quanto il linguaggio emerge dal sistema linguistico nello spazio dell'esperienza vissuta, diventando uno strumento di direzione e interazione. Sin dagli inizi Nauman insiste sul significato del procedimento. Se Get Out ottiene questo risultato in economia, con il discorso che conferisce grazie al suono una "forma" ad uno spazio altrimenti vuoto, World Peace (Projected) lo fa pienamente. Non solo lo spettatore è collocato al centro di un coro di voci, fisicamente all'interno di uno spazio "dialogico", ma anche il gesto del parlare è esplicitamente argomentato. Innanzitutto c'è il contenuto delle frasi parlate basato sull'abbinamento "parlare" e "ascoltare", che condensa perfettamente la natura della manifestazione come linguaggio che parla e risponde. In aggiunta, all'interno delle varie scene sono descritte istanze di linguaggio performato, dal fare una conferenza al parlare davanti a un set di microfoni fino al firmare. Il linguaggio qui non è solo pubblico ma anche sociale, e solleva la questione dell' "altro" o di chi lo riceve. In breve la possibilità di avere la pace nel mondo non è semplicemente legata al significato delle parole ma a come queste vengono rilasciate, alla continua negoziazione linguistica tra soggetti.Nauman una volta ha detto che il suo interesse si rivolge ai "limiti funzionali del linguaggio" quando, il linguaggio cessa di essere "uno strumento utile per comunicare". Su una nota simile Bakhtin scrive: "Il desiderio di far sì che il discorso di un individuo sia compreso è solo un aspetto astratto del piano concreto e totale dell'oratore". La trasparenza comunicativa è abbandonata a favore dell'indeterminatezza della reazione. Per essere compresi non serve necessariamente un precedente. Forse è questo il motivo per cui nell'arte di Nauman una comunicazione potenzialmente fraintesa, bugie e sbagli inclusi, è difesa e incoraggiata. "Mi interessava l'idea di mentire o di non dire la verità" osserva a proposito dei piccoli sbagli che popolano i lunghi titoli di alcune sue prime sculture. Wax Impressions of the Knees of Five Famous Artists (Imitazioni in cera delle ginocchia di cinque artisti famosi) per esempio, non è né fatto di cera né rappresenta i calchi delle ginocchia di "cinque artisti famosi". Ripercorrendo il tema sottolineato in questo saggio, la domanda diventa: qual'è il significato di tale spiegazione del linguaggio quando il linguaggio stesso non è visto come uno strumento razionale di trasmissione, ma bensì come un incontenibile campo di espressione? "Il linguaggio è uno strumento molto forte", ha affermato Nauman, aggiungendo: "È considerato più significativo adesso che in qualsiasi altro momento della nostra storia e gli viene attribuita più importanza di qualsiasi altra nostra facoltà". Come questo saggio ha messo in evidenza, la questione del linguaggio ha acquistato importanza negli anni Sessanta a causa di numerose ragioni storiche e sociali. Una di queste, citata solo brevemente, è stata la nascita della cultura mediatica, il cui risultato è visibile nel grande interesse per le teorie della comunicazione, la classificazione linguistica, la cibernetica e via dicendo. In questa nuova società tecnocratica, la circolazione e il controllo della conoscenza e dell'informazione diventa centrale: il linguaggio, in questo senso, non è neutrale ma rappresenta un'attività di potenziale contestazione e una fonte di potere. Il gesto del parlare, che considera il linguaggio come un agente sociale — a differenza del segno semiotico in cui il linguaggio rappresenta un sistema formale — fornisce un modello particolarmente produttivo che spiega come mai la comunicazione è diventata il "gioco" che è. L'indagine dell'atto linguistico nell'arte di Nauman potrebbe essere vista come una forma sottile di commento socio-culturale situato specificatamente all'interno delle condizioni dell'esperienza storica. Questo argomento va, comunque, oltre le intenzioni di questo saggio. Vorrei invece concludere con una diversa ipotesi, che riguarda i principali aspetti e i temi sottolineati da questo libro. Forse se il linguaggio è compreso in termini di gesto del discorso, possiamo capire perché Nauman ha scelto così spesso di non parlare. Se il ruolo dell'intervista all'artista, in quanto genere, è di chiarire e illuminare, di comunicare con la parola ciò che la rappresentazione visiva lascia all'ambiguità, ciò vuol dire che l'intervista tradisce la poetica dell'arte di Nauman seondo la quale la complessità e la natura confusa dell'espressione vanno lasciate in pace. L'urlo di Nauman "uscite dalla mia mente" potrebbe essere un indizio neanche troppo sottile e, alla lunga distanza, non tanto diverso dal suo "silenzio". Se vogliamo trovare dei significati, non dobbiamo concentrarci tanto sulle sue parole, ma negli spazi in cui le abbiamo incontrate e sulle reazioni che ci hanno provocato. | << | < | > | >> |Pagina 84FALSE SILENCES (SILENZI FALSI), 1975/2000Non sudo Non ho odore Inalo, non esalo Niente urina Non defeco; nessuna escrezione di alcun tipo Consumo soltanto Ossigeno, tutti i cibi, qualsiasi forma Vedo, sento Non parlo, non faccio altri suoni, non potete sentire il mio cuore, i miei passi Nessuna espressione, nessuna comunicazione di alcun tipo Un osservatore, un consumatore, un fruitore e basta Il mio corpo assorbe, tutte le comunicazioni, le emozioni, assorbe il calore e il freddo Un super rettile che assorbe tutta la conoscenza, un concentratore di tutte le informazioni Non cresce Sento non tocco Non ho controllo sulla tipologia e la qualità dei pensieri Raccolgo, non posso processare Non posso reagire a o agire su sensazione Non rispondo emotivamente alle situazioni Non c'è reazione istintiva alle minacce fisiche o mentali Non puoi raggiungermi, non puoi farmi male Posso prosciugarti Non puoi farmi male Non puoi aiutarmi Gira le pagine Trovami una riga Arapahoe, Arapahoe Dove siete andati Sbatto gli occhi Per tenere il tempo | << | < | > | >> |Pagina 86GOOD BOY BAD BOY (BRAVO RAGAZZO RAGAZZO CATTIVO), 19851 Ero un bravo ragazzo 2 Eri un bravo ragazzo 3 Eravamo bravi ragazzi 4 Era bello 5 Ero una brava ragazza 6 Eri una brava ragazza 7 Eravamo brave ragazze 8 Era bello 9 Ero un cattivo ragazzo 10 Eri un ragazzo cattivo 11 Eravamo ragazzi cattivi 12 Era cattivo 13 Ero una ragazza cattiva 14 Eri una ragazza cattiva 15 Eravamo ragazze cattive 16 Era cattivo 17 Sono un uomo virtuoso 18 Sei un uomo virtuoso 19 Siamo uomini virtuosi 20 Questa è virtù 21 Sono una donna virtuosa 22 Sei una donna virtuosa 23 Siamo donne virtuose 24 Questa è virtù 25 Sono un uomo crudele 26 Sei un uomo crudele 27 Siamo uomini crudeli 28 Questa è crudeltà 29 Sono una donna crudele 30 Sei una donna crudele 31 Siamo donne crudeli 32 Questa è crudeltà 33 Sono vivo 34 Sei vivo 35 Siamo vivi 36 Questa è la nostra vita 37 Vivo la bella vita 38 Vivi la bella vita 39 Viviamo la bella vita 40 Questa è la bella vita 41 Devo lavorare 42 Devi lavorare 43 Dobbiamo lavorare 44 Questo è lavoro 45 Gioco 46 Giochi 47 Giochiamo 48 Questo è un gioco 49 Mi diverto 50 Ti diverti 51 Ci divertiamo 52 Questo è divertimento 53 Sono annoiato 54 Sei annoiato 55 Siamo annoiati 56 La vita è noiosa 57 Sono noioso 58 Sei noioso 59 Siamo noiosi 60 Questa è noia 61 Faccio sesso 62 Fai sesso 63 Facciamo sesso 64 Questo è sesso 65 Amo 66 Ami 67 Amiamo 68 Questo è il nostro amore 69 Odio 70 Odi 71 Odiamo 72 Questo è odio 73 Mi piace mangiare 74 Ti piace mangiare 75 Ci piace mangiare 76 Questo è mangiare 77 Mi piace bere 78 Ti piace bere 79 Ci piace bere 80 Questo è bere 81 (Mi piace) cagare 82 (Ti piace) cagare 83 (Ci piace) cagare 84 Questa è caga(re) 85 Piscio 86 Pisci 87 Pisciamo 88 Questa è piscia 89 Mi piace dormire 90 Ti piace dormire 91 Ci piace dormire 92 Dormi bene 93 Pago 94 Paghi 95 Paghiamo 96 Questo è pagare 97 Non voglio morire 98 Non vuoi morire 99 Non vogliamo morire 100 Questa è paura di morire
Il testo è la trascrizione del dialogo che si svolge tra due attori nell'audio-video
Good Boy Bad Boy (1985).
Le stesse righe di testo furono utilizzate anche per il
grande neon che Nauman realizzò tra il 1986 e il 1987.
La trascrizione fu pubblicata
originariamente in un'intervista con Chris Dercon su "Parkett"
(n.10, settembre 1986, pp. 58-59).
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