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| << | < | > | >> |IndiceIntroduzione 6 Come un bambino 'impara' a dormire 9 Per il neonato il giorno è di 25 ore 9 La notte può essere movimentata 9 Che cosa accade a un bambino durante il sonno 10 Così cambia il ritmo del sonno 14 L'irrequietezza del neonato e i sogni 15 Il sonno nel primo anno di vita 15 Quando i ritmi del sonno sono scombussolati 16 Così possono nascere i primi problemi 17 Il piccolo è dormiglione o nottambulo? 21 Un 'incantesimo' per farlo dormire 26 I segreti del dolce dormire 36 I primi pianti: la disperazione dei genitori 41 Le 'coliche' della sera 41 I rituali delle notti felici 46 La paura di essere lasciato solo 55 L'arte di rassicurare il bambino 58 Il rifiuto di andare a dormire 62 Le tre soluzioni al problema della nanna 64 In viaggio e in vacanza 69 I fantasmi della notte: mostri, incubi e terrori 73 Le paure del dormiveglia 73 I terrori notturni 77 Gli incubi 78 Piccoli sonnambuli 85 Dissolvere le paure: orchi, streghe e mele avvelenate 86 Le proposte RED sull'argomento 94 |
| << | < | > | >> |Pagina 9Come un bambino 'impara' a dormire
A differenza della maggior parte degli animali, quando il piccolo dell'uomo
apre gli occhi sul mondo si trova completamente sprovveduto: non sa camminare,
non sa procurarsi il cibo, è privo di una pelliccia
che lo protegga dal freddo, e non ha nemmeno imparato a dormire. Nelle prime
settimane di vita uno dei suoi principali compiti è
quello di imparare a distinguere il giorno dalla
notte, e adattare i suoi ritmi di sonno al ciclo
delle 24 ore.
PER IL NEONATO IL GIORNO È DI 25 ORE Sembra che alla nascita tutti i neonati abbiano un ciclo di 25 ore piuttosto che di 24. Da esperimenti effettuati su persone che hanno vissuto a lungo in caverne, senza vedere assolutamente la luce e quindi non influenzati dall'alternarsi del giorno e della notte, è emerso che il ciclo che regola il sonno e le secrezioni ormonali non è di 24 ore, come si è comunemente portati a pensare, bensì di 25. Per questo motivo, il ciclo del sonno nel neonato retrocede ogni giorno di un'ora, e si stabilizza solo dopo qualche settimana. Le difficoltà di aggiustamento al ciclo delle 24 ore provocano a volte il fenomeno che popolarmente è chiamato 'scambiare il giorno per la notte': il bambino dorme di giorno e sta sveglio durante la notte. In effetti, il bimbo è appena uscito dalla 'caverna' del grembo materno, e avrà bisogno di almeno due settimane per riuscire a incastrare il suo orario prolungato entro la cornice delle normali 24 ore. Come aiutare il piccolo a 'darsi una regolata'
Di giorno, fate dormire il neonato alla luce,
senza preoccuparvi troppo di evitare i rumori.
Di notte, invece, lo farete riposare al buio, in
un luogo silenzioso, e parlerete a bassa voce.
Potrà così imparare gradualmente a ridistribuire le ore di sonno, concentrandole
nel periodo notturno.
LA NOTTE PUÒ ESSERE MOVIMENTATA Se si osservano le registrazioni di un elettroencefalogramma, si rimane sbalorditi dalla loro intensità: da cinque a dieci volte più attive durante il sonno che durante la veglia. È come se ci si trovasse di fronte a un'équipe di programmatori che cerca freneticamente di mettere a punto i circuiti di cui il computer cerebrale ha bisogno per funzionare. Per questo motivo, nel corso della notte, il sonno subisce continue interruzioni, cambiando di ritmo e di profondità e alternandosi a fasi di risveglio. Forse non ce ne accorgiamo, ma è così per tutti noi, adulti e bambini. Conoscere le ragioni di queste alternanze vi sarà d'aiuto per comprendere meglio le avventure notturne dei vostri figli, e a riconoscere quando, a mano a mano che crescono, si presenta un problema.
Inoltre, sarete in grado di gestire meglio le
loro ore di sonno: sarà più facile stabilire
quando metterli a letto, per quanto tempo,
con quali riti, come intervenire se si svegliano, quali strategie adottare per
risolvere i loro piccoli disturbi, come salutarli al risveglio dopo una notte
piena di incubi.
CHE COSA ACCADE A UN BAMBINO DURANTE IL SONNO Contrariamente a quanto accade agli adulti, il sonno, per il bambino, non ha soltanto la funzione di garantire il recupero dalle fatiche della giornata. Svolge, invece, un ruolo ben più importante. Durante il sonno il bambino mette a punto l'organizzazione dei propri circuiti cerebrali, rafforza il suo sistema di difesa contro le malattie, produce l'ormone necessario alla sua crescita. Si sviluppa il cervello Come abbiamo visto, le cellule nervose del nostro cervello in alcune fasi del sonno agitato hanno un'attività da cinque a dieci volte più intensa rispetto alla veglia. Il 'sonno attivo' è di fondamentale importanza per lo sviluppo del neonato: durante questa fase, infatti, il piccolo è indaffarato a ultimare le connessioni di cui il suo cervello ha bisogno per poter funzionare perfettamente. Ed è questo il motivo per cui i bambini nati prematuri dedicano al sonno attivo una porzione ancora maggiore del loro sonno, fino all'85% del totale. Rispetto ai bambini nati a termine, il loro cervello è meno sviluppato, e hanno quindi un bisogno maggiore di sonno per completarne lo sviluppo. Si produce l'ormone della crescita La credenza popolare secondo la quale i bambini crescono durante il sonno non è una fantasia: se nel corso dei sogni il sangue affluisce al cervello, durante i periodi di sonno profondo la maggior parte del sangue è diretta ai muscoli, e ne favorisce lo sviluppo. Non solo. È stato scientificamente provato che, nel periodo iniziale del riposo notturno, la produzione dell'ormone della crescita è la più alta in tutto l'arco delle 24 ore. Se il sonno è insufficiente, la produzione di questo ormone diminuisce e, di conseguenza, la crescita è rallentata. Si rafforza il sistema immunitario
Durante il sonno l'organismo produce anche gli anticorpi necessari per
difendersi dalle infezioni. È stato calcolato che, nelle
notti in cui si perdono 3 o più ore di sonno,
il livello dei nostri anticorpi diminuisce di
circa un terzo, e quindi si è maggiormente
esposti e indifesi nei confronti delle infezioni. Il sistema immunitario che
difende l'organismo dalle malattie è invece più forte nei
bambini che dormono bene, i quali, di conseguenza, sono meno soggetti al
pericolo di ammalarsi.
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