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| << | < | > | >> |IndiceIntroduzione Un secolo (e oltre) di libri IX - 1. Giovanni Laterza e Benedetto Croce, p. IX - 2. La stagione post-crociana, p. XVI - 3. La «grande trasformazione», p. XVIII - 4. Gli anni del «riflusso», p. XXIII - 5. Gli anni Novanta e il passaggio generazionale, p. XXVI - 6. Nel nuovo millennio, p. XXVIII - 7. Un'opera collettiva, p. XXXIII Avvertenza XXXV CATALOGO STORICO 1901-2020 3 Indice dei nomi 1319 |
| << | < | > | >> |Pagina IX1. Giovanni Laterza e Benedetto Croce, Il 10 maggio 1901, a firma della Gius. Laterza & Figli, viene diramata una lettera-circolare in cui si annuncia, come naturale prosecuzione dell'attività della Libreria e della Tipografia, la nascita della Casa Editrice. Il volume al quale si fa esplicito riferimento è Il pensiero di E. Ibsen: lettura fatta al Comitato molfettese della Dante Alighieri il 25 marzo 1901 di Aurelio Giuseppe Amatucci; la collana è la «Piccola biblioteca di cultura moderna», diretta da Giuseppe Ghiaia, preside del Liceo «Cirillo» di Bari. La lettera dichiara due ambiziosi obiettivi: «rendere la nostra Bari nota tra le altre città d'Italia non solo come emporio industriale e commerciale ma anche come centro di cultura» e avviare un'iniziativa editoriale che raccolga «quanto di meglio si produca letterariamente e scientificamente, nelle Puglie e fuori, quanto cioè possa valere alla diffusione della cultura moderna». Autore di questo documento, che segna l'atto di nascita della Casa Editrice, è Giovanni Laterza (1873-1943), che dal 1896 era entrato nella «ditta» fondata undici anni prima a Putignano (e trasferitasi a Taranto e infine a Bari, nel 1889) dal fratello Vito (1867-1935): la Gius. Laterza & Figli, intestata al padre Giuseppe - il «Gius.» della ragione sociale - perché Vito era ancora minorenne. Giovanni aveva avviato l'attività della Libreria coadiuvato dalla moglie Agostina Broggi, già commessa presso la Libreria Vallardi di Milano, dove egli si era trasferito per alcuni anni. In verità, nel registro delle pubblicazioni conservato in Casa Editrice il primo titolo firmato «Editori Gius. Laterza & Figli» è una raccolta di novelle - a dir poco, modesta - del 1897, Burrasche, di Carlo Spagnolo Turco, narratore e poeta pugliese. Dopo questa prima uscita, bisogna attendere il 1900 perché le annotazioni riprendano con la Istruzione contro la fillossera dell'agronomo Giovanni Del Noce, il Cours de français commercial di Gaetano Malavasi, le Nozioni computistiche sui documenti commerciali di Benedetto Lorusso e gli Studii sulla tassazione dei trasporti, di Edoardo Mazzuca. Ma è fuor di dubbio che solo nel 1901 prende corpo l'idea di avviare un progetto editoriale di qualche spessore, che verrà firmato «Gius. Laterza & Figli / Tipografi - Editori - Librai / Bari». Il 1901 è un anno decisivo per Laterza, non solo perché segna cronologicamente l'inizio di un percorso secolare. È infatti denso di eventi che definiranno il profilo di una Casa Editrice che di assolutamente certo aveva solo il motto: constanter et non trepide. Giovanni Laterza non aveva affatto un'idea chiara di quale specifico percorso intraprendere. Stampatore dall'inizio del 1901 della rivista «Puglia tecnica» e, già prima, di numerosi lavori realizzati soprattutto dai docenti della Regia Scuola Superiore di Commercio, egli era fortemente tentato di farsi editore «di servizio» per gli autori locali, con particolare attenzione ai temi della cultura tecnica, economica, commerciale, giuridica. Nella lettera del 28 gennaio, indirizzata al presidente della Camera di Commercio di Bari, Antonio De Tullio, per proporre un'edizione speciale del volume La rinnovazione dei trattati di commercio e gli interessi della provincia di Bari di Angelo Bertolini e Antonio Graziadei, dichiara:
Essendoci messi sulla via di diventare editori, e per far sì che questa via
venga da noi percorsa con dignità, bisogna che nulla trascuriamo di tutto
quanto possa interessare e illustrare la nostra regione.
E la stessa lettera-circolare del 10 maggio insiste ripetutamente sulla volontà di pubblicare «opere letterarie e scientifiche». Nella realtà, la «Puglia tecnica» è un insuccesso; il tentativo di promuovere presso il Comizio Agrario una biblioteca agraria specializzata naufraga; le altre opportunità di collaborazione non assumono le dimensioni sperate. È solo allora che il ventottenne editore, nel maggio-giugno del 1901, si rivolge, senza grande esito, a una serie di personaggi, pugliesi o legati alla Puglia, attivi in vari campi in altre città italiane: Salvatore Cognetti de Martiis, Raffaele De Cesare, Gaetano Salvemini e Maffeo Pantaleoni. Nel dicembre, su indicazione del conterraneo putignanese Luigi Pinto, professore di matematica e fisica nell'università di Napoli, si reca a Napoli e incontra Giovanni Bovio, Francesto Saverio Nitti, Benedetto Croce. Con Bovio, nulla di fatto; con Nitti elabora il progetto di una grande collana, «L'Italia Meridionale. Studi e ricerche» (di fatto mai andata avanti come disegno organico); con Croce l'approccio è affatto diverso. Lo rievoca così Croce stesso, rivolgendosi con tono affettuoso e commosso a Giovanni, scomparso l'anno prima, nel Proemio alla «Critica» nel suo 42. anno (1944): Ed io ti accolsi con diffidenza e confidenza insieme, tra motti scherzosi e parole serie, e dell'unico volume che avevi allora messo a stampa e mi avevi inviato, primo di una Biblioteca di Cultura Moderna [Psicologia sociale di Paolo Orario], udisti da me che era stampato bene ma che io lo avevo prontamente buttato nel cestino perché non valeva nulla (ne era autore un avventuriero letterario-politico che poi fece luminosa carriera nel fascismo), e, dopo averti punzecchiato e strapazzato, ti proposi di pubblicare la traduzione di un libro inglese che mi pareva giovasse all'Italia e del quale il Nitti, amico d'uno dei due suoi autori, poteva procurarti, come poi ti procurò, il permesso, e io, aggiungendo al ben detto il ben fatto, ti avrei fornito la traduzione, che avrebbe eseguita mio fratello [Alfonso]. Nacque allora di colpo in te verso di me una fiducia intera, e questa fiducia, accompagnata da costante pazienza, non tanto mi piaceva per sé stessa, quanto era da me giudicata documento del tuo sicuro intùito, perché avevi saputo leggere nel fondo della mia anima (e di ciò ti ero grato) il mio completo disinteresse, cioè il mio unico interessamento per le cose che tenevo buone e utili. L'incontro con Croce è decisivo per i destini della Casa Editrice perché salda le sorti di una timida iniziativa editoriale di provincia all'ambizioso programma crociano di costruire e diffondere una cultura di forte impianto idealistico e storicistico. [...] | << | < | > | >> |Pagina XXXIII7. Un'opera collettivaL'Introduzione a questo catalogo storico viene portata a termine quando è ancora aperta la ferita della pandemia di Covid-19 esplosa in Italia nel marzo 2020. Lo scenario dell'anno che si sta chiudendo è stato molto travagliato: prolungata chiusura delle librerie e riapertura faticosa per quelle dislocate nel centro delle città; avanzata del commercio elettronico e degli e-book; chiusura delle scuole e impossibilità di presentare le novità scolastiche dell'anno; divieto degli eventi in presenza per festival, lezioni, presentazioni. Nonostante tutto ciò il mercato del libro ha dimostrato una sorprendente capacità di ripresa: la Casa Editrice ha chiuso positivamente l'anno grazie a molti libri fortunati tra novità e catalogo e a una serie di iniziative innovative, capaci di sfruttare al meglio le potenzialità del web. Nella scuola, in attesa di tempi più propizi, ci si è attrezzati ad affrontare la sfida della didattica a distanza (ora: didattica integrata a distanza) con materiali digitali e i webinar «L'Autore e l'Editore»; almeno per i festival si è fatto ricorso alle dirette in streaming, con risultati molto positivi; all'impossibilità di presentare fisicamente i volumi si è sopperito rilanciando con «Casa Laterza», una ricchissima serie di dirette Facebook con autrici e autori. Da un'opera a più mani sul futuro dopo la pandemia, Il mondo dopo la fine del mondo, è nato il progetto di un omonimo festival in streaming e una serie di podcast.
Nel ripercorrere la nostra storia, seppure per brevi tratti, è
indispensabile esprimere un grato riconoscimento ai librai e ai tanti lettori
che, nel tempo, hanno seguito le novità e il catalogo della Casa
Editrice. Non tutte le collane sono state qui evocate: non è per dimenticanza o
disattenzione verso iniziative meno fortunate o note,
ma per ragioni di spazio. Ugualmente impossibile è stato richiamare l'apporto
degli altri settori della Gius. Laterza & Figli - la Libree e la Tipografia
(attiva dal 1996 con altro assetto proprietario) -; o ricordare il contributo
della società controllata di servizi editoriali
Graphiservice: ce ne scusiamo e ci appelliamo alla difficoltà di dipanare il
filo di una lunga storia.
Come dicevamo questo catalogo, che conta oltre 12.000 titoli, è dedicato a Vito Laterza, a vent'anni dalla sua scomparsa, ma lo è anche - come lui certo avrebbe voluto - a tutti i nostri autori: tra questi, con inevitabile arbitrio, vogliamo ricordarne alcuni, particolarmente cari, che sono scomparsi dopo Vito: Paolo Sylos Labini, Eric Hobsbawm, Nello Ajello, Jacques Le Goff, Tullio De Mauro, Stefano Rodotà, Leonardo Benevolo, Tullio Gregory. La Laterza deve tutto ai suoi autori e l'obiettivo della Casa Editrice, ieri come oggi, è quello di ricambiarli curando e diffondendo il frutto del loro ingegno; ma anche garantendo uno spazio di espressione libero che, tutelando le ragioni dell'impresa per assicurarle indipendenza, dà voce a chiunque, discutendo, formando o informando, cercando di contribuire alla crescita civile del nostro Paese. [...] Alessandro e Giuseppe Laterza
Bari, dicembre 2020
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