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| << | < | > | >> |IndicePrefazione di Alberto Nessi La lucciola I due matrimoni I quattro poeti Una villetta a Cologno I miliùn Le due case I giorni soli dell'Adriana Solitudine del Natale Storia del Ciccio |
| << | < | > | >> |Pagina 11A Vivian Lamarque e al suo amore per gli animali Si era alzato in piena notte e lo aveva capito sbirciando fuori. Le case di fronte si vedevano poco, le luci erano opache, non era ancora passato il primo bus col suo rumore di freni ad aria compressa. Al buio si muoveva bene, erano anni che si alzava molto presto, non riusciva a dormire, i fantasmi della notte lo avvolgevano e spesso sentiva una mano chiudergli la gola, e prima che arrivasse la depressione faceva una corsa, calze e ciabatte al volo, era inverno, e poi una camicia qualunque trovata nel buio, un maglione pescato dall’attaccapanni, e via in sala e poi magari in studio, accendendo la luce per correggere o scrivere qualcosa di nuovo. Non aveva ancora beccato le asticelle degli occhiali, che nel buio cercava sempre con molta delicatezza, era facile romperli, col medio e l’anulare di solito riusciva a trovare la giuntura delle due lenti e a sollevarli e ad infilarli. Passato il corridoio, qualcosa lo stava disturbando. Il buio ogni tanto era frantumato da piccole luci piuttosto deboli, e appariva, male, un pezzo di libreria, una sagoma di divano, un bianco di giornale abbandonato. | << | < | > | >> |Pagina 57Voleva una villetta a Cologno e lì le villette erano poche. C'erano appartamenti inseriti e ficcati in palazzoni giganteschi che stavano sopra una metropolitana che gli passava accanto e sembrava il sentiero della fuga verso Milano. Ogni palazzone aveva scale che separavano e regolavano gli appartamenti dove formiche di uomini si trascinavano dietro formichine di mogli e figli e anziani.Ogni palazzone difendeva la propria privacy con piccoli e magri e avari giardinetti che lo staccavano in brevi spazi dai piccoli spazi verdi dell'altro palazzone. I palazzoni tutti insieme formavano la città, tagliando fuori le villette che erano poche e separate e non facevano mai gruppo. Le villette avevano sì i giardini più grandi e alberi più antichi, ma erano individualiste e ognuna pensava al suo giardino e al suo orto e si teneva i suoi pochi abitatori c he si muovevano più calmi perché avevano più spazio ma guardavano sempre in basso. | << | < | > | >> |Pagina 83L'Adriana attaccata al suo portone, quando usciva o apriva all’ospite, sembrava una piccola cariatide, una minuscola polena scolpita sulla grossa nave che era il palazzo, un piccolo essere ancora vivo che di lì a poco sarebbe rientrato o uscito senza peso, quasi volando, in quel libro di storia che era il cortile e il palazzo e lei era il segnalibro uscito per un attimo dalla polvere delle pagine.| << | < | |