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| << | < | > | >> |IndiceUna nota VII Introduzione 1 Crediti e ringraziamenti 1 Alimentazione naturale 5 1 Variamo la dieta, di tutto un po' 6 2 Un piatto solo, tanti vantaggi 8 3 Integrale, non elaborato 10 4 Più vegetale, meno animale 12 5 Il piatto forte, senza carne 14 6 La cottura 16 7 Facciamo colazione 18 8 Una giornata tipo a tavola 22 9 Partiamo bene da piccoli 24 10 Con naturale dolcezza 26 Fare la spesa 31 11 Leggiamo l'etichetta 32 12 Additivi: decifriamo le sigle 36 13 Gli ingredienti che fanno la spia 40 14 Il cibo-spazzatura lo buttiamo via 44 15 Piatti pronti e insalate in busta 46 16 Veri o falsi? 48 17 Pesce, scegliamo quello azzurro 52 18 Evitiamo i pesticidi 54 19 Occhio agli Ogm 58 20 Scegliamo bio 60 21 Tutti i colori 64 22 La cruda verità 66 23 Mangiamo primitivo 68 24 Facciamolo strano 70 25 Pensiamo con la pancia 72 26 Germogli 74 27 Alimenti latto-fermentati: tipi acidi 76 28 Le erbe di campo 78 29 Spezie ed erbe aromatiche 80 30 La pizza 84 31 Elisir di vino. Rosso 86 Questo mese è di stagione 89 32 Gennaio. Che tempo del cavolo! 90 33 Febbraio. Si torna alle radici 92 34 Marzo. Stiamo sulle spine 94 35 Aprile. Favole e fave 96 36 Maggio. Fragranti fragole 98 37 Giugno. Tempo di albicocche 100 38 Luglio. Melanzana, la viola dell'orto 102 39 Agosto. In linea con l'anguria 104 40 Settembre, uva 106 41 Ottobre. Usa la zucca 108 42 Novembre. A tavola coi nobili porri 110 43 A dicembre, spicchi di sole 114 L'abc 115 44 Glucidi. Energetici carboidrati 116 45 Protidi. Solide proteine 118 46 Lipidi. Grassi buoni 120 47 Fibra forte 122 48 Minerali per una salute di ferro 124 49 Vitamine vive 126 50 Tabelle riassuntive 128 Libri 144 Siti Internet 151 |
| << | < | > | >> |Pagina 1IntroduzioneCosa può c'entrare un burattino, seppur famoso, con un libro sull'alimentazione sana? Molto, se ci si lascia innamorare dalle sue gesta. Dal desiderio di scoperta e dallo stupore del bambino di legno. Dalla spontaneità con cui, in preda alla fame, si lascia divenire sbafatore vorace, da schizzinoso che era. Nella favola di Collodi è così che succede: il capriccioso Pinocchio mangia dapprima solo la polpa delle tre pere cedute da Geppetto. Affamato, ci ripensa, e passa alle bucce per finire con i torsoli tutti interi. E un bel "Ora sì che sto bene". La scienza ha trasformato la necessità di Pinocchio in virtù: ora si sa che mangiare una pera, una mela, un'arancia tutta intera significa fare il pieno di sostanze protettive per la salute, sostanze che andiamo a cercare in costosi integratori. La fame, l'istinto, lo sapevano già. L'alimentazione naturale, un po' come il bambino Pinocchio, ha voglia di scoprire il mondo e lo fa attraverso le infinite forme commestibili della natura. Lascia che seducano con il loro sapore, la consistenza, le varianti gastronomiche, le proprietà benefiche. Dopodiché chiede di andare oltre, cioè di ritornare bambini. A quando la semplicità stupiva e aveva valore. A quando la semplicità bastava, per cui il cibo era "vero". Cibo vero, chi l'ha visto? Niente paura in questo libro lo troverete. Ne siete circondati. Aprite gli occhi, e diventerete bambini veri, pardon, adulti consapevoli. – P.M. e S.C., marzo 2006 | << | < | > | >> |Pagina 145 Il piatto forte, senza carneUn bel maialino in copertina andò nelle edicole su un numero dell'Europeo, del 1991; sotto c'erano gli "strilli" di quel che si può trovare in una fettina di carne:
Ormoni; Antibiotici; Fattori di crescita; Virus; Beta-bloccanti;
Ritardanti tiroidei; Psicofarmaci; Pesticidi.
Sono passati 15 anni da quell'inchiesta di Giuliano Ferrieri, l'Europa è stata spazzata da due ondate di "mucca pazza", una di prosciutti e uova alla diossina, un'ecatombe di afta epizootica in Inghilterra e una in Cina, ritiri di monumentali quantità di hamburger in America, un paio di influenze aviarie; e gli allevamenti intensivi di galline, maiali e bovini sono sempre... disumani. I transiti transfrontalieri di carne a livello mondiale sono calati di miliardi di tonnellate. Non è calata altrettanto nella dieta di ognuno; almeno, non quanto molti medici, nutrizionisti e oncologi desidererebbero. Le proteine sono importanti, farne a meno non si può. Ma la carne non è l'unica fonte di proteine nobili. Cereali e legumi, latticini, pesce, uova, semi oleaginosi sono tutte ottime fonti di proteine d'elevato valore biologico. Mettendo in tavola in modo vario, fantasioso ed equilibrato legumi, cereali e semi oleaginosi si rispettano le proporzioni tra gli otto aminoacidi essenziali necessari alla "costruzione" delle proteine nobili (->45). Il perfetto connubio è tre quarti di cereali e un quarto di legumi. I piatti che rispettano quest'ideale alchimia sono i più semplici e tradizionali del globo: pasta e fagioli, pasta e ceci, polenta e lenticchie, il cus cus con i ceci del Nord Africa, il riso con la soia in Oriente, il mais con i fagioli neri del Messico e così via... Il ferro non è solo nella carne: ne sono ricchi cereali, legumi, frutta, alghe, germogli, soia e così via (->48).
All'appello possono talvolta mancare spunti per il cosiddetto
"secondo", o per la "proteina" che farà del nostro primo-con-verdura un sano e
completo piatto unico. Eccone alcuni.
Uova
Sono uno degli alimenti più sani e completi esistenti in natura.
I nutrizionisti consigliano di mangiarle entro dieci giorni dalla deposizione.
Sono in assoluto la miglior fonte di proteine nobili. Se ne parla poco, ma erano
uno dei cardini della mensa contadina, ed è ormai sfatato il mito secondo cui
farebbero male al fegato e al cuore. 2-3 uova alla settimana vanno bene
praticamente per tutti.
Ricche di proteine ad altissimo valore biologico e di lecitine anticolesterolo,
le uova sono più digeribili, più ricche di nutrienti e veloci da preparare se
cucinate in camicia o bazzotte (albume sodo e tuorlo quasi crudo).
Legumi
Buona fonte di proteine vegetali. Ne contengono quanto la carne, ma hanno
bisogno dei cereali per raggiungere la qualità delle sue proteine: pur essendo
dotati di aminoacidi essenziali (soprattutto lisina), infatti, i legumi sono
carenti di metionina e cistina, presenti invece nei cereali. La tradizionale e
gustosa miscela cereali-legumi (pasta e fagioli, riso e lenticchie, pasta e
ceci, e così via) raggiunge una composizione apprezzabile di aminoacidi
essenziali, paragonabile, appunto, a quella della carne.
Tofu
È il formaggio di soia. Il suo sapore è neutro perciò va aromatizzato con
spezie ed erbe. Si cucina stufato con le verdure, grigliato
oppure si può utilizzare frullato, per i ripieni. Dal punto di vista proteico va
completato con una bella porzione di cereali. Se inserito
spesso nella dieta, invece, è essenziale abbinarlo a uova o latticini.
Seitan Il suo nome, coniato da George Ohsawa, significa "è proteina". Nome esotico, cuore nostrano: è un derivato di un cereale che tanto amiamo, il grano. È ricavato dalla farina impastata e risciacquata finché non rimane solo il glutine, poi bollito e aromatizzato. È un puro concentrato di proteine che però va sempre abbinato a legumi, oppure a uova o formaggi. Si cucina un po' come la carne. | << | < | > | >> |Pagina 6823 Mangiamo primitivo
Una famiglia di Homo erectus si raduna intorno al fuoco acceso, nella sua
caverna, per mangiare. Una scena di un milione di anni fa... che cosa ci
ricorda?
Che per il nostro organismo animale, formatosi nell'arco d'una storia evolutiva che va dal Pleistocene a oggi, l'intera civiltà non è che un brevissimo trattino. Le nostre "nuove" abitudini possono essere per il nostro corpo un vero... shock! Stavamo mangiando foglie, semi e radici, e ora... tutto raffinato, tutto molle, tutto bianco. Correvamo per le savane e ci arrampicavamo sugli alberi, ed eccoci seduti al computer otto ore al giorno, poi davanti alla televisione. Dovevamo esser capaci di affrontare digiuni e carestie, e, adesso la tavola è sempre lucullianamente imbandita. Tutte concause dello sviluppo di malattie da benessere, confusione del sistema immunitario, disordini alimentari.
Contromossa? Mangiare primitivo!
Raccogliere freschi
Ci siamo evoluti nutrendoci dei cibi naturali delle foreste: foglie, bacche,
radici, e, occasionalmente, carne di piccoli e grandi
animali. I cibi erano quasi sempre crudi, appena colti da alberi e
piante o strappati alla terra viva. Oggi, aneliamo a questa vicinanza con le
fonti vitali di nutrimento. Un pomodoro colto bello rosso
dalla sua pianta è più ricco. Una pannocchia presa dal campo è ridente. Cogliere
una mela da un albero o recarci dal contadino che lo fa per noi è un lusso che
dobbiamo trovare il tempo e il modo di concederci. O comunque, scegliere sempre
i cibi il più possibile freschi e vicini dal luogo di raccolta.
Masticare duro
Se l'habitat in cui s'è plasmato il nostro apparato digerente, con
le sue dinamiche biochimiche ed enzimatiche, è di un milione di
anni fa, a quello dobbiamo riandare per capire quale percentuale
di fibra ci è necessaria ancor oggi. Siccome non c'era frutto o prodotto della
terra che non fosse colto nella sua forma integrale i nostri antenati
masticavano bacche, frutti con bucce e semi, tuberi,
radici dolci, foglie commestibili, ingerendo notevoli quantità di lignina,
cellulosa e pectine: fibre! Niente di tutto questo, oggi – e gli
effetti si sentono, stitichezza, diverticolosi, fermentazione intestinale,
cancri al colon. Scegliere cereali integrali, frutta con la buccia (bio) e non
aver timore di masticare un po' di più i cibi consistenti possono, oggi,
sopperire in parte alla sparizione delle fibre dal menù.
Dissetarsi mangiando
Le scimmie antropomorfe non bevono acqua praticamente
mai; qualche goccia di rugiada dalle foglie, qualche rivolo se e
quando piove. Nel cuore dell'Africa, culla dell'uomo, non sono
molti i ruscelli freschi o le sorgenti d'alta quota... l'idratazione proveniva
solo dai vegetali mangiati. È la cosiddetta acqua biologica,
filtrata per noi dai vegetali, assai meno inquinata e più sana di qualunque
acqua di rubinetto o minerale, e latrice di un prezioso messaggio: una memoria
vitale. Insieme alla bottiglia d'acqua, in ufficio, proviamo a tenere sulla
scrivania qualche frutto di stagione. I vegetali sono composti per il 90 - 95
per cento d'acqua: due pesche equivalgono a un grande bicchier d'acqua.
Moderazione: la fame è "atavica" Nessuno dei nostri antenati ha conosciuto la disponibilità di cibo delle nostre generazioni. Il nostro organismo è geneticamente programmato per mangiare nei momenti d'abbondanza tutto il mangiabile, così da immagazzinare riserve per eventuali carestie. Oggi chi glielo dice che, almeno qui intorno, carestie non ce ne sono, all'orizzonte? E così tendiamo tutti ad accumulare, ingrassare, metter su chili. Qui, la contromisura è l'autocontrollo; acquisire consapevolezza di questa tendenza innata è un primo passo verso la moderazione. Possiamo anche mimare il digiuno programmando, con controllata ragionevolezza, un giorno di astensione dal cibo solido: offre al corpo un momento di riposo, consente un reset del sistema immunitario, aumenta la gioia e la consapevolezza nel riavvicinarsi poi al cibo. |