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Checo, poche parole
per dire quanto incida
la tua matita geniale,
ch'è più di una sfida
al becero potere,
ma sopra a ogni cosa
io non posso scordare
che tutta la mia prole
con la Pimpa gioiosa
è entrata nel mondo
in un'infanzia a tutto tondo.
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Pagina 20
Per questa scultura
hai messo Ilario
la camicia chiara
e la giacchetta scura,
con la barba curata
e lo sguardo mansueto
la tua arte innocente
non ha più segreto.
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Pagina 22
Tu sai Rossana
quanto fossero accesi
quegli anni tra i banchi
quando mai stanchi
gettammo attese
alla società futura
tra rabbie e risa.
Serbata ogni tua cura
ti ritrovo tenera e ferma
con la stessa beltà interiore
né s'è spuntata l'arma
tua, ch'è un fiore.
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Pagina 28
Civettuola l'aria
di un tempo tiranno
che livellò le classi
s'impone
e dal boudoir di ciprie
effonde
padronali stagioni
e non sopite beltà.
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Pagina 56
Ceci, prezioso fiore
della tarda stagione
cui impervio suolo
e arie di bufera
pretesero robusto stelo
occhioni fondi e scuri
che nella nebbia
scrutano come fari
tu sei lo sprone
ai giorni futuri.
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Pagina 76
L'ho incontrata
viso aperto e gentile
tra uno stuolo
di dottorandi seri
e dottorande belle
tutt'orecchi a carpire
ogni sfumatura
di lemmi e di morfemi
ch'io non so donde
mi saltin fuori.
Con lei chioccia
di un sapere che sfuma
s'è rotta una diaccia
accademica atmosfera
lasciando alla poesia il suo profumo.
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