Autore Karl Marx
CoautoreFriedrich Engels
Titolo La concezione materialistica della storia
EdizioneEditori Riuniti, Roma, 1971 [1959] , pag. 117, cop.fle., dim. 12x18,5x1 cm
OriginaleLavoro salariato e capitale [1849]
PrefazioneFausto Codino
TraduttoreFausto Codino
Classe filosofia












 

| << |  <  |  >  | >> |

Indice


Introduzione                                                       7

Prefazione                                                        27

FEUERBACH. ANTITESI FRA CONCEZIONE MATERIALISTICA
           E CONCEZIONE IDEALISTICA                               29

A.  L'ideologia in generale e in particolare l'ideologia tedesca  31

    [1] Storia                                                    46
    [2] Sulla produzione della coscienza                          59

B.  La base reale dell'ideologia                                  79

    [1] Relazioni e forza produttiva                              79
    [2] Rapporto dello Stato e del diritto con la proprietà       94
    [3] Strumenti di produzione e forme di proprietà naturali
        e civili                                                  99

C.  Comunismo. Produzione della forma di relazioni stessa        107

Nota bibliograftca                                               117


 

 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 7

INTRODUZIONE


In una notissima pagina della prefazione al volume Per la critica dell'economia politica, scritta nel 1859, Marx ricorda come era arrivato, insieme con Engels, alla concezione materialistica della storia e riassume i risultati che essi avevano esposto in forma completa, per la prima volta, nell' Ideologia tedesca, e in particolare nella prima parte di quest'opera, che qui pubblichiamo separatamente.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 27

PREFAZIONE


Finora gli uomini si sono sempre fatti idee false intorno a se stessi, intorno a ciò che essi sono o devono essere. In base alle loro idee di Dio, dell'uomo normale, ecc. essi hanno regolato i loro rapporti. I parti della loro testa sono diventati piú forti di loro. Essi, i creatori, si sono inchinati di fronte alle loro creature. Liberiamoli dalle chimere, dalle idee, dai dogmi, dagli esseri prodotti dall'immaginazione, sotto il cui giogo essi languiscono. Ribelliamoci contro questa dominazione dei pensieri. Insegnamo loro a sostituire queste immaginazioni con pensieri che corrispondano all'essenza dell'uomo, dice uno; a comportarsi criticamente verso di esse, dice un altro; a togliersele dalla testa, dice un terzo, e la realtà ora esistente andrà in pezzi.

Queste fantasie innocenti e puerili formano il nucleo della moderna filosofia giovane-hegeliana, che in Germania non soltanto è accolta dal pubblico con orrore e reverenza, ma è anche messa in circolazione dagli stessi eroi filosofici con la maestosa coscienza della sua criminosa spregiudicatezza. Il primo volume di questa pubblicazione ha lo scopo di smascherare queste pecore che si credono lupi e che tali vengono considerate, di mostrare come esse altro non fanno che tener dietro, con i loro belati filosofici, alle idee dei borghesi tedeschi, come le bravate di questi filosofici esegeti rispecchino semplicemente la meschinità delle reali condizioni tedesche. Essa ha lo scopo di mettere in ridicolo e di toglier credito alla lotta filosofica con le ombre della realtà, che va a genio al sognatore e sonnacchioso popolo tedesco.

Una volta un valentuomo si immaginò che gli uomini annegassero nell'acqua soltanto perché ossessionati dal pensiero della gravità. Se si fossero tolti di mente questa idea, dimostrando per esempio che era un'idea superstiziosa, un'idea religiosa, si sarebbero liberati dal pericolo di annegare. Per tutta la vita costui combatté l'illusione della gravità, delle cui dannose conseguenze ogni statistica gli offriva nuove e abbondanti prove. Questo valentuomo era il tipo del nuovo filosofo rivoluzionario tedesco.

| << |  <  |