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| << | < | > | >> |IndiceIndice generale Prefazione XI Parte I. La comunicazione in ingegneria e nelle scienze 1 1. L'eredità dei giganti: l'articolo e le riviste scientifiche 3 2. Il canale di comunicazione tecnico-scientifica 81 3. La tesi universitaria 117 4. La pianificazione strategica 147 5. L'incidente del Challenger e la comunicazione tecnico-scientifica 183 Parte II. La redazione 219 6. Come scrivere il manoscritto 221 7. Come fare le tabelle 261 8. Come fare le figure 277 Parte III. La versione definitiva 323 9. Come scrivere la prima versione 325 10. La revisione 339 Indice Prefazione XI Parte I. La comunicazione in ingegneria e nelle scienze 1 1. L'eredità dei giganti: l'articolo e le riviste scientifiche 3 1.1 La letteratura principale 5 1.2 Nascita, sviluppo e struttura della comunicazione tecnico-scientifica 7 1.3 La struttura canonica dell'articolo 26 1.3.1 Titolo dell'articolo e credenziali degli autori 27 1.3.2 Riassunto 30 1.3.3 Introduzione 31 1.3.4 Esperimenti, risultati e discussione 35 1.3.5 Figure e tabelle 38 1.3.6 Conclusione 58 1.3.7 Ringraziamenti e riferimenti bibliografici 59 1.3.8 Scrittura e creatività 60 1.4 Esempi storici 62 1.4.1 L'Avviso Astronomico 62 1.4.2 La doppia elica 72 Bibliografia 77 2. Il canale di comunicazione tecnico-scientifica 81 2.1 Canali virtuali e canali trasparenti 82 2.2 La comunicazione scritta 85 2.2.1 Linguaggio analogico e linguaggio numerico 86 2.2.2 Testo e figure 93 2.3 Il canale di comunicazione 100 2.4 Le caratteristiche della scrittura tecnico-scientifica 103 2.5 La qualità del manoscritto tecnico-scientifico 106 Bibliografia 115 3. La tesi universitaria 117 3.1 Il metodo scientifico 118 3.2 I quadranti della ricerca 128 3.3 Il lavoro di tesi 129 3.3.1 Tipo di tesi 131 3.3.2 Struttura della tesi 132 3.3.3 La ricerca bibliografica 134 3.4 La discussione della tesi 137 3.5 Il curriculum vitae 144 Bibliografia 145 4. La pianificazione strategica 147 4.1 Le tre funzioni del manoscritto 148 4.2 Per chi si scrive 150 4.3 Struttura fondamentale del manoscritto 154 4.3.1 Il manoscritto informativo 154 4.3.2 Il manoscritto persuasivo 158 4.3.3 Il manoscritto motivazionale 160 4.4 Organizzazione del manoscritto 161 4.4.1 Indice del contenuto 161 4.4.2 Struttura del contenuto 162 4.4.3 La legge del "sette più o meno due" 166 4.5 I criteri di giudizio dei lettori 168 4.6 Una conclusione "autoritaria" 170 4.7 La pianificazione di un manuale 177 Bibliografia 181 5. L'incidente del Challenger e la comunicazione tecnico-scientifica 183 5.1 L'incidente 185 5.2 I danni alle guarnizioni dei razzi 194 5.3 La conferenza telefonica 196 5.4 La ricerca della relazione danno-temperatura 209 5.5 Conclusioni 217 Bibliografia 217 Parte II. La redazione 219 6. Come scrivere il manoscritto 221 6.1 Come parlare 222 6.2 Titoli 224 6.3 Prefazione 225 6.4 Riassunto 226 6.5 Introduzione 230 6.6 Corpo 232 6.7 Conclusioni 233 6.8 Bibliografia 241 6.9 Appendici e note 245 6.10 Simboli matematici e acronimi 247 6.11 Ringraziamenti 255 6.12 Indice analitico 256 Bibliografia 260 7. Come fare le tabelle 261 7.1 Funzioni e tipo di tabelle 262 7.2 Formato delle tabelle 265 7.3 Precisione dei dati 270 7.3.1 Cifre significative 270 7.3.2 Propagazione degli errori 273 Bibliografia 276 8. Come fare le figure 277 8.1 Come scegliere le figure 278 8.2 Figure efficaci 287 8.3 Tipo di figure 294 8.3.1 Fotografie e disegni tecnici 295 8.3.2 Grafici 296 8.3.3 Diagrammi 304 8.3.4 Barre, torte e ideogrammi 308 8.4 Il colore 313 8.5 Errori da evitare 317 Bibliografia 320 Parte III. La versione definitiva 323 9. Come scrivere la prima versione 325 9.1 Errori da evitare 326 9.2 All'attacco della prima versione 330 9.3 Scrivere con un sistema di videoscrittura 332 9.4 Scrivere durante il lavoro 337 Bibliografia 338 10. La revisione 339 10.1 Revisione di sostanza 340 10.2 Revisione dei paragrafi 342 10.3 Revisione delle frasi 349 10.4 Revisione delle parole 352 10.5 Formule di leggibilità 361 10.6 Il linguaggio figurato 364 Bibliografia 366 |
| << | < | > | >> |Pagina XIPrefazioneMa sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza fu quella di colui che s'immaginò di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? parlare con quelli che son nell'Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? e con qual facilità? con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta. (Galileo, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano, 1632) Questo libro è una guida per apprendere gli elementi fondamentali della comunicazione tecnico-scientifica e della scrittura omonima, strumenti che gli scienziati e gli ingegneri impiegano per comunicare dati, fatti, opinioni, raccomandazioni ai colleghi, ai superiori, ai tecnici e, più in generale, al resto del mondo. Sfortunatamente, sia l'istruzione universitaria sia la successiva attività professionale degli scienziati e degli ingegneri sono tanto importanti che la comunicazione tecnico-scientifica, scritta e orale, è spesso trascurata. Agli studenti, a volte, s'insegnano argomenti, concetti e tecniche che raramente useranno nel mondo del lavoro, e non s'insegnano loro i principi della comunicazione tecnico-scientifica, che dovranno invece applicare molto spesso. Uno dei primi "manoscritti" tecnico-scientifici di una certa complessità che uno studente universitario deve scrivere, ma certamente non l'ultimo, è la tesi di laurea o un documento simile. La sua redazione è un esercizio di scrittura condotto per la prima volta su vasta scala, e un'occasione da non perdere per imparare a scrivere in modo competente. Soltanto negli ultimi anni alcune università (i Politecnici di Milano e di Torino, ad esempio) hanno attivato brevi corsi d'istruzione formale con lo scopo di migliorare le scarse capacità comunicative dei loro laureandi. Con il termine "manoscritto" indicherò, indifferentemente, le tesi, gli articoli, le relazioni, i rapporti interni, i libri, i manuali, anche se alcuni di questi testi (ad esempio i manuali) hanno una struttura diversa da quella di una tesi o di un articolo. Il termine "manoscritto" dà un'idea generale della scrittura e della fatica personali dell'autore, anche se egli usa oggi un sistema di videoscrittura. La parola "manoscritto" mi sembra appropriata perché evidenzia meglio lo scopo principale di questo libro: insegnare, soprattutto, i principi e le regole della comunicazione tecnico-scientifica, largamente accettate dalla comunità internazionale, piuttosto che le regole da applicare per rendere professionale, dal punto di vista grafico, l'aspetto di un testo stampato. Qualunque sia il tipo di manoscritto tecnico-scientifico, e qualunque sia la lingua usata, le regole per organizzarlo e per renderlo leggibile sono le stesse. Ogni manoscritto può essere considerato un prodotto tecnico e come tale deve rispettare precisi standard. Proprio per questo motivo sono certo che i laureandi in discipline afferenti alle Facoltà di Architettura, Chimica, Farmacia, Ingegneria, Medicina e Scienze matematiche, fisiche e naturali possono trarre beneficio dalla lettura di questo libro. | << | < | > | >> |Pagina 8Gli articoli del XVII e XVIII secolo erano lettere erudite inviate ai segretari o ai presidenti delle società scientifiche e ai direttori o curatori delle riviste, non più a privati, con l'intesa che sarebbero state pubblicate nella forma originale, o in una versione riscritta dal direttore o dal segretario. Molti di questi articoli, per gli standard moderni, erano molto brevi: il semplice cenno a qualche osservazione o scoperta, spesso soltanto uno o due paragrafi. Spesso il principio organizzativo degli articoli lunghi era una narrazione storica, con esperimenti legati a posti e tempi particolari. Il XIX secolo portò significativi progressi nel progetto sperimentale, nei metodi statistici d'analisi dei risultati sperimentali, e nuove teorie spiegarono risultati sperimentali e osservazioni. Di conseguenza i direttori delle riviste e il corpo, rapidamente crescente, degli scienziati professionisti iniziarono ad imporre standard più rigorosi su ciò che doveva costituire un articolo accettabile e ad aspettarsi, sia dall'autore sia dal lettore, qualche familiarità con le conoscenze già note, ricordando che la scienza è cumulativa. La forma dell'articolo doveva cambiare per soddisfare queste nuove attese.Il secolo XIX portò il cambiamento che condusse al principio organizzativo, oggi universalmente accettato, noto come struttura canonica [3, 13, 51, 74]: 1) Intestazione (titolo, lista e credenziali degli autori) 2) Riassunto 3) Introduzione 4) Corpo (metodi, teoria, esperimento, risultati) 5) Discussione 6) Conclusione 7) Ringraziamenti 8) Riferimenti bibliografici (bibliografia). La rivoluzione scientifica del XVII secolo cambiò radicalmente il terreno di lavoro della scienza perché dette grande importanza all'esperimento e all'osservazione, ritenne che le leggi della natura devono essere espresse da leggi matematiche, evidenziò la predizione dei risultati, e diffuse l'idea che le nuove scoperte fanno avanzare sia la conoscenza di sé e dell'universo, sia il dominio sulle forze della natura, per una maggior utilità dell'umanità [7, 11, 49, 50, 58]. Nella storia questa è la prima rivoluzione dedicata ad uno sviluppo continuo, tuttora in svolgimento, e ad una ricerca senza fine. | << | < | > | >> |Pagina 9Prima della comparsa delle riviste periodiche, il mezzo di comunicazione preferito era, e da sempre, il libro. Nell' antichità classica la comunicazione tecnico-scientifica era basata esclusivamente su libri, spesso monografici come le opere di Euclide (330?-275? a.C.) o Archimede (287-212 a.C.), e tecniche nuove valide potevano anche trovarsi disseminate in libri che trattavano argomenti di tutt'altro genere. Un esempio è l'interessante proposta di miglioramento delle segnalazioni luminose formulata da Polibio (200-118 a.C.) nelle Storie (quadro 1.1), il primo telegrafo (= scrittura a distanza) della storia.Il libro, però, non è né tempestivo né economico, perché l'autore, per giustificarne la pubblicazione, deve aspettare fino a quando non ha accumulato un numero sufficiente di risultati sperimentali o di sviluppi teorici [34]. Il libro tende a presentare argomentazioni complete, e non permette al lettore una risposta immediata. La comunicazione attraverso i libri tende ad evitare il confronto, a ridurre il disaccordo e la discussione, e non sviluppa la competizione nella comunità scientifica [4]. Un mezzo qualificato per pubblicare brevi articoli c'era già: erano le collezioni, raccolte monografiche di articoli, pubblicate dalle accademie e dalle società scientifiche. Queste raccolte avevano però difetti tali da non poter essere uno strumento efficace della comunicazione tecnico-scientifica. Uno era la lingua usata. Contrariamente a quello che comunemente si crede, nei secoli XVII e XVIII molte pubblicazioni erano in volgare, non in latino, anche se quest'ultima era pur sempre la lingua preferita della comunicazione scientifica accademica, e ciò poteva essere un ostacolo alla diffusione delle conoscenze [34]. Galileo, infatti, pubblica in italiano il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano (1632) e i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica ed i movimenti locali (1638), perché vuole comunicare con il pubblico colto, non con i filosofi naturali (ossia gli scienziati dell'epoca). Ma quando si rivolge agli accademici usa il latino: nel Sidereus Nuncius (sezione 1.4.1) e nel trattato, contenuto nei Discorsi, nel quale discute il moto rettilineo uniformemente accelerato. | << | < | > | >> |Pagina 1484. La pianificazione strategicaUn manoscritto tecnico-scientifico può fallire il suo scopo come altri prodotti tecnici [16]. Invece d'essere un mezzo di comunicazione, di avvicinare scrittore e lettore, li allontana. Un manoscritto può fallire perché lo scrittore fa i seguenti errori: 1) Non dà importanza al completamento del lavoro tecnico-scientifico, vale a dire alla stesura del manoscritto. 2) Non pianifica il manoscritto. Ritiene che la scrittura, diversamente dalle altre attività tecnico-scientifiche, non richieda una pianificazione e possa essere improvvisata. L'assenza di una pianificazione fa commettere errori strategici, che minano alla base il manoscritto perché disturbano il canale virtuale delle idee (capitolo 2). 3) Non rilegge il manoscritto con cura. Pensa che ciò che ha scritto sia chiaro e privo di errori, quando spesso il testo è chiaro soltanto a lui, e gli errori abbondano. La mancanza di chiarezza fa commettere errori tattici, errori che nascono da una revisione superficiale del testo e disturbano il canale virtuale del linguaggio. Tutti, anche i più bravi, commettono molti errori nella prima versione, ma gli scrittori esperti li correggono prima della versione definitiva. Per evitare gli errori strategici, i più pericolosi perché disturbano direttamente il canale delle idee, si deve attentamente pianificare il manoscritto. La pianificazione strategica consiste nei seguenti passi: 1) decidere lo scopo del manoscritto 2) individuare il tipo di lettore per il quale si scrive 3) organizzare il manoscritto secondo una struttura standard. Se si sottovaluta o si evita uno di questi passi, il risultato è quasi certamente un manoscritto debole e inefficace, destinato al fallimento, un mezzo di comunicazione che non funziona. Anche la comunicazione tecnico-scientifica orale deve essere attentamente pianificata, sia perché spesso è la versione impalpabile, meno duratura, di un manoscritto, e rischia perciò di non lasciare traccia, sia perché usa molte figure per comunicare in modo efficace con gli ascoltatori. La comunicazione orale può avvenire in momenti di forte tensione e, se non è preparata, rischia di fallire lo scopo, con conseguenze anche molto gravi (capitolo 5). 4.1 Le tre funzioni del manoscritto Le funzioni che un manoscritto tecnico-scientifico può svolgere sono tre [16]. In ordine d'importanza: 1) informare 2) persuadere
3) motivare.
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