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| << | < | > | >> |Indicep. 3 Due parole su Peter 11 Le Bambole 23 Il Gatto 37 La Pomata Svanilina 45 Il Prepotente 55 Il Ladro 67 Il Piccolo 79 I Grandi |
| << | < | > | >> |Pagina 3 [ inizio libro ]Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue, e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada, anche se ogni tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto, tranne, s'intende il pesce, le uova, il formaggio e tutte le verdure eccetto le patate. Non era piú rumoroso, piú sporco o piú stupido degli altri bambini. Aveva un nome facile da dire e da scrivere e una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare. Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella non píú di quanto lei tormentasse lui. Nessun poliziotto era mai venuto a casa per arrestarlo. Nessun dottore in camice bianco aveva mai proposto di farlo internare in un manicomio. Gli pareva, tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile. Che cosa c'era in lui di cosí complicato? Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo che Peter finalmente capí. La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. L'altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per lo piú gli piaceva prendersi un'ora per stare tranquillo in qualche posto, che so, nella sua stanza, oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare i suoi pensieri. Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni. | << | < | > | >> |Pagina 89 [ fine libro ]Sentí di nuovo chiamare il suo nome. Kate, sua sorella, ballava saltando sulla spiaggia bagnata. - Abbiamo trovato un tesoro, Peter! - Alle sue spalle, Harriet si reggeva su una gamba sola, con le mani sui fianchi, e disegnava ampi cerchi di sabbia con la punta del piede. Toby e Charbe e i píú piccoli facevano turni a suon di spintoni per saltare da uno scoglio dentro una pozza di acqua salmastra. E oltre tutto questo umano fermento, l'oceano si gonfiava e si ripiegava, perché a nulla e nessuno è dato di restare fermo, non agli uomini, non all'acqua e neppure al tempo.- Un tesoro! - esclamò ancora Kate.
- Eccomi, - gridò Peter. - Arrivo -. E si lanciò di
corsa verso la battigia. Si sentiva agile e leggerissimo
sulla sabbia. - Sto per prendere il volo, - pensò. Chissà
se stava sognando, o se volava davvero.
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