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| << | < | > | >> |Pagina 3GIÙ LE MANI DA DON MILANI![...] Per riandare alla parola milaniana, la via maestra rimangono gli scritti: Lettera a una professoressa ed Esperienze pastorali in testa. Sarebbe anche opportuno, piuttosto che continuare nella litania delle citazioni di comodo, che qualcuno inizi un lavoro per una edizione critica dei testi milaniani. Per ora è stato fatto solo per le lettere alla madre. Per L'Obbedienza non è più una virtù non esiste una vera e propria edizione critica ma quantomeno, grazie a Stampa Alternativa, è stato recuperato il testo originale con il famoso Millelire e con le successive edizioni. Per il resto nulla di nulla. E le opere non sono poi molte. Con tagli inusitati e ingiustificati. In don Milani la Parola è tutto, se la si tradisce significa tradire il priore stesso. Per questo serve un lavoro scientifico vero. Mentre auspichiamo questo, abbiamo ritenuto interessante iniziare a elaborare una sorta di ideario milaniano. Si tratta di poco più di una provocazione per andare nel senso del recupero della Parola milaniana. Un recupero ad effetto, come da sempre sono gli ideari. Come dire: E se voi citerete noi citeremo ancora più forte...
Un ideario quindi che vuole andare oltre le citazioni ideologicamente
corrette alla Veltroni e Fioroni. Un libro, il nostro, aperto che vuole essere
solo l'inizio e che invita il lettore a integrarlo
inviando le sue citazioni (mail box: direttore@tusciaweb.it).
L'ultimo prete Se oggi fosse ancora vivo don Milani avrebbe più di ottant'anni. Con lui, per dirla con Michele Ranchetti, se n'è andato l'ultimo prete e una delle voci libere di questo paese. Nel Novecento italiano, la voce di don Milani è paragonabile forse solo a quella di Pier Paolo Pasolini. Due voci libere non solo perché avevano il coraggio di dire il non dicibile, ma perché erano voci che nascevano da una visione della società italiana particolarissima, parzialissima. I prismi usati da don Milani e Pasolini erano unici, questa era la loro forza. Kantianamente: il loro a priori era diverso. Ogni volta che si legge un loro testo, si rimane stupiti perché ci si accorge che mentre noi contemplavamo il quadro da davanti, loro erano di lato, più in basso, più in alto. La loro prospettiva è sempre inusitata. Sempre disvelante di verità scomode. E spesso giungono a dire che il quadro non c'è. Semplicemente. Ma queste voci erano importanti non solo perché capaci di andare contro i paradigmi egemoni. Questo lo può far chiunque. Le loro voci erano pure autorevoli. E questo è raro. Questo è il vero mistero. La loro Parola è la parola che muove i cervelli, lo stomaco, il cuore. Ebbene sì, va detto: in questo paese oggi mancano i don Milani e i Pasolini... Con loro se ne sono andati l'ultimo prete e l'ultimo poeta. Ci hanno lasciati soli con tutta la nostra compiaciuta pochezza, la nostra compiaciuta incapacità. Spesso ci si trova a chiedersi: chissà cosa avrebbe detto don Milani? Chissà come avrebbe usato, per dirne una, la potenza della sua Parola al tempo di Internet. Come avrebbe usato la rete, il mezzo più potente e plurale mai inventato dall'uomo per dire la Parola. Per saperlo c'è un solo modo, riandare ai suoi testi. Alla sua Parola. Maria Laura Ognibene, Carlo Galeotti Siena/Viterbo 30 agosto 2007 | << | < | > | >> |Pagina 9Agonismo
Io non riesco a vedere nell'agonismo altro fascino che la
gioia del vincitore di aver umiliato gli altri, oppure quella di stimarsi
qualcosa.
Esperienze pastorali
Amore ...E io come potevo spiegare a loro così pii e così puliti che io i miei figlioli li amo, che ho perso la testa per loro, che non vivo che per farli crescere, per farli aprire, per farli sbocciare, per farli fruttare? Come facevo a spiegare che amo i miei parrocchiani molto più che la Chiesa e che il Papa? E che se un rischio corro per l'anima mia non è certo quello di aver amato poco, ma piuttosto d'amare troppo? Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana | << | < | > | >> |Pagina 11Analfabetismo
E poi si vende la lana e gli agnelli e il cacio e la metà d'Adolfo basta
solo per campare mentre la metà del signorino messa insieme ad altre metà di
altri poderi basta bene
per andare a scuola fino a 35 anni e far l'assistente universitario volontario
cioè non pagato e vivere nei laboratori e nelle biblioteche là dove l'uomo
somiglia davvero a colui che l'ha creato che è sola mente e solo sapere.
| << | < | > | >> |Pagina 16Catechismo e il giornale della Fiat
Siamo nella Chiesa apposta per sentirci serrare dalle rotaie
che ci impediscano di deviare tanto fuori che dentro. Queste rotaie non sono
costituite dalle interviste del cardinale
Ruffini sul giornale della Fiat. Sono invece nel Catechismo
Diocesano e per portarsele in casa bastano 75 lire. Dopo
di che sai preciso cosa puoi dire e cosa no. Tutto quello che
non è proibito è permesso e credimi che non è poco.
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana
Cattolici
...i cattolici siamo noi che abbiamo amato i comunisti e
i lontani in genere e non quelli che li hanno combattuti.
Alla mamma
Cattolici A noi cattolici non può quindi far difetto la luce. Peccatori come gli altri passi. Ma ciechi come gli altri no. Noi veggenti o nulla. Se no val meglio l'umile e disperato brancolare dei laici. Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana | << | < | > | >> |Pagina 18Cinema e televisione...La propaganda antioperaia nel cine, radio, televisione traspare sempre presente. Sia che la provochi involontariamente la nascita e la vita privilegiata degli autori, attori, dirigenti; sia che la provochi maliziosamente una lungimirante strategia padronale. Esperienze pastorali | << | < | > | >> |Pagina 39Guerre
I governi borghesi hanno speso i soldi presi ai poveri con
le tasse per costruire armi per mandare i poveri a far guerra ad altri poveri.
Alla fine della guerra per far monumenti ai caduti invece che scuole ai loro
figli.
I care ancora
Guerre
...non esiste più una "guerra giusta" né per la Chiesa né
per la Costituzione.
| << | < | > | >> |Pagina 42Lavoro
Finché il frutto del lavoro seguiterà ad andare a chi non
lavora, lavorare resterà sinonimo di schiavitù e non di gioia.
Leggi ...c'è una legge che gli uomini non hanno forse ancora ben scritta nei loro codici, ma che è scritta nel loro cuore. Una gran parte dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama la legge della coscienza. Quelli che non credono né nell'una né nell'altra non sono che un'infima minoranza malata. Sono i cultori dell'obbedienza cieca. Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana | << | < | > | >> |Pagina 74Scacchi
E non si gioca a scacchi mai. Perché non c'è gioco più
profondamente immorale laddoveché richiede concentrazione intellettuale, mentre
un gioco anche a volerlo concedere (e non lo concederei neanche così) deve
almeno essere distensivo!
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana
Scienza
...Neanche per la scienza non ti dar pensiero. Basteranno tali avari a
coltivarla. Faranno anche le scoperte che
servono per noi. Irrigheranno il deserto, caveranno bracioline dal mare,
vinceranno le malattie.
Lettera a una professoressa
Sciopero
Lo sciopero è un'arma. Non ha nulla a che vedere con la
beneficenza. Somiglia piuttosto alla spada dei cavalieri
medievali che veniva consacrata sull'altare in difesa dei
deboli e degli oppressi.
Sciopero Se un operaio sciopera ha sempre ragione, se uno studente sciopera normalmente ha torto. Don Milani — La ricreazione è finita | << | < | > | >> |Pagina 87Tasse e poveri
Povero è chi consuma tutte le sue entrate. Ricco chi ne
consuma solo una parte. In Italia per un caso inspiegabile, i consumi sono
tassati fino all'ultima lira. Le entrate solo per burla.
Tempo
Insomma tutte le persone normali sono alla disperata
ricerca di un po' di tempo di avanzo.
| << | < | > | >> |Pagina 89Tessitori di Prato o meglio i precari
Una marea senza nome e perfino senza peso nelle statistiche perché lavora
senza libretto. E chi lavora senza libretto non compare negli incartamenti dei
grandi e neanche sarà contato dalle macchine che stan strizzando
il sugo del censimento del 1951.
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