Copertina
Autore Lorenzo Milani
Titolo Ideario
EdizioneNuovi Equilibri, Viterbo, 2007, eretica , pag. 102, cop.fle., dim. 12x16,8x0,8 cm , Isbn 978-88-6222-009-5
CuratoreMaria Laura Ognibene, Carlo Galeotti
LettoreLuca Vita, 2008
Classe politica , religione
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Pagina 3

GIÙ LE MANI DA DON MILANI!


[...]

Per riandare alla parola milaniana, la via maestra rimangono gli scritti: Lettera a una professoressa ed Esperienze pastorali in testa.

Sarebbe anche opportuno, piuttosto che continuare nella litania delle citazioni di comodo, che qualcuno inizi un lavoro per una edizione critica dei testi milaniani. Per ora è stato fatto solo per le lettere alla madre.

Per L'Obbedienza non è più una virtù non esiste una vera e propria edizione critica ma quantomeno, grazie a Stampa Alternativa, è stato recuperato il testo originale con il famoso Millelire e con le successive edizioni.

Per il resto nulla di nulla. E le opere non sono poi molte. Con tagli inusitati e ingiustificati.

In don Milani la Parola è tutto, se la si tradisce significa tradire il priore stesso. Per questo serve un lavoro scientifico vero. Mentre auspichiamo questo, abbiamo ritenuto interessante iniziare a elaborare una sorta di ideario milaniano.

Si tratta di poco più di una provocazione per andare nel senso del recupero della Parola milaniana. Un recupero ad effetto, come da sempre sono gli ideari. Come dire: E se voi citerete noi citeremo ancora più forte...

Un ideario quindi che vuole andare oltre le citazioni ideologicamente corrette alla Veltroni e Fioroni. Un libro, il nostro, aperto che vuole essere solo l'inizio e che invita il lettore a integrarlo inviando le sue citazioni (mail box: direttore@tusciaweb.it).


L'ultimo prete

Se oggi fosse ancora vivo don Milani avrebbe più di ottant'anni. Con lui, per dirla con Michele Ranchetti, se n'è andato l'ultimo prete e una delle voci libere di questo paese.

Nel Novecento italiano, la voce di don Milani è paragonabile forse solo a quella di Pier Paolo Pasolini. Due voci libere non solo perché avevano il coraggio di dire il non dicibile, ma perché erano voci che nascevano da una visione della società italiana particolarissima, parzialissima.

I prismi usati da don Milani e Pasolini erano unici, questa era la loro forza. Kantianamente: il loro a priori era diverso.

Ogni volta che si legge un loro testo, si rimane stupiti perché ci si accorge che mentre noi contemplavamo il quadro da davanti, loro erano di lato, più in basso, più in alto. La loro prospettiva è sempre inusitata. Sempre disvelante di verità scomode. E spesso giungono a dire che il quadro non c'è. Semplicemente.

Ma queste voci erano importanti non solo perché capaci di andare contro i paradigmi egemoni. Questo lo può far chiunque. Le loro voci erano pure autorevoli. E questo è raro. Questo è il vero mistero. La loro Parola è la parola che muove i cervelli, lo stomaco, il cuore.

Ebbene sì, va detto: in questo paese oggi mancano i don Milani e i Pasolini...

Con loro se ne sono andati l'ultimo prete e l'ultimo poeta. Ci hanno lasciati soli con tutta la nostra compiaciuta pochezza, la nostra compiaciuta incapacità.

Spesso ci si trova a chiedersi: chissà cosa avrebbe detto don Milani?

Chissà come avrebbe usato, per dirne una, la potenza della sua Parola al tempo di Internet. Come avrebbe usato la rete, il mezzo più potente e plurale mai inventato dall'uomo per dire la Parola.

Per saperlo c'è un solo modo, riandare ai suoi testi. Alla sua Parola.

Maria Laura Ognibene, Carlo Galeotti

Siena/Viterbo 30 agosto 2007

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Pagina 9

Agonismo

Io non riesco a vedere nell'agonismo altro fascino che la gioia del vincitore di aver umiliato gli altri, oppure quella di stimarsi qualcosa. Esperienze pastorali


Amore

...E io come potevo spiegare a loro così pii e così puliti che io i miei figlioli li amo, che ho perso la testa per loro, che non vivo che per farli crescere, per farli aprire, per farli sbocciare, per farli fruttare? Come facevo a spiegare che amo i miei parrocchiani molto più che la Chiesa e che il Papa? E che se un rischio corro per l'anima mia non è certo quello di aver amato poco, ma piuttosto d'amare troppo? Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

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Pagina 11

Analfabetismo

E poi si vende la lana e gli agnelli e il cacio e la metà d'Adolfo basta solo per campare mentre la metà del signorino messa insieme ad altre metà di altri poderi basta bene per andare a scuola fino a 35 anni e far l'assistente universitario volontario cioè non pagato e vivere nei laboratori e nelle biblioteche là dove l'uomo somiglia davvero a colui che l'ha creato che è sola mente e solo sapere.
Sono trecent'anni precisi che la famiglia secolarmente analfabeta di Adolfo mantiene agli studi la famiglia secolarmente universitaria del signorino. Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

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Pagina 16

Catechismo e il giornale della Fiat

Siamo nella Chiesa apposta per sentirci serrare dalle rotaie che ci impediscano di deviare tanto fuori che dentro. Queste rotaie non sono costituite dalle interviste del cardinale Ruffini sul giornale della Fiat. Sono invece nel Catechismo Diocesano e per portarsele in casa bastano 75 lire. Dopo di che sai preciso cosa puoi dire e cosa no. Tutto quello che non è proibito è permesso e credimi che non è poco. Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana


Cattolici

...i cattolici siamo noi che abbiamo amato i comunisti e i lontani in genere e non quelli che li hanno combattuti. Alla mamma


Cattolici

A noi cattolici non può quindi far difetto la luce. Peccatori come gli altri passi. Ma ciechi come gli altri no. Noi veggenti o nulla. Se no val meglio l'umile e disperato brancolare dei laici. Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

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Pagina 18

Cinema e televisione

...La propaganda antioperaia nel cine, radio, televisione traspare sempre presente. Sia che la provochi involontariamente la nascita e la vita privilegiata degli autori, attori, dirigenti; sia che la provochi maliziosamente una lungimirante strategia padronale. Esperienze pastorali

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Pagina 39

Guerre

I governi borghesi hanno speso i soldi presi ai poveri con le tasse per costruire armi per mandare i poveri a far guerra ad altri poveri. Alla fine della guerra per far monumenti ai caduti invece che scuole ai loro figli. I care ancora


Guerre

...non esiste più una "guerra giusta" né per la Chiesa né per la Costituzione.
...se un ufficiale darà loro (ai soldati) ordini da paranoico hanno solo il dovere di legarlo ben stretto e portarlo in una casa di cura...
Se non potremo salvare l'umanità ci salveremo almeno l'anima. Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

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Pagina 42

Lavoro

Finché il frutto del lavoro seguiterà ad andare a chi non lavora, lavorare resterà sinonimo di schiavitù e non di gioia.
Per loro dunque la libertà comincia dove il lavoro finisce. Esperienze pastorali


Leggi

...c'è una legge che gli uomini non hanno forse ancora ben scritta nei loro codici, ma che è scritta nel loro cuore. Una gran parte dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama la legge della coscienza. Quelli che non credono né nell'una né nell'altra non sono che un'infima minoranza malata. Sono i cultori dell'obbedienza cieca. Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

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Pagina 74

Scacchi

E non si gioca a scacchi mai. Perché non c'è gioco più profondamente immorale laddoveché richiede concentrazione intellettuale, mentre un gioco anche a volerlo concedere (e non lo concederei neanche così) deve almeno essere distensivo! Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana


Scienza

...Neanche per la scienza non ti dar pensiero. Basteranno tali avari a coltivarla. Faranno anche le scoperte che servono per noi. Irrigheranno il deserto, caveranno bracioline dal mare, vinceranno le malattie. Lettera a una professoressa


Sciopero

Lo sciopero è un'arma. Non ha nulla a che vedere con la beneficenza. Somiglia piuttosto alla spada dei cavalieri medievali che veniva consacrata sull'altare in difesa dei deboli e degli oppressi.
Se era cristiana quella spada, lo sarà un po' di più lo sciopero, arma incruenta! La sua istituzione, diffusione e consacrazione legale è gloria del nostro secolo e onora la classe operaia la quale avrebbe potuto scegliersi ben altre armi. È dunque sempre bello anche perché importa un sacrificio per il prossimo (e non solo di denaro, ma specialmente di benivoglienza padronale) e un'affermazione di dignità umana. Esperienze pastorali


Sciopero

Se un operaio sciopera ha sempre ragione, se uno studente sciopera normalmente ha torto. Don Milani — La ricreazione è finita

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Pagina 87

Tasse e poveri

Povero è chi consuma tutte le sue entrate. Ricco chi ne consuma solo una parte. In Italia per un caso inspiegabile, i consumi sono tassati fino all'ultima lira. Le entrate solo per burla.
Mi hanno raccontato che i trattati di Scienza delle finanze chiamano questo sistema "indolore". Indolore vuol che i ricchi riescono a far pagare le tasse soltanto ai poveri senza che se ne avvedano.
All'università certe cose si dicono. C'è solo signorini. Invece nelle scuole inferiori è proibito parlarne. Non sta bene far politica a scuola. Il padrone non vuole.


Tempo

Insomma tutte le persone normali sono alla disperata ricerca di un po' di tempo di avanzo.
Le persone anormali invece hanno del tempo di avanzo e tentano di buttarlo via. Don Milani — La ricreazione è finita

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Pagina 89

Tessitori di Prato o meglio i precari

Una marea senza nome e perfino senza peso nelle statistiche perché lavora senza libretto. E chi lavora senza libretto non compare negli incartamenti dei grandi e neanche sarà contato dalle macchine che stan strizzando il sugo del censimento del 1951.
Gente che non esiste, eppure vive e soffre e si ammala e mangia e prende moglie e fa figlioli e s'infortuna e tutto questo senza assicurazione, senza contratto, senza difesa. In una parola: schiava come ai tempi di Nerone, gente senza diritti. Esperienze pastorali

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