Copertina
Autore Desmond Morris
CoautoreSteve Parker
Titolo Pianeta scimmia
EdizioneDe Agostini, Novara, 2009 , pag. 288, ill., cop.ril.sov., dim. 24,7x28,5x3 cm , Isbn 978-88-418-5846-2
OriginalePlanet Ape
EdizioneOctopus, London, 2009
TraduttoreMaurizio Migliaccio, Marco Zonetti
LettoreCorrado Leonardo, 2010
Classe natura , zoologia , etologia
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Indice


  6 Prologo


 10 Conosciamo le scimmie antropomorfe

    Che cos'è una scimmia antropomorfa?
    Evoluzione dei primati
    Dove vivono le grandi scimmie

 24 Ritratti di famiglia

    Orangutango del Borneo
    Orangutango di Sumatra
    Gorilla occidentale
    Gorilla di montagna
    Scimpanzé
    Bonobo
    Proscimmie
    Scimmie del Nuovo Mondo
    Scimmie del Vecchio Mondo
    Gibboni
 58 Uomini e scimmie
    Tratti comuni con le grandi scimmie antropomorfe
    La storia del DNA
    Antenati estinti
    Parenti viventi
    Unicamente umani
    Avanzamento della specie umana
    Caccia spietata
    Le scimmie nello spettacolo
    Scimmie sotto osservazione
    Lo studio delle scimmie allo stato selvaggio
    Scimmie intelligenti
    Il linguaggio dei segni
    Esperimenti sulle scimmie

 98 Anatomia delle scimmie

    L'aspetto esteriore
    Taglia e forma
    Ossa, arti e tronco
    Scheletro e postura
    Muscoli e movimento
    Facce
    Mani e piedi
    Nervi e cervello
    I sensi
    Gli organi interni

132 Il pasto quotidiano

    Alimentazione e uso degli strumenti
    Componenti essenziali della dieta
    Fabbisogno giornaliero
    Dieta e dentizione
    Una vita per le piante
    Strategie di foraggiamento
    Un giorno nella vita degli orangutanghi
    Consumo di carne
    A caccia

162 Doti comunicative

    Perché comunicare?
    Segnali visivi
    Messaggio tramite suoni
    Toccarsi e odorarsi

180 Vita sociale

    Questioni di famiglia
    Vivere in tanti
    Scimmie solitarie
    Chi comanda?
    Scalata sociale
    Il gioco
    Gente che va, gente che viene
    Territori

208 Vita sessuale

    Quanti compagni?
    Diventare adulti
    Corteggiamento
    Cicli riproduttivi
    Accoppiamento
    Gravidanza
    Parto e cuccioli

228 Gli stadi della vita

    Infanzia
    Primi anni
    Adolescenza
    Età adulta
    Malattia, lesione e morte

250 Minacce in aumento

    Minacce naturali
    Distruzione dell'habitat
    Caccia e bracconaggio
    Malattia
    Guerra
    Insufficienza di geni

270 Salvare il pianeta scimmia

    Impegno globale
    Opere benefiche
    Ecoturismo e sforzi comunitari
    Riproduzione in cattività
    Riabilitazione e reintegrazione
    Come possiamo aiutare

286 Associazioni benefiche e organizzazioni


287 Referenze fotografiche


 

 

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Pagina 42

    RITRATTI DI FAMIGLIA

    Diffusione: Africa centrale e occidentale
    Habitat: foresta pluviale decidua, terreni boschivi e praterie
    Popolazione: 100 000-200 000 esemplari
    Stato: a rischio di estinzione

Scimpanzé


Lo scimpanzé e il bonobo sono considerati i nostri parenti più stretti, e lo scimpanzé è la scimmia antropomorfa che condivide maggiormente la grande energia, curiosità e complessità sociale della specie umana. Allo stato selvatico, lo scimpanzé è soggetto a una serie di contatti sociali in continua evoluzione, la cui gestione richiede una notevole intelligenza, astuzia e flessibilità.

La prima cosa che si nota in uno scimpanzé è la sua espressività, se si confronta con quella di un orango o di un gorilla. Gli scimpanzé possiedono un'ampia gamma di espressioni facciali e di vocalizzi che riflettono tutti i loro stati d'animo. C'è una particolare espressione giocosa in cui l'animale mostra i suoi denti inferiori, ma nasconde quelli superiori. Se uno scimpanzé ne attacca un altro adottando questa espressione, quest'ultimo capisce che si tratta solo di un gioco. Se a uno scimpanzé si fa il solletico durante una zuffa, emette una sorta di rantolo che equivale alla risata dell'uomo. Gli scimpanzé emettono un verso ululante per salutare da lontano, mentre da vicino salutano con un verso più sommesso. Emettono poi un verso di richiamo del cibo e un altro quando lo hanno trovato, formato dalla combinazione del verso di richiamo e del verso di saluto. Guaiscono quando sono sofferenti e urlano per esprimere rabbia o paura. Tamburellano ritmicamente con i piedi contro le radici di sostegno dei grossi alberi, probabilmente per comunicare il loro stato sociale, e sono in grado di effettuare diversi gesti con le mani: amichevoli, d'implorazione, di richiesta o per esprimere agitazione.


Complesso sistema di comunicazione

Quelli descritti prima sono solo alcuni dei modi in cui uno scimpanzé può comunicare con i suoi compagni. Questa sua capacità lo pone su un gradino più alto rispetto al tacitumo gorilla o all'introverso orangutango. La capacità di socializzazione e l'estroversa volubilità dello scimpanzé lo rendono l'animale ideale da studiare, e indagini recenti, sia presso grandi colonie in cattività ospitate in enormi recinti sia in comunità allo stato selvatico, hanno lasciato sbalorditi i ricercatori. Oggi sappiamo che gli scimpanzé adulti adottano sottili strategie politiche per guadagnare prestigio sociale, e che non solo usano degli strumenti, ma sono anche in grado di fabbricarli e d'impiegarli in una varietà di situazioni. Abbiamo scoperto che possono essere anche carnivori e che effettuano vere battute di caccia che prevedono una suddivisione dei compiti, con alcuni scimpanzé che fungono da piloti e altri da aggressori, quando accerchiano e uccidono le scimmie colobo. Abbiamo anche scoperto che gli scimpanzé sanno appuntire i rami che usano come lance per trafiggere i galagoni addormentati nelle loro tane. Queste e una miriade di altre scoperte hanno confermato ciò che gli scienziati sostenevano da tempo e cioè che gli scimpanzé, dopo l'uomo, sono effettivamente gli animali più evoluti del pianeta.


Interazione con l'uomo

Il modo migliore per comprendere a fondo la complessità della vita sociale degli scimpanzé è quello di introdurre un esemplare in un gruppo e osservare il modo in cui cerca d'influenzare i rapporti interpersonali. Io stesso ho sperimentato questo metodo per tre anni, con un giovane maschio di scimpanzé chiamato Congo, e sono rimasto sbalordito. Ogni settimana, Congo appariva al mio fianco in uno show televisivo il cui scopo non era di presentare la scimmia in maniera clownesca, ma di dimostrare il suo straordinario livello d'intelligenza e di fantasia. Nel corso di quell'esperienza, mi fu anche possibile studiare il modo in cui Congo gestiva le sue relazioni sociali.

Una volta Congo ebbe una lieve infezione bronchiale e fu messo a riposo. Nell'eventualità che ciò accadesse ancora, fu aggiunto uno scimpanzé di riserva alla nostra eterogenea troupe. Congo accolse con entusiasmo il nuovo arrivato e inizialmente non ci furono problemi, ma una volta guarito, giunse il momento in cui i due scimpanzé sarebbero dovuti apparire insieme in televisione. In attesa che lo spettacolo iniziasse, il mio assistente teneva in braccio, uno per lato, i due scimpanzé. Quando Congo sentì che lo chiamavo e capì che era il suo turno di entrare in scena, si sporse verso il compagno, come per dargli un bacio. Poi, all'ultimo momento, affondò i denti dentro le labbra protese del nuovo arrivato. Immediatamente si scatenò il putiferio e l'altro scimpanzé dovette essere allontanato dagli studi televisivi, mentre Congo fece il suo ingresso trionfale in trasmissione, come aveva sempre fatto.

Questo comportamento machiavellico può sembrare esagerato, ma non a chi abbia studiato gli scimpanzé allo stato selvatico. Congo sapeva che ogni settimana, durante la sua apparizione televisiva, sarebbe stato trattato come il più importante membro della sua famiglia di adozione. Percepiva questa sensazione dal modo in cui tutti focalizzavano il loro interesse su di lui. Si trattava di un ruolo al quale teneva molto, soprattutto essendo lui un giovane maschio che veniva trattato, diciamo, con un riguardo maggiore di quanto prevedesse il suo stato sociale. Non avrebbe permesso a un altro giovane scimpanzé di condividere con lui questo privilegio.


Violenza all'interno del gruppo

Un'altra volta, Congo riuscì in modo simile a mettere fuori causa un altro membro, questa volta una donna, del suo gruppo sociale. L'arrivo di una nuova segretaria aveva sconvolto quello che lui riteneva un sistema stabilito di relazioni sociali, e così aveva cercato di aggredirla. Alla segretaria era stato raccomandato di non restare mai sola con lui, ma un giorno dimenticò quest'avvertimento ed entrò nel suo alloggio dove, appollaiato su un tavolo, Congo aspettava il suo pasto. Proprio in quel momento l'assistente si era allontanato per andare a prendergli da mangiare, e non c'era nessun altro nella stanza. Senza pensarci due volte, Congo si scagliò sulla segretaria e, con furia belluina, la morse selvaggiamente sulla spalla. Poi fece qualcosa che non aveva mai fatto prima. Con un balzo, raggiunse la gabbia dov'era il suo giaciglio e chiuse la porta. Bisognava sempre lottare per farlo rientrare in gabbia alla fine della giornata, ma questa volta entrò di sua spontanea volontà. Quando il mio assistente ritornò con il cibo, soccorse la donna ferita e poi, voltatosi verso la scimmia, notò che aveva la testa fissa rivolta al soffitto. Congo ignorò le frasi di rimprovero che in un altro momento lo avrebbero fatto piagnucolare e mugolare, o ribellare in preda all'ira, e continuò a fissare imperterrito il soffitto, con aria indifferente.

Esistono tanti altri esempi di comportamento sociale gerarchico simili a quelli descritti, ma questi due da soli rivelano la straordinaria complessità della vita sociale di uno scimpanzé. Trasferendoli in un contesto selvatico, dove ogni membro di un gruppo, crescendo, cerca degli stratagemmi per modificare il suo stato sociale, si comprende facilmente perché gli scimpanzé siano costantemente in stato di allerta. Trovare cibo può essere facile, prepararsi un giaciglio tutte le notti è roba di ordinaria amministrazione, evitare i predatori può non essere difficile, ma mantenere il proprio stato sociale in buone condizioni di salute, giorno dopo giorno, è un'impresa titanica per ogni scimpanzé.

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Pagina 46

    RITRATTI DI FAMIGLIA

    Diffusione: Repubblica Democratica del Congo
    Habitat: foresta pluviale decidua, terreni boschivi e praterie
    Popolazione: in declino, non accertabile; meno di 20 000
    Stato: a rischio di estinzione

Bonobo


Il bonobo, meglio noto come scimpanzé pigmeo, era ritenuto un tempo una semplice sottospecie del suo più grosso parente. Da un punto di vista fisico, il bonobo è molto simile allo scimpanzé, anche se è un po' meno robusto. Da un punto di vista comportamentale, invece, non potrebbe essere più diverso e l'atteggiamento pacifico, accomodante e dionisiaco dei bonobo fa sembrare gli scimpanzé comuni come un branco di teppisti attaccabrighe.

Le poche migliaia di bonobo sopravvissuti abitano le foreste dell'ex Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo, separati dagli scimpanzé dal maestoso fiume Congo. Questa barriera naturale, che nessuna scimmia è in grado di superare, ha impedito a queste due specie d'incontrasi e d'incrociarsi, anche se, per assurdo, potrebbero sentire i reciproci richiami dall'altra parte del fiume. Questo isolamento ha permesso agli antenati dei bonobo di evolversi in maniera leggermente diversa dagli scimpanzé. Grazie a un processo chiamato neotenia, in virtù del quale da adulti si mantengono le stesse caratteristiche giovanili, questi primati hanno sviluppato un fisico più esile e snello. Gli esemplari odierni presentano spalle più strette, collo più sottile, testa e orecchie più piccole, narici più dilatate e arcate sopraccigliari meno prominenti di quelle degli scimpanzé. Inoltre, le mammelle delle femmine sono più arrotondate.


Relazioni sessuali

I bonobo hanno sviluppato anche una personalità più giocherellona e cooperativa degli scimpanzé. Oltre che per la riproduzione, essi hanno cominciato a usare l'atto sessuale in modo piacevole, giocoso, come un mezzo per rafforzare i legami sociali nel gruppo. E poi, hanno un diverso comportamento competitivo. Un tipico maschio giovane di scimpanzé, procedendo verso l'età adulta, incomincia a vessare i maschi più giovani, a litigare ad alta voce con i più anziani e a dominare tutte le femmine che lo circondano. La società degli scimpanzé è essenzialmente patriarcale. Al contrario, quella dei bonobo è matriarcale: le femmine di bonobo lavorano in gruppo per tenere i maschi al loro posto.

Questa differenza di organizzazione sociale è probabilmente da collegare all'assenza di gorilla a sud del fiume Congo. A nord del Congo, i gorilla monopolizzano gran parte della vegetazione disponibile al suolo e gli scimpanzé si affidano perciò agli alberi per il loro sostentamento. Per raccogliere abbastanza cibo, in un mondo dominato da branchi di maschi più grossi e aggressivi, le femmine devono sparpagliarsi almeno secondo una certa teoria. A sud del fiume Congo, i bonobo, in assenza di gorilla e scimpanzé, hanno a disposizione sia il cibo sugli alberi sia quello al suolo, perciò le femmine non devono dividersi per andare alla ricerca di cibo e questo può essere uno dei fattori che permette loro di formare alleanze contro il predominio maschile. Questo significa, inoltre, che, rispetto agli scimpanzé, i bonobo trascorrono molto più tempo al suolo, dove è più agevole compiere atti sessuali.

Un altro fattore è l'infanticidio, che i maschi di scimpanzé usano come arma per propagare i loro geni, ma che è praticamente sconosciuto nella società matriarcale dei bonobo. Trascorrere lunghi periodi al suolo permette ai bonobo di formare vasti gruppi sociali, all'interno dei quali sarebbe impossibile mantenere la posizione di maschio alfa dominante. Sono state osservate comunità di 50-200 bonobo che vivono in gruppo, anche se in gran parte dei casi questi gruppi sono suddivisi in squadre di procacciamento del cibo. Il lungo tempo trascorso al suolo potrebbe anche spiegare perché i bonobo hanno gambe relativamente più lunghe rispetto agli scimpanzé: in effetti, si stanno trasformando lentamente in bipedi, proprio come i primi uomini apparsi sulla terra. Gli ultimi studi effettuati sui bonobo allo stato selvatico hanno rivelato, infatti, che essi trascorrono fino al 25% del loro tempo in posizione eretta quando sono al suolo. Questo fatto li rende i più umani dei nostri parenti primati.


Fate l'amore non la guerra

Un'altra caratteristica che li accomuna all'uomo e che le femmine di bonobo, al contrario di altre grandi scimmie antropomorfe, rimangono sessualmente attive e attraenti per tutta la durata del loro ciclo di calore. I bonobo usano il comportamento sessuale per appianare le discussioni. Nel passato si è affermato che questa fosse una caratteristica peculiare dei bonobo, ma in verità si sapeva da tempo che esisteva anche presso i babbuini e altre specie di primati. Una femmina di babbuino, per esempio, offre la groppa a un maschio in segno di pace; quest'ultimo può accettare montandola, simulando un breve accoppiamento e poi ritornando a terra. Allo stesso modo, un maschio dominante di babbuino può usare una gestualità sessuale femminile nei confronti di un maschio più debole e impaurito per rassicurarlo. In questo senso, dunque, non c'è niente di speciale nella sessualità dei bonobo. Ciò che li rende unici, è che, invece di una copulazione semplice, offerta come segno di riappacificazione, essi si lasciano andare a una varietà di pratiche sessuali spesso molto fantasiose, che sottolineano ancora una volta la loro natura di primati maggiormente predisposti al gioco e all'inventiva, dopo l'uomo.

Alcuni critici obiettano che l'immagine della società dei bonobo descritta dagli attuali osservatori sul campo riflette lo stato d'animo corrente della società occidentale, e non può essere considerata del tutto obiettiva. Essi sostengono che, da quando si è proceduto allo studio sul campo delle scimmie antropomorfe, i vari ricercatori che si sono succeduti sono stati influenzati, nella formulazione delle loro teorie, dal trend culturale del momento. Negli anni '60, per esempio, quando Jane Goodall e Diari Fossey studiarono per la prima volta gli scimpanzé e i gorilla allo stato selvatico, il loro giudizio fu influenzato dall'allora imperante movimento dei figli dei fiori. Più tardi, negli anni '80, gli scimpanzé furono descritti come animali molto competitivi e perfino bellicosi. Poi, alla fine del XX secolo, quando i bonobo furono studiati per la prima volta in dettaglio, l'immagine della loro società ben si adattava ai sentimenti post-femministi e sessualmente sperimentativi dell'epoca. Anche se controverse, queste critiche contengono probabilmente un briciolo di verità e possono servire da monito ai ricercatori, perché evitino di essere selettivi e parziali nelle loro osservazioni.

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