Copertina
Autore Amélie Nothomb
Titolo Uccidere il padre
EdizioneVoland, Roma, 2012, amazzoni 66 , pag. 92, cop.fle., dim. 14,5x20,5x0,9 cm , Isbn 978-88-6243-108-8
OriginaleTuer le père
EdizioneAlbin Michel, Paris, 2011
TraduttoreMonica Capuani
LettoreAngela Razzini, 2012
Classe narrativa francese
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Pagina 7

Il 6 ottobre 2010, L'Illegal festeggiava il suo decennale. Avevo approfittato della confusione per intrufolarmi a quella festa a cui non ero stata invitata.

Nel locale erano arrivati maghi da tutto il mondo, quella notte. Parigi non era più una capitale della magia, ma la forza della nostalgia esercitava ancora il suo effetto. Gli habitué si scambiavano ricordi.

- Ingegnoso, travestirsi da Amélie Nothomb - mi disse qualcuno.

Lo salutai con un sorriso perché non riconoscesse la mia voce. Indossare un grande cappello in un locale per maghi non garantiva certo l'incognito.

Non volevo spiare quelli che mostravano i loro nuovi trucchi. Munita di una coppa di champagne, mi diressi nella sala in fondo.

Per la maggior parte dei maghi, giocare a poker senza barare è come prendersi una vacanza. Affidarsi finalmente al caso significa darsi alla pazza gioia e, intorno a quel tavolo, tutti avevano un'aria distesa. Tranne uno, che non parlava e non rideva ma vinceva.

Lo osservai. Era sui trent'anni. Aveva un'espressione seria che non lo abbandonava mai. Nella stanza lo guardavano tutti, tranne un uomo appoggiato al bar. Sulla cinquantina, con un bellissimo viso. Come mai avevo l'impressione che quell'uomo rimanesse lì per sfida, per infastidire?

Raggiunsi un gruppo di persone che stavano bevendo e rivolsi loro qualche domanda. Mi informarono: quello che vinceva a poker era Joe Whip e quello che evitava di guardarlo era Norman Terence. Entrambi erano grandi maghi americani.

- Fra i due c'è qualche problema? - domandai.

- È una lunga storia - cominciò qualcuno.

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Pagina 9

Reno, Nevada, 1994. Joe Whip ha quattordici anni. Sua madre, Cassandra, vende biciclette. Quando Joe le chiede dov'è suo padre, lei risponde:

- Mi ha abbandonato quando sei nato. Sono così, gli uomini.

Si rifiuta di dirgli come si chiama il padre. Joe sa che mente. La verità è che non ha mai saputo chi l'abbia messa incinta. Di uomini, lui ne ha visto una bella processione, in casa. La ragione principale per cui se ne vanno è che Cassandra dimentica o confonde i loro nomi.

Eppure, è lei a sentirsi bidonata in questa storia.

- Guardami, Joe. Non sono una bella donna?

- Sì, mamma.

- Allora dimmi perché non riesco a tenermene neanche uno!

Joe tace. Ma avrebbe parecchie risposte da suggerire. Innanzitutto, la questione dei nomi. Poi, l'alito che le puzza di alcol e di tabacco. Infine, ci sono cose che lui formula in questo modo: "Ti lascerei anch'io, mamma. Perché sei egoista. Perché parli troppo forte. Perché stai sempre a lamentarti."

Una sera, Cassandra ne porta a casa uno nuovo. "Eccone un altro" dice Joe tra sé. Come sempre, la madre fa le presentazioni:

- Joe, ti presento Joe, mio figlio. Joe, questo è Joe.

- Non sarà semplice - osserva il più vecchio.

Joe Junior pensa che la madre questo riuscirà a tenerselo. Intanto non dimenticherà il nome del suo amante perché, per quanto non abbia molto senso materno, ha trovato il miglior espediente mnemotecnico per ricordarlo. E poi, Joe Senior è diverso. Fa strane domande:

- Funziona il business delle biciclette a Reno?

- Sì - risponde Cassandra. - Dal 5 agosto al 15 settembre. A centodieci miglia da qui viene organizzato il festival del Burning Man, dal 27 agosto al 5 settembre, e lì si può circolare solo in bicicletta o su veicoli mutanti. Reno è l'ultima grande città prima del deserto in cui si svolge il festival. È da me che i Burners comprano le loro bici e io poi gliele ricompro per un tozzo di pane.

Joe Senior si insedia in casa. Dato che l'armadio di Cassandra è pieno, sistema le sue cose in quello di Junior.

- Di' un po', Cassy, tuo figlio ha delle cose parecchio strane nel suo armadio.

Lei va a vedere.

- No, tutto normale, sono i suoi trucchi di magia.

- Eh?

- Sì, è la sua passione da quando aveva otto anni.

Senior guarda Junior con un'aria sempre più cattiva. Soprattutto quando quest'ultimo fa i suoi trucchi con le carte. Senior non riesce a credere ai propri occhi.

- Tuo figlio ha la tempra del satanista.

- Piantala, sono sciocchezze infantili. Tutti i ragazzi vogliono diventare maghi.

Senior non è un esperto in quel campo. Ciò non toglie che veda più chiaro di Cassandra:

- Tuo figlio ha capacità eccezionali.

- Ma quali capacità eccezionali. Si esercita da sei anni. È il suo unico interesse.

Tra l'uomo e il ragazzo nasce un odio classico, a parte il fatto che è basato su una serie di malintesi. "Sì, io ti rubo tua madre che è bella e che tu desideri, come tutti i figli maschi della tua età. Puoi fare tutte le magie che vuoi, non riuscirai a riprendertela. E in ogni caso io non sopporto di vederti armeggiare con le tue diavolerie dalla mattina alla sera" pensa Senior.

"Ma tienitela. Se solo sapessi cosa penso di lei. E smettila di toccare le mie cose" pensa Junior.

Cassandra è raggiante. Senior sta con lei da due mesi. Il suo record. "Non se ne andrà."

Un giorno che tutti e tre sono in salone, scoppia un litigio.

- Basta con i tuoi trucchi di carte! Non ne posso più.

- Non ne puoi più di vedere qualcuno che fa qualcosa, mentre tu non combini mai niente.

- Cosa vuoi insinuare?

- Non ti disturba farti mantenere da mia madre?

Cassandra dà uno schiaffo a Junior e lo spedisce in camera sua.

Un'ora dopo, lo raggiunge. Con una disperazione che suona falsa, gli chiede di andarsene:

- È lui che lo vuole, capisci? C'è davvero un problema tra voi. Se non te ne vai tu, se ne andrà lui. Io ho trentacinque anni. Insomma, voglio tenermelo, un uomo. Ma non ti abbandono. Ti darò mille dollari al mese. Sono un sacco di soldi. Sarai libero. Qualunque ragazzo della tua età sarebbe felice di essere al tuo posto.

Junior tace. "Senior ha ragione, ha un'aria infida" pensa Cassandra. Junior sente che sta mentendo: è lei, e non il suo uomo, a pretendere che se ne vada. Senior lo odia, ma non per questo rinuncerebbe a una situazione tanto vantaggiosa. La madre ha scelto di allontanare il figlio perché se l'è presa. Il ragazzo ha detto chiaro e tondo quello che lei non vuole sentirsi dire: non è per la sua bellezza che Senior rimane con lei.

Joe Junior mette le sue cose in uno zaino. Raduna l'attrezzatura da mago in una valigia.

I saluti sono privi di emozione. La madre non si preoccupa minimamente del figlio. Il figlio disprezza la madre.

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Pagina 13

Appena fuori dal domicilio materno, smette di chiamarsi Junior. A quattordici anni, la sua prima decisione è quella di abbandonare la scuola. Sa che non gli serve a niente.

La madre abita nella periferia di Reno. Joe si sistema in centro. Prende una stanza in uno di quegli alberghi economici che nel Nevada abbondano. Vuole giocare al casinò e si spaccia per diciottenne. Nessuno ci crede, gli controllano i documenti.

Allora, di notte, comincia a frequentare i bar degli alberghi dove esegue giochi di carte. I clienti, sbalorditi, gli danno la mancia. Proprio quello che gli serve. Cassandra ha detto un'altra bugia: mille dollari non sono un sacco di soldi quando uno si deve mantenere. È solo il prezzo della sua coscienza di madre. Una coscienza a buon mercato.

Al mattino, Joe si mette a letto e dorme fino alle tre del pomeriggio. Mangia dei pancake e poi va a curiosare nei negozi di magia, alla ricerca di nuovi video. Ogni volta che ne trova uno, lo impara a memoria nella sua stanza.

La sera, sperimenta i nuovi trucchi con i clienti dei bar. La sua età è talmente evidente che la gente si commuove, soprattutto le donne. A volte non si limitano a dargli dei soldi, lo invitano a cena. Lui non declina mai.

Passa un anno. Joe ha quindici anni. Quella vita non gli dispiace. Ha la sensazione di essere la mascotte dei bar di Reno.

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