Copertina
Autore Nico Orengo
Titolo Figura gigante
EdizioneEinaudi, Torino, 1992 [1984], Nuovi Coralli 462 , Isbn 978-88-06-12796-1
LettoreRenato di Stefano, 1999
Classe narrativa italiana
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Pagina 5

Aveva pensato all'America come alla terra dei Giganti, dove tutto è grande, dove tutto è alto: case, automobili, teatri, luna park. Aveva pensato all'America come alla terra della Libertà, molto prima di entrare in porto, dove sapeva che una signora bianca, madre di tutti i Giganti, di qua e di là dall'Oceano, gli avrebbe sorriso e illuminato le strade fra i grattacieli.

Sulla nave aveva sentito cantare: «Trenta giorni di nave a vapore, fino in America noi siamo arrivati ... » e anche «Cristofiru Culumbu, chi facisti? La megghiu giuventú tu rruvinasti. Ed eu chi vinni, mi passu lu mari cu chiddu lignu niru di vapuri... »

Ma lui avrebbe evitato l'inferno di Ellis Island, aveva un contratto.

A New York era febbraio.

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Pagina 17

Dall'alto ogni paese si assomigla. «... L'immagine del paese è insieme minuta e sommaria, come nelle stampe antiche - cosí il disegno fiammingo delle siepi e dei campi - le linee bianche, la strada e il fiume, hanno una funzione prospettíca - il fiume (la Stura) ha un segno irregolare, s'intravvede la sua violenza - la strada prima del paese si biforca (...) - le montagne hanno un carattere visionario, sognante; sembrano guardare al cielo, supine, tendono a svanire nella lontananza - il senso di apertura e vastità dà al paese e alla valle un alone di mistero e un senso di attesa: come a quello che ospiterà, o ha ospitato, una storia».

Ugo Battista trattiene il fiato in cima al colle della Maddalena. Guarda ancora un attimo Vinadio, il paese in cui è nato di giugno, il 21 del 1876 alle «ore antimeridiane dieci», poi volta le spalle.

Nella bolla di fiato trattenuto c'è la sua casa costruita in legno sullo zoccolo di pietra calcarea, il tetto spiovente, con il fugàgno, il selie, la crota del padre, il buschiéro, le ciàmbre, il gurc della madre e il lobio a sud. Nella stessa bolla ci sta anche la grangia al pascolo, tra i prati e il campo di patate, dove saliva con i fratelli a metà giugno e scendeva a metà settembre.

Qualche passo ancora ed è in Francia.

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Pagina 32

Ugo Battista passeggia qualche giorno per Cuneo. Si siede ai tavoli del Caffè Stazione, mangia cioccolata al rum e beve barbera. Poi rientra in famiglia, in vie delle Pille, dove il padre ha provveduto ad alzare l'architrave dell'ingresso.

Nel cortile della caserma e poi seduto al bar non s'è accorto di nulla: i fasci siciliani, i moti in Lunigiana, le indecisioni di Turati, l'arroganza di Crispí, le paranoie di Rudiní. Gli è rimasto impresso solo il nome di un generale: Bava Beccaris. Una volta davanti ai dottori ha sentito dire: «lentoni, muovetevi! Ci vorrebbe un Bava Beccaris anche per voi»; una volta, al bar, bevendo un punch, il cameriere portandoglielo aveva esclamato: «scalda piú questo che un colpo di Bava Beccaris».

Ugo Battista si dispiace che ormai francese e dialetto gli facciano miscela in testa.

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Pagina 61

In quegli anni per l'Europa si aggiravano scíenziati benefattori. Alcuni studiavano i virus, altri le malattie dell'anima e del corpo. C'erano anche dei chirurghi: smontavano e rimontavano il cervello e altri delicati meccanismi dell'uomo. Molti di essi cercavano di capire le cause delle deformità che colpivano alcuni individui della razza umana.

In Inghilterra due erano famosi: il dottor Hyde e il dottor Treves. Il primo aveva condotto esperimenti su di sé per cercare di oltrepassare le proprie «Colonne d'Ercole», il secondo seguiva ora il caso di John Merrick, un uomo con la testa enorme e deforme, al quale era stato dato il nome di «Uomo elefante».

Altri chirurghi erano millantatori e speculatori di carne umana che, sotto il nome di scienza sperimentale, nascondevano loschi traffici con sale anatomiche, università, sette religiose.

Si aggiravano intorno ai Circhi e alle Attrazioni per catturare nani, donne cannone, uomini lupo, giganti. Nelle loro case avevano rozze sale chirurgiche, e bisturi affilatissimi, come il calzolaio William Burke e il signor Hare sistemati ad un sesto piano a Edimburgo, fornitori privilegiati del venerando e sapiente dottor Knase.

Sezionavano, questi scienziati infelici, organi e vendevano su commissione. Qualche volta addormentavano e imballavano il malcapitato verso altre sale di tortura.

Alcuni anotomistí come Don Andrea Vésalius agivano per gelosia.

C'era chi comprava «cadaveri eccezionali» appena morti, dopo regolari esequie.

In alcuni casi aiutavano a morire.

Perché erano tanti gli esseri stanchi, ai quali la melanconia circumnavigava il cuore, sotto i Padiglioni delle Meraviglie.

La scienza di quegli anni favoriva raccattacadaveri, assassini e ciarlatani. Il signor Charles Richet aveva detto che la natura non ama le eccezioni; cerca di farle sparire; si preoccupa prima di tutto della uniformità della razza, che è essenzialmente democratica e livellatrice.

Briganti e poeti, rivoluzionari e prostitute, zingari e Attrazioni sono disturbatori della Salute Pubblica, il loro comportamento abnorme è estraneo al corpo sociale. Vanno neutralizzati ristabilendo scientificamente la legalità della selezione naturale.

A Parigi l'italiano Cesare Lombroso viene fatto socio onorario della Societé d'Hygiène. Dà conferenze e fa sfilare deformi, maniaci, anime buie, Attrazioni. Il suo pubblico è formato da studenti bigiascuola, nobildonne, artisti, agenti di polizia, funzionari di partito e molti fra i chirurghi cinici...

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