Autore Louis Pauwels
CoautoreJacques Bergier
Titolo Il mattino dei maghi
SottotitoloIntroduzione al realismo fantastico
EdizioneMondadori, Milano, 1971 [1963], Oscar L42 , pag. 516, cop.fle., dim. 11x18,5x3,2 cm
OriginaleLe matin des magiciens
EdizioneGallimard, Paris, 1960
PrefazioneSergio Solmi
TraduttorePietro Lazzaro
LettoreRenato di Stefano, 1971
Classe fantascienza , esoterismo , scienza , teoria letteraria , narrativa francese












 

| << |  <  |  >  | >> |

Indice


  5     Prefazione

 19     Introduzione


        Parte prima - IL FUTURO ANTERIORE

 41   I Omaggio al lettore che non ha tempo.
        Un caso di dimissioni nel 1875.
        Gli uccelli di malaugurio.
        Come il secolo XIX chiudeva le porte.
        La fine della scienza e il rifiuto del fantastico.
        Le disperazioni di Poincaré.
        Noi siamo i nostri nonni.
        Giovinezza! Giovinezza!

 49  II Il diletto borghese.
        Un dramma dell'intelligenza o la tempesta dell'irrealismo.
        L'apertura su una realtà diversa.
        Di là dalla logica e dalle filosofie letterarie.
        La nozione di eterno presente.
        Scienza senza coscienza: e coscienza senza scienza?
        La speranza.

 57 III Riflessioni affrettate sui ritardi della sociologia.
        Un dialogo di sordi.
        I planetari e i provinciali.
        Un cavaliere ritorna fra noi.
        Un po' di lirismo.


        La cospirazione in piena luce

 65   I La generazione degli "operai della Terra".
        Siete un moderno attardato o un contemporaneo del futuro?
        Un manifesto sui muri di Parigi nel 1622.
        Il linguaggio esoterico è il linguaggio tecnico.
        Una nuova nozione di società segreta.
        Un nuovo aspetto dello "spirito religioso".

 76  II I profeti dell'Apocalisse.
        Un Comitato della Disperazione.
        La mitragliatrice di Luigi XVI.
        La Scienza non è una Vacca Sacra.
        Il signor Despotopoulos vuole occultare il progresso.
        La leggenda dei Nove Ignoti.

 84 III Ancora una parola sul realismo fantastico.
        Vi sono state delle tecniche.
        Vi è stata la necessità del segreto e vi si ritorna.
        Noi viaggiamo nel tempo.
        Noi vogliamo vedere nella sua continuità l'oceano dello spirito.
        Nuove riflessioni sull'ingegnere e sul mago.
        Il passato, l'avvenire.
        Il presente in ritardo nei due sensi.
        L'oro dei libri antichi.
        Uno sguardo nuovo sul mondo antico.

104  IV Il Sapere e il Potere si nascondono.
        Una visione della guerra rivoluzionaria.
        La tecnica risuscita le gilde.
        Il ritorno al tempo degli Adepti.
        Un romanziere aveva visto giusto: esistono "Centrali di Energia".
        Dalla monarchia alla criptocrazia.
        La società segreta, futura forma di governo.
        L'intelligenza stessa è una società segreta.
        Si bussa alla porta.


        L'alchimia come esempio

119   I Un alchimista al caffè Procope, nel 1953.
        Conversazione a proposito di Gurdjiev.
        Un uomo che pretende di sapere che la pietra filosofale è una realtà.
        Bergier mi trascina a tutta velocità in una singolare scorciatoia.
        Ciò che vedo mi libera dallo stupido disprezzo del progresso.
        Le nostre riserve sull'alchimia: né rivelazione né un andare a tastoni.
        Breve meditazione sulla spirale e la speranza.

126  II Centomila libri che nessuno consulta.
        Si chiede una spedizione scientifica nel paese dell'alchimia.
        Gli inventori.
        Il delirio causato dal mercurio.
        Un linguaggio cifrato.
        Vi fu un'altra civiltà atomica?
        Le pile del museo di Baghdad.
        Newton e i grandi iniziati.
        Helvétius e Spinoza davanti all'oro filosofale.
        Alchimia e fisica moderna.
        Una bomba all'idrogeno su un fornello da cucina.
        Materializzare, umanizzare, spiritualizzate.

137 III Dove si vede un piccolo ebreo preferire il miele allo zucchero.
        Dove un alchimista che potrebbe essere il misterioso Fulcanelli
            parla del pericolo atomico nel 1937, descrive la pila atomica
            e ricorda civiltà scomparse.
        Dove Bergier apre una cassaforte con la fiamma ossidrica e
            porta una bottiglia di uranio sotto il braccio.
        Dove un anonimo maggiore americano cerca un Fulcanelli definitivamente
            scomparso.
        Dove Oppenheimer canta in duetto con un saggio cinese di mille anni fa.

147  IV L'alchimista moderno e lo spirito di ricerca.
        Descrizione di ciò che fa un alchimista nel suo laboratorio.
        La ripetizione indefinita dell'esperienza.
        Che cosa attende?
        La preparazione delle tenebre.
        Il gas elettronico.
        L'acqua dissolvente.
        La pietra filosofale è energia in sospensione?
        La trasmutazione dell'alchimista stesso.
        Al di là comincia la vera metafisica.

159   V C'è tempo per tutto.
        E c'è anche un tempo per cui i tempi si congiungono.


        Le civiltà scomparse

165   I Dove gli autori fanno il ritratto dello stravagante e meraviglioso
            signor Fort.
        L'incendio del sanatorio delle coincidenze esagerate.
        Il signor Fort in preda alla conoscenza universale.
        Quarantamila annotazioni sulle tempeste di pervinche, le piogge di rane
            e i temporali di sangue.
        Il Libro dei Dannati.
        Un certo professor Kreyssler.
        Elogio e illustrazione dell'intermediarismo.
        L'eremita del Bronx o il Rabelais cosmico.
        Dove gli autori visitano la cattedrale Sant'Altrove.
        Buon appetito, signor Fort.

184  II Un'ipotesi per il rogo.
        Dove il clergyman e il biologo sono dei comici.
        Si cerca un Copernico dell'antropologia.
        Molti spazi bianchi su tutte le carte.
        Il dottor Fortune non è curioso.
        Il mistero del platino fuso.
        Corde che sono libri.
        L'albero e il telefono.
        Un relativismo culturale.
        E ora, un bel raccontino?

193 III "I nove miliardi di nomi di Dio" di Arthur C. Clarke.

200  IV Dove gli autori, che non sono né troppo creduli, né troppo increduli,
            si interrogano sulla Grande Piramide.
        E se ci fossero altre tecniche?
        L'esempio hitleriano.
        L'impero di al Mansur.
        Molte fini del mondo.
        La strana isola di Pasqua.
        La leggenda dell'Uomo Bianco.
        Le civiltà dell'America.
        Il mistero maya.
        Dal "ponte di luce" alla strana pianura di Nazca.
        Dove gli autori non sono che poveri scalpellini.

210   V Memoria piú vecchia di noi...
        Dove gli autori trovano uccelli di metallo.
        Storia di una curiosissima carta del mondo.
        Bombardamenti atomici e vascelli interplanetari nei "testi sacri".
        Un'altra idea sulle macchine.
        Il culto del "cargo".
        Una diversa visione dell'esoterismo.
        La sagra dell'intelligenza.
        Ancora un racconto, se lo gradite.

223  VI "Un cantico per san Leibowitz" di Walter M. MiIler.


        Parte seconda - ALCUNI ANNI NELL'ALTROVE ASSOLUTO

253   I Tutte le palline nello stesso sacco.
        Le disperazioni dello storico.
        Due collezionisti di insolito.
        In fondo al lago del Diavolo.
        Un antifascismo che fa vento.
        Bergier ed io di fronte all'immensità dello strano.
        Anche Troia era una leggenda.
        La storia in ritardo.
        Dal visibile banale all'invisibile fantastico.
        Apologo dello scarabeo d'oro.
        Si può sentire la risacca del futuro.
        Non ci sono che le fredde meccaniche.

268  II Sulla "Tribune des Nations" vengono rifiutati il Diavolo e la follia.
        C'è tuttavia una lotta degli dei.
        I tedeschi e l'Atlantide.
        Un socialismo magico.
        Una religione e un ordine segreti.
        Una spedizione in regioni nascoste.
        La prima guida sarà un poeta.

272 III Dove si tratterà di P.-J. Toulet, scrittore minore.
        Ma si tratta di Arthur Machen.
        Un grande genio ignorato.
        Un Robinson Crusoé dell'anima.
        Storia degli angeli di Mons. Vita, avventure e disgrazie di Machen.
        Come abbiamo scoperto una società segreta inglese.
        Un premio Nobel mascherato di nero.
        La Golden Dawn, le sue filiazioni, i suoi membri, i suoi capi.
        Perché citeremo un testo di Machen.
        I casi fortuiti fanno dello zelo.

281  IV Il testo di Arthur Machen.
        I veri peccatori, come i veri santi, sono asceti.
        Il vero Male, come il vero Bene, non ha niente a che vedere
            col mondo comune.
        Il peccato è prendere il cielo d'assalto.
        Il vero Male diventa sempre piú raro.
        Il materialismo, nemico del Bene e piú ancora del Male.
        Tuttavia oggi c'è qualche cosa.
        Se realmente vi interessa...

288   V La Terra vuota, il mondo di ghiaccio, l'uomo nuovo.
        Noi siamo nemici dello spirito.
        Contro la natura e contro Dio.
        La società del Vril.
        La razza che ci soppianterà.
        Haushoffer e il Vril.
        L'idea di mutazione dell'uomo.
        Il Superiore Sconosciuto.
        Mathers, capo della Golden Dawn, incontra i Grandi Terribili.
        Hitler dice di averli visti anche lui.
        Allucinazione o presenza reale?
        La porta aperta su altro.
        Una profezia di René Guénon.
        Il primo nemico dei nazisti: Steiner.

297  VI Un ultimatum agli scienziati.
        Il profeta Horbiger, Copernico del XX secolo.
        La teoria del mondo di ghiaccio.
        Storia del sistema solare.
        La fine del Mondo.
        La Terra e le sue quattro lune.
        Apparizione dei giganti.
        Le lune, i giganti e gli uomini.
        La civiltà dell'Atlantide.
        Le cinque città di trecentomila anni fa.
        Da Tiahuanaco alle mummie tibetane.
        La seconda Atlantide.
        Il Diluvio.
        Degenerazione e cristianesimo.
        Ci avviciniamo ad un'altra epoca.
        La legge del ghiaccio e del fuoco.

321 VII Horbiger ha ancora un milione di discepoli.
        L'attesa del messia.
        Hitler e l'esoterismo in politica.
        La scienza nordica e il pensiero magico.
        Una civiltà interamente diversa dalla nostra.
        Gurdjiev, Horbiger, Hitler e l'uomo responsabile del cosmo.
        Il ciclo del fuoco.
        Hitler parla.
        Il fondo dell'antisemitismo nazista.
        Marziani a Norimberga.
        L'antipatto.
        L'estate del missile.
        Stalingrado o la caduta dei maghi.
        La preghiera sull'Elbruz.
        Il piccolo uomo vincitore del superuomo.
        È il piccolo uomo che apre le porte del cielo.
        Il crepuscolo degli Dei.
        L'inondazione della metropolitana di Berlino e il mito del Diluvio.
        Morte grottesca dei profeti.
        Coro di Shelley.

341 VIII La Terra è vuota. Noi viviamo all'interno di essa.
        Il Sole e la Luna sono al centro della terra.
        Il radar al servizio dei maghi.
        Una religione nata in America.
        Il suo profeta tedesco era aviatore.
        L'anti-Einstein.
        Un lavoro da pazzo.
        La Terra vuota, i satelliti artificiali e gli allergici alla nozione
            di infinito.
        Un arbitraggio di Hitler.
        Di là dalla coerenza.

350  IX Acqua al nostro orribile mulino.
        Il giornale dei Biondi.
        Il sacerdote Lenz.
        Una circolare della Gestapo.
        L'ultima preghiera di Dietrich Eckardt.
        La leggenda di Thule.
        Un vivaio di medium.
        Haushoffer il mago.
        I silenzi di Hess.
        La svastica e i misteri della casa Ipatiev.
        I sette che volevano cambiare la vita.
        Una colonia tibetana.
        Gli stermini e il rituale.
        Fa piú buio di quanto pensiate.

363   X Himmler e il problema alla rovescia.
        La svolta del 1934.
        L'Ordine Nero al potere.
        I monaci guerrieri "testa di morto".
        L'iniziazione nei Burg.
        L'ultima preghiera di Sievers.
        Gli strani studi dell'Ahnenerbe.
        Il gran sacerdote Friedrich Hielscher.
        Una nota dimenticata di Jünger.
        Il senso di una guerra e di una vittoria.


        Parte terza - L'UOMO, QUESTO INFINITO

381   I Una nuova intuizione
        Il Fantastico nel fuoco e nel sangue.
        Le barriere dell'incredulità.
        Il primo missile.
        Borghesi e operai della Terra.
        I fatti falsi e la finzione veritiera.
        I mondi abitati.
        I visitatori venuti da altrove.
        Le grandi comunicazioni.
        I miti moderni.
        Realismo fantastico in psicologia.
        Per una esplorazione del fantastico interiore.
        Esposizione del metodo.
        Un'altra concezione della libertà.

396  II Il fantastico interiore
        Alcuni pionieri: Balzac, Hugo, Flammarion.
        Jules Romains e il piú vasto problema.
        La fine del positivismo.
        Che cos'è la parapsicologia?
        Fatti straordinari ed esperienze certe.
        L'esempio del Titanic.
        Veggenza.
        Precognizione e sogno.
        Parapsicologia e psicanalisi.
        Il nostro studio esclude il ricorso all'occultismo e alle false scienze.
        Alla ricerca delle macchine delle profondità.

412 III Verso Ia rivoluzione psicologica
        Il "secondo soffio" dello spirito.
        Si cerca un Einstein della psicologia.
        L'idea religiosa rinasce.
        La nostra società agonizza.
        Jaurès e l'albero ronzante di mosche.
        Il poco che vediamo dipende dal poco che siamo.

418  IV Una riscoperta dello spirito magico
        L'occhio verde del Vaticano.
        L'altra intelligenza.
        L'Officina del Bosco Addormentato.
        Storia della "relavote".
        La natura fa forse un doppio gioco.
        La manovella della supermacchina.
        Nuove cattedrali, nuovo argot.
        L'ultima porta.
        L'esistenza come strumento.
        Qualcosa di nuovo e di razionale sui simboli.
        Tutto non è in tutto.

438   V La nozione di stato di risveglio
        Alla maniera dei teologi, degli scienziati, dei maghi e dei bambini.
        Saluto ad uno specialista del bastone fra le ruote.
        Il conflitto spiritualismo-materialismo, o una storia di allergia.
        La leggenda del tè.
        E se si trattasse di una facoltà naturale?
        Il pensiero come avvio e come sorvolo.
        Un'aggiunta ai diritti dell'uomo.
        Fantasticherie sull'uomo risvegliato.
        Noi altri, onesti barbari.

450  VI Tre storie che servano da illustrazione
        Storia di un grande matematico allo stato selvaggio.
        Storia del piú straordinario dei chiaroveggenti.
        Storia di uno scienziato di domani che viveva nel 1750.

459 VII Paradossi e ipotesi sull'uomo sveglio
        Perché le nostre tre storie hanno deluso alcuni lettori.
        Non sappiamo nulla di serio sulla levitazione, sull'immortalità, ecc.
        Tuttavia l'uomo ha il dono dell'ubiquità, vede a distanza, ecc.
        Che cosa chiamate macchina?
        Come forse nacque il primo uomo sveglio.
        Sogno favoloso ma ragionevole sulle civiltà scomparse.
        Apologo della pantera.
        La scrittura di Dio.

465 VIII Alcuni documenti sullo stato di risveglio
        Un'antologia da fare.
        Le teorie di Gurdjiev.
        La mia appartenenza alla scuola del risveglio.
        Un racconto di Raymond Abellio.
        Un ammirevole scritto di Gustav Meyrinck, genio misconosciuto.

481  IX Il punto di là dall'infinito
        Dal surrealismo al realismo fantastico.
        Il Punto Supremo.
        Diffidare delle Immagini.
        La follia di Georg Cantor.
        Lo yogin e il matematico.
        Un'aspirazione fondamentale dell'uomo.
        Un estratto da una geniale novella di Jorge Luis Borges.

492   X Fantasticheria sui mutanti
        Il bambino astronomo.
        Un accesso di febbre dell'intelligenza.
        Teoria delle mutazioni.
        Il mito dei Grandi Superiori.
        I Mutanti fra di noi.
        Dall'Horla a Leonhard Euler.
        Una società invisibile di Mutanti?
        Nascita dell'essere collettivo.
        L'amore del vivente.


 

 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 19

Introduzione


Ho scarsissima abilità nei lavori manuali e me ne dispiace molto. Sarei migliore se le mie mani sapessero lavorare. Mani che fanno qualche cosa di utile, penetrano nel profondo dell'essere e vi schiudono una sorgente di bontà e di pace. Il mio patrigno (che chiamerò qui mio padre perché fu lui ad allevarmi) era un artigiano, un sarto. Era un'anima possente, realmente uno spirito-messaggero. Talvolta diceva sorridendo che il tradimento dei "chierici" era cominciato il giorno in cui uno di essi aveva rappresentato per la prima volta un angelo con le ali: al cielo si sale con le mani.

Nonostante la mia mancanza di abilità, ho tuttavia rilegato un libro. Avevo sedici anni. Ero allievo del corso complementare di Juvisy, nella periferia povera. Il sabato pomeriggio potevamo scegliere tra lavorare il legno o il ferro, il modellismo o la rilegatura. A quel tempo leggevo i poeti, e soprattutto Rimbaud. Tuttavia feci violenza a me stesso e non rilegai Une Saison en Enfer. Mio padre possedeva una trentina di libri, sistemati nello stretto armadio della sua bottega, con le bobine, le bacchette di gesso, le spolette e i modelli. Vi erano anche, in quell'armadio, migliaia di appunti presi con una scrittura diligente, su un angolo del tavolo, durante le innumerevoli notti di lavoro. Di quei libri avevo letto Il Mondo prima della Creazione dell'Uomo di Flammarion, e stavo scoprendo Dove va il Mondo? di Walter Rathenau. Fu proprio l'opera di Rathenau che mi misi a rilegare, non senza fatica. Rathenau era stato la prima vittima dei nazisti, ed eravamo nel 1936. Nel piccolo laboratorio del corso complementare, ogni sabato, facevo il mio lavoro manuale per amore di mio padre e del mondo operaio. Il primo maggio offrii, con un mazzetto di mughetti, il Rathenau rilegato in cartone.

In quel libro mio padre aveva sottolineato a matita rossa una frase che è rimasta sempre nella mia memoria: "Anche un'epoca di oppressione è degna di rispetto, perché essa è opera non degli uomini ma dell'umanità, dunque della natura creatrice, che può essere dura, ma non è mai assurda. Se l'epoca che noi viviamo è dura, abbiamo tanto piú il dovere di amarla, di penetrarla con il nostro amore, fino a quando non avremo spostato le pesanti masse di materia che nascondono la luce che risplende dall'altra parte".


"Anche un'epoca di oppressione..." Mio padre morí nel 1948, senza aver mai smesso di credere nella natura creatrice, senza aver mai smesso di amare e penetrare col suo amore il mondo doloroso in cui viveva, senza aver mai cessato di sperare che avrebbe visto risplendere la luce dietro le pesanti masse di materia. Apparteneva alla generazione dei socialisti romantici che avevano i loro idoli in Victor Hugo, in Romain Rolland, in Jean Jaurés, portavano grandi cappelli, e conservavano un piccolo fiore blu nelle pieghe della bandiera rossa. Al confine tra la mistica pura e l'azione sociale, mio padre, attaccato piú di quattordici ore al giorno al suo tavolo di lavoro - vivevamo sull'orlo della miseria - conciliava un ardente sindacalismo con la ricerca della liberazione interiore. Nei gesti rapidi e umili del suo mestiere, aveva introdotto un metodo di concentrazione e di purificazione spirituale su cui ha lasciato centinaia di pagine. Facendo occhielli, stirando stoffe, irradiava la sua personalità. Il giovedì e la domenica i miei compagni si riunivano intorno al suo tavolo, per ascoltarlo e per sentire la sua forte personalità, e la maggior parte di essi ne ebbero la vita cambiata.

Pieno di fiducia nel progresso e nella scienza, credeva nell'avvento del proletariato e si era costruito una potente filosofia. Aveva avuto una specie di illuminazione leggendo l'opera di Flammarion sulla preistoria. Poi, guidato dalla sua passione, aveva letto opere di paleontologia, di astronomia, di fisica. Senza preparazione, aveva tuttavia penetrato profondamente gli argomenti. Parlava press'a poco come Teilhard de Chardin , che allora noi ignoravamo: "Ciò che il nostro secolo sta per vivere è piú considerevole dell'apparizione del buddismo! Ormai non si tratta piú di attribuire facoltà umane a questa o a quella divinità. È la potenza religiosa della terra che subisce in noi una crisi definitiva: quella della propria scoperta. Noi cominciamo a comprendere, e per sempre, che la sola religione accettabile dall'uomo è quella che gli insegnerà prima di tutto a riconoscere, amare e servire con passione l'universo di cui egli è l'elemento piú importante". Egli pensava che l'evoluzione non si confonde col trasformismo, ma che essa è integrale e ascendente, che accresce la densità psichica del nostro pianeta e lo prepara a prendere contatto con le intelligenze degli altri mondi, ad avvicinarsi all'anima stessa del cosmo. Per lui la specie umana non aveva ancora raggiunto la sua compiutezza. Essa progrediva verso uno stato di supercoscienza, attraverso l'innalzarsi della vita collettiva e la lenta creazione di uno psichismo unanime. Diceva che l'uomo non è ancora compiuto e salvo, ma che le leggi di condensazione dell'energia creatrice ci permettono di alimentare, su scala cosmica, una formidabile speranza. E non perdeva di vista questa speranza. Da quel piano egli giudicava con serenità e dinamismo religioso le cose di questo mondo, andando a cercare molto lontano, molto in alto un ottimismo e un coraggio immediatamente e realmente utilizzabili. Nel 1948 la guerra era appena terminata, e già rinascevano minacce di battaglie, e questa volta atomiche. E tuttavia egli considerava le inquietudini e i dolori presenti come le negative di un'immagine magnifica. Vi era un filo che lo collegava al destino spirituale della Terra, ed egli proiettava, sull'epoca di oppressione in cui compiva la sua vita di lavoratore, nonostante immense pene intime, molta fiducia e molto amore.

Mori nelle mie braccia, la notte del 31 dicembre e, prima di chiudere gli occhi, mi disse: «Non bisogna contare troppo su Dio, ma forse Dio conta su di noi...».

[...]

[...] Freud spiega tutto, Il Capitale spiega tutto, ecc. Quando diciamo pregiudizi, dovremmo dire superstizioni. Ve ne sono di antiche e di moderne. Per certe persone nessun fenomeno di civiltà è comprensibile se non si ammette, alle origini, l'esistenza dell'Atlantide. Per altre il marxismo basta a spiegare Hitler. Alcuni vedono Dio in ogni genio, altri non vi vedono che il sesso. Tutta la storia umana è templare, a meno che non sia hegeliana. Il nostro problema dunque è di rendere sensibile, allo stato elementare, l'alleanza tra il meraviglioso e il positivo nell'uomo singolo o nell'uomo in società, come lo è in biologia, in fisica, o nelle matematiche moderne, in cui si parla molto apertamente e, tutto sommato, molto semplicemente, di "Altrove Assoluto", di "Luce Interdetta" e di "Numero Quantico di Stranezza".

"Su scala cosmica (tutta la fisica moderna ce l'insegna) solo il fantastico ha possibilità di essere vero" dice Teilhard de Chardin. Ma per noi anche il fenomeno umano deve misurarsi su scala cosmica. È ciò che affermano i piú antichi testi di saggezza, È anche ciò che dice la nostra civiltà che comincia a lanciare missili verso í pianeti e cerca contatti con altre intelligenze. La nostra posizione è quindi quella di uomini testimoni della realtà del proprio tempo.

A considerarlo da vicino, il nostro atteggiamento, che introduce il realismo fantastico delle scienze superiori nelle scienze umane, non ha nulla di originale. D'altronde, noi non pretendiamo di essere originali. L'idea di applicare le matematiche alle scienze non era certo sbalorditiva: tuttavia ha dato risultati molto nuovi e importanti. L'idea che l'universo non è forse ciò che se ne sa, non è originale: ma guardate come Einstein sconvolge tutto applicandola.

Infine è evidente che col nostro metodo, un'opera come la nostra, fondata col massimo di onestà e il minimo di ingenuità, deve suscitare più interrogativi che soluzioni. Un metodo di lavoro non è un sistema di pensiero. Noi non crediamo che un sistema, per quanto geniale, possa illuminare completamente la totalità del vivente che ci occupa. Si può indefinitamente manipolare il marxismo senza arrivare a integrare il fatto che Hitler ebbe più volte coscienza, con terrore, che il Superiore Sconosciuto era andato a visitarlo. E si poteva torcere in tutti i sensi la medicina anteriore a Pasteur senza spremerne l'idea che le malattie sono causate da esseri viventi troppo piccoli perché siano visibili. Tuttavia, è probabile che vi sia una risposta globale e definitiva a tutti gli interrogativi che noi solleviamo, e che noi non l'abbiamo intesa. Niente è escluso, né il sí, né il no. Non abbiamo scoperto nessun guru; non siamo diventati i discepoli di un nuovo messia; non proponiamo dottrine. Abbiamo tentato di aprire al lettore il maggior numero possibile di porte, e poiché la maggior parte di esse si aprono dall'interno, ci siamo tirati da parte per lasciarlo passare.


Lo ripeto: ai nostri occhi, il fantastico non è l'immaginario. Ma un'immaginazione potentemente applicata allo studio della realtà scopre che è molto tenue il confine tra il meraviglioso e il positivo, o, se preferite, tra l'unverso visibile e l'universo invisibile. Esistono forse uno o più universi paralleli al nostro. Penso che non avremmo incominciato questo lavoro se, nel corso della nostra vita, non ci fosse capitato di sentirci realmente, fisicamente, a contatto con un altro mondo. Per Bergier questo è avvenuto a Mauthausen. Su un diverso piano, per me questo si è verificato quando frequentavo Gurdjiev. Le circostanze sono ben diverse, ma il fatto essenziale è lo stesso.

L'antropologo americano Loren Eiseley, il cui pensiero si avvicina al nostro, racconta un bell'episodio che esprime bene ciò che voglio dire: "Incontrare un altro mondo" egli dice "non è soltanto un fatto immaginario. Questo può capitare agli uomini. Anche agli animali. Talvolta i confini si spostano o si compenetrano: basta essere lí in quel momento. Ho visto capitare questo ad un corvo. Quel corvo è mio vicino. Non gli ho mai fatto il minimo male, ma egli ha la precauzione di tenersi sulla cima degli alberi, di volare alto e di evitare l'umanità. Il suo mondo comincia dove la mia debole vista si arresta. Ora, una mattina, tutta la nostra campagna era immersa in una nebbia straordinariamente fitta, e io andavo brancolando verso la stazione. Bruscamente, all'altezza dei miei occhi, apparvero due immense ali nere, precedute da un gigantesco becco, e il tutto passò come un lampo lanciando un grido di terrore tale che io mi auguro di non sentire mai piú nulla di simile. Quel grido mi ossessionò tutto il pomeriggio. Mi capitò di scrutarmi nello specchio, domandandomi che avessi di cosí rivoltante...

"Finalmente capii. Il confine tra i nostri due mondi si era spostato, a causa della nebbia. Quel corvo, che credeva di volare all'altezza abituale, aveva improvvisamente visto uno spettacolo sconcertante, contrario, per lui, alle leggi della natura.

"Aveva visto un uomo che camminava nell'aria, nel cuore stesso del mondo dei corvi. Si era imbattuto in una manifestazione della stranezza piú assoluta che un corvo possa concepire: un uomo volante...

"Ora, quando mi vede, dall'alto, manda piccoli gridi, e io riconosco in quei gridi l'incertezza di uno spirito il cui universo è stato scosso. Non è più, non sarà mai piú come gli altri corvi...„


Questo libro non è un romanzo, benché il proposito sia romanzesco. Non appartiene alla fantascienza, benché vi si costeggino miti che ispirano quel genere. Non è una raccolta di fatti bizzarri, benché l'Angelo del Bizzarro vi si trovi a suo agio. Non è neanche un contributo scientifico, il veicolo di un insegnamento ignoto, una testimonianza, un documentario, o materia per un romanzo. È il racconto, a volte trasfigurato e a volte esatto, di un primo viaggio nei campi della conoscenza ancora poco esplorati. Come nei quaderni dei navigatori del Rinascimento, vi si mescolano il magico e il vero, l'estrapolazione azzardata e la visione esatta. Dipende dal fatto che non abbiamo avuto né il tempo né i mezzi di approfondire l'esplorazione. Noi non possiamo fare altro che suggerire ipotesi e tracciare schizzi di vie di comunicazione tra quei diversi campi che, per il momento, sono ancora terre precluse. Su quelle terre precluse, noi non abbiamo fatto che brevi soggiorni. Quando saranno state meglio esplorate, senza dubbio ci si accorgerà che molte nostre affermazioni sono deliranti, come i resoconti di Marco Polo. È un'eventualità che noi accettiamo serenamente. "Il libro di Pauwels e Bergier conteneva una buona dose di sciocchezze." Ecco che cosa si dirà. Ma se questo libro avrà invogliato a investigare di piú, noi avremo raggiunto il nostro scopo. Noi potremmo scrivere, come Fulcanelli che tentava di penetrare e rappresentare il mistero delle cattedrali: "Lasciamo al lettore la cura di fare tutti gli accostamenti utili, di coordinare le versioni, di isolare la verità positiva combinata con l'allegoria leggendaria in questi frammenti enigmatici". Tuttavia la nostra documentazione non deve nulla a maestri nascosti, a libri sepolti o ad archivi segreti. Essa è vasta ma accessibile a tutti. Per non appesantire eccessivamente l'opera, abbiamo evitato di moltiplicare i riferimenti, le note a pie' di pagina, le indicazioni bibliografiche, ecc. Talvolta abbiamo proceduto per immagini e allegorie, per amore di efficacia e non per quel gusto del mestiere, cosí vivo negli esoterici, che ci fa ricordare questo dialogo dei Marx Brothers:

«Di', c'è un tesoro nella casa accanto.»

«Ma non c'è nessuna casa accanto.»

«Ebbene, ne costruiremo una!»


Come ho detto, questo libro deve molto a Jacques Bergier. Non soltanto nella sua teoria generale che è il risultato della fusione del nostro pensiero, ma anche nella sua documentazione. Tutti coloro che hanno conosciuto da vicino questo uomo dalla memoria sovrumana, dalla divorante curiosità e - ciò che è ancora piú raro - dalla costante presenza di spirito, mi crederanno facilmente se dico che in un lustro Bergier mi ha fatto guadagnare venti anni di lettura attiva. In quel possente cervello funziona una formidabile biblioteca; la scelta, la classificazione, le connessioni piú complesse si stabiliscono a velocità elettronica. Lo spettacolo di quella intelligenza in movimento ha sempre prodotto in me un'eccitazione delle mie facoltà senza la quale non mi sarebbero state possibili la concezione e la redazione di questa opera. In un ufficio di rue de Berri, che un grande editore generosamente aveva messo a nostra disposizione, abbiamo raccolto un gran numero di libri, di riviste, di resoconti, di giornali in tutte le lingue, e una segretaria scrisse sotto dettatura migliaia di pagine di appunti, citazioni, traduzioni, riflessioni. In casa mia, a Mesnil-le-Roi, tutte le domeniche continuavamo la nostra conversazione, intramezzata da letture, e io mettevo per iscritto, la notte stessa, l'essenziale dei nostri ragionamenti, le idee che ne erano sorte, i nuovi indirizzi di ricerca che essi ci avevano suggerito. Ogni giorno, per cinque anni, mi sono messo al tavolo di lavoro all'alba, perché poi mi attendevano lunghe ore di ricerche fuori casa. Poiché in questo mondo a cui non vogliamo sottrarci le cose sono quelle che sono, la questione del tempo è una questione di energia. Ma ci sarebbero occorsi ancora dieci anni, molti mezzi materiali e numerosi collaboratori per cominciare a condurre in porto la nostra impresa. Noi vorremmo, se un giorno disponessimo di un po' di denaro, procurato qua o là, creare e animare una specie di istituto in cui si proseguissero gli studi iniziati appena in questo libro. Spero che queste pagine, se hanno un qualche valore, ci aiutino. Come dice Chesterton , "l'idea che non cerca di divenire parola è una cattiva idea, e la parola che non cerca di divenire azione è una cattiva parola".

| << |  <  |