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Pagina 53
[ camere, recherche, cenestesi ]
Il punto di partenza, come in
«Un homme qui dort», sono i primi
paragrafi della «Recherche du temps
perdu». Come probabilmente la
maggior parte delle persone, mi
sono che potevo, quando ero
coricato al buio, resuscitare
pressoché senza sforzo una vecchia
camera, ritrovare la disposizione
dei muri rispetto al letto, dei
mobili, delle porte e delle
finestre, e percepire quasi
fisicamente il ricordo cenestesico
della posizione del mio corpo
rispetto alla camera. «Lieux où
j'ai dormi» sarà una specie di
catalogo di camere, la cui
rievocazione minuziosa (insieme a
quella dei relativi ricordi)
delineerà una specie di
autobiografia vespertina. Un
modello, lontano, di un simile
libro, potrebbe essere «Nuits sans
nuits» di Leiris.
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Pagina 61
[ verità, mezzo/fine, massime, aforismi ]
«Il mezzo fa parte della verità
come pure il risultato...» È da
tempo che mi trascino dietro questa
frase. Ma mi è diventato sempre più
difficile credere che me la caverò
con l'aiuto di massime, citazioni,
slogan o aforismi: ne ho consumata
una tonnellata: «Larvata prodeo»,
«Scrivo per percorrermi», «Open the
door and see all the people» ecc.
Alcuni riescono ancora ad
affascinarmi, a commuovermi, hanno
sempre l'aria di essere ricchi
d'insegnamenti, ma si
possono rigirare a piacimento,
abbandonare, riprendere, posseggono
tutta la docilità che viene loro
richiesta.
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Pagina 64
[ scrittura ]
Non so cosa mi aspettassi dalla
scrittura quando, quindici anni fa,
ho cominciato a scrivere. Ma mi
sembra di cominciare a capire, al
tempo stesso, l'attrazione che la
scrittura esercita - e continua a
esercitare - su di me, e la
frattura che tale attrazione svela
e racchiude.
La scrittura mi protegge. Vado
avanti facendomi scudo delle mie
parole, delle mie frasi, dei miei
paragrafi abilmente concatenati,
dei miei capitoli astutamente
programmati. Non manco
d'ingegnosità.
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