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| << | < | > | >> |Pagina 3 [ inizio libro ]- Voi, Rischi, mettetevi a rapporto! - fece brusco il maggiore. - Che vi piglia? - Le antenne radar lo facevano rassomigliare a un diavolo, un Satana giovane, sonnacchioso e col mento sfuggente, ma pur sempre pericoloso.
- Sissignore - rispose Steve Ryeland, che stava
guardandosi intorno. Era Reykjavik: un mondo nuovo per lui
che veniva da un campo di internamento del Servizio di
Sicurezza, oltre il Circolo Artico. Ryeland osservava,
attonito, - i fabbricati alti trecento metri, i jets e i
razzi che saettavano sopra l'aeroporto. L'ometto che gli
stava vicino starnutí, e gli diede di gomito. - Va bene -
disse Ryeland. Ed entrò nella nuda stanza di sicurezza.
Sulla telescrivente installata in un angolo (ce n'era una in
ogni stanza) batté questo messaggio:
Informazione: Steven Ryeland, Rischio, AWC-384440, e
O.B. Oporto, Rischio XYZ-99942, arrivati a. . .
Ryeland lesse la scritta in codice sulla targa
d'identificazione della macchina, e trasmise:
... Stazione 3-Raggio 4-261, Reykjavik, Islanda.
Domanda: quali sono gli ordini personali?
La Macchina Progettatrice inviò immediatamente la risposta: una «R». Aveva ricevuto il messaggio, lo aveva compreso e registrato. In seguito, avrebbe dato gli ordini. Una ragazza dell'Assistenza fece capolino nella stanza, sorridendo: ma non appena notò i collari che portavano Ryeland e il suo compagno, il sorriso si tramutò in una dura smorfia. Fece un cenno al maggiore e se ne andò.
Il campanello della telescrivente squillò, e sulla
strisciolina di carta comparvero queste parole:
Azione: Andare al Treno 667 Binario 6 Scompartimento 93.
Ryeland accusò ricevuta e il maggiore, che sbirciava sopra alla sua spalla, disse con un sorrisetto maligno: - Secondo me, è un biglietto di sola andata per la Banca dei Corpi! - Sissignore - rispose Ryeland, che non aveva nessuna voglia di iniziare una discussione in cui sapeva che non avrebbe potuto avere la meglio. Nessun Rischio poteva aver ragione con chi portava le antenne radar. - Be', muoveteví - ordinò il maggiore. - E, Ryeland... - Sissignore? L'altro strizzò l'occhio. - Grazie per la partita a scacchi. Spero di rivedervi. Qualche vostra parte, almeno! - E si allontanò, ridacchiando, con un ultimo avviso: - Niente divagazioni, eh! - Non dubitate - rispose piano Ryeland, portando una mano al collare. Oporto starnutí un'altra volta. - Andiamo! - borbottò. - Subito. Quali sono i dati? L'ometto bruno sorrise: -. Treno 667, Binario 6, Scompartimento 93. È molto semplice... etciú! Accidenti! - si lamentò. - Mi sta venendo il raffreddore. Usciamo, qui c'è corrente. Ryeland lo precedette verso una vettura che li aspettava fuori. Tutti coloro in cui si imbattevano, viaggiatori, inservienti dell'aeroporto, e altri, non appena notavano il collare distoglievano lo sguardo. Nessuno rivolse loro la parola. Ryeland perforò nella scheda i numeri di codice corrispondenti alla loro destinazione, e la vettura si mise in moto lungo il grande viale, verso un enorme fabbricato marmoreo situato dalla parte opposta della città.
Al di sopra dell'ampio ingresso era incisa questa
scritta:
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