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| << | < | > | >> |Pagina 11Potrei dire che Mix è il gatto di Max, oppure che Max è l'umano di Mix, ma come ci insegna la vita non è giusto che una persona sia padrona di un'altra persona o di un animale, quindi diciamo che Max e Mix, o Mix e Max, si vogliono bene. Max e Mix, o Mix e Max, vivevano in una casa di Monaco di Baviera e la casa era in una strada fiancheggiata da alti ippocastani, splendidi alberi che d'estate offrivano una bella ombra e che furono sempre la grande gioia di Mix e la grande preoccupazione di Max. Quando Mix era piccolino, approfittando di una distrazione di Max e dei suoi fratelli, uscì in strada, sentì il richiamo dell'avventura, si arrampicò sui rami più alti di un ippocastano e, una volta lassù, scoprì che scendere era più difficile che salire, perciò tenendosi ben stretto al ramo cominciò a miagolare per chiedere aiuto. Max, che era altrettanto piccolino, salì sull'albero deciso a riportare giù Mix, ma quando arrivò ai rami più alti guardò in basso, ebbe le vertigini e scoprì che nemmeno lui era capace di scendere. Un vicino di casa chiamò i pompieri, che arrivarono con un grande camion rosso pieno di scale. Dal basso, i fratelli di Max, i vicini e il postino gridavano: «Non ti muovere, Max! Non ti muovere, Mix!» Il capo dei pompieri aveva un casco splendente e prima di salire sulla scala telescopica volle sapere chi si chiamava Max e chi si chiamava Mix. Nel frattempo, sul ramo più alto dell'ippocastano, Max teneva stretto Mix e gli diceva: «Accidenti, guarda che guaio abbiamo combinato... Mix, promettimi che non ti arrampicherai mai più in cima a un albero senza aver prima imparato a salire e scendere dai rami più bassi.» Questo Max lo disse sul ramo più alto dell'ippocastano, perché Mix era suo amico e gli amici si danno man forte, si insegnano tante cose, condividono i successi e gli errori.
Una volta a terra, Max e Mix ascoltarono
gli ammonimenti del capo dei pompieri e tornarono a casa tutti coperti di
polline di ippocastano.
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