|
|
| << | < | > | >> |Pagina 11 [ inizio libro ]Il cielo, che gravava minaccioso a pochi palmi dalle teste, sembrava una pancia d'asino rigonfia. Il vento, tiepido e appiccicoso, spazzava via alcune foglie morte e scuoteva con violenza i banani rachitici che decoravano la facciata del municipio.| << | < | > | >> |Pagina 58 [ leggere ]«Diritto a che?»«Al voto. Al suffragio universale e segreto. A scegliere democraticamente fra i tre candidati che aspirano alla prima magistratura. Hai capito?» «Nemmeno una parola. Quanto mi costa questo diritto?» «Ma niente, amico. Non per nulla è un diritto.» «E chi devo votare?» «E lo domandi? Sua eccellenza, il candidato del popolo.» Antonio José Bolívar votò il prescelto, e in cambio dell'esercizio del suo diritto ricevette una bottiglia di Frontera. Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l'antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia. Sapeva leggere. Ma non aveva niente da leggere. | << | < | > | >> |Pagina 132 [ fine libro ]Antonio José Bolívar Proaņo si tolse la dentiera, l'avvolse nel fazzoletto, e senza smettere di maledire il gringo primo artefice della tragedia, il sindaco, i cercatori d'oro, tutti coloro che corrompevano la verginità della sua Amazzonia, tagliò con un colpo di machete un ramo robusto, e appoggiandovisi si avviò verso El Idilio, verso la sua capanna, e verso i suoi romanzi, che parlavano d'amore con parole così belle che a volte gli facevano dimenticare la barbarie umana.| << | < | |