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| << | < | > | >> |Pagina 15I N T E R L U D I OFoglie cremisi che cadono NOVEMBRE 1975, KYOTO, GIAPPONE KIICHI SHIMANO, il sensei capo della Scuola di calligrafia Daizen, gettò uno sguardo fuori del suo studio, nel giardino. La brezza autunnale aveva strappato dall'acero le foglie cremisi e le aveva sparpagliate sul terreno ricoperto di muschio, creando un motivo che era casuale, e tuttavia possedeva un forte equilibrio e un ritmo vivace. Così facile per la natura, così difficile per l'artista. La differenza deve risiedere nel fatto che l'artista crea con il pensiero e i sentimenti. La natura crea la sua arte senza nessuna delle due cose e obbedisce solo a poche semplici regole - la gravità, la forza del vento, il cambiamento delle stagioni - in infinite combinazioni.
Il sensei Daizen prese il pennello da calligrafo mentre si
concentrava sul kanji per «cremisi». La parola era parte di una poesia che
aveva appena iniziato:
Foglie cremisi che cadono... Doveva riconoscere che non era un granché come poesia. Non aveva tempo per scrivere poesie migliori, non da quando era stato nominato ventinovesimo sensei capo della scuola Daizen, qualche mese prima. Programmare le lezioni, assegnare gli studenti agli insegnanti della scuola, giudicare le gare, occuparsi delle finanze: questi erano alcuni dei molti doveri che aveva ereditato quale sensei Daizen. E c'erano le interviste, l'ultima aveva avuto luogo proprio quella mattina, per un programma mattutino in diretta da una stazione televisiva di Osaka. L'intervistatrice, sebbene entusiasta (fin troppo a tratti) sembrava interessata solo agli aspetti superficiali dello shodo: "Che tipo di pennello usa? Dove si procura l'inchiostro? Con che frequenza si esercita? Per "quanto tempo?" Esaurito il suo repertorio, gli aveva chiesto l'età e, quando lui aveva risposto, lo aveva battezzato "Giovane Sensei", aveva trentaquattro anni - quindici o venti in meno del solito per un nuovo sensei capo - ed era il secondo più giovane sensei Daizen. Il più giovane era stato il samurai Sakata, il quindicesimo sensei capo, conosciuto come il padre dell'era attuale, quella della callìgrafia giapponese competitiva. L'ultima domanda della giornalista era stata: come pensa di comportarsi il Giovane Sensei nel prossimo Concorso Daizen-Kurokawa? La giornillista si riferiya alla gara tra la sua scuola e la Scuola di calligrafia Kurokawa. Il sensei Daizen aveva previsto la domanda e aveva preparato una breve storia del concorso nel caso che la giornalisia gliel'avesse chiesto: nel 1659, Sakata e il fondatore della scuola Kurokawa diedero inizio al Concorso di calligrafia Daizen~Kurokawa, tutttora il più pretigioso del Giappone. Tenutosi da allora ogni tre anni, serviva ad assicurare che le due scuole mantenessero il loro primato. Il sensei Daizen aveva risposto che non sapeva che risultato avrebbe ottenuto, ma si sarebbe impegnato a fondo per fare del suo meglio. Sperava che l'intervistatrice gli chiedesse perché la calligrafia, se praticata in modo corretto, è intrisa di potere spirituale. Voleva che gli chiedessè perché è necessario dedicare alla calligrafia tanto esercizio persino per raggiungere risultati mediocri. | << | < | > | >> |Pagina 108La madre finì di pulire il piano della stufa e mise sul fornello il bollitore. Tina si sedettte a osservarla muoversi per la cucina e ripetere i gesti che sapeva a memoria. Avrebbe potuto preparare il tè a occhi chiusi.Hanako lasciò cadere alcune foglie di tè verde nella teiera. "Come va la scuola?" "Benissimo. Abbiamo imparato come si usa la macchina della risonanza magnetica, sai, quella che si usa per ricavare immagini dell'interno del corpo." "Guarderai all'interno, Ha-chan?" Hanako toccò il bollitore con il palmo della mano, poi versò l'acqua dnella teiera. La portò in tavola e si sedette. "Un giorno o l'altro. Mamma, Hai preso la medicina?" Hanako annuì dopo un momento. Tina non le credette. "Mamma, non voglio vederti soffrire". Hanako si alzò e disse al lavandino:"Sto bene". "Allora perchè ti fai fare quel reiki da Mr Robert? Perchè hai quell'espressione come se qualcuno ti stesse pugnalando?" La madre non disse nulla. Tina voltò la testa e vide la donna che si aggrappava al lavandino, scossa dai fremiti. Balzò al suo fianco. "Stai bene?" Mise un braccio attorno alle spalle della madre. La sentiva tremare, come se il suo corpo fosse colpito da una serie di scosse. "Mamma? Vuoi che chiami il dottore?" Hanako scosse il capo. Due scatti veloci, da robot. Poi il corpo l'abbandonò e la donna crollò contro la figlia. "Gomen nasai". disse. Mi dispiace. |