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| << | < | > | >> |IndiceRock e rivoluzione di Matteo Guarnaccia 3 Anteprima 21 All'assalto della cultura 58 Prendete a calci il sistema, bastardi! 63 Dichiarazione delle Pantere Bianche 99 Le Pantere Bianche sono in giro 104 Il rock and roll è un'arma della rivoluzione culturale 108 Radio libere 117 La nostra cultura è rivoluzionaria 124 Siamo un popolo! 134 Massacro a Stonehead Manor 160 Poeta militante di Vito Laterza 173 |
| << | < | > | >> |Pagina 3PrefazioneRock e rivoluzione
di Matteo Guarnaccia
"Assalto totale alla cultura con ogni mezzo necessario, incluso suonare rock'n'roll, fumare erba e fare sesso sulla pubblica via, sino alla distruzione del capitalismo". Con questa strampalata e roboante premessa si apriva il documento costitutivo del Partito delle Pantere Bianche, fondato nel novembre del 1968 da un gruppo di studenti, drop out e artisti freak dell'area Detroit-Ann Arbour, rodati nella lotta per i diritti civili e contro la guerra. A dispetto degli stereotipi correnti, non si trattava di figli dei fiori, anche perché l'anno dell'Estate dell'Amore, il 1967, a Detroit (capitale dell'industria automobilistica mondiale, soprannominata Motor City o Motown) si era manifestato con una delle più distruttive sommosse che abbia mai colpito una città americana. La "12th Street Riot", cinque giorni di follia e incendi, risultato dell'esplosione delle forti tensioni sociali che covavano in città, scatenata da un banale controllo della polizia in uno spaccio di liquori illegali. Per i media fu una rivolta "razziale", in realtà fu una rivolta popolare contro il progressivo degrado della città, condannata da un piano regolatore sconclusionato che favoriva la fuga in massa della classe media bianca nei sobborghi. Dopo l'intervento dell'esercito e della Guardia Nazionale, si contarono ben 43 morti, 467 feriti, oltre settemila arresti e 2000 edifici distrutti dalle fiamme. La scelta del nome "Pantere Bianche" era una risposta all'invito del leader delle Pantere Nere, Huey P. Newton, che aveva sollecitato gli attivisti bianchi a dare un segno tangibile del loro supporto alla lotta degli afroamericani. La dichiarazione portava la firma del poeta John Sinclair, ironicamente autoproclamatosi "ministro dell'informazione delle Pantere Bianche"; che da lì a pochi mesi sarebbe finito in carcere condannato a dieci anni di reclusione per aver offerto (gratuitamente) due sigarette di marijuana a una donna poliziotto infiltrata nella sua comune. Una condanna spropositata che aveva come obiettivo quello di togliere dalla circolazione uno degli attivisti culturali più effervescenti della zona. Quel ministro da operetta era da tempo considerato un vero rompiscatole dalla polizia, anzi per usare le parole delle autorità al processo, 'una minaccia per la sicurezza e l'ordine delle istituzioni, un pericolo per la società, una rovina per il benessere della nazione'. A dispetto dello stile iperbolico e fanfaronesco dei suoi comunicati, densi di retorica e ingenuità, si fa fatica a credere che il governo degli Stati Uniti abbia veramente preso sul serio un arruffato e stonato poeta pacifista, appassionato di jazz, amorevole padre di due bambine, organizzatore di eventi culturali, manager di un esagitato gruppo rock, gli MC5, distributore di prodotti alimentari biologici, responsabile di una casa editrice underground. L'episodio la dice lunga sul clima avvelenato del periodo, uno dei più tormentati della storia del Paese, quando divenne evidente a tutti che la fessura del gap generazionale si stava trasformando in un fossato. Questo libro, pubblicato originariamente nel 1972, è un testo di storia, utile per toccare con mano lo spirito del tempo. Θ, tra le altre cose, la cronaca di un grande malinteso, supportato da una forte dose di paranoia. Il malinteso, orgogliosamente coltivato dai giovani ribelli dell'epoca, stava nel credere che la loro età anagrafica fosse di per sé rivoluzionaria (come i capelli lunghi, gli spinelli e tutti gli elementi scenici e pirotecnici utili a offendere gli adulti) e che la "loro" musica, il rock, potesse cambiare il mondo. La paranoia è quella, pericolosa, che circola da sempre nelle vene del potere degli Stati Uniti d'America, e che ritorna ciclicamente allo scoperto con esiti drammatici (vedi caccia alle streghe maccartista) oscurando l'indiscutibile forza del suo sistema democratico. | << | < | > | >> |Pagina 21Anteprima
"Ciò che nei ribelli bianchi più allarma i loro vecchi è anche strumento di
rivolta: i capelli lunghi, i nuovi balli, il loro amore per la musica nera,
l'uso di marijuana, l'approccio mistico al sesso. Hanno rivolto questi strumenti
contro la struttura totalitaria della società americana, che si propongono di
cambiare".
Eldridge Cleaver,
Anima in ghiaccio
Questo libro parla di un mucchio di cose diverse, ma soprattutto è un libro sulla musica rock and roll e sul nuovo stile di vita che si è sviluppato attorno a questa musica. Noi lo chiamiamo "cultura dell'arcobaleno" e il rock and roll è il sole che splende attraverso questo arcobaleno, che gli fornisce un senso, la fonte di energia che muove il "popolo dell'arcobaleno", che lo fa ardere e vibrare di vita nuova. Ma non dovrei parlare di "popolo", dovrei dire "noi": questo libro è stato scritto dall'interno della colonia dell'arcobaleno, è un documento di quella vita, e se queste pagine hanno un senso è perché la mia esperienza è una sola con quella di tutti i fratelli e le sorelle dell'arcobaleno: abbiamo tutti lottato per sopravvivere e crescere dentro al ventre della bestia decadente dell'Occidente. Un esercito della chitarra, ecco quello che siamo: un'orda trasandata di santi barbari in marcia verso il futuro, sospinti in avanti da una potente carica sonora. "La sfrenata armonia del bisogno" ho letto tempo fa, e vale anche oggi. Un canto: la fragorosa armonia dell'essere, che ci fa tremare e rotolare to rock, to roll fuori dalle nostre teste, in quello che posso solo chiamare "un futuro post-occidentale". Una nuova e sacra armonia basata su un'economia della post-scarsità, la convivialità, la condivisione, un riflesso internazionale e la profondità della tecnologia elettronica: tutto questo cristallizzato e messo a fuoco dall'occhio magico dell'LSD e dalla pulsazione martellante della nostra musica, resa di nuovo sensibile e pronta a proiettarsi nel futuro dell'umanità, per quanto possibile.
Così il compito di questo libro è definire chi siamo e cosa potremo fare di
noi stessi, caduti in questo mondo. Ma è anche un
documento del mio cammino, del cammino della gente con cui
lavoro, della nostra ricerca. Siamo partiti come gli altri, con
poche idee di quello che facevamo e delle nostre possibilità, e
abbiamo imparato con gli errori che si fanno nel corso dell'apprendimento.
Qualsiasi siano le nostre ideologie, le nostre teorie, abbiamo comunque percorso
una strada in salita.
1. Radici
"L'esperienza individuale / in quanto nazionale / e in quanto legame
nella catena dell'esistenza nazionale / cessa di essere individuale / limitata /
e ristretta / e si apre alla verità della nazione e del pianeta":
Frantz Fanon,
I dannati della terra
Sono nato a Flint, Michigan, il 2 ottobre 1941 e sono cresciuto nella piccola città americana di Davison, Michigan, dove ho trascorso i primi 17 anni della mia vita. Mio padre, Jack Sinclair, ha lavorato per la Buick Motors di Flint per 43 anni. Cresciuto in una fattoria di semi di soia a Kinde, Michigan (il centro mondiale della soia), se n'è andato di casa viaggiando in autostop per tre giorni dopo aver smesso di andare a scuola, si è fermato una notte a Flint, ha sentito dire che assumevano alla Chevrolet, ha trovato lavoro portando l'acqua agli operai della catena di montaggio, poi è passato alla Buick, ha lavorato lui stesso alla catena di montaggio mentre frequentava i corsi serali della General Motors. Negli anni ha fatto carriera fino a un posto nell'ufficio principale della Buick ed è andato in pensione nel 1971, quando ormai era vicedirettore della distribuzione della sezione statunitense della Opel. Mia madre, Elsie Dudley Newberry, è nata a Detroit nel 1912. Suo padre, Clyde Newberry, ha lavorato nella fabbrica della Dodge Motors (e suo nonno aveva fatto il boscaiolo nel Michigan del nord), poi ha perso il lavoro durante la Grande Depressione e ha terminato i suoi giorni facendo il bidello nelle scuole di Berkley, Michigan. Mia madre è stata la prima persona, nei due rami della famiglia, ad andare al college. Ha conosciuto mio padre a Flint nel 1935 mentre lei insegnava alla Fenton High School e lui lavorava alla catena di montaggio della Buick. Si sono sposati nel 1936 e dopo cinque anni, prima della mia nascita, hanno pagato in contanti una piccola casa nei pressi di Potter's Lake, circa 20 chilometri a est di Flint. Mia madre ha lasciato l'insegnamento per dedicarsi alla famiglia. Io sono nato nel 1941, mia sorella Kathy nel 1943 e mio fratello David nel 1945, quando coi miei genitori ci siamo spostati in una casa un po' più grande a Davidson, che all'epoca aveva una popolazione forse di mille abitanti. Sono cresciuto a Lapeer Street, l'ultima strada della città sul lato orientale: c'erano boschi e campi subito oltre il nostro cortile sul retro, dove i ragazzini dell'isolato passavano il loro tempo. Adesso hanno fatto un sacco di lottizzazioni su quei campi, ma poi hanno avuto "problemi con le dipendenze", il che la dice lunga. Non c'erano problemi del genere negli anni '40 e '50. Quanto a me, sono cresciuto come chiunque altro in quei posti: avevo un cane, giravo in bicicletta per tutta la città, leggevo un sacco di fumetti, ogni settimana ascoltavo alla radio Sky King e Lone Ranger, Fat Man e Shadow e the Green Hornet, la domenica andavo in auto coi miei a Detroit a visitare i parenti, giocavo ai cowboy e agli indiani, a guardie e ladri, a medico e paziente cogli altri ragazzi della strada, e andavo ogni giorno a scuola nell'unica scuola del paese (a parte la scuola cattolica, in cui i miei genitori rifiutarono di mandarci nonostante mio padre fosse cattolico e ci portasse in chiesa perché non credevano nelle scuole a classi separate). A sette anni ho fatto la comunione, andavo a confessarmi il sabato sera, a messa la domenica, mangiavo pesce ogni venerdì e facevo tutte quelle cose che la gente fa secondo le scritture. Bene, come dovrebbe essere, no? Sarei cresciuto, avrei sposato la ragazza della porta accanto dopo aver preso la maturità al college (per cui i miei genitori facevano risparmi dal giorno della mia nascita) e poi mi sarei sistemato con un bel mutuo e le rate della macchina e la messa ogni domenica e una piccola famiglia felice, se non proprio a Davidson, Michigan, almeno in qualche piccola, ugualmente appagante città americana, nel migliore dei mondi possibili. A parte un mucchio di cose che all'epoca non sapevo che stessero accadendo nel mondo: la vita non sarebbe più stata la stessa. Ad esempio, prima che io arrivassi a compiere quattro anni, Harry S. Truman aveva gettato la bomba atomica su qualche milione di persone dalla pelle gialla a Hiroshima e Nagasaki. La Repubblica Popolare Cinese fu fondata il giorno prima del mio ottavo compleanno; due anni dopo il governo autorizzò la creazione della CIA e ancora dopo un anno le truppe americane furono spedite in Corea per combattere contro le forze popolari della Repubblica Popolare Democratica di Corea e determinare il futuro dell'imperialismo nordamericano in Asia. La televisione cominciò a sostituire le performance alla radio di Jack Benny e i pezzi al grammofono di Vaughn Monroe in milioni di case americane (avevamo avuto il nostro primo apparecchio nel 1952 ma non ho avuto modo di abituarmici), il giradischi a 45 giri fu inventato e introdotto sul mercato, e un mucchio di stronzate cominciavano ad apparire in ogni posto in cui posavi lo sguardo.
Ma non sapevo niente di queste nuove e strane forze che stavano cambiando
l'intero corso della civiltà occidentale, con
l'eccezione forse della diffusione dei dischi a 45 giri e dell'effetto che
ebbero su una nuova classe di persone negli USA: i teenager del rock and roll
nell'Amerika del dopoguerra. Di certo non capivo quelle realtà come riesco a
comprenderle adesso. Ricordo solo che un giorno, seduto nel mio piccolo letto di
Davidson, ho girato la manopola della radio.... e BOOM!
Eccola lì: la musica che avrebbe trasformato la mia vita, che
avrebbe scagliato tutti noi in un nuovo futuro, che comincia
solo adesso a prendere forma davanti ai nostri occhi.
"Siamo la prova vivente che la vita può essere diversa". Tom Hayden, Un processo politico "L'unico modo di sostenere una rivoluzione, è farne una". Abbie Hoffman, Woodstock Nation | << | < | > | >> |Pagina 58All'assalto della cultura!1 marzo 1968 Il SUN è un corpo in estensione di gente che vive e lavora assieme. Non seguiamo alcuna "linea di condotta", a parte la linea che va diretta da noi a voi, e ci diamo da fare perché quella linea sia sempre più retta, senza curve. Sun ti porta le notizie delle nostre vite: siamo vivi e in forma e ognuno può stare bene come noi. Abbiamo scoperto che ognuno ha bisogno di tre attività umane essenziali, e che puoi stare bene e in salute nella misura in cui ti dai da fare in queste attività: il rock and roll, la marijuana e scopare per strada! Il rock and roll è la grande forza liberatrice della nostra epoca, qui nell'Occidente. La cosa più bella è che ogni giorno arriva a milioni di persone, per dire loro che possono ballare e cantare, vociare e gridare e sentirsi bene anche se sono costretti a subirsi tutte quelle stronzate commerciali e quei notiziari letali sulla musica: torna subito tutto a posto, non appena smollate tutta quella roba! Il rock and roll voglio dire John Coltrane e Pharaoh Sanders, Archie Shepp e Albert Ayler, Sun Ra e tutti gli altri, gente come i Beatles e Jimi e gli MC5 e Canned Heat e i Cream e i Grateful Dead e Big Brother & The Holding Company e gli Up il rock and roll è la musica del "qui e ora!": ogni istante, martella e strepita nella tua testa, si avvolge nel tuo ventre, sfonda il culo perché tu possa staccare la spina e permettere all'energia di fluire attraverso le tue cellule e poi ancora ritornare nell'universo affinché di nuovo tu sia libero! Innalza la bandiera dei fricchettoni! Libero sballo! Fa' quel che vuoi!
E adesso, un messaggio dal nostro sponsor... Ma prima, fatemi dare un tiro a
questa canna. E sì, è proprio buona. Buona
anche per voi. Vi fa stare bene. Non fatevi prendere in giro dai
vecchi, ragazzi: non c'è nulla di male nel fatto di stare bene,
non dovete sacrificare niente, non dovete fare male a nessuno,
non dovete sentirvi depressi e cattivi solo perché la gente vi dice
che questa è la realtà e dovreste affrontarla. Migliaia di grida di
fricchettoni contro questa gente: "Andate a farvi fottere!" (ma
adesso sto spingendo un po' troppo le cose in avanti).
Le sostanze: marijuana, LSD, peiote, mescalina, psilocibina, funghetti magici, hashish, dimetiltriptamina, protossido d'azoto e altre belle sostanze chimiche che ti fanno stare bene senza farti del male. Sostanze d'altro genere fanno male: eroina, alcool, morfina, cristalli d'anfetamina e altre forme di speed, barbiturici e sedativi, programmi televisivi, scuola, prigione, controllo, potere, rapacità: la gente che è dipendente da queste droghe pesanti sostiene che noi siamo i drogati. Ma gente... di cosa vi fate? Sapete di essere delle persone sotto quella coltre di paura e pensiero? E allora uscitevene fuori a fumare un po' d'erba con noi! Passate la canna ai vostri amici. Tutto qui. Adesso sorridete. Non vi sentite meglio? Non avete voglia di scopare? E allora avanti! Ultimo ma non meno importante: scopare per strada. L'aspetto più rilevante e spesso frainteso del nostro programma... Noi riteniamo che scopare o "avere rapporti sessuali" (come se ogni tipo di rapporto, o ogni forma di attività umana, non fossero già "sessuali") sia la più alta forma di comunicazione umana. La più basilare. Scopare è scopare. Tutto il resto si limita a girare attorno al sesso. Non puoi avvicinarti di più a un'altra persona se non quando sei dentro di lei, o quando avvolgi lui, o forse viceversa per i nostri fratelli e sorelle omosessuali, così euforici; anche il rock and roll e fumare l'erba, per quanto estremi, non arrivano al sodo come scopare. Noi comunque suggeriamo la combinazione delle tre tecniche: scopare, fumare e il rock, in sincronia. Scopare è bello: genera bambini, se questo ti interessa, ti manda su di giri e libera la tua energia corporea lasciandola liberamente scorrere fuori dalle tue membra, attraverso il cosmo; ti dona la grazia di muoverti e camminare e ballare e parlare liberamente, ti permette di continuare a rimanere rilassato, cosicché non devi più irrigidirti... e soprattutto, quando due persone (o anche di più!) possono incontrarsi nella loro più pura forma umana e fondersi fuori da ogni stereotipo e da tutte quelle fobie che ci hanno inculcato in questo paese assurdo... questo ti fa stare bene come niente al mondo. | << | < | > | >> |Pagina 99Dichiarazione delle Pantere Bianche1 novembre 1968 Prima di tutto devo dire che questa dichiarazione, come tutte le dichiarazioni, rimane una stronzata senza un programma attivo che la sostenga. Abbiamo un programma in via di sviluppo che non va confuso con tutto quanto viene scritto o detto a suo riguardo. Il nostro programma è la rivoluzione culturale attraverso un assalto totale alla cultura che faccia uso di ogni strumento, di ogni energia e di ogni mezzo di comunicazione su cui possiamo mettere collettivamente le mani. Dovunque andiamo, portiamo il nostro programma con noi e usiamo ogni mezzo necessario per metterlo di fronte alla gente. La nostra cultura, la nostra arte, la nostra musica, i giornali, i libri, i poster, gli abiti, le nostre case, la maniera in cui camminiamo e parliamo, il modo in cui crescono i nostri capelli, la maniera in cui fumiamo erba e scopiamo e mangiamo e dormiamo: tutto questo è il messaggio, e il messaggio è LIBERTΐ! Siamo i liberi pazzi di questo paese, la nostra vita è nelle nostre mani e stiamo portando la libertà alla gente dell'America, nelle strade, nelle sale da ballo e nei luoghi di ritrovo degli adolescenti, nelle camere in cui guardano la tv, nei letti in cui giocano con i loro corpi o fumano erba di nascosto, nelle loro scuole in cui noi andiamo per parlare con loro, per suonare la nostra musica nelle loro strane palestre a loro piace così! Noi rappresentiamo l'unico stile di vita contemporaneo in America per i suoi ragazzi e bisogna che tutti sappiano che loro sono pronti! Sono pronti a muoversi ma non sanno verso dove, e tutto quello che noi facciamo è mostrare come possono sfangarla. SIATE LIBERI, che diavolo, e dimenticatevi tutti questi stronzi ecco cosa diciamo loro, e ci capiscono. L'unica influenza che abbiamo su di loro, l'unica cosa che li tocca, è che facciamo sul serio. Siamo LIBERI, siamo una manica di arroganti barbari sballati e non ce ne fotte un cazzo degli sbirri o di qualsiasi altra autorità infatuata di controllo che voglia farci stare zitti. [...] Questo è il nostro programma: 1. Piena adesione e supporto ai dieci punti del programma e della piattaforma delle Pantere Nere. 2. Assalto totale alla cultura con ogni mezzo necessario, incluso suonare il rock and roll, fumare l'erba e scopare sulla pubblica via. 3. Libero scambio di energia e materiali: esigiamo la fine del denaro! 4. Libero cibo, liberi abiti, case, erba, musica: tutto libero per tutti! 5. Libero accesso per i mezzi di informazione: liberare la tecnologia dalle canaglie avide di denaro. 6. Tempo e spazio liberi per tutti: sciogliere tutti i confini non necessari. 7. Liberare ogni scuola e ogni struttura dal dominio aziendale: restituire immediatamente gli edifici al popolo! 8. Liberare tutti i prigionieri: sono tutti nostri compagni! 9. Liberare immediatamente i soldati: niente più eserciti di coscritti! 10. Liberare il popolo dai suoi "leader" impostori: ognuno deve essere un leader: libertà significa ognuno libero! Tutto il potere al popolo! John Sinclair Ministro dell'informazione delle Pantere Bianche | << | < | |