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Pagina 82
Stavo succhiando il decimo mate
mentre Mingo era nella latrina che
aveva costruito in fondo al terreno
abbandonato, fra gli alberi. Era
un pozzo coperto da un asse e una
cassetta da frutta sforacchiati,
che gli permettevano di sedersi con
una certa comodità, sebbene in
inverno non dovesse essere uno
scherzo. Mi misi un altro paio di
pantalonidella valigia che Mingo
aveva nascosto e stesi la roba ad
asciugare al sole. Alle nove e
mezza Rocha scese da un taxi
all'entrata della stazione e si
guardò intorno. Due ragazzi lo
riconobbero e si fermarono a
parlargli. Il carnera passò una
mano sulla testa del più piccolo e
poi fece la mossa di mollare un
gancio al più alto. M'infilai le
scarpe che non si erano asciugate
del tutto, mi misi la giacca che
avevo lasciato appesa a un ramo e
attraversai la strada.
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