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Pagina 86
Arriva al ballo con la camicia
aperta sul petto e i pantaloni
leggeri, facendo dondolare la
maschera intorno all'indice. Si
sente febbricitante. Vorrebbe
tornare presto a casa per curarsi e
mettersi a letto. Ma d'un tratto
lei gli prende la mano, e per il
resto della notte Wilhelm dimentica
tutto: il dottorato, le viscere
dell' "urubu", Vienna, la neve in
Italia settentrionale, e persino i
suoi polmoni e lapreghiera della
madre di stare sempre riguardato.
È pronto a seguire la fanciulla in
capo al mondo. Si chiama Sarah.
Gli arriva alle spalle con i suoi
lunghi capelli neri e i riccioli
che le scendono sulla fronte. Gli
occhi egiziani dietro la mezza
maschera, le guance tonde e
arrossate, e il riso un po' rauco,
ma di una pienezza che lo incanta
profondamente. È un misto di
intelligenza, di vivacità, e di
una tristezza che lascia in lui un
fondo di nostalgia, perfino mentre
si tengono per mano come se si
conoscessero da sempre.
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Pagina 126
[ creazione ]
Io! Senza speculazioni campate
in aria, senza salti, come nelle
argomentazioni di Peter Christian
Kierkegaard: tutto è concatenato,
tenuto insieme dalla logica. Ed è
proprio qui in Brasile, nella
spedizione che sta organizzando con
Riedel, con tutte le più nuove
carte aperte sui tavoli e sui
pavimenti, in regioni finora
sconosciute, sprezzante di ogni
pericolo, senza timore delle
malattie, pronto a spiccare un
gigantesco salto felino, che egli
seguirà a ritroso le tracce della
catena dello sviluppo fino al primo
attimo della creazione,
quattromilaquattro anni prima di
Cristo, come hanno calcolato i
teologi, o piuttosto sei o forse
ottomila anni prima.
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Pagina 233
[ caverna ]
Una mattina presto decide di
visitare per l'ultima volta la sua
caverna preferita. Cavalcherà
lentamente in mezzo ai "campos"
cerulei. Sa che ne avra sempre
nostalgia. È una mattina
meravigliosa. Brandt parla nel
sonno. Il sole scintilla sul lago.
Gli uccelli si svegliano. Comunque
sia, tutto è come il Creatore l'ha
voluto.
Con il cappello di paglia ben
calato sulla fronte, il Dr. Lund
si sente colmo di gratitudine,
mentre parte in groppa al suo mulo
stanco e fedele, diretto a Lapa da
Cerca Grande, nella rupe degli
indios, Mocambo, nella regione più
incantevole del Minas Gerais.
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Pagina 259
[ morte ]
La Morte ha il teschio bendato e
vive a Lagoa Santa. La Morte viene
dai paesi freddi, e ha portato con
se strani strumenti dentro a
cassette foderate di velluto viola:
ha un piccone che può mandare in
frantumi le rocce fino agli abissi
dove vivono i mostri, un badile che
può gettare la terra a cento
"leguas" di distanza, e occhiali
cerchiati d'oro con le lenti
colorate, che porta quando leva le
bende e si allontana a cavallo
dalla sua casa vicino al lago. La
Morte vede tutto, ma nessuno la
vede, perchè ha sempre il viso
rivolto altrove. Quando toglie gli
occhiali, i suoi occhi si liquefano
e cadono a terra come due macchie
trasparenti che non evaporano mai.
Per questo, guardando bene, si può
sempre sapere dove la Morte è
passata a cavallo. La Morte non è
giovane e non è vecchia, e quando
toglie gli occhiali e volge le sue
orbite nere lontano, oltre il lago,
e su verso la Serra da Piedade, il
dolore assale le sue ossa, perchè
guarda senza poter vedere, ascolta
senza poter sentire. La Morte è
stanca di essere la morte, ma
finchè il sole illuminerà il
giorno e la luna la notte, finchè
la stagione secca seguirà quella
delle piogge, per lei non vi potrà
essere pace.
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