Copertina
Autore Henrik Stangerup
Titolo L'uomo che voleva essere colpevole
EdizioneIperborea, Milano, 1982 , pag. 168, dim. 100x200x13 mm , Isbn 978-88-7091-013-1
OriginaleManden der ville vre skyldig [1973]
TraduttoreAnna Cambieri
LettoreRenato di Stefano, 1991
Classe narrativa danese
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Pagina 105 [ dimenticare ]

All'improvviso ebbe la sensazione di essere in contatto con Edith: la sentiva sussurrare con la voce del vento che non doveva cedere, che stava lottando per una causa comune; per un istante la sentiva accanto a se', reale al punto che un debole calore si diffuse su tutta la parte del corpo che era vicina a lei. Gli disse che sarebbe sempre stata al suo fianco, anche se lui non se ne accorgeva, e in cambio chiedeva un'unica cosa: di non essere dimenticata, di non diventare una parola qualunque che poteva sparire da un giorno all'altro. La sua vita aveva avuto troppo importanza perchè tutto finisse così, anche se forse lei stessa non se ne rendeva più ben conto negli ultimi anni, in cui le cose avevano incominciato ad andare proprio come loro avevano temuto e lei non aveva più la forza di essere se stessa, di restare quella che lui aveva incontrato e che con lui aveva lottato. Gli parlo1 dei loro ricordi. La passeggiata notturna in Radhuspladsen quando avevano venduto tutto quanto possedevano. La loro gioia, la sensazione di rinascere. Il paesino ceh avevano scoperto nell'entroterra di NIzza, i suoi caffè, gli operai e i contadini comunisti e Jesper che stava aspettando, mentre Torben, chino sulla macchina da scrivere, creava quei libri che per qualche anno dovevano dargli la pace dell'anima. Gli ricordò Frederiksberg e la loro casa che una volta al mese aprivano a tutti gli amici. E il loro rapporto a quell'epoca, in cui il desiderio era sempre vivo e facevano l'amore anche al pomeriggio e in piena notte, quando lei lo svegliava rannicchiandosi vicino a lui e soffiandogli piano sul collo finchè lui non l'abbracciava con un mormorio di piacere. Tutto questo non doveva essere cancellato. Non doveva essere ridotta solo a un nome, di cui un giorno - sopravvissuto forse alla congiura di cui era vittima e magari anche sposato a un'altra - poteva dire: Edith? Si chiamava così una ragazza che conoscevo.

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