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Pagina 5
[ inizio libro ]
Nel primo pomeriggio del 6
marzo di tre anni fa persi in un
sol colpo due incisivi. Erano
quelli che mi servivano per
pronunciare il mio nome. Avevo
detto a Mara: "Basta, non ti voglio
vedere più". Lei aveva risposto non
con le parole ma con il posacenere.
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Pagina 6
Da bambino speravo che mi
cadessero tutti i denti. Non i
denti da latte, pieni di
discrezione. Quelli erano caduti
dopo un dondolio gentile, a volte
con allegria a volte no, lasciando
fori interessanti per la lingua,
memorie di magie strepitose nelle
pareti dove li avevo sepolti,
miracoli di topi trafugatori che se
li erano portati via per farne
nonsoché. Invece volevo che mi
cadessero i nuovi, tre volte più
grandi dei precedenti. Mi
sembravano ingombranti a tal punto
che pensavo: non si può continuare
così, devo sputarli. Sputavo ma
loro restavano a mangiarmi la
faccia con una superbia
ingiustificata.
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Pagina 175
[ fine libro ]
... "Visto?" mi chiede fremente;
poi riprende a lavorare dentro la
mia bocca. Ma un attimo dopo
esclama: "Eppure queste sue gengive
non mi convincono". Io gli rispondo
con finta serenità: "Come mai tanta
passione per il flamenco?".
Ora sorrido meglio ma non so a
chi.
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