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Pagina 177
Potrei sostenere che ho scritto
tre pagine spacciandomi per Calvino
solo per amore del respiro di Anna.
Lo so che sarebbe sufficiente, soce
così è un piacere sentirsele
raccontare. Del resto, ci sono
periodi dell'esistenza in cui uno
è disposto a qualsiasi bassezza, a
qualsiasi follia, non per desiderio
del corpo di una persona, ma solo
del suo fiato. Perciò, per
giustificarmi, mi basterebbe
appellarmi a quest'aria calda dei
polmoni e ricamare in belle lettere
sul fatto che probabilmente è
nient'altro che il soffio animatore
dell'inanimato, il vento che
feconda il caos, il respiro che fa
vivere il fango e, se si mozza, da
animale si rifà melma. Ma non
direi tutta la verità. Perchè a
decidermi invece, è stata questa
domanda di Anna: "Sei capace?"
"Capace di che?" ho pensato.
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