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Anch'io conclusi: boh. Non avevo
mai coluto sapere se qualcosa tra
noi due non andava. A parer mio
stavamo insieme da tanto tempo che
ormai era impossibile scoprire se
qualcosa andava oppure no. Avremmo
dovuto ricordarci di quando tra noi
andava tutto, ma chi se lo
ricordava piu? Certo ci dicevamo
spesso: ti ricordi? come fanno
tutte le coppie. E io pensavo alla
biancheria che usava, a quella che
poi aveva imparato a usare, ai
colori, a una notte, a certi
giorni. Lei non so. Ma
ricordavamo come se ci ricordassimo
di una coppia conosciuta al mare o
che avevamo visto sbaciucchiarsi in
macchina mentre attendeva che il
semaforo diventasse verde. Noi
eravamo adesso un'altra cosa. Ex
compagni d'arme. Ci erano cambiate
molte cose intorno: luoghi,
persone, idee, credenze,
contraddizioni primarie e
secondarie. Ne avevamo viste
tante, che ci pareva di non vederci
più. Le dissi: va tutto bene,
dormi, sogni d'oro.
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... E passai a raccontarle con
tono elevato che avevo ricevuto una
proposta di lavoro che la mia
formazione mi impediva di
accettare. Aveva presente quando
Foscolo fuggì da Milano per non
sottostare alle richieste del
generaele Bellegarde? Identico.
Una volta si diceva: la coscienza.
Io preferivo dire: la formazione.
"La formazione, d'altra parte, è
una cosa che si deforma
continuamente" spiegai al terzo
bicchiere. Perciò. A tratti
propendevo a pensare che ora che i
filosofi avevano interpretato il
mondo e noi avevamo provato a
cambiarlo e lui invece era cambiato
per conto suo e anzi cambiava ogni
giorno di più, conveniva ritirarsi
in un cantuccio a contemplarlo in
pace. Per ora non sapevo dirle
altro.
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Dopo, serenamente, progettai di
andare in riva al Sacco con un
bicchiere di carta e rovesciarmi in
gola acqua infetta come se fosse
cicuta; caso mai citando a mente il
Socrate di Platone, ma
stravolgendolo, declamando che
bevevo non per riaffermare la
validità delle Leggi, madri e
nutrici, ma per protestare contro
la loro forza prescrittiva che ci
induceva a confondere la cicuta con
il vin santo e viceversa. Non lo
feci per non scoprirmi in scacco
anche nella volonta di morte.
Guido Sani Mortella mi aveva
onestamente avvisato, tempo prima:
"Col Sacco ci si potrebbe fare
l'acqua minerale." Non volevo
avvelenarmi con un veleno che si
sarebbe rivelato farmaco. O
aspirare a lacerarmi le viscere e
facilitarmi, invece, la digestione.
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