Copertina
Autore Jonathan Swift
Titolo Una modesta proposta per evitare che i figli dei poveri siano di peso ai loro genitori e al paese e per renderli utili alla società
EdizioneNuovi Equilibri, Viterbo, 2010, 1 euro , pag. 48, cop.fle., dim. 10,4x14,2x0,3 cm , Isbn 978-88-6222-148-1
OriginaleModest Proposal for Preventing the Children of Poor People from Being a Burthen to Their Parents or Country, and for Making Them Beneficial to the Public [1729]
CuratoreRomolo Capuano
PrefazioneRomolo Capuano
TraduttoreRomolo Capuano
LettoreGiangiacomo Pisa, 2010
Classe classici irlandesi , satira
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Pagina 9

È causa di tristezza per chi percorre a piedi questa grande città o viaggia per il Paese, vedere le vie, le strade e le porte delle capanne stipate di mendicanti di sesso femminile, seguite da tre, quattro o sei marmocchi, tutti vestiti di stracci, che assillano ogni viaggiatore per un'elemosina. Queste madri non sono in grado di lavorare per guadagnarsi da vivere onestamente e sono costrette a vagare per tutto il tempo in cerca di nutrimento per i propri piccoli inermi, i quali, una volta cresciuti, diventano ladri per scarsità di lavoro o abbandonano l'adorata madrepatria per la Spagna per battersi a favore del Pretendente o si vendono come schiavi a Barbados.

Considerata l'attuale deplorabile condizione in cui versa il regno, penso che tutti convengano che questo straordinario numero di bambini, in braccio, sulle spalle o alle calcagna delle madri, e sovente dei padri, sia un ulteriore enorme fardello; e pertanto chiunque riesca a escogitare un metodo onesto, economico e semplice per trasformare questi bambini in sani e utili membri della comunità troverebbe tanta gratitudine tra la gente da meritare una statua quale salvatore della patria.

Il mio scopo, tuttavia, non si limita affatto a trovare una soluzione al problema dei figli dei mendicanti dichiarati. Esso è di più ampio respiro, e prenderà in considerazione tutti i bambini di una certa età nati da genitori che, come quelli che chiedono la carità per le strade, siano inadeguati a sostenerli.

Per quanto mi riguarda, avendo esaminato, per molti anni, questo importante problema, e avendo ponderato in modo equilibrato varie proposte di altri progettisti, ho sempre rinvenuto in esse grossolani errori di calcolo. È vero che un bambino appena messo al mondo può essere sostenuto dal latte della genitrice per un anno solare senza quasi ricorrere ad altri alimenti, per un costo complessivo per lo più non superiore ai due scellini o l'equivalente in avanzi di cibo, cifra che la madre riesce certamente a procurarsi in virtù della sua legittima professione di mendicante; ed è proprio quando compiono un anno che intendo occuparmi di loro in modo tale che, invece di essere un peso per i genitori o la parrocchia, o di aver bisogno di cibo e vestiti per il resto dei loro giorni, essi contribuiscano invece a nutrire e, in parte, vestire molte migliaia di persone.

Un altro grande vantaggio della mia proposta è che essa impedirà che le madri si procurino aborti o ricorrano alla spaventosa abitudine, ahimè troppo frequente tra noi, e che dovrebbe commuovere e straziare perfino gli animi più selvaggi e disumani, di uccidere i figli bastardi e sacrificare dei poveri bambini innocenti più per evitare spese, credo, che il disonore.

Si stima generalmente che vi siano in questo regno un milione e mezzo di anime, tra cui, secondo i miei calcoli, circa duecentomila coppie in cui le donne sono capaci di generare. Da questo numero sottraggo trentamila coppie in grado di mantenere i propri figli, sebbene tema che il numero sia inferiore, considerate le miserevoli condizioni attuali del regno, ma, ciò ammesso e non concesso, rimangono centosettantamila donne in grado di generare. Sottraggo altre cinquantamila tra quante hanno aborti spontanei o figli che muoiono per disgrazia o malattia nel corso del primo anno. Rimangono solamente centoventimila bambini nati ogni anno da genitori poveri: la questione, dunque, è come sia possibile crescere e provvedere a questi, considerato che, come ho già notato, nelle condizioni attuali, tutti i metodi finora proposti appaiono assolutamente impraticabili, perché i bambini non possono essere impiegati né nei mestieri né nell'agricoltura in quanto non costruiamo case (almeno in campagna) né coltiviamo la terra. D'altronde, essi raramente riescono a procurarsi da vivere rubando se non raggiungono i sei anni, tranne che non posseggano doti innate, sebbene debba ammettere che apprendono i rudimenti molto prima, per quanto, prima dei sei anni, possano esser considerati propriamente solo degli apprendisti, come mi è stato riferito da un notabile della contea di Cavan, il quale mi ha assicurato di non conoscere più di uno o due casi del genere, anche se quella parte del regno è celebre per la precocità con cui si acquisisce tale arte.

I nostri commercianti mi assicurano che, prima dei dodici anni, un ragazzo o una ragazza non sono merci vendibili, e, anche quando raggiungono questa età, essi non sono quotati più di tre sterline o tre sterline e mezza corona al massimo, cifra che non indennizza né i genitori né il regno, se si considera che le spese sostenute per nutrirli e vestirli fino a quel momento sono almeno quattro volte superiori.

Procederò quindi a esporre umilmente le mie idee, che spero non susciteranno la minima obiezione.

Un fine intenditore americano, da me conosciuto a Londra, mi ha assicurato che un bambino di un anno, sano e ben nutrito, offre una carne molto deliziosa, nutriente e salutare, sia che venga servita in umido o arrostita, al forno o bollita, e non dubito che possa andare ugualmente bene in fricassea o come spezzatino con verdure.

Propongo dunque umilmente all'attenzione del pubblico che dei centoventimila bambini, già calcolati, ventimila siano destinati alla riproduzione, di cui solo un quarto maschi, che è più di quanto concediamo alle pecore, ai buoi e ai maiali, e ciò perché questi bambini raramente sono frutto di matrimonio, istituzione questa poco tenuta in considerazione dai nostri selvaggi, per cui un maschio sarà sufficiente a servire quattro femmine; che i rimanenti centomila siano venduti a un anno di età alle persone benestanti e d'alto rango di tutto il regno, consigliando sempre alle madri di farli succhiare in abbondanza nell'ultimo mese, così che diventino ben grassi e paffuti per un buon pranzo. Un bambino permetterà di preparare due pietanze in un ricevimento tra amici e quando la famiglia pranza da sola, il quarto davanti o di dietro offrirà un pranzo decente, e, condito con un po' di pepe o sale, sarà molto buono bollito dopo quattro giorni, specialmente in inverno.

Ho calcolato che, in media, un neonato pesa 12 libbre, e che in un anno solare, nutrito adeguatamente, può arrivare fino a 28 libbre.

Riconosco che questo cibo sarà piuttosto costoso, e dunque molto indicato per i proprietari terrieri, che, dopo aver già fatto fuori quasi tutti i genitori, sembrano aver più diritto di altri a spazzolare anche i figli. La carne dei bambini sarà di stagione tutto l'anno, ma sarà più abbondante in marzo, e un po' prima e un po' dopo, perché ci viene riferito da una personalità autorevole, un celebre medico francese, che, essendo il pesce un cibo prolifico, nei Paesi cattolici nascono più bambini circa nove mesi dopo la quaresima che in ogni altra stagione; di conseguenza, a distanza di un anno dalla quaresima, i mercati saranno più saturi del solito, perché il numero di bambini papisti è almeno di tre a uno in questo regno, e perciò un altro vantaggio secondario sarà la riduzione del numero di papisti tra noi.

Ho già calcolato che le spese per il sostentamento del figlio di un mendicante (e tra i mendicanti includo tutti i contadini, i braccianti e quattro quinti degli agricoltori) ammontano a circa due scellini l'anno, compresi i cenci, e credo che a nessun gentiluomo dispiacerà sborsare dieci scellini per il corpo di un bel bambino grasso, dal quale, come ho osservato, può ricavare quattro pietanze di ottima carne nutriente, quando è in compagnia di un amico speciale o a pranzo con la famiglia. In questo modo il signore imparerà a essere un buon proprietario terriero e acquisterà popolarità tra i suoi fittavoli, la madre avrà un profitto netto di otto scellini e sarà idonea a lavorare fino a quando sfornerà un altro bambino.

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Per quanto mi riguarda, mi sono fiaccato per anni nel tentativo di proporre idee vane, futili e visionarie, e giunto infine al punto di disperare del successo, ho avuto la fortuna di concepire questo progetto, che, essendo interamente nuovo, ha qualcosa di concreto e tangibile, non prevede alcuna spesa e quasi nessun incomodo, regge completamente sulle nostre forze, e dunque non comporta il pericolo di creare disturbo all'Inghilterra. Infatti, questo genere di prodotto non può essere esportato in quanto la carne è troppo tenera per essere conservata a lungo nel sale, sebbene forse potrei citare una nazione che sarebbe felice di divorare in un solo boccone il nostro Paese anche senza sale. In conclusione non sono così perdutamente innamorato della mia opinione da respingere qualsiasi progetto, presentato da uomini assennati, che risulti altrettanto semplice, conveniente, realizzabile ed efficace. Ma prima che venga proposta una qualsiasi idea rivale che abbia la pretesa di essere migliore della mia, chiedo all'autore, o agli autori, la cortesia di esaminare attentamente due punti. Innanzitutto, data la situazione, mi domando come faranno a trovare cibo e vestiario per centomila bocche e corpi inservibili. In secondo luogo, considerando che tutto il regno è popolato da un milione circa di creature di aspetto umano che avrebbero debiti per due milioni di sterline, se il denaro per il loro mantenimento fosse messo in un fondo comune, senza contare i mendicanti di professione che si aggiungerebbero alla massa di agricoltori, contadini e braccianti con mogli e figli, che sono mendicanti di fatto, invito i politici che disapprovano la mia proposta, e che possono forse avere l'ardire di provare a rispondere all'invito, a chiedere prima ai genitori di queste creature se non sarebbe per loro causa di grande felicità oggi essere stati venduti come cibo all'età di un anno nel modo che raccomando, e quindi se non sarebbe stato meglio evitare l'interminabile sequela di sventure che subiscono a causa delle angherie dei proprietari terrieri, dell'impossibilità di pagare l'affitto in mancanza di denaro e commercio, della scarsità di alimenti per tutti, dell'insufficienza di case e vestiti che possano proteggerli dalle inclemenze del tempo, e della prospettiva quasi inevitabile di lasciare per sempre in eredità ai loro discendenti sofferenze simili o maggiori.

Dichiaro in tutta sincerità di non avere il minimo interesse personale nell'avanzamento di questa opera necessaria, e di non avere altra motivazione se non il bene pubblico del mio Paese, conseguito attraverso la promozione del commercio, la cura dei bambini, l'assistenza prestata ai poveri e la concessione di qualche piacere ai ricchi. Non ho figli dai quali intenda ricavare un soldo, avendo il più piccolo già nove anni, e mia moglie ha superato l'età in cui poteva mettere al mondo dei bambini.

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