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Pagina 13
[ inizio libro ]
A volte può prendere il via con un gioco, un piccolo
gioco segreto e quasi infantile che solo tu conosci
e che per pudore non diresti mai a nessuno, cose così non si
fanno, ma è un gioco, diciamo uno scherzo con se stessi, o
con gli altri, gli occasionali passanti, occasionali
avventori, sono loro gli ignari compagni del tuo gioco,
anche se non lo sanno. Perché parlano. E' un gioco facile,
non costa niente, non ci sono regole se non con se stessi,
il che lo rende attraente e libero, e basta andarsene in
giro, per esempio la domenica, la domenica è un giorno
ideale con tutte le coppie che circolano annoiate nei caffè,
i gruppetti dei vecchi amici che si raccontano storie, i
solitari che attaccano bottone col cameriere, certe
vecchiette che si lamentano e dicono che ai loro tempi era
tutto diverso e ora il mondo sembra impazzito, ecco, così,
basta una frase e tu decidi che è quella, la estrai dal
discorso come un chirurgo che con le pinze prende un
brandello di tessuto e lo isola, per esempio:
il mio defunto marito, quando festeggiammo le nozze
d'argento,
basta, è una frase ottima per cominciare, oggi è una
domenica di primavera inoltrata, uno stormo di piccioni
volteggia (...)
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Pagina 152
[ fine libro ]
Asciugò accuratamente il lavabo, vi appallottolò tutti i
fogli e dette loro fuoco. Bruciarono in un momento,
lasciando una cordigliera di fumo tutt'intorno sulla
maiolica. Nettò lo sporco con un panno bagnato e fece
scorrere acqua. Aprì lo sportellino sotto il lavabo e fiutò
l'aria. Perfetto, non si sentiva nessun odore. Il
sacchettino era chiuso ermeticamente. Premette con un dito
sul piccolo involucro di plastica. Era molliccio, acquoso.
Il pesce rosso doveva essere completamente putrefatto.
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