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Pagina 9
[ inizio libro ]
... Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata da una
fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in
allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto
più... Ti piace?.. era dei miei tempi, quando Rosamunda guardava Tristano e più
che lo guardava e più che lei gli piaceva... Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda
non resisto più... Rosamunda tutto il mio amore è per te Rosa-munda più ti
guardo e più mi piaci Rosa-mu-u-u-u-undà... Cuori strafelici e tutti in allegria
non mi pare ce ne fosse un granché a quei tempi, in montagna faceva un freddo,
anzi un gelo, fuori e dentro, poi te lo spiego, mettiti comodo, tanto ce ne
avrai per un po', ma non troppo, non ti allarmare, non più di un mesetto, a
occhio e croce, vedrai, prima che finisca l'agosto mi ritiro, hai fatto buon
viaggio?... non è facile trovare la strada giusta fra questi colli, mi sono
raccomandato alla Frau che ti spiegasse bene, ti aspettavo prima, ma sono sicuro
che lei ha fatto di tutto per confonderti, non è che non parli l'italiano, lo
parla meglio di me, sta qui da una vita, ma quando non le va di fare una cosa
comincia a intedescare, è dispettosa. Fatti dare l'appartamento di Daphne, dille
che te l'ho detto io.
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Pagina 31
...E intanto gli anni erano passati, lunghi, uguali, con bombe tutte uguali,
sui treni, nelle piazze, nelle banche... sto saltando un po', sono già in fondo,
è che avrei voglia di essere già in fondo, del resto più in fondo di così... e
tutto uguale, dicevo, e processi tutti uguali a imputati tutti uguali, nel senso
che non c'erano, gli imputati, c'erano i processi ma mancavano gli imputati, è
curioso, no?, ma in una democrazia è importante il fuori, mica il dentro, quello
che conta è il rituale, poi se non ci sono gli imputati che ti frega?... davvero
tutto uguale, e sorrisi tutti uguali, oh, grandi sorrisi tutti uguali al tavolo
delle grandi potenze di cui ci dicevano che facevamo parte... e loro tutti
impettiti come tacchini, e le consorti in lungo, perché era roba da cerimonia,
mica scherzi, luoghi presceltissimi tipo ambasciate, delegazioni, magioni,
proprietà... soprattutto proprietà, col ministro tale e tal altro e capi di
stato e prelati e imprenditori e inviati speciali e semplici, da domenica e da
tutti i giorni, e che banchetti... sopraffini, prelibati, e banchieri impiccati
e da impiccare, avvelenati e da avvelenare, qualche frate terrorista, ogni tanto
un bel crac, crac-crac, avanzava la cosiddetta civiltà con i suoi dentini, come
una bestiolina testarda infilata nel legno di quercia, crac-crac, mio dio che
secolo, dicevano i topi cominciando a rodere l'edificio... così pensava
Tristano, forse vaneggiando, ma come ti dicevo sarei già in chiusura, e non è
giusto che concluda qui, altrimenti cosa ti ho chiamato a fare, per farti
scrivere la fine? Ma il fatto è che quando Tristano e Daphne tornarono, dopo che
tutto era già successo, lui si mise a guardare gli anni passati dalla sua
Malafrasca, come ormai aveva ribattezzato questa collina lungo le cui pendici
l'uliveto ingialliva mentre la vigna impidocchiva... a volte pensava che la
filossera gliel'aveva trasmessa lui, alla vigna, lo aveva confessato a
Daphne... non essere ingiusto con te stesso, gli sussurrava Daphne passandogli
accanto mentre Tristano con gli occhi persi sulla piana guardava il sole morire
all'orizzonte, e gli faceva una carezza sul collo, come se sfiorasse la
tastiera del suo pianoforte, non stare a rimpiangere il vino doc e l'olio
extravergine d'oliva, era bella l'idea dell'azienda agricola che volevi fare
tanti anni fa, erano idee belle, ma non facevano per te, non erano importanti,
davvero, invece sono importanti i libri che abbiamo fatto, i nostri Fogli di
Hypnos, quelli erano il tuo vero sogno, ora esistono, e resteranno, era al
nostro ragazzo che avevi affidato la terra, tu amavi questa campagna per
interposta persona, volevi che qualcuno l'amasse al tuo posto perché è qui che
sei nato e sei cresciuto, si capisce, volevi che continuasse, invece la vita è
stata cattiva e il ramo si è spezzato, ma la tua Daphne è ancora qui con te,
smetti di pensare a queste vigne e a questi ulivi... Ma non era alla campagna
che pensava Tristano, guardava l'orizzonte oltre le chiome degli ulivi
sofferenti e pensava a questo paese per il quale aveva preso il fucile, se ne
era valsa la pena, e intanto spaziava con lo sguardo e se ne stava appoggiato su
una seggiola di tela di quelle da regista cinematografico che per scherzo gli
aveva regalato Daphne per un suo compleanno, scrivendo la frase di Rossella
O'Hara col pennarello sulla spalliera, domani è un altro giorno, affinché lui
non fosse il regista di un cinemascope amaro che si vedeva dal porticato, ma
pensasse che in fondo nella vita c'è qualcosa per cui vale la pena se l'anima
non è rachitica, e che bisogna lottare contro il rachitismo di certe giornate,
quando la sorgente sembra asciutta, perché all'improvviso la fonte ricomincia a
buttare, tu non te lo aspettavi più e che bello, arriva un getto d'acqua fresca
che ti inonda, ti rinvigorisce, ti trascina, da dove viene quel fiume carsico,
mentre la pianura sembrava così secca, quali meandri sotterranei ha seguito per
arrivare fino a te, per dirti che domani è un altro giorno?
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Ho sentito dire che non sei mai voluto andare da pippopippi. In questo mi
piaci, bravo, c'è sempre pieno di saccentoni da pippopippi, stanno lì e
sdottoreggiano su tutto, cosa piace alla gente quest'anno, se quel tizio al
governo si veste bene o si veste male, se sarebbe meglio votare un po' più in
qua o un po' più in là, come finirà col buco dell'ozono, se puta caso il mondo
fosse quadrato, che non si sa mai... a te chissà le volte che ti hanno invitato,
specie dopo il premio che il tuo romanzo ha vinto negli States, è tipico, prima
non ti guardano neppure, ma se vinci un premio negli States diventi una star e
non puoi sfuggire a pippopippi... Tristano la fa proprio da eroe, nel tuo
romanzo, però gli fai avere paura, e questo mi è piaciuto, gli eroi hanno paura,
questo i sempliciotti non lo sanno, però lui vince la sua paura... ma c'è un
altro però, e qui hai fatto un pezzo di bravura, sarà che riesce a vincere la
paura perché ormai la paura l'ha sopraffatto?... insomma l'eroe vince la paura
perché la paura l'ha vinto. Non ci hai azzeccato, ma il ragionamento è
intrigante... Tu sei un tipo complicato, e non è che uno scrive un libro come il
tuo e poi si lascia accalappiare da pippopippi... inoltre sei un po' senatore,
scusa se ti chiamo così, nel senso che hai un tuo modo austero, coltivi bene il
genere, quando pensavo a te ti vedevo in toga bianca, come certi senatori
romani, un po' Seneca, se posso dire così, visto anche il tuo stile di
scrittura, ma forse Seneca non era senatore, non lo so... Senti, ma non è che
non andando da pippopippi è come se tu ci andassi al contrario? Scusa la
malizia, ma così tutti dicono che ti rifiuti di andare da pippopippi, sei sulla
bocca di tutti e alla fin fine non andarci è come se tu ci fossi andato...
perché pippopippi è tremendo, caro il mio scrittore, ti fotte comunque, che tu
ci vada o non ci vada, non ci avevi mai pensato? So cos'hanno detto di te a una
trasmissione del pippopippi che la Frau chiama la purga catodica. Io di
quell'aggeggio lì sono informatissimo anche se non lo guardo, la Frau mi fa da
bollettino. Il mese scorso, quando mi ero appena messo a letto, si affaccia alla
porta e fa, signorina, alla purga catodica stasera hanno parlato dello scrittore
che stavi leggendo ieri. Renate, vieni al sodo, le faccio. La trasmissione oggi
si intitolava il coraggio di cambiare idea e il conduttore presenta gli ospiti e
con aria melliflua dice, avevamo invitato anche il noto autore di un premiato
romanzo sul coraggio, ma purtroppo ha declinato l'invito, non vorremmo che
avesse paura della nostra trasmissione, l'aspettiamo, illustre scrittore, guardi
che noi siamo buoni, si faccia coraggio... Ho capito, Renate, e con questo?,
le chiedo. Non mi hai detto che avresti bisogno di qualcuno che ti stesse
a sentire, ma che dovrebbe essere uno scrittore? E ha richiuso la porta prima
che potessi rispondere...
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Pagina 77
Non è vero che hai fatto uscire il moscone, sei bugiardo come la Frau, lo
senti come fa o pensi che mi ronzino le orecchie?, magari mi ronzano anche le
orecchie, ma questo è un moscone, non mi sbaglio, fallo uscire, socchiudi un po'
la persiana e vedrai che trova la via, tanto la luce non mi dà noia, chiudo gli
occhi, che ore sono, è già passato mezzogiorno? È il pomeriggio, saranno le tre,
sì, lo sento che è pomeriggio... strano, il pomeriggio si avverte anche stando
in questo letto, lo senti con le orecchie, ha un suo respiro, e con l'odorato,
con le orecchie e con il fiuto, e poi c'è un gallo che si mette a cantare nel
pomeriggio, è un gallo stupido, cosa canta a fare, crede di essere coraggioso,
non è coraggioso per niente, è solo stupido e tronfio, c'erano una volta due
uomini su quei monti, erano coraggiosi entrambi, combattevano la stessa
battaglia, ma erano divisi sul futuro del proprio paese, uno era lui, stava
dietro un masso e fissava un fiore, le tre brigate ovest sarebbero passate sotto
i suoi ordini, ma prima doveva diventare un eroe, non è mica facile diventare
eroi, un millimetro di là e sei un eroe, un millimetro di qua e sei un
vigliacco, è un fatto di millimetri, lui era lì, fissava un fiore e il paesaggio
di fronte a lui era la sua arena, avrebbe vinto il combattimento o se la sarebbe
fatta sotto?.. a volte succede, stai per diventare un eroe e tutto finisce in
merda... Per favore, socchiudi le persiane, dev'essere già sera, l'ho capito,
prima mi ero sbagliato... stai scrivendo?.. scrivi tutto per filo e per segno,
altre cose sei libero di scriverle a modo tuo, ma questo no, scrivi le mie
parole... Apri un po' le persiane, lascia entrare un po' di fresco... spesso gli
eroismi finiscono in merda, anzi, per lo più, ma questo non si deve dire, non è
adatto all'educazione dei fanciulli, e poi come faresti a tenere la mano sul
cuore, perché dopo l'eroismo ci vuole la mano sul cuore, quando sei di fronte
alla bandiera, stai lì, aspetti la croce sul petto, le autorità sono tutte
schierate davanti a te... croce di guerra, mica un cazzo qualsiasi... c'è il
presidente della repubblica con la sua sposa, oddìo che coppia, Tristano li
guarda, per fortuna è un documentario, è la Settimana Incom, in bianco e nero, e
l'assenza di colore rende la scena meno orrida, sul palco tutte le altre
autorità dell'occasione, il ministro degli interni, quello della difesa, un
generale appeso alle medaglie che porta sul petto, il cardinale, magari anche
due, la banda col pennacchio, domenica prossima questa solenne cerimonia
dell'eroismo patrio sarà trasmessa in tutti i cinema d'Italia, o per lo meno
nelle grandi città, prima del commovente film americano dove lei dice che domani
è un altro giorno sullo fondo di un tramonto sanguigno... e il discorso per la
Settimana Incom è storico, perché le giovani generazioni devono sapere che il
qui presente decorato è sì un eroe nazionale, e l'atto di eroismo l'ha commesso
proprio lui, ma lui non è lui, è come il milite ignoto, rappresenta gli italiani
tutti, anche noi presidenti e generali che alla Resistenza non prendemmo parte,
rappresenta tutti noi perché mai il popolo italiano fu fascista, e in lui noi ci
riconosciamo, il popolo italiano ha sempre combattuto il fascismo, sempre, di
essere fascista non si è mai sognato, il popolo italiano... Ero io che sognavo,
pensa Tristano, combattevo contro nessuno, i fascisti non sono mai esistiti, me
li immaginavo io... il presidente storto avanza dritto verso di lui accompagnato
da un alto ufficiale che reca su un piatto d'argento la croce di guerra, son
tutti stretti a coorte, Tristano, non hai via di scampo, pensa Tristano, adesso
scappo, quell'alba là non scappai, restai dietro il masso col mitra in mano ma
adesso scappo, o ora o mai più, scappa Tristano, scappa, o fra poco sarai l'eroe
di questa gente, a loro uguale, e tutto sarà compiuto e irrimediabile...
Scrittore, apri la finestra, spalancala, voglio sentire il fresco della sera,
perché a me sì cara viene la sera, te l'hanno insegnata a scuola?, avrai avuto
anche tu un professore pincopallo che te l'ha insegnata, anche Tristano avrebbe
avuto bisogno di fresco e invece sudava, sentiva un caldo insopportabile,
aprimi la finestra, scrittore, lascia che entri il fresco notturno, ah, la
notte, altro che la sera, la notte sì che dovrebbe essere celebrata, ma ci vuole
fegato per celebrare la notte, perché la notte porta sogni, e spesso incubi, ed
è difficile affrontare gli incubi, più che affrontare i nazisti, lì si vede
davvero se sei un eroe, lasciami solo, per favore, voglio vedere se riesco a
dormire.
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