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Pagina 9
[ inizio libro ]
Opicina, 16 novembre 1992
Sei partita da due mesi e da due mesi, a parte una
cartolina nella quale mi comunicavi di essere ancora viva,
non ho tue notizie. Questa mattina, in giardino, mi sono
fermata a lungo davanti alla tua rosa. Nonostante sia
autunno inoltrato, spicca con il suo color porpora,
solitaria e arrogante, sul resto della vegetazione ormai
spenta. Ti ricordi quando l'abbiamo piantata? Avevi dieci
anni e da poco avevi letto il
Piccolo Principe.
Te l'avevo regalato io come premio per la tua promozione.
Eri rimasta incantata dalla storia. Tra tutti i personaggi,
i tuoi preferiti erano la rosa e la volpe; non ti piacevano
invece i baobab, il serpente, l'aviatore, né tutti gli
uomini vuoti e presuntuosi che vagavano seduti sui loro
minuscoli pianeti. Così una mattina, mentre facevamo
colazione, hai detto: «Voglio una rosa». Davanti alla mia
obiezione che ne avevamo già tante hai risposto: «Ne voglio
una che sia mia soltanto, voglio curarla, farla diventare
grande». Naturalmente, oltre alla rosa, volevi anche una
volpe. Con la furbizia dei bambini avevi messo il desiderio
semplice davanti a quello quasi impossibile. Come potevo
negarti la volpe dopo che ti avevo concesso la rosa?
Su questo punto abbiamo discusso a lungo, alla fine ci siamo
messe d'accordo per un cane.
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