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| << | < | > | >> |Pagina 4Ogni successo che sí rispetti chiama almeno un sequel, come sanno bene Omero, i Dumas e Federico Moccia, e Il fu Mattia Bazar (Orme, 2007) non poteva restare da solo a difendere l'onore degli stupidari da libreria. Quindi Il buio oltre le seppie deve il titolo a un'acrobazia linguistica carpiata e rovesciata (quel buio che allude a neri intingoli da risotti) e il contenuto all'acribia filologica e allo scrupolo collezionistico di diversi appassionati del genere: Paolo Di Stefano, Alberto Rollo, Stefano Furini, Lino Apone, Brunella Schisa, Gianluigi Zecchin, Giovanni Mipa Molitemi della libreria dell'Arco di Matera, i librai della libreria il Trittico di Milano, Romina Scotto della libreria Feltrinelli di Napoli, i librai di www.bookavenue.it e di neurolibreria.blogspot.com e naturalmente Franco Zaio della Feltrinelli di Genova che anche quest'anno ha aperto gli scrigni del suo inesauribile archivio di scemenze ascoltate sul posto di lavoro e registrate con l'amorevole disciplina del ricercatore.Il buio oltre le seppie (non mi stancherei mai di ripeterlo, ogni volta mi fa ridere) si distingue rispetto a Il fu Mattia Bazar (neanche questo era male, però) perché a quella degli autori e dei titoli di libri storpiati aggiunge la categoria delle "scene da libreria". Dialoghi poco platonici fra librai e clienti, surreali e fulminanti Tragedie in due battute (di Carlo Campanini, giusto?) che descrivono, meglio di un trattato di marketing editoriale, la vita quotidiana nelle librerie italiane. Due parole sull'autenticità dei contenuti del Buio oltre le seppie. Come per Il fu Mattia Bazar qualche lettore sosterrà che alcune delle sue perle non possano essere vere. Le due parole sono giurin e giuretta. Tutto quello che abbiamo scritto è stato pronunciato in libreria da un cliente o da un libraio. Giurin giuretta. Va bene così? Cos'altro si pretende da noi? Un atto notarile? Bene, buon divertimento e alla prossima raccolta (che potrebbe intitolarsi, chissà, Il maestro e la pizza Margherita, di Bulgakov naturalmente). Stefano Tettamantì | << | < | > | >> |Pagina 8"Cercavo un libro un po' sui Genesis." | << | < | > | >> |Pagina 9Cliente, indicando una guida del Nepal: "Ma solo in inglese tenete la guida di Napoli?" | << | < | > | >> |Pagina 22"Mi serve la Divina Commedia di Dante, ma in italiano buono, non quello volgare." | << | < | > | >> |Pagina 42Cliente: "Dove trovo Com'era bello il mio PCI?" Commesso: "Sotto, reparto Informatica." | << | < | > | >> |Pagina 52Cliente: "Avete Le tenerine?" Commesso: "Il computer non mi dà niente con questo titolo." Cliente: "Provi con Le benevole." | << | < | > | >> |Pagina 53"Vorrei Cristo si è fermato a Lebole di Carlo Levi." | << | < | > | >> |Pagina 98"Vorrei Gomorra, ma in italiano che al cinema non ho capito una parola." | << | < | > | >> |Pagina 99Cliente: "Scusi, avete il Diario di Anna Frank?" Commesso: "Mi spiace, è rimasto solo la Smemoranda." | << | < | > | >> |Pagina 100Cliente: "Vorrei I dolori del giovane Werther." Commesso: "Mi spiace, lo abbiamo finito, però abbiamo I turbamenti del giovane Torless, va bene lo stesso?" | << | < | > | >> |Pagina 101Cliente: "Scusi, mi dà una Bibbia?" Libraio: "Ecco qua, signora."
Cliente: "Ma è qui che parla di Mosè?"
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