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| << | < | > | >> |IndicePrefazione 1 Capitolo 1 — Si parte 9 1. Non arrendetevi 10 2. Iscrivetevi a un gruppo astrofili 11 3. La sicurezza prima di tutto 14 4. Rimanete al caldo 17 5. Non contravvenite alle regole del luogo di osservazione 24 6. State pronti 33 7. Misurate l'ampiezza della pupilla d'entrata 36 8. Scegliete il miglior binocolo 38 9. Scegliete il telescopio più adatto 53 10. Equipaggiatevi per fare osservazione dalla città 88 Capitolo 2 — Esperimenti osservativi 99 11. Vedere al buio 100 12. Proteggete la vostra visione notturna dalle luci vicine 105 13. Come descrivere la luminosità di un oggetto 108 14. Identificate le stelle in base al nome 122 15. Identificate le stelle dalla loro classificazione in un catalogo 126 16. Riconoscete le costellazioni 136 17. Come familiarizzare con i sistemi di coordinate celesti 143 18. Stampare cartine personalizzate 154 19. Tenete le vostre carte vicino all'oculare 158 20. Trovate gli oggetti "geometricamente" 159 21. Imparate a fare il salto stellare (star-hop) 163 22. Imparate a osservare gli oggetti del profondo cielo 168 23. Osservare oggetti dello spazio poco profondo 175 24. Rallentate, vi state muovendo troppo in fretta 184 25. Imparate le tecniche dell'osservazione urbana 193 26. "Spazzolate" le costellazioni 201 27. Tenete un diario osservativo 203 28. Sviluppate un sistema organizzato per annotare i dati 209 29. Programmare e prepararsi per una maratona Messier 213 30. Correte la maratona Messier 226 31. Fotografate le stelle con un'attrezzatura base 238 32. Scoprite e date un nome a un nuovo pianeta 243 Capitolo 3 - Esperimenti al telescopio 245 33. Centrate il vostro telescopio su un punto 247 34. Come pulire lo specchio primario 250 35. Come eliminare l'astigmatismo 257 36. Eliminate gli spicchi di diffrazione e aumentate il contrasto 261 37. Costruire uno strumento di collimazione con una pellicola di alluminio 267 38. "Elaborate" il vostro riflettore newtoniano 270 39. Collimate il vostro specchio primario velocemente e in maniera accurata 279 40. Collimate il telescopio con le stelle 285 41. Bilanciate un telescopio dobsoniano 288 42. Migliorate i movimenti del dobsoniano 294 43. Aggiornate i supporti del vostro dobsoniano 297 Capitolo 4 - Esperimenti sugli accessori 307 44. Adattate il vostro computer portatile all'osservazione notturna 308 45. Adattate il vostro veicolo al buio 311 46. Come usare una lente di Barlow 314 47. Calcolare l'ingrandimento della Barlow 321 48. Guardate più cielo 325 49. Razionalizzate la collezione di oculari 331 50. Mette su carta le caratteristiche del vostro oculare 351 51. Osservate oggetti deboli nello stesso campo 357 52. Pulite oculari e lenti con attenzione 366 53. Trovate gli oggetti del profondo cielo velocemente e con facilità 367 54. Aggiornate il vostro cercatore ottico 375 55. Allineate il vostro cercatore 380 56. Determinate il campo di vista del cercatore ottico 386 57. Determinate il vostro campo di vista reale 388 58. Aumentate il contrasto di luna e pianeti e il dettaglio 396 59. Migliorate il contrasto nebulare e il dettaglio 404 60. Cercate di stare seduti 414 61. Mettete da parte il vostro materiale in un giubbotto da fotografo o in un marsupio 418 62. Usate un registratore a voce per prendere nota 419 63. Comprate o costruite una piattaforma equatoriale 421 64. Fate lavorare il computer per voi 426 65. Software astronomico nel "palmare" della vostra mano 437 Indice analitico 447 |
| << | < | > | >> |Pagina 1PrefazioneAstronomi per passione è nato quasi per caso. L'editore con cui collaboriamo ci mandò un giorno una mail per comunicarci che stava pensando di pubblicare un libro di astronomia e ci chiedeva se non conoscessimo qualche astrofilo interessato a scriverlo. Noi replicammo, un po' risentiti: "Eccetto noi, vorresti dire?" Naturalmente, non appena l'editore capì che noi eravamo astrofili, non ci furono più dubbi su chi avrebbe scritto il libro. Robert (l'autore Ndr) letteralmente sbavava al pensiero di scrivere il libro. Barbara (l'autrice Ndr) è troppo raffinata per sbavare, ma anche lei era letteralmente entusiasta all'idea di scrivere un libro sull'hobby che abbiamo in comune. Stavamo già lavorando ad altri libri, ma questa era un'opportunità troppo ghiotta per perderla. Così lasciammo da parte tutto il resto e iniziammo a scrivere Astronomi per passione. Scrivere libri sui computer, che è il nostro lavoro, è molto divertente. Ci piacciono i computer, e ci piace scriverne. Ma amiamo ancora di più l'astronomia. C'è qualcosa di speciale quando ci si trova all'aperto sotto il cielo stellato. Alziamo lo sguardo e osserviamo stelle e costellazioni, proprio come facevano in passato i nostri antenati, centinaia e migliaia di anni fa. Le stelle uniscono gli uomini attraverso le generazioni, dai tempi più remoti fino a oggi. Sono una cornice immutabile che ci fa comprendere la maestosità dell'Universo. Osserviamo la grande nebulosa di Orione, per esempio, e capiamo che la luce in arrivo iniziò il suo viaggio 1500 anni fa, quando l'Impero romano stava vivendo i suoi ultimi giorni. Oppure guardiamo la galassia di Andromeda e ci rendiamo conto che i fotoni che colpiscono i nostri occhi partirono 2,9 milioni di anni fa, quando i primi ominidi cominciavano a scendere dagli alberi. E, mentre vediamo quella macchiolina, generata da quasi migliaia di miliardi di Soli, ci chiediamo se ci sia qualcuno lassù che ci sta osservando, ponendosi le nostre stesse domande. Così afferrammo al volo l'occasione di scrivere Astronomi per passione. Con questo libro volevamo raggiungere due obiettivi. Per prima cosa, naturalmente, volevamo trasmettere la nostra passione per l'astronomia a tutte quelle persone che si interessano all'argomento, ma che non hanno ancora iniziato ad approfondirlo. Con questo libro volevamo incoraggiarle a farlo.
Ma volevamo anche "pagare pegno". Negli anni, molti astrofili
esperti ci hanno aiutato a imparare i rudimenti della materia. Non
potremo mai in alcun modo ripagarli, ma possiamo pagare il nostro pegno aiutando
altri ad apprendere l'astronomia e divertirsi con essa.
Perché Astronomi per passione? Il titolo originale americano di questo libro è Astronomy Hacks e val la pena di spendere due parole per chiarirlo e così chiarire un po' anche lo spirito con cui abbiamo realizzato questo testo. Il termine hacker, non solo nei paesi di lingua inglese, non gode di buona reputazione. Viene usato per indicare persone che entrano nei sistemi informatici o provocano danni ai computer usandoli a loro piacimento. Fra le persone che programmano i computer, invece, il termine hack si riferisce a una scorciatoia per risolvere un problema o a una soluzione intelligente che permette di fare qualcosa che sembra difficile. E il termine hacker ("sperimentatore" nella sua accezione in inglese) è considerato un vero complimento: si riferisce infatti a una persona creativa con grandi capacità tecniche. Un libro che parla di hacks, per noi è il miglior tentativo di riabilitare la parola, far vedere che gli hacker sono persone in gamba e trasmettere l'etica creativa propria degli hacker ai non iniziati. Apprendere dall'esperienza degli altri, vedere come gli altri affrontino i problemi, è spesso il modo migliore e più veloce per imparare. Negli anni della nostra adolescenza, negli anni Sessanta, noi, e gli altri ragazzi, non stavamo seduti a giocare con i videogame, ad ascoltare CD o guardare DVD. Noi "creavamo" le cose. Lavoravamo gli specchi dei nostri telescopi in maniera artigianale e ricavavamo i tubi in cui alloggiarli nei modi più svariati. E con la stessa capacità di arrangiarci ricavavamo componenti per le nostre attrezzature da radioamatori e costruivamo piccoli razzi a propellente. Intercettavamo le telefonate delle nostre ragazze, sapevamo come forzare le serrature e realizzavamo camere oscure nei seminterrati. Falsificavamo patenti di guida, distruggevamo e ricostruivamo i motori delle auto, riparavamo le televisioni e gli elettrodomestici dei nostri parenti... in definitiva eravamo veramente insopportabili. In poche parole, trascorrevamo la maggior parte del nostro tempo a fare esperimenti, eravamo dei veri hacker, benché il termine, nella sua accezione informatica, non fosse stato ancora coniato. Oggi, la maggior parte di quelle azioni ci creerebbe problemi con la giustizia. A quel tempo gli adulti sorridevano, scuotevano il capo e dicevano: "Sono ragazzi" (benché alcune di loro fossero ragazze...). La maggior parte di quegli esperimenti purtroppo oggi non si può più fare. I radioamatori acquistano i loro pezzi piuttosto che costruirli e i componenti per costruire razzi o fare esperimenti chimici sono stati ritirati dal mercato dalle società per il timore di cause milionarie (in euro). Ma allora che cosa possono fare i nostri hacker-sperimentatori? Beh, rimane l'astronomia, che è uno dei pochi hobby dove gli esperimenti non rappresentano l'eccezione ma la regola. Sperimentare è un'attività che gli astrofili sono orgogliosi di praticare, benché molti di loro non pronuncino le parole "hack" o "esperimento". Ci sono ancora astrofili che costruiscono il proprio telescopio – due dei collaboratori di questo libro lo hanno fatto – ma anche se quest'attività fosse un po' oltre le vostre capacità, ci sono molte altre possibilità di fare esperimenti. Sperimentare però non significa soltanto fare le cose, ma anche capire la filosofia che vi sta alla base. A un certo livello, quello più elementare, è possibile apprezzare l'astronomia anche senza capirne i dettagli tecnici: per essere un "astrofilo" possono bastare semplicemente il cielo notturno e i vostri occhi. Con l'andare del tempo però è molto probabile che vogliate vedere più di quanto potete a occhio nudo e capire oltre che osservare. Ecco dove vuole arrivare Astronomi per passione. Attraverso gli anni, abbiamo aiutato un gran numero di "novellini", così conosciamo i problemi che incontrano i principianti (ma anche quelli con un po' più di esperienza). Astronomi per passione è un bagaglio di esperienza appreso sul campo – tutto ciò che è necessario sapere: dai consigli per scegliere, usare e mantenere efficiente l'equipaggiamento ai suggerimenti per osservare, alle informazioni che spiegano i concetti essenziali necessari per capire e rendere ancora più piacevole questo hobby.
Astronomi per passione
vi aiuterà a velocizzare il lavoro, a spendere il denaro in maniera oculata, e a
superare indenni molte delle delusioni che spesso incontra chi è agli inizi.
Leggere questo libro sarà quasi come avere al vostro fianco un astronomo
esperto, pronto a offrire consigli mentre vi appassionate a questo hobby.
Come è strutturato questo libro Potete leggere questo libro dall'inizio alla fine, ma ciascun esperimento vive di vita propria, così sentitevi liberi di curiosare e saltare fra le diverse parti che vi interessano maggiormente. Se c'è un aspetto che vi interessa approfondire di più, un rimando (esperimento ...) vi condurrà all'esperimento in questione.
Il libro è suddiviso in quattro sezioni, organizzate per soggetto:
Sezione 1: Si parte Utilizzate gli esperimenti di questa sezione per procedere alla massima velocità all'interno del libro.
Questa sezione risponde alle domande più comuni fra chi è agli
inizi, compresa la scelta dei migliori telescopi e binocoli, e permette di non
commettere gli errori più banali in cui incorrono i principianti. Se state
muovendo i primi passi, leggete i capitoli di questa
sezione un paio di volte prima di fare (o comperare) qualsiasi cosa.
Anche se avete un minimo di esperienza, vale la pena di riservare
un po' di tempo per una consultazione attenta di questa sezione.
Probabilmente troverete qualche suggerimento e "trucco" nuovi per voi.
Sezione 2: Esperimenti di osservazione. Questa sezione si occupa dell'osservazione, che rappresenta il "cuore" dell'astronomia amatoriale.
Gli esperimenti di questa sezione vanno dai concetti generali
sull'argomento, come la magnitudine stellare, ai suggerimenti e
trucchi per scorgere il maggior numero di dettagli anche in oggetti
molto deboli (nebulose, ammassi e galassie), fino ad annotare le osservazioni e
disegnare gli oggetti esaminati. Anche gli appassionati
più esperti possono trarre suggerimenti e apprendere qualche trucco nuovo dai
capitoli di questa sezione. Lo diciamo a ragion veduta, perché anche per noi
alcuni esperimenti che abbiamo descritto erano nuovi, ci sono stati suggeriti
dai nostri collaboratori e da altri esperti.
Sezione 3: Esperimenti al telescopio Utilizzate gli esperimenti di questa sezione per migliorare il rendimento, modificare, aggiornare e "mantenere in forma" il vostro telescopio. La sezione è dedicata per la maggior parte (anche se non esclusivamente) al mondo dei telescopi dobsoniani (sempre più popolari fra gli astrofili) che non sono solo adatti per fare esperimenti, ma "chiedono" addirittura di essere oggetto degli esperimenti stessi.
Imparerete a perfezionare i movimenti del vostro telescopio, migliorare le
prestazioni delle sue ottiche, in definitiva portarlo al massimo delle sue
potenzialità.
Sezione 4: Esperimenti con gli accessori La scelta degli accessori rappresenta nella maggior parte degli hobby la metà del divertimento, e l'astronomia amatoriale non fa eccezione. Questa sezione vi spiega tutto ciò che dovete sapere per scegliere gli accessori, usarli e curarne la manutenzione nel modo più corretto. È facile esagerare quando dovete scegliere i vostri accessori. Se seguirete i nostri consigli, acquisterete soltanto gli accessori di cui avete bisogno e a prezzi accessibili. | << | < | > | >> |Pagina 9CAPITOLO 1Si parte
Esperimenti 1-10
Quando si parte con l'astronomia tutto sembra abbastanza facile. Comprate un telescopio, lo portate fuori la notte, lo puntate verso il cielo e siete pronti per cominciare. Ma sarà vero? Migliaia di persone seguono questo percorso ogni anno a Natale, e la maggior parte poi rimane delusa. Pagano lo strumento una cifra ben superiore al suo valore in un centro commerciale o in un grande magazzino. Una volta che hanno montato lo strumento si accorgono di non saperlo usare nel modo giusto. Scoprono subito che all'aperto in inverno con un telescopio si prende velocemente freddo e decidono quindi che è molto meglio guardare la televisione al calduccio. Anche quelli che resistono un po' di più perdono il loro interesse in fretta. Dopo aver osservato una o due volte la Luna, e forse Giove e Saturno, decidono che non c'è molto altro da vedere. Forse hanno anche comprato un telescopio computerizzato che trova automaticamente gli oggetti per loro. Ma se questo è vero, perché gli oggetti risultano invisibili, nonostante il computer "giuri" che si trovano proprio lì? Dove sono tutti quegli oggetti luminosi e colorati che facevano capolino dalla confezione del telescopio? Il nuovo telescopio finisce per riempirsi di polvere in un ripostiglio oppure in vendita su eBay. È una prospettiva molto scoraggiante.
Ma non deve finire per forza così. L'astronomia può essere un
hobby magnifico, molto duraturo e capace di coinvolgere un'intera
famiglia. Migliaia di appassionati stanno fuori casa nelle notti serene a
osservare le meraviglie del cielo. Potete unirvi a loro, ma dovete partire con
il piede giusto. In questa sezione diremo che cosa dovete sapere per evitare i
più comuni errori commessi dai principianti.
1 Non arrendetevi
È più dura di quanto sembri...ma ce la potete fare.
Il cielo notturno all'inizio è invitante, sembra una grande coperta da pic-nic addobbata di luci. Gli oggetti stellari sono brillanti, facili da vedere e sembrano organizzati in un modello ordinato. Immenso, certo, ma facile da comprendere e accogliente. Apprezzare la bellezza di un cielo stellato è facile. Difficile è il passo successivo. Il cielo notturno è un teppistello della peggior specie, che vi prende a pugni nello stomaco, vi deruba delle monetine e poi ride quando vi mettete a urlare. Quando iniziate a guardare le stelle con un telescopio, la coperta da pic-nic si riduce a un tovagliolo. Gli oggetti facili da vedere diventano sfuggenti e quelli sfuggenti invisibili. Naturalmente trovare gli oggetti fa parte del percorso necessario per imparare a osservare, ma questa massima non è che una magra consolazione quando non riuscite a individuare, notte dopo notte (e ancora nelle notti successive), la grande galassia di Andromeda. Che dire allora? Usare un telescopio può diventare davvero frustrante! Ma voi, prima di tutto, non scoraggiatevi. O piuttosto fatelo ma soltanto per un momento. Imparare a racchiudere un'area di cielo in un oculare e poi setacciarlo, grado dopo grado, richiede non soltanto pazienza ma anche pratica. Alzare le braccia al cielo e smontare il telescopio, per quella notte, non è soltanto normale, ma quasi necessario. Quando siete stanchi e arrabbiati, i movimenti armoniosi necessari per scrutare il cielo diventano irregolari e imprevedibili. Non siete capaci di trovare alcunché e rischiate di danneggiare la vostra attrezzatura. Ritrovate la fiducia in voi stessi. La migliore tattica è fare un piano di battaglia. Scegliete un'area di cielo, prendetevi una mappa stellare non troppo dettagliata e cominciate a girare lì attorno. Le stelle in cielo sembreranno diverse da quelle sulla carta, ma non appena avrete identificato alcuni punti di riferimento, tornate al telescopio. Muovetevi fra gli oggetti che vi sono familiari, ripercorrete i vostri passi fino a quando ogni stella sarà come un segnale facilmente riconoscibile. Il processo è lento e anche difficile. E, alla fine, quando le stelle non sembrano più piccole bolle di luce ma iniziano ad apparire come una serie di cartelli stradali, l'ampiezza dell'area osservata diventa sempre meno importante.
Dott.ssa Mary C. Chevenak
2 Iscrivetevi a un gruppo astrofili
Incontrate chi ha i vostri stessi interessi, imparate un po' di cose
da loro e magari "giocate con i loro giocattoli".
Il primo consiglio che i neofiti ricevono di solito è quello di iscriversi a un gruppo astrofili. Non potremmo essere più d'accordo: iscrivetevi a un gruppo di astrofili. Iscrivetevi a un gruppo di astrofili. Iscrivetevi a un gruppo di astroifili. E ricordatevi che ciò che vi diciamo per tre volte è vero. | << | < | > | >> |Pagina 388 Scegliete il miglior binocolo
Osservate con entrambi gli occhi.
Gli astrofili inesperti spesso pensano che il binocolo sia un "fratello
minore" del telescopio, uno strumento da usare soltanto se
non si possiede un telescopio. È un errore. Un binocolo è infatti
uno strumento di osservazione essenziale anche se avete una dozzina di telescopi
di alta qualità. Gli osservatori esperti usano infatti il
binocolo per orientarsi in una costellazione, all'interno della quale
stanno cercando l'oggetto che vogliono osservare nel telescopio – in pratica per
farlo risaltare fra le stelle che lo circondano. Un binocolo è anche utile per
fare il
salto stellare – star hop – (esperimento 21)
poiché le stelle più deboli, visibili in un normale binocolo, sono di
magnitudine simile a quella delle stelle più deboli visibili nel cercatore di un
telescopio.
Binocolo è un sostantivo singolare. E chiamare uno strumento singolo "un
paio di binocoli" non è corretto. "Posso usare il tuo binocolo?" è
grammaticalmente corretto. "Posso usare i tuoi binocoli" non lo è, a meno che
non vi riferiate a due o più strumenti. (In effetti, chiedere di usare il
binocolo altrui è, fra gli astrofili, una vera caduta di stile — quasi
paragonabile alla richiesta di farsi prestare lo spazzolino da denti altrui —
perché la maggior parte delle persone hanno i binocoli adattati alla propria
vista. Se prendete in prestito un binocolo, non cambiate quindi la
regolazione della diottria.)
I binocoli in realtà sono più che un semplice strumento aggiuntivo del telescopio. Per fare una similitudine, mentre il ristretto campo di vista di un telescopio vi permette di vedere solo gli alberi, l'ampio campo di un binocolo vi permetterà di vedere l'intera foresta. Per l'osservazione di ampi ammassi stellari, campi stellari della Via Lattea, comete e altri ampi oggetti, i binocoli sono spesso la miglior scelta. In più di un'occasione abbiamo montato i nostri telescopi solo per accorgerci, alla fine dell'osservazione, di non averli usati affatto. Invece avevamo trascorso l'intera serata usando i binocoli per studiare il cielo.
I binocoli sono anche utili non solo per l'osservazione astronomica,
naturalmente. Un buon binocolo ha molti usi possibili durante il giorno, inclusi
l'osservazione degli eventi sportivi, il bird-watching e altri hobby.
Le caratteristiche chiave dei binocoli
Questa sezione descrive le caratteristiche importanti dei binocoli. Capire
queste caratteristiche vi permette di scegliere il binocolo giusto per le vostre
tasche.
Ingrandimento e apertura
I binocoli sono contraddistinti da due caratteristiche:
ingrandimento
e
apertura.
Per esempio, un binocolo 7x50 ingrandisce gli oggetti 7 volte e ha le lenti
dell'obiettivo di 50 mm. La quantità di ingrandimento assicurata da un binocolo
è importante, ma la dimensione delle lenti dell'obiettivo lo è ancora di più,
poiché determina quanta luce possa catturare il binocolo.
Ingrandimento L'ingrandimento, chiamato anche potere di ingrandimento, è identificato da un numero seguito da una "X" e descrive la quantità di ingrandimento lineare dell'immagine assicurato dal binocolo. Per esempio, un binocolo 7X fa apparire l'oggetto 7 volte più grande (o anche, sette volte più vicino) rispetto a quell'oggetto osservato a occhio nudo.
I binocoli hanno ingrandimenti cha vanno da 4 a 20X e anche
oltre nei cosiddetti modelli "giganti". Se volete fare osservazione tenendo in
mano il binocolo, la miglior scelta è uno strumento fra i 7 e 12X. A parità di
condizioni, i binocoli con minori ingrandimenti mostrano un'area maggiore di
cielo, mentre quelli con ingrandimenti più alti consentono di vedere maggiori
dettagli degli oggetti.
Alcuni modelli, chiamati
binocoli zoom,
offrono un'ingrandimento variabile, di solito fra i 5 e gli 8X per gli
ingrandimenti bassi e fra i 15 e i 30X per quelli alti. Benché ci siano alcune
eccezioni (peraltro molto dispendiose), la maggior parte dei binocoli zoom sono
strumenti di bassa qualità, molto fragili dal punto di vista meccanico e con
ottiche scadenti. Non li consigliamo per fare astronomia e in realtà non li
riteniamo adatti per alcun tipo di attività.
La capacità di tenere in mano un oggetto varia da persona a persona ma è
condizionata dal peso e dall'ingrandimento del binocolo. La maggior parte delle
persone può tenere in mano un binocolo standard da 7X stabilmente. Alcuni
possono tenere un binocolo 10X con una stabilità accettabile, mentre pochi
possono davvero tenere un 12X stabilmente. Peraltro consideriamo la capacità di
tenere in mano un binocolo 12X al limite delle capacità umane.
Potete aumentare la "stabilità" del vostro binocolo sdraiandovi su una sedia
da giardino o un materassino da piscina parzialmente gonfio. Con un tale aiuto
si possono tenere in mano anche binocoli da 15 e 20X con una stabilità
accettabile. Potete anche montare lo strumento su un treppiede per eliminare il
tremolio delle braccia. Anche i binocoli non troppo grandi possono comunque
essere dotati di treppiede, ma per i binocoli giganti ciò è necessario. La
maggior parte degli strumenti previsti per l'astronomia prevede un attacco
standard 1/4X20 per il cavalletto, una caratteristica che vale la pena di avere
anche se intendete tenere il vostro binocolo in mano per la maggior parte del
tempo.
Apertura
L'apertura è il diametro delle lenti dell'obiettivo di un binocolo,
le lenti grandi poste in fronte allo strumento (in pratica la parte
dalla quale non dovete guardare). Le aperture più grandi raccolgono più luce di
quelle piccole, in quantità proporzionale al quadrato del loro diametro. Per
esempio, un binocolo da 50 mm ha le lenti dell'obiettivo che sono il doppio del
diametro di un 25 mm, ma raccoglie quattro volte la sua luce, poiché 2 al
quadrato è uguale a 4. Con lo stesso calcolo, un binocolo gigante da 100 mm
raccoglie quattro volte la luce di uno da 50 mm e 16 volte quella di un modello
da 25 mm. La capacità di raccogliere la luce è essenziale perché permette di
vedere oggetti più deboli.
Rispetto all'occhio umano, un binocolo da 50 mm raccoglie una quantità di luce da 50 a 100 volte maggiore. Poiché una differenza di 100X in brillantezza corrisponde a cinque magnitudini stellari, usare un binocolo da 50 mm vi può permettere di vedere oggetti da 4 a 5 volte più deboli che a occhio nudo. Per esempio, se in una particolare notte e da un particolare luogo di osservazione potete vedere stelle fino alla magnitudine 5,5 a occhio nudo, il binocolo da 50 mm vi permetterà di raggiungere la magnitudine 9,5 e anche oltre (esperimento 13).
Lo stesso incremento relativo nella capacità di raccolta della luce, che
ottenete osservando in un binocolo da 50 mm invece che a occhio nudo, lo potete
riscontrare passando da un binocolo da 50 mm a un telescopio con un diametro da
35,6 a 50,8 cm.
I binocoli standard utilizzabili in astronomia hanno le lenti
dell'obiettivo che vanno da 35 a 50 mm. I binocoli giganti sono utilizzati da
qualche astrofilo. Hanno l'obiettivo delle lenti che va da
56 fino a 80 mm e rendono al meglio se montati su treppiedi o altre montature
solide. Questi tipi di strumento sono ideali per le osservazioni a largo campo
delle nubi stellari della Via Lattea e altri
oggetti estesi, ma non utilizzabili per un uso "quotidiano".
Ci sono anche i cosiddetti binocoli "super giganti", che assomigliano di più
a un paio di rifrattori installati in parallelo su una montatura che a normali
binocoli. I binocoli super giganti hanno aperture che vanno da 90 a 152 mm o
anche più e sono strumenti molto specialistici, oltreché molto costosi. Sono
dotati di oculari intercambiabili, cercatori ottici, montature costose, sono
motorizzati e hanno altri accessori che di solito accompagnano più i telescopi
che i binocoli. Il più grande binocolo di cui siamo a conoscenza è quello
costruito da un temerario astrofilo australiano che ha usato come obiettivo due
specchi da telescopio da 508 mm.
La pupilla di uscita Se puntate un binocolo verso una fonte di luce e guardate nell'oculare da qualche centimetro o ancora più lontano, vedrete dei brillanti cerchi nelle lenti dell'occhio, il cosiddetto cerchio oculare.
Questi cerchi brillanti sono la pupilla di uscita del binocolo che
definisce il punto nel cammino ottico dove la luce è inviata dal
binocolo al vostro occhio. Potete calcolare il diametro della pupilla di uscita
semplicemente dividendo l'apertura per l'ingrandimento. Per esempio, un binocolo
7X50 assicura una pupilla di uscita di 50/7, ovvero poco più di 7 mm di
diametro. Un binocolo 10X50 assicura una pupilla di uscita di 5 mm, al pari di
un modello 7X35 o di un 8X40. La pupilla di uscita è importante poiché
la pupilla di entrata massima degli occhi delle persone varia in ampiezza con
l'età e altri fattori (esperimento 7).
L'ideale è pareggiare la pupilla di uscita del binocolo con la pupilla
di entrata del vostro occhio adattato al buio. Così facendo, raggiungete la
massima quantità possibile di luce e vedete l'immagine più brillante possibile.
Se la pupilla di uscita del binocolo è più grande di quella di entrata perdete
luce. Per esempio, se la vostra pupilla di entrata completamente adattata al
buio è di 5 mm, è inutile usare un binocolo 7X50 poiché esso assicura una
pupilla di uscita di 7,1 mm. In effetti, il vostro occhio sta riducendo
l'apertura delle lenti dell'obiettivo da 50 mm a 35 mm.
Potreste invece usare un binocolo da 7X35 o 10X50, che assicurano entrambi una
pupilla di uscita da 5 mm che pareggia la
vostra pupilla di entrata, e così l'immagine sarà brillante come
quella che vedete in un binocolo 7X50. Allo stesso modo, se osservate
prevalentemente da località inquinate dalla luce e dove
i vostri occhi non possono adattarsi completamente al buio, un
binocolo con 4 o 5 mm di pupilla di uscita potrebbe essere la
miglior scelta.
Il rilievo oculare Il rilievo oculare in un binocolo è la distanza fra la superficie esterna della lente dell'oculare e il punto in cui la pupilla deve essere messa per osservare l'immagine. Normalmente i binocoli hanno un rilievo oculare che va da pochi millimetri a 20 mm o più. Un lungo rilievo oculare — almeno da 17 a 20 mm — è necessario se portate gli occhiali mentre guardate nel binocolo. Un rilievo oculare corto è accettabile se usate il binocolo senza occhiali o con lenti a contatto. Per decidere di quanto rilievo avete bisogno, usate le seguenti linee guida: • Se i vostri occhiali correggono l'astigmatismo o altri problemi di visione "non simmetrica", avrete bisogno di un rilievo oculare lungo in modo da poter tenere gli occhiali mentre osservate. Cercate un binocolo che assicuri almeno da 17 a 20 mm di rilievo oculare. • Se i vostri occhiali correggono soltanto la visione da vicino o da lontano, potete semplicemente mettere a fuoco il binocolo per adattare l'immagine alla vostra vista. Qualsiasi tipo di binocolo andrà bene, anche se dovesse assicurare un rilievo oculare minimo. | << | < | > | >> |Pagina 61Tipi di telescopioCi sono dozzine di differenti configurazioni ottiche, ma tutte rientrano in tre categorie principali: • I telescopi rifrattori usano soltanto lenti per creare l'immagine che è inviata all'oculare. • I riflettori usano soltanto specchi. • I catadiottrici usano lenti e specchi.
Nelle sezioni seguenti, esamineremo ciascuna di queste categorie e ne
indicheremo vantaggi e svantaggi.
Rifrattori Quando la maggior parte delle persone sente la parola telescopio, pensa a un rifrattore (e questo è il motivo per il quale ne abbiamo messo uno in copertina). Quando Galileo nel 1610 puntò per la prima volta verso il cielo il suo telescopio, era un rifrattore e i rifrattori sono molto popolari fra gli astrofili sin da allora. La Figura 1.6 mostra un tipico rifrattore, con il quale Galileo si sarebbe "sentito a casa". (Per la verità egli avrebbe potuto anche uccidere qualcuno per avere uno strumento simile a questo.) Nella sua forma più semplice un rifrattore comprende un tubo con la lente dell'obiettivo a un'estremità e un fuocheggiatore con un oculare all'altra. La lente dell'obiettivo raccoglie e mette a fuoco la luce in un punto a metà strada del suo viaggio verso il fuocheggiatore. Il tubo del rifrattore è quindi lungo approssimativamente come la lunghezza focale della lente dell'obiettivo, più il tubo paraluce posto sulla parte anteriore e il meccanismo del fuocheggiatore più il tubo che ospita l'oculare nel retro. Il nostro rifrattore da 90 mm f/11, per esempio, ha una lunghezza focale di 1000 mm. Il tubo, inclusi il paraluce e il meccanismo del fuocheggiatore completamente esteso, è lungo all'incirca 1200 mm. Per ragioni pratiche, la maggior parte dei moderni rifrattori, di configurazione tradizionale (a "tubo lungo") ha una lunghezza focale di 1000 mm o meno, indipendentemente dalla loro apertura. I tubi molto più lunghi di un metro sono poco maneggevoli e richiedono montature molto alte da terra (e quindi costose); di conseguenza, molti produttori costruiscono i loro rifrattori in modo che la lunghezza focale non superi il metro. Ma se l'apertura varia, e la focale rimane costante, deve variare anche il rapporto focale del telescopio. E proprio così i produttori affrontano il problema. Per esempio: • Un rifrattore da 60 mm (2,4") ha un rapporto focale da f/10 a f/16 e una lunghezza focale da 600 mm a 1000 mm. • Un rifrattore da 70 mm (2,8") ha un rapporto focale da f/10 a f/14 e una lunghezza focale da 700 mm a 1000 mm. • Un rifrattore da 85 mm (3,3") ha un rapporto focale di circa f/12 e una lunghezza focale di circa 1000 mm. • Un rifrattore da 100 mm (4") ha un rapporto focale di circa f/10 e una lunghezza focale di circa 1000 mm. • Un rifrattore da 127 mm (5") ha un rapporto focale di circa f/8 e una lunghezza focale di circa 1000 mm. • Un rifrattore da 152 mm (6") ha un rapporto focale di circa f/6,7 e una lunghezza focale di circa 1000 mm. Avete fatto attenzione agli esempi? Quando l'apertura aumenta, i produttori riducono il rapporto focale per mantenere la lunghezza focale entro il metro. In effetti, ci sono in commercio pochi rifrattori da 15,24 cm (6") a f/8, con lunghezze focali di circa 1250 mm e conseguentemente tubi lunghi. Si tratta infatti di telescopi poco maneggevoli per via della loro lunghezza e del peso. Vi potreste chiedere perché i produttori non possano continuare questo gioco per sempre. Perché mai, per esempio, non costruire un rifrattore da 20,32 cm (8") f/5 o anche un modello da 25,4 cm (10") f/4? Entrambi avrebbero la stessa lunghezza focale di un metro e un tubo ragionevolmente corto, anche se pesante. Ahimè, le leggi dell'ottica non lo permettono. Il problema sono i falsi colori (ovvero quella che è nota come aberrazione cromatica), che si manifestano come un'iridescenza colorata intorno agli oggetti brillanti, o anche come un cambiamento completo di colore. L'effetto non è solo spiacevole dal punto di vista estetico; riduce anche, in maniera significativa, la quantità di dettagli visibili. E, in ogni tipo di rifrattore, i falsi colori aumentano a mano a mano che si incrementa l'apertura e diminuisce il rapporto focale. I nostri ipotetici rifrattori da 20,32cm (8") f/5 o 25,4 cm (10") f/4 potrebbero essere colpiti da un doppio "sortilegio": un'apertura troppo grande e un rapporto focale troppo corto. (Normalmente, i falsi colori in un tipico telescopio rifrattore da 15,24 cm [6"] a f6/7 rendono l'immagine orribile: la maggior parte delle persone ritiene che i falsi colori, anche in un rifrattore da 12,70 cm [5"] f/8, siano un difetto decisamente grave. I falsi colori nei nostri ipotetici rifrattori da 20,32cm [8"] o 25,40 cm [10"] produrrebbero un effetto addirittura "caleidoscopico".) | << | < | > | >> |Pagina 19325 Imparate le tecniche dell'osservazione urbana
Osservate l'Universo dal vostro cortile di casa.
L'astronomia dal cortile non è più quella di una volta. Quando
era un teenager negli anni Sessanta del secolo scorso, l'autore riusciva
a osservare la maggior parte degli oggetti Messier e una gran
quantità di altri oggetti del profondo cielo dal cortile di casa, usando
semplicemente il suo telescopio riflettore newtoniano autocostruito da 52,4 mm
(6"). Oggigiorno, ahimè, l'inquinamento luminoso urbano consente di osservare
questi oggetti soltanto da luoghi lontani dalle città e con un cielo molto
scuro.
L'inquinamento luminoso è una disgrazia degli osservatori di DSO, e il solo
modo per evitarne gli effetti è viaggiare verso luoghi bui. Per "bui" non
intendiamo il parco in periferia. Dovrete viaggiare almeno una trentina di
chilometri lontano anche dalle città piccole e per 80 e oltre da quelle più
grandi, per trovare un sito con un cielo veramente buio. Ma ciò che vedrete
ripaga ogni sforzo. Potete vedere di più con un piccolo telescopio, o anche
un binocolo, da un sito scuro di quanto possiate osservare con un grande
telescopio da un luogo inquinato dalla luce. Se non avete mai osservato da un
sito veramente buio, provate. Sarete scioccati dalla differenza.
Per fortuna, l'inquinamento luminoso ha effetti minimi (se non nulli) su altri tipi di osservazione. Se vi interessa l'osservazione lunare o planetaria, per esempio, potrete anche stare in città. Luna e pianeti sono visibili allo stesso modo dai cortili di città più illuminati come dai siti rurali più scuri.
Ci sono molti aspetti che rendono interessante l'osservazione
urbana. Potete evitare di guidare per molti chilometri, osservare
più frequentemente, trascorrere più tempo a osservare e avere
sempre una stanza da bagno e un rifugio caldo a disposizione. Nelle notti della
settimana in cui non avete tempo per guidare alla volta di luoghi con cielo
buio, potete osservare per un'ora o due e avere ancora tempo per guardare il
telegiornale della notte. L'unica cosa che non potete fare da un sito urbano è
osservare le galassie e altri deboli oggetti deep-sky.
Obiettivi osservativi urbani
I cieli urbani inquinati da luci limitano la vostra scelta di osservare gli
obiettivi da due punti di vista. Per prima cosa, il bagliore di
fondo del cielo rende impossibile vedere oggetti deboli e con basso
contrasto quali le galassie. Neanche i telescopi più grandi del mondo vi
permetteranno di osservare questi oggetti deboli poiché il
fondo cielo è letteralmente più brillante dell'oggetto stesso. Secondo,
l'inquinamento luminoso rende difficile trovare gli oggetti poiché potete vedere
poche stelle. Cercare di catturare deboli macchioline da un sito urbano è un
esercizio frustrante. Per fortuna, ci sono molti altri oggetti disponibili per
l'osservazione urbana.
Luna
La Luna (che per chi si occupa di oggetti del profondo cielo non
è nient'altro che una noiosa fonte di inquinamento luminoso)
può essere un obiettivo molto soddisfacente. Infatti, alcuni
astrofili dedicano il loro tempo a osservare la Luna, e raramente
guardano altro. La Luna è visibile indipendentemente dall'inquinamento luminoso
e anche in condizioni osservative non perfette. È visibile nella maggior parte
delle notti del mese, può reggere alti ingrandimenti e mostra dettagli in
quantità decisamente maggiore rispetto a ogni altro oggetto astronomico.
Benché possa sembrare strano, talvolta osserviamo la Luna anche quando è
coperta da molta foschia e nubi luminose. L'atmosfera è spesso estremamente
stabile nelle notti di foschia, e le rende quindi abbastanza adatte
all'osservazione lunare e planetaria. Normalmente siamo limitati dal seeing
(turbolenza atmosferica) oltre i 300X circa, ma in notti fosche abbiamo spinto
fino a 650X su Saturno, 900 su Giove e 1200 sulla Luna. Non potete farlo ogni
notte e dovete attendere quei brevi periodi calmi, che potrebbero capitare solo
ogni tanto e durare soltanto per qualche secondo. Ma quando l'atmosfera si
calma, è stupefacente la quantità di dettagli che si può vedere a questi alti
poteri di ingrandimento.
Pianeti Benché la loro presenza nel cielo notturno cambi di stagione in stagione, i pianeti sono un obiettivo soddisfacente per molti osservatori urbani. Soltanto Plutone (oggi riclassificato però come "pianeta nano") è quasi impossibile da osservare dalla città. (Non che vi perdiate molto. Al massimo, Plutone appare come una stella di 14a magnitudine — esperimento 13.) Gli altri giganti gassosi esterni, Urano e Nettuno, mostrano bei dischi colorati, ma pochi dettagli (o nessuno) sono visibili. Benché alcune persone abbiano osservato le lune di Urano dalla città, non abbiamo mai avuto la fortuna di distinguere questi oggetti di 14a o 15a magnitudine dal fondo del cielo. Mercurio invece è osservabile prima dell'alba o dopo il tramonto, in certi periodi dell'anno, benché mostri poco più che un disco informe. Venere, da parte sua, è spesso luminoso e abbastanza alto in cielo come stella della sera o del mattino, in certi periodi dell'anno, ma le sue nubi pesanti nascondono tutti i particolari della superficie, lasciando come unico dettaglio interessante la sua fase corrente. Noi pensiamo che osservare Venere, come anche Mercurio, sia noioso. Ciò lascia spazio soltanto a tre pianeti. Ma che pianeti! Giove, Saturno e Marte (quando è vicino all'opposizione) sono oggetti, per i quali vale la pena di fare studi approfonditi. Spesso ci divertiamo a guardare la danza delle lune di Giove, cerchiamo di catturare dettagli minuti negli anelli di Saturno, e andiamo a caccia dei mari e dei canali marziani che Percivall Lowell disegnò in dettaglio. (I canali sono davvero visibili. Ve lo giuro. Sono un'illusione ottica, ma sono visibili).
La maggior parte degli osservatori planetari sono anche osservatori lunari e
viceversa. Se focalizzate la vostra osservazione urbana su Luna e pianeti,
raramente vi troverete senza qualcosa di interessante da osservare.
Stelle doppie Molti astrofili si divertono a osservare stelle doppie e multiple, anche se questi oggetti non ci hanno mai davvero appassionato. È vero, ammettiamo di rimanere impressionati, come tutti, dalla coppia blu e dorata di Albero e dal bellissimo terzetto del sistema di β Monocerontis, ma per quanto riuscite a guardare solo due o tre stelle? Abbastanza a lungo, apparentemente. Sappiamo di un astrofilo che ha osservato più di 1000 stelle doppie, tutte dal suo sito urbano. L'Urban Observing Club dell'Astronomical League (Il Club degli Osservatori Urbani della Lega Astronomica — USA) pubblica una buona lista per principianti interessati all'osservazione di stelle doppie dalla città (http://www.astroleague.org/al/obsclubs/urban/urbanls.btml). Questa lista comprende un nutrito elenco delle più spettacolari stelle multiple e variabili. |