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| << | < | > | >> |Indice7 Presentazione di Francesco Casolo 9 Introduzione 11 1. L'origine e i principi della Neck School 11 Che cosa sono le algie vertebrali 12 La Back School e la Neck School per la cura delle algie vertebrali 13 Le cause della cervicalgia 14 I 6 cardini del programma della Neck School 18 2. Primo cardine della Neck School: conoscenza anatomo-fisiologica del rachide 18 La colonna vertebrale o rachide: com'è fatta e quali funzioni ha 19 Le curve fisiologiche della colonna vertebrale: la benefica lordosi cervicale 20 Le alterazioni della lordosi cervicale 30 3. Secondo cardine della Neck School: ginnastica preventiva, antalgica e rieducativa 30 Educazione respiratoria per una maggiore efficacia degli esercizi 34 Esercizi di educazione posturale 38 Ginnastica antalgica e compensativa 46 Stabilizzazione del rachide 49 Movimenti optocinetici 50 Equilibrio e propriocezione 57 Il metodo Alexander per eseguire correttamente qualunque movimento 62 La Neck School in acqua 68 4. Terzo cardine della Neck School: uso corretto del rachide cervicale 68 L'importanza dell'uso corretto del rachide 70 La scelta del letto e del cuscino 73 Uso corretto del rachide in stazione eretta 75 Uso corretto del rachide in posizione seduta 80 5. Quarto cardine della Neck School: tecniche di rilassamento 80 Ansia e dolori cervicali: un circolo vizioso 81 Efficacia dell'azione condotta dalla Neck School sul piano psicologico 82 Utilità del movimento 86 6. Quinto cardine della Neck School: alimentazione 87 Principi fondamentali dell'alimentazione naturale 90 Caffeina: fattore di rischio per le algie vertebrali 91 Nicotina: fattore di rischio per le algie vertebrali 93 7. Sesto cardine della Neck School: consuetudine 93 Le cause delle algie vertebrali nell'atleta 94 Come evitare che lo sport provochi cervicalgia 95 Gli sport più indicati per la salute della colonna vertebrale 100 Gli sport che sollecitano maggiormente il rachide cervicale 104 8. Cervicalgia acuta e cervicalgia cronica 104 Cervicalgia acuta 106 Cervicalgia cronica 109 La Neck School in presenza di cervicalgia cronica 116 Le migliori medicine contro il dolore: movimento e buonumore 118 9. Ernia discale e artrosi cervicale 118 Ernia discale 122 Artrosi cervicale 125 10. Il colpo di frusta cervicale 126 Sintomi e disturbi collegati al colpo di frusta 126 Esame clinico 127 Trattamento del colpo di frusta 133 Dizionario delle algie e patologie vertebrali 139 Bibliografia |
| << | < | > | >> |Pagina 9Introduzione• Perché i dolori cervicali sono così diffusi? • Qual è il meccanismo che produce la cervicalgia? • Qual è la funzione del dolore? • Come è possibile prevenirlo? • In presenza di dolore cervicale, che cosa occorre fare per ridurlo? Per trovare una risposta a queste domande è sorta la Neck School, la 'Scuola del collo'; essa è indirizzata a coloro che soffrono di cervicalgia e cervicobrachialgia: • per rispondere a tutte le domande e ai problemi che possono porsi quotidianamente; • per comunicare loro, in modo chiaro e completo, le ricerche e gli studi che sono stati condotti sulla colonna vertebrale; • per guidarli nella prevenzione e nella terapia del dolore.
Le ricerche hanno evidenziato che l'80% delle
algie vertebrali non è dovuto a patologie del rachide, ma a cause non specifiche
e a fattori di rischio: posture e movimenti scorretti, stress psicologici, forma
fisica scadente, sovrappeso, obesità, abuso di caffeina, nicotina e insuffiente
conoscenza della colonna vertebrale.
La Neck School si è dimostrata la metodica più efficace e duratura nel trattamento della cervicalgia perché agisce sulle cause e sui fattori di rischio appena elencati. Essa si basa sull'eziologia della cervicalgia, unisce i contributi della medicina, della cinesiterapia, dell'ergonomia, della psicologia e dell'educazione alla salute. È in un certo senso rivoluzionaria, perché rende il soggetto sofferente di cervicalgia non più passivo esecutore delle cure prescritte dal medico, ma attivo protagonista del suo trattamento. Il paziente, che è la prima persona interessata, diventa anche il primo responsabile. Se è vero che l'incidenza della cervicalgia è molto elevata, è anche vero che queste sofferenze possono essere in gran parte ridotte perché le cause che provocano la maggior parte dei dolori possono essere controllate con un'adeguata azione educativa e preventiva. Questo è l'importante messaggio che le Neck Schools stanno diffondendo: • è possibile prevenire la cervicalgia usando correttamente la colonna vertebrale e agendo sui diversi fattori di rischio;
• quando insorge il dolore è possibile ridurlo
riequilibrando le strutture del rachide cervicale
con gli esercizi specifici di compenso.
Le Back Schools (Scuole della schiena) e le Neck Schools (Scuole del collo), pur essendo sorte da più di 30 anni, non hanno ancora avuto una diffusione capillare. D'altra parte, le algie vertebrali sono in continuo aumento perché i fattori di rischio, prima elencati, sono tipici della vita moderna nei Paesi industrializzati. Obiettivo della mia pubblicazione è diffondere in modo semplice, con l'aiuto di chiare illustrazioni, i principi della Neck School. Inoltre, costituisce il libro di testo per la Neck School, cioè è il giusto supporto teorico al lavoro pratico che si svolge in palestra in modo che ogni allievo comprenda l'importanza e l'utilità di tutti i cardini del nostro programma. | << | < | > | >> |Pagina 111. L'origine e i principi della Neck SchoolChe cosa sono le algie vertebrali Il termine algia vertebrale o rachialgia viene utilizzato per indicare un dolore localizzato alla colonna vertebrale, detta anche rachide (figura 1). In base alla sua localizzazione il dolore viene definito in modo più preciso: • lombalgia quando interessa la regione lombare della colonna vertebrale; • cervicalgia quando è localizzato a livello della regione cervicale; • dorsalgia quando colpisce la regione dorsale. Questo libro è dedicato a coloro che soffrono di cervicalgia. | << | < | > | >> |Pagina 14I 6 cardini del programma della Neck School
Per ottenere un'azione efficace non solo nel
ridurre il dolore, ma anche nel prevenire le ricadute, occorre agire sui fattori
di rischio della cervicalgia. Per questo il programma della
Neck School è articolato su 6 cardini.
1. Informazione.
È fondamentale che ognuno conosca bene com'è fatta la colonna vertebrale, come
funziona, qual è il meccanismo che produce il dolore cervicale per evitare di
azionarlo.
2. Ginnastica antalgica e rieducativa. Il programma di lavoro personalizzato comprende i seguenti esercizi: • esercizi utili per automatizzare una corretta postura; • esercizi per decomprimere i dischi intervertebrali; • esercizi di compenso per riequilibrare il rachide cervicale quando l'attività lavorativa o sportiva costringe a posizioni o movimenti che alterano la lordosi fisiologica; • esercizi di mobilizzazione specifici per il rachide cervicale;
• esercizi per stabilizzare e proteggere il collo durante gli sforzi.
3. Uso corretto della colonna vertebrale.
Sono analizzate le posizioni e i movimenti quotidiani e vengono proposti
consigli e sussidi ergonomici per agevolare l'uso corretto del rachide cervicale
nell'attività lavorativa, nel tempo libero e nel riposo.
4. Tecniche di rilassamento.
Essendo lo stress, l'ansia e la tensione eccessiva cause importanti di dolori
vertebrali, le tecniche di rilassamento costituiscono un cardine fondamentale
del programma.
5. Alimentazione e stile di vita.
Questo cardine si prefigge di agire sui fattori di rischio legati al sovrappeso,
all'obesità, all'abuso di nicotina, alcol, al consumo eccessivo di caffeina
e di farmaci.
6. Consuetudine alle attività motorie.
Costituisce il completamento del programma: il
soggetto riesce non solo a eliminare il dolore,
ma anche le limitazioni conseguenti al dolore che spesso favoriscono abitudini
di vita sedentarie.
Gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere sono: • la consuetudine a eseguire quotidianamente esercizi di ginnastica, a casa o nelle pause lavorative; • la pratica di una idonea attività motoria, ricreativa o sportiva, preferibilmente in ambiente naturale, all'aria aperta. Il programma di esercizi è utile non solo per alleviare il dolore, ma serve anche da preparazione atletica per le attività sportive. Praticare uno sport idoneo è il miglior coronamento della riabilitazione: permette di recuperare il piacere per il movimento e di riscoprire le funzioni di cui il proprio corpo è capace. | << | < | > | >> |Pagina 684. Terzo cardine della Neck School: uso corretto del rachide cervicale
Dopo aver conosciuto la colonna vertebrale
(primo cardine) e avere imparato a controllarla e a proteggerla (secondo
cardine), diventa facile raggiungere il terzo cardine, l'uso
corretto del rachide, che è l'obiettivo fondamentale della Neck School.
L'importanza dell'uso corretto del rachide
L'analisi dei dati statistici evidenzia come sia
importante imparare a usare correttamente la colonna vertebrale.
In presenza di lombalgia e cervicalgia acuta, 9 pazienti su 10 stanno meglio entro un mese anche senza effettuare alcun trattamento. Questa notizia evidenzia come nella maggior parte dei casi il mal di schiena sia un problema benigno. Di fronte a questo disturbo, che si genera spesso per il cattivo uso cui viene sottoposta la colonna vertebrale, il nostro corpo ha la capacità di reagire e guarire senza bisogno di alcuna terapia. Se il dolore è controllabile, anziché sottoporsi a una terapia inadeguata, è bene dare il tempo alla natura di seguire il suo corso. Anche quando il dolore è molto intenso il paziente viene rassicurato: dopo 4 settimane dall'esordio del dolore, nella maggior parte dei casi, i sintomi sono completamente risolti o in via di risoluzione. Entrano più facilmente a far parte di quel 10% che presenta ancora dolore dopo un mese coloro che: • hanno un comportamento inadeguato conseguente al dolore; • subiscono il dolore; • si scoraggiano a causa della lombalgia e della cervicalgia; • assumono un atteggiamento da malato; • si affidano solo a terapie passive o si sottopongono a trattamenti inadeguati; • hanno paura del movimento;
• continuano a usare scorrettamente la propria colonna vertebrale.
D'altra parte le stesse statistiche mettono in guardia, perché coloro che hanno avuto un primo episodio di mal di schiena sono soggetti a ricadute con una percentuale elevata che oscilla tra il 60% e l'85%.
Naturalmente subiscono ricadute più frequenti coloro che sono continuamente
esposti agli stessi fattori di rischio, non imparano
a difendere la propria colonna vertebrale e
non modificano il proprio stile di vita.
• È dannoso non solo l'uso scorretto del rachide, ma anche il disuso. Fino a pochi anni fa la terapia più frequentemente prescritta in fase acuta era il riposo a letto accompagnato da farmaci analgesici e antinfiammatori. Si temeva che mantenere in carico una colonna sofferente rallentasse la guarigione. Ora la medicina basata sull'evidenza non ritiene più opportuno il riposo a letto, perché è stato dimostrato che diminuire l'attività fisica rallenta la guarigione.
L'inattività prolungata produce effetti negativi su tutte le strutture del
rachide e sulle capacità fisiche: i muscoli si indeboliscono, le
ossa vanno incontro a osteoporosi, i legamenti diventano fragili, le cartilagini
degenerano e la nutrizione del disco è scarsa.
Per questi motivi le indicazioni più utili in presenza di lombalgia e cervicalgia acuta sono: • rimanere in attività; • continuare a svolgere le normali occupazioni quotidiane;
• cercare di comportarsi il più possibile normalmente e di muoversi senza
provocare dolore. Le strutture del rachide sono fatte per il
movimento e hanno bisogno di movimento per mantenere la loro piena efficienza e
funzionalità.
• Ma che cosa significa 'stare in attività'? 'Stare in attività' significa svolgere le normali attività motorie quotidiane, lavorativa, del tempo libero, ricreative e sportive. Tuttavia occorre fare attenzione, perché i movimenti quotidiani eseguiti scorrettamente aumentano il dolore sia a livello lombare sia a livello cervicale. Infatti, in fase acuta, in presenza di un blocco antalgico, i movimenti scorretti diventano impossibili. Di conseguenza è fondamentale precisare che occorre stare in attività con un uso corretto del rachide: le strutture del rachide mantengono la loro piena efficienza e funzionalità quando la colonna vertebrale è usata correttamente. Pertanto, se è vero che in fase acuta è importante stare in attività e che l'uso scorretto del rachide è tra le cause più importanti di algie vertebrali, ne consegue che il miglior modo di prevenire e curare la lombalgia e la cervicalgia è stare in attività usando correttamente la colonna vertebrale. Il suo uso corretto permette a chi non possiede una colonna vertebrale perfetta, in presenza di scoliosi, ipercifosi, spondilolistesi, atrosi, eccetera, di condurre una vita pressoché normale senza alcun dolore. Talvolta la presenza simultanea di diverse patologie del rachide (stenosi, spondilolistesi, ernia distale) ostacola la riduzione della lombalgia cronica e diventa difficile programmare una strategia efficace. In questi casi la miglior soluzione è l' uso corretto del rachide. 'Uso corretto' significa: – mantenere le curve fisiologiche della colonna vertebrale nelle posture, nei movimenti e soprattutto durante gli sforzi; – scegliere sempre le posizioni e i movimenti che provocano minore pressione sui dischi; – evitare di mantenere a lungo posture statiche e cambiare frequentemente posizione;
– acquistare la consuetudine a svolgere attività motorie.
• Chi ha lombalgia o cervicalgia e non ama fare ginnastica può stare tranquillo. Per ridurre il dolore non è necessario fare ginnastica; è sufficiente rimanere attivi usando correttamente la colonna vertebrale. Occorre, cioè, fare in modo che ogni movimento quotidiano sia occasione di esercizio e non di usura o di astensione per paura.
Le indicazioni relative all'uso corretto del rachide non devono essere
limitate all'attività lavorativa, ma devono essere estese a tutte le
24 ore della giornata, cioè anche al tempo libero, allo sport e al riposo. Ora
le vedremo in modo dettagliato.
La scelta del letto e del cuscino Per un uso corretto del rachide durante la notte è importante dormire mantenendo le curve fisiologiche.
Saper scegliere il giusto letto e il giusto cuscino è molto importante, dato
che a letto passiamo circa un terzo della nostra giornata e della nostra vita.
La rete a doghe di legno
La rete a doghe di legno rappresenta un'ottima soluzione: ne esistono
modelli con doghe di legno rigide, altri con doghe di legno flessibili. Queste
ultime, essendo elastiche e indipendenti l'una dall'altra, si modellano sul
corpo seguendo le curve naturali.
Il materasso Il materasso deve accordarsi perfettamente al telaio che lo sostiene, in modo da adattarsi alle curve fisiologiche e da opporre ai rilievi del corpo la giusta controspinta.
Il materasso in lattice, essendo di spessore limitato, si adatta molto bene
al telaio costituito da doghe flessibili; ne sfrutta le caratteristiche
conformandosi alle curve del corpo,
avvolgendolo completamente. Ogni parte del
corpo è sostenuta e avvolta, ricevendo la giusta spinta uguale al suo peso: non
vi sono più zone soggette a maggiore pressione, ma essa è
distribuita su tutta la superficie del corpo (figura 89).
Il cuscino Per prevenire e curare la cervicalgia è fondamentale l'uso di un cuscino valido, che deve sostenere le vertebre mantenendo la fisiologica lordosi cervicale.
L'altezza del cuscino deve essere adeguata al
le caratteristiche della propria colonna vertebrale. Chi ha una colonna ben
mobile, senza alterazione delle curve fisiologiche, può fare a meno del cuscino
o tenerne uno molto basso.
Chi, invece, ha la cifosi rigida o un po' accentuata (dorso curvo) è bene che
usi un cuscino più alto, per evitare che, in posizione supina,
la testa cada all'indietro accentuando la lordosi cervicale.
Il criterio per valutare se il cuscino ha il giusto spessore è la
verticalità dello sguardo:
quando siamo distesi e rilassati e la testa si
trova sul prolungamento del rachide, gli occhi devono guardare avanti, verso il
soffitto.
La figura 90 evidenzia il concetto di verticalità dello sguardo: con un cuscino
troppo alto (a) lo sguardo è rivolto verso i piedi del letto, si alterano le
curve della colonna, si accentua la cifosi dorsale e la lordosi cervicale si
rettifica o, peggio, si inverte in cifosi; in assenza di cuscino (b), quando si
ha la cifosi rigida la testa cade all'indietro, accentuando la
lordosi cervicale, e lo sguardo è rivolto all'indietro; quando il cuscino è
della giusta altezza (c) la direzione dello sguardo è verso l'alto
sulla perpendicolare degli occhi, la testa si
trova sul prolungamento del tronco e sono
mantenute le curve fisiologiche.
Quando si dorme in posizione prona è meglio non usare il cuscino. Quando invece si dorme sul fianco il cuscino è necessario per mantenere ben allineate le vertebre cervicali con il resto della colonna (figura 91, a pag. 72).
Fatte queste premesse, appare evidente che il
cuscino definito anatomico, per essere veramente tale, deve avere diverse
misure, in modo che ognuno possa scegliere la giusta altezza per le
caratteristiche della propria colonna.
Sono validi sia il cuscino di lana sia il cuscino di lattice. Il cuscino di lana
può essere modellato a seconda della posizione che si assume; ciascuno poi lo
farà riempire con poca o molta lana secondo le proprie necessità.
Per leggere a letto Chi ha l'abitudine di leggere a letto dovrebbe sovrapporre più cuscini in modo da formare un piano inclinato e anatomico e non alterare le curve fisiologiche (figura 92). È meglio ancora se si dispone di un telaio articolato, in modo da poter inclinare la zona del materasso che sostiene il busto e leggere in una posizione ottimale (figura 93).
È un buon accorgimento leggere nella posizione della Sfinge (si veda a pag.
41); occorre però evitare di mantenerla a lungo, poiché la
fissità prolungata è sempre nociva per le strutture del rachide. Appena si
avverte tensione statica è meglio cambiare posizione.
La tecnica per distendersi e per alzarsi dal letto
Per completare le indicazioni relative al letto
descriviamo la tecnica consigliata per distendersi e alzarsi dal letto. Come
mostra la sequenza di immagini, occorre piegare gli arti
inferiori, ruotare sul fianco e, mentre le gambe si abbassano fuori dal letto,
ci si alza con l'aiuto degli arti superiori senza far compiere
flessioni o rotazioni alla colonna vertebrale; per coricarsi si usa il
procedimento inverso (figura 94 a, b, c).
Uso corretto del rachide in stazione eretta La stazione eretta favorisce il mantenimento delle curve fisiologiche. Tuttavia capita spesso, durante la giornata, di curvare il busto in avanti stando in piedi: è una frequente posizione di lavoro, e con essa viene alterata non solo la lordosi lombare, ma anche quella cervicale. Vediamo le diverse soluzioni ergonomiche con cui si può proteggere la colonna verbrale mantenendo le curve fisiologiche: occorre mettere in pratica le abilità apprese con gli esercizi di educazione posturale e di stabilizzazione del rachide. Naturalmente la soluzione migliore per evitare di flettere il rachide è quella di utilizzare un piano di lavoro della giusta altezza, cioè poco più basso dei gomiti. Quando il piano di lavoro è troppo basso e non è possibile alzarlo, per non curvare la schiena occorre piegare leggermente gli arti inferiori e inclinarsi facendo perno sulle anche. È un accorgimento che si può utilizzare, per esempio, per lavarsi (figura 95). In questo caso, come ulteriore difesa per ridurre la contrazione muscolare è possibile appoggiare gli avambracci sul lavabo. Quando il piano di lavoro è troppo basso, se si ha un arto superiore libero, si può usarlo come appoggio per ridurre lo sforzo e per mantenere le curve fisiologiche assumendo la posizione di affondo anteriore. È un accorgimento da utilizzare, per esempio, per lavarsi i denti. Se invece tutte e due gli arti superiori sono impegnati e non è possibile far forza su di essi, è bene appoggiare il bacino e le cosce anteriormente: è una soluzione valida per chi lava i piatti, per l'uomo che si fa la barba e per la donna che si trucca (figura 96).
Per altre attività è utile appoggiare il bacino
posteriormente alla parete: è un accorgimento che permette di evitare la
flessione del rachide, localizzando la flessione a livello delle anche.
Per esempio, può mettere in pratica questo consiglio la casalinga quando deve
stirare (figura 97).
La soluzione migliore per abbassarsi è sempre piegare gli arti inferiori. Si può utilizzarla, per esempio, per fare il letto, per aprire un cassetto basso, per fare giardinaggio, per caricare la lavastoviglie o la lavatrice (figura 98, a pag. 75).
La tecnica dell'affondo anteriore permette di mantenere la lordosi, lombare
e cervicale, e di distribuire bene lo sforzo sugli arti inferiori
durante l'uso dell'aspirapolvere (figura 99, a pag. 75).
Uso corretto del rachide in posizione seduta Quando siamo seduti pensiamo di riposare, ma in realtà la pressione sui dischi intervertebrali lombari è maggiore di quando siamo in piedi. Ciò avviene perché, quando siamo seduti senza schienale, il baricentro si sposta in avanti rispetto alla colonna vertebrale, per cui siamo costretti a usare di più i muscoli per stare diritti; tale contrazione aumenta la pressione sui dischi lombari. Il secondo motivo per cui la posizione seduta è potenzialmente dannosa è il fatto che agevola la flessione del rachide e, di conseguenza, altera le curve fisiologiche. C'è un terzo motivo per cui la posizione seduta può provocare dolore: la fissità prolungata. I dischi intervertebrali non sono dotati di irrorazione propria, cioè non hanno vasi sanguigni che li alimentano direttamente, ma traggono nutrimento dalle strutture circostanti attraverso il movimento. Se c'è fissità, se si sta seduti a lungo, anche se correttamente, i dischi non hanno possibilità di reidratarsi. Noi non siamo fatti per stare seduti, ma per muoverci. Nonostante ciò, molte attività costringono a passare lunghe ore, tutti i giorni, in posizione seduta. Gli impiegati, gli automobilisti, i tassisti e i camionisti, le sarte e gli studenti sono soggetti a rischio perché passano anche 10 ore al giorno in questa posizione potenzialmente dannosa. Quando stiamo seduti a lungo, la tensione statica si accumula nei nostri muscoli, e ci sentiamo stanchi e indolenziti al collo, alle spalle e alla schiena; inoltre sono ostacolate la respirazione, la digestione e la circolazione.
Per evitare i danni provocati da questa posizione dobbiamo utilizzare gli
accorgimenti che ci permettono, stando seduti, di mantenere le curve
fisiologiche e di ridurre al minimo la pressione discale.
La soluzione più semplice è quella di sedersi
bene in fondo alla sedia e porre un piccolo
cuscino cilindrico tra la regione lombare e lo
schienale, che costituisce un valido supporto
per la lordosi e può essere utilizzato su tutte le
sedie normali provviste di schienale o anche
in automobile.
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