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| << | < | > | >> |IndiceLa nuda verità di Carla Muschio 3 Il secondo avvento [1881] 5 La natura del mare incantato [1896] 26 Il passeggero matto [1898] 39 La stupenda processione [1901] 49 Le mosche e i russi [1904] 66 La favola del Pericolo Giallo [1904] 71 Pensieri su Dio [1900] 76 La piccola Nelly racconta una storia di sua invenzione [1907] 80 La piccola Bessie [1908] 84 Biografia 97 Opere principali 99 Note ai testi 101 |
| << | < | > | >> |Pagina 26La natura del mare incantato [The Enchanted Sea-Wilderness, 1896]Sparsi negli oceani del mondo, separati da enormi distanze, esistono punti e aree dove non c'è bussola che tenga. Quando la bussola entra in uno di questi campi incantati diventa matta, prende a girare di qua e di là senza posarsi, spaventata e angosciata, inconsolabile. Il marinaio deve governare la nave sulla base del sole, della luna e delle stelle se sono visibili, o dell'intuizione se non lo sono, finché non ha superato la regione dell'incantesimo. Il peggiore tra questi punti, e il più grande, si trova in mezzo al vasto oceano solitario che si estende tra il Capo di Buona Speranza ed il Polo Sud. Ha un diametro di cinquecento miglia e una forma circolare; questo diametro per quattro quinti è sferzato e sconvolto e dilaniato da eterne burrasche, tra nubi e nebbie soffocanti, ed è percorso da violente correnti concentriche; però al centro c'è un'area circolare di cento miglia nel cui perimetro esterno si smorzano tempeste e correnti e al centro di questo centro c'è ancora un'ultima zona circolare larga circa cinquanta miglia dove l'eco delle correnti è il più impercettibile, non c'è vento, né alcuno zefiro girovago sospira, niente, solo, ovunque, il silenzio, la pace e la solennità di una calma che è eterna.
A bordo di questa nave c'è un marinaio dalla pelle abbronzata e i capelli
grigi che ha fatto esperienza di quello strano luogo; l'altra notte dopo
mezzanotte andai negli alloggi dei marinai e gli chiesi di parlarmene. Lo spunto
mi veniva dal commissario di bordo, che diceva che era una storia curiosa e
interessante. La trattenni nella memoria meglio che potei e l'indomani la
scrissi - nella mia lingua, perché, naturalmente, non potevo ricordare la sua.
Lui dice che il grande cerchio esterno dove si trovano le correnti, quello che
ho già descritto, è conosciuto tra i marinai come la Pista del Demonio e che la
calma centrale è da loro chiamata l'Eterna Domenica. Ecco il suo resoconto.
La natura del mare incantato Arrivammo in quel luogo per un castigo di Dio, castigo destinato al capitano della nave. Andò così. Eravamo in panna, giù, giù a sud, nel mezzo dell'estate, metà dicembre, 1853. La nave era un brigantino, piuttosto bravo a navigare; nome: Mabel Thorpe; carica di provviste e polvere esplosiva per le nuove miniere d'oro dell'Australia; capitano Elliott Cable, un uomo rude dal cuore di pietra, ma il capitano era lui, questa è la verità. Quando stabilì le regole nessuno in tutta la nave ebbe abbastanza coraggio per fare obiezioni. | << | < | > | >> |Pagina 49La stupenda processione [The Stupendous Procession, 1901]All'ora stabilita partì per attraversare il mondo nel seguente ordine: Stemma: la bandiera nera; nel quarto superiore, una barra d'oro. [...] Sostenitori: da un lato Avidità, dall'altro Alto Tradimento. La seguono: Figura mutilata in catene con la dicitura «Indipendenza delle Filippine» e una figura allegorica del Governo che con una mano l'accarezza e con l'altra la pugnala alla schiena. Stendardo con il motto: «Aiutateci a prendere Manila e sarete liberi - col corno». [...] Corpo di volontari americani in numero di trecento, il patriottico prodotto di un'ardua settimana di arruolamento tra 75 milioni di americani patriottici che sostengono ardentemente il volere del governo di trasmettere la nostra civiltà ai filippini con la baionetta. [...] «Ascolto e obbedisco. Ricapitoliamo: 6.600 e 4.800 per quest'anno: 11.400; 5 mila per il 1902; 2.500 per il 1903; 1.200 per il 1904; nel 1905, diciamo 600 così via. Totale fino alla fine del 1905, diciamo 21 mila, senza contare i morti, perché è chiaro che quasi tutti quei poveretti morranno. Allora, per riempire i ranghi dell'esercito avremo bisogno, diciamo, di circa 80 mila uomini, perché naturalmente i 20 mila che avremo lasciato nell'Arcipelago saranno già da tempo finiti tutti al cimitero a riscuotere la pensione. Con 600 all'anno - no, facciamo 500, perché quei vagabondi stranieri si faranno sempre più rari a meno di non importarli - per coprire tutti i posti nell'esercito ci metteremo quasi sicuramente poco più di 40 anni e così arriviamo al 1946 d.C., diciamo... oh, cavolo, dobbiamo proprio importarli! Non lo capisci?». «Nossignore! Possiamo rendere obbligatoria la leva». «Cosa... per gli americani? Andare - adesso che è stato smascherato il gioco del Governo - ad arraffare il paese di un piccolo popolo debole dando loro le nostre libertà in cambio delle loro, senza che l'abbiano chiesto... proprio come vorremmo che i tedeschi facessero a noi, forse? Non conoscete i vostri concittadini, caro signore, ve lo garantisco io. Non lo sopporterebbero neanche per un minuto. Ci sarebbe una sollevazione... come a Waterloo. Eh, caro signore...». [...] Banda di prigionieri filippini pronti per essere deportati a Guam. Il cartello dice: «Rapporto del Governatore Generale: la gente del posto non teme la morte mentre combatte per l'indipendenza del suo paese: sprezza i proiettili, le baionette e la fame. Si è scoperto che l'allontanamento dalla terra dove è nata, e che adora, è l'unica cosa che teme. La deprime, le spezza il cuore, si strugge e muore. Abbiamo adottato la deportazione». Capo dell'inquisizione spagnola, invidioso: «Credevamo di essere grandi maestri come inventori di disgrazie umane e questi cristiani americani vengono a insegnarci il mestiere». [...] Banda di filippini con l'etichetta di «Ribelli». Ombra di Washington: «Perché quel nome?». Straniero frivolo: «Perché si sono opposti a un'autorità a cui non avevano promesso fedeltà». «Non è un significato nuovo per una parola vecchia?». «Nobile ombra, così è». Banda di filippini con il cartello «inclassificabili». Banda di portoricani con il cartello «Sudditi». Ombra di Washington allo Straniero frivolo: «Perché quella gente bruna ha il cartello di "Inclassificabili"?». Straniero frivolo: «Non si oppongono al nostro Governo, perciò non sono ribelli; non riconoscono l'autorità del nostro Governo, perciò in un certo senso non sono cittadini; non sono vendibili, perciò in un certo senso non sono schiavi; fanno parte della popolazione statunitense, ma non sono cittadini; appartengono all'America ma non sono americani. Politicamente sono un ibrido, unico su tutta la terra, signore». Ombra di Washington: «E quegli altri?». Straniero frivolo: «I portoricani? Fanno parte della nostra popolazione, il loro paese fa parte dell'America, ma non sono né cittadini, né americani, né ribelli, né schiavi. Accettano di buon grado la nostra autorità, quindi sono sudditi». [...] Corteo di carri su cui sono ammucchiati 6.000 soldati americani malati, feriti e morti. La bandiera sopra di loro è a mezz'asta. Stendardo con la scritta: «Credevamo onestamente che fosse dovere di un patriota seguire la bandiera anche quando la missione consisteva nell'impossessarsi con la forza del paese di un popolo debole derubandolo dell'indipendenza. Forse avremmo espresso un patriottismo più qualificato usando la forza per tenere la bandiera in patria, pulita». Carro su cui c'è un gruppo che rappresenta una battaglia vittoriosa e i nostri metodi. Soldati armati di fucili e baionette, filippini nudi armati con i loro tipici coltelli e pezzi di mattone. Cartello con il rapporto del Generale in Capo: «Le nostre perdite in 10 mesi, 268 morti, 750 feriti; perdite filippine, tremiladuecentoventisette morti e seicentonovantaquattro feriti». Bandiera a stelle e strisce con il motto: «lI massacro pacifica più in fretta». | << | < | > | >> |Pagina 66Le mosche e i russi [Flies and Russians, 1904-5]Esistono svariati modi per giustificare l'esistenza del genere umano ed alcuni sono molto plausibili. Esistono anche modi più o meno plausibili per giustificare e scusare il permanere di molte nazioni di cui a prima vista verrebbe da dire che avrebbero dovuto cessare di esistere molti secoli fa. Tra queste, si può citare come esempio la nazione russa. Quando passiamo in rassegna le varie epoche ed esaminiamo la storia di quel popolo restiamo perplessi e continuiamo a domandarci: a cosa servono i russi? Come sono saltati fuori? Per intenzione o per errore? Se per intenzione, quale intenzione? Io, dopo aver meditato e considerato per mesi, penso che si sia trattato di intenzione. Lo dico perché sono sicuro che la loro storia presenti i segni di un disegno intelligente - almeno il disegno - nell'invenzione e nella creazione di questo popolo. Credo che siano stati creati per un motivo; credo che ci si proponesse uno scopo. Penso che ciò sia dimostrato dal fatto che, di secolo in secolo, dall'inizio dei tempi in Russia, essi si siano aggrappati senza esitazione a un unico ideale, un'unica ambizione, un'unica attività, senza curarsi di altro, affannandosi solo per questo, indifferenti a ogni altra cosa. Esaminate voi stessi questa osservazione alla luce di un'analogia. Come facciamo a sapere a cosa serve il coniglio? La storia del coniglio ci dice a cosa serve il coniglio. Come facciamo a sapere a cosa serve il mollusco? La storia del mollusco ci dice a cosa serve il mollusco. Come facciamo a sapere a cosa serve un idiota? La storia dell'idiota ci dice a cosa serve l'idiota. Se combiniamo queste tre cose e aggiungiamo l'ape, cosa otteniamo? Un russo. Come facciamo a sapere di aver ottenuto un russo? La storia del russo ci dice che è così e al tempo stesso ci rivela a cosa serve. Il coniglio prigioniero trascorre tutta la vita mitemente sottomesso al padrone, chiunque esso sia; il mollusco trascorre tutta la vita dormendo, inebriato e contento; l'idiota trascorre i suoi giorni immerso in un nebuloso sogno monotono, senza ragionare; l'ape sgobba da mane a sera accumulando miele per un ladro che vive di questo.
Dato che la storia ci mostra che in tutte le epoche la nazione russa fin dal
suo sorgere si è dedicata anima e corpo con tutte le sue forze a coccolare,
rafforzare, adorare e arricchire un'unica famiglia di ladri, un'unica famiglia
di sanguinosi oppressori senza scrupoli, mi pare certo e dimostrato che a questo
serva la nazione russa. Appare certo e dimostrato che la creazione di questa
nazione sia avvenuta per intenzione. Lucida intenzione. Perché si debba creare
una nazione a questo scopo è un'altra faccenda. Non abbiamo modo di scoprirlo.
Sappiamo solo che non era previsto nessun vantaggio, non ne è uscito nessun
vantaggio e non ne uscirà nessun vantaggio. È un enigma, un fallimento: come
l'istituzione della mosca.
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