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Pagina 3
[ inizio libro ]
Turjan sedeva su uno sgabello
nella sua stanza da lavoro, a gambe
divaricate, la schiena e i gomiti
poggiati sul bordo del bancone.
Dall'altra parte del locale c'era
una gabbia metallica; Turjan la
fissava cupamente, fra impietosito
e irritato. La creatura dietro le
sbarre ricambiava il suo sguardo
con emozioni imperscrutabili.
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Pagina 386
[ fine libro ]
Il silenzio era disturbato solo
dal sussurro della risacca. La
spiaggia grigia si stendeva a
perdita d'occhio su una costa
gelida, chiazzata da radi ciuffi di
spinifelci e d'erba-salsa. Pochi
passi più in là c'erano i resti
sfasciati della gabbia dentro cui,
la volta precedente, lui era stato
portato in quel luogo.
Coi gomiti poggiati sui
ginocchi e le mani penzoloni fra le
gambe, Cugel restò seduto a
guardare il mare.
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