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| << | < | > | >> |IndiceIndice Pag. 9 SIAMO NATI PER SOFFRIRE 13 ENTRATE E USCITE 14 Guanciale della Bella Aurora 18 Riso con le vongole 20 Melanzane all'alessandrina 22 Frittelle di fiori di zucca 24 Cardi economici alla borghese 26 Crema di crostacei 28 Crépinettes (fagottini) di fegatelli di pollo 30 Misto di verdure all'indonesiana 32 Uova Bella Vita 34 Mole poblano 36 Morteruelo 38 Ostriche alla Maryland 40 Pane e pomodoro 42 Pane di Pasqua carnale 44 Paté caldo di funghi 48 Philadelphia Pepper-pot 50 Polpa trita con lo zenzero 52 Purè di tartufi 54 Formaggio di capra alla griglia 56 Zuppa giamaicana 58 Zuppa tenebrosa 60 Spaghetti alla Checca arrabbiata 62 Taramà 64 La tentazione di Jansson 66 Terrina di tacchino con le olive 68 Tiatrounga Annamita 71 FAVE, SPALLE E ANGOLINI NASCOSTI 72 Calalù 74 Cappone al Cava brut 76 Maialina da latte Pibil 78 Spalla di vitella Wanda 80 Fabada asturiana 82 Fricassea di piedini di maiale 84 Fave alla santoreggia 86 Fave alla Catalana 88 Animelle di vitello Trianon 92 Lingua di maiale con salsa di melagrana 94 Rigaglie di pollo in salsa agrodolce 96 Roti dell'imperatrice 98 Steak tartare 101 OSTRICHE, ASTICI E MUMMIE 102 Abalone (aliotide) alla salsa d'ostriche 104 Baccalà al pil pil 106 Astíce all'armoricana 110 Insalata di ostriche e branzino 112 Kadgeri 114 Aragosta alla sibarita 116 Involtini d'aringa alla polacca 118 Polpo alla cretese 120 Rombo alla diavola 122 Salmone arrosto al Riesling 126 Seppia stufata con olive verdi 129 LECCARSI E RILECCARSI 130 Bavarese "perfect love" 132 Goduriosa 134 Confettura di zenzero verde 136 Crema al vino e limone 138 Délicieux 140 Fichi ripieni alla siriana 142 Uova marmorizzate 144 Lattaiolo 146 Marmellata Montserrat 148 Torta di pistacchio 150 Banane al rum cotte al forno 152 Banane flambées |
| << | < | > | >> |Pagina 13Mi si deve concedere quanto meno il beneficio del dubbio prima di decidere se il titolo di questo capitolo sia una volgarità referenziale o una semplice constatazione: quelli che un tempo si chiamavano "entrées" o primi piatti sono oggi diventati piatti unici o portate principali, tanto poco mangia l'umanità in questa fine di secondo millennio dell'era cristiana. Se Apicio, il gastronomo romano che diede inizio alla cucina snob e alla cucina erotica, alzasse la testa, verrebbe colpito a morte da un attacco di anemia visiva. Comunque è sempre opportuno ricordare che la cucina strumentalizzata alla sessualità deve avere il suo giusto tempo a tavola, né più né meno. Un lungo incontro a tavola e un dopo tavola lungo allontanano l'oscuro oggetto del desiderio. Ecco perché una delle entrées che propongo spiega come uscire facilmente dall'incontro a tavola per incontrarsi a letto, o in qualsiasi luogo o mobile che faccia al caso. Ed è per questo motivo che ho scelto il titolo generico di "entrate e uscite", semplicemente. Lascio alle urgenze immaginative della persona più attiva dell'incontro che il piatto prescelto richieda una degustazione lunga (l'Oreiller o guanciale) o una degustazione a pretesto, come per La tentazione di Jansson. A ciascuno il suo. | << | < | > | >> |Pagina 40Pane e pomodoro pane pomodori maturi olio sale- - - - - - - - - - Fette di pane casereccio, con mollica, del giorno prima. Pomodori maturi tagliati a metà e sfregati sul pane dove lasciano i semi, l'acquetta e la polpa strappata alla pelle dalla ruvidità del pane. Sale ben distribuito: deve essere umido. Un filo d'olio. Prendere ogni fetta di pane con le dita dalla parte della crosta, stringerla e lasciarla poi andare in modo che l'olio si sparga liberamente. - - - - - - - - - - E' indispensabile che tutti gli esseri e tutti i popoli saggi della terra capiscano che pane e pomodoro è un paesaggio fondamentale dell'alimentazione umana. Piatto peccaminoso per eccellenza perché comprende e semplifica il peccato rendendolo accessibile a chiunque. Piatto peccaminoso in quanto può significare un'alternativa a tutto ciò che è trascendente, a tutto ciò che è pericolosamente trascendente, se diventa cultura della negazione. Non fate la guerra ma pane e pomodoro. Non votate per la destra ma mangiate pane e pomodoro. No alla NATO e sì al pane e pomodoro. Ovunque e sempre. Pane. Pomodoro. Olio. Sale. E dopo l'amore, pane e pomodoro e un po' di salame. | << | < | > | >> |Pagina 71E' possibile che qualcuno si domandi cos'abbiano a che vedere le fave o la "faba asturiana" (che fava non è, ma fagiolo) in un capitolo soprattutto carnale, in cui predominano le spalle, siano o no di Wanda, e le frattaglie. Così come sostengo che il baccalà non è né carne né pesce, bensì mummia miracolosamente resuscitata dall'alchimia culinaria, ritengo che la fava sia materia gastronomica sessuale di primaria importanza, e non per il suo aspetto, ma piuttosto per l'oscuro sapore che genera, anche quando la formula è tanto semplice e priva di calorie come nelle "fave alla santoreggia". Sappiamo che i piselli sono legumi innocenti che non hanno mai suscitato passioni, né grandi né piccole; le fave sono invece un eccesso osceno che predispone a superare norme noiose e stupide. Spiegata quindi la consistenza delle fave con la spalla alla Wanda, devo aggiungere che gli angoli e gli anfratti delle bestie hanno importanza non solo nelle cucine erotiche dei paesi sessualmente sottosviluppati sopravvissuti grazie al voyeurismo minore (pieghe dietro il ginocchio, ascelle, scollature, polpacci). Anche gli antichi avevano creduto che le parti delle bestie che sono pieghe nascoste diventano cibo peccaminoso e squisito, per lo stretto rapporto che sempre c'è stato, c'è e ci sarà, tra oscurità e piacere. Chi non crede a quel che dico, cerchi pure di sperimentare "le baiser florentin" sotto la lampada di una sala operatoria o, sempre sotto quella luce, di godersi una "fricassea di piedini di maiale". Fiasco garantito. | << | < | > | >> |Pagina 86Fave alla Catalana fave sanguinaccio catalano (butifarra negra) pancetta affumicata lardo, cipolla, aglio, pomodoro, vino vecchio, anice secco, un "bouquet garni" di timo, alloro, rosmarino, menta e un piccolo bastoncino di cannella, legati bene con un cordoncino sottile 1/2 cuccbiaino di zuccbero, pepe macinato, sale- - - - - - - - - - Si mette sul fuoco una casseruola o una pentola con del lardo, vi si frigge la pancetta affumicata, da entrambi i lati; quando è ben fritta, si toglie dalla casseruola e si mettono al suo posto la cipolla, l'aglio e il "bouquet garni". Quando la cipolla comincia a imbiondire si aggiunge il pomodoro, che si lascia un po' stufare, e si uniscono subito le fave sbucciate. Si copre la casseruola e si fanno stufare per un po' anche le fave; poco dopo vi si versa il vino vecchio, l'anice, il pezzo di pancetta fritta e il sanguinaccio, insaporendoli con sale, un po' di pepe, e mezzo cuccbiaino di zuccbero. Si aggiunge poi il brodo sino ad annegare le fave. Si copre la casseruola mettendo un pezzo di carta da macellaio o da forno sotto il coperchio, e si lascia cuocere dolcemente. Qualche minuto prima di ultimare la cottura, si leva il sanguinaccio per evitare che si disfi; le fave devono continuare a cuocere finché diventano tenere. Prima di servirle, togliere dalla casseruola il "bouquet garni". Le fave vanno versate in un vassoio fondo (o in una legumiera) e sopra si sistemano il sanguinaccio e la pancetta tagliati a pezzetti, alternativamente. C'è chi aggiunge un po' di prezzemolo tritato sulle fave prima di servirle. Vengono portate in tavola molto calde. - - - - - - - - - - Chiamate anche "faves ofegades" (fave affogate), perché cuociono nello stesso liquido liberato dalle fave insieme a quello delle cipolle, dei pomodori e al poco vino che ricevono. Ho sostenuto, sostengo e sosterrò, che le fave alla catalana sono un afrodisiaco di virtù equivalente a quello delle rigaglie di gallo, secondo Brantôme il maggiore afrodisiaco donatoci da madre natura. L'erotismo delle fave alla catalana deriva dalla testura, sapore e biochimica degli ingredienti, condizionati dalle erbe aromatiche (maggiorana e menta) ma anche dall'oscurità saturnale del sanguinaccio. E come causa socioerotica bisogna tener conto della digestione pesante, della sonnolenza accaldata in cui tutti i peccati sono possibili. E' preferibile la compagnia di donne voluminose, con un sistema nervoso lento, perché quelle che lo hanno rapido sono in grado di digerire il piatto a velocità poco conveniente creando una sfasatura ambientale con risultati funesti.
Le fave alla catalana si addicono molto alle signore con
occhi verdi, ma tenuto conto della loro scarsità, non è il
caso di arricciare il naso davanti a quelle con occhi grigi
o grigioblu. Riguardo a quelle con gli occhi neri, non le
ho mai assaggiate insieme a questo piatto, ma temo un dopo
letto lacrimoso.
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