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| << | < | > | >> |Pagina 13A Cristoforo Colombo Daino Rosso disse a Cavallo Alto di spogliarsi. Poi gli dipinse per bene tutto il corpo di bianco; quindi sul bianco gli disegnò dappertutto delle strisce nere, e dei cerchi neri intorno agli occhi. Cavallo Alto aveva un aspetto spaventevole; così spaventevole che quando Daino Rosso finì il lavoro e gli diede uno sguardo di insieme, per vedere come gli era venuto, disse che perfino a lui faceva un poco di paura. «Adesso,» disse Daino Rosso «se ti sorprendono di nuovo, tutti si spaventeranno tanto che penseranno che sei uno spirito maligno e avranno paura di inseguirti». Così quella notte, quando tutti dormivano profondamente, si avvicinarono senza far rumore alla tenda della ragazza legata con le cinghie. Cavallo Alto entrò strisciando col suo coltello; Daino Rosso aspettava fuori, pronto a trascinare fuori la ragazza e imbavagliarla non appena Cavallo Alto avesse finito di tagliare le cinghie. Cavallo Alto strisciò fino al letto della ragazza e cominciò a tagliare le cinghie. Ma nel frattempo pensava: «Se mi vedono, mi uccideranno, perché faccio tanta paura». La ragazza era irrequieta e si moveva molto sul letto; e ogni volta che l'indiano tagliava una cinghia, la cinghia faceva «pop». Per questo Cavallo Alto lavorava molto lentamente e con grande cura. Ma lo stesso avrà fatto rumore, perché a un tratto la vecchia si svegliò e disse al suo vecchio: «Vecchio, sveglia! C'è qualcuno in questa tenda!» Ma il vecchio aveva molto sonno e non voleva che lo disturbassero. Disse: «Lo so bene che c'è qualcuno in questa tenda. Dormi e non mi dare fastidio». E poi si mise a russare di nuovo. Ma ormai Cavallo Alto era così spaventato che non osava muoversi né sollevare la testa da terra. Orbene, era successo che da molti giorni Cavallo Alto non aveva dormito quasi niente, per colpa della ragazza. E mentre stava lì schiacciato a terra, aspettando che la vecchia ricominciasse a russare anche lei, a un tratto si dimenticò di tutto, perfino di quanto era bella la ragazza. Daino Rosso che era sdraiato fuori, pronto a fare la sua parte, si domandava una e cento volte che cosa stesse succedendo là dentro, ma non osava chiamare l'amico a voce alta. Dopo non molto cominciò a albeggiare e Daino Rosso dovette andarsene, con i due cavalli che teneva lì legati pronti per il suo compagno e per la ragazza; altrimenti l'avrebbero visto. E così se ne andò. Quando cominciò a fare giorno dentro la tenda, la ragazza si svegliò e la prima cosa che vide fu un animale spaventevole, tutto bianco con strisce nere, che dormiva sdraiato accanto al suo letto. Allora si mise a strillare, e anche la vecchia strillò, e il vecchio urlò. Cavallo Alto si alzò di scatto, con una paura da morire, e nella fretta di uscire quasi fece cadere la tenda. Ma ormai la gente accorreva da tutti gli angoli del villaggio con fucili e archi e asce, e tutti urlavano. Cavallo Alto si mise a correre così svelto che quasi non toccava la terra con i piedi, e il suo aspetto era così terribile che la gente scappava via e lo lasciava correre. I più bravi volevano sparargli addosso, ma gli altri dicevano che doveva essere una creatura sacra e che ucciderlo poteva portare chissà quale guaio.
Cavallo Alto si diresse verso il fiume più vicino;
tra la boscaglia trovò un albero con il tronco vuoto e
si nascose dentro l'albero. Poco dopo arrivarono alcuni
coraggiosi e Cavallo Alto ascoltò i loro commenti; ormai erano convinti che il
mostro fosse uno spirito malvagio uscito dall'acqua, e che nell'acqua se ne
fosse tornato. Quel mattino stesso i capi ordinarono a tutti
gli abitanti del villaggio di levare le tende e di abbandonare quel luogo. Così
se ne andarono e lasciarono Cavallo Alto tutto solo nell'albero vuoto.
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