Copertina
Autore Ludwig Wittgenstein
Titolo Della Certezza
SottotitoloL'analisi filosofica del senso comune
EdizioneEinaudi, Torino, 1978, Paperbacks 88 , pag. 140, pref. 30, dim. 125x205x11 mm
OriginaleOn Certainty [1969]
PrefazioneAldo Gargani
TraduttoreMario Trinchero
Classe filosofia
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Pagina 22

114. Chi non è certo di nessun dato di fatto, non può neanche esser sicuro del senso delle sue parole.

115. Chi volesse dubitare di tutto, non arriverebbe neanche a dubitare. Lo stesso giuoco del dubitare presuppone già la certezza.

116. Invece di «Io so...», Moore non avrebbe potuto dire: «È per me assodato che... »? Sí, e anche: «Per me, e per molti altri, è assodato che...»

117. Perché non mi è possibile dubitare di non esser mai stato sulla Luna? E come potrei provarmi a dubitarne?

Prima di tutto, la supposizione che forse io sulla Luna ci sono stato davvero mi sembrerebbe oziosa. Nulla ne seguirebbe. Nulla ne viene spiegato. Non avrebbe nessun rapporto con nulla nella mia vita.

Se dico: «Nulla parla in favore, e tutto parla contro», questo presuppone già un principio del parlar in favore e del parlar contro. Cioè, devo essere in grado di dire che cosa parlerebbe in suo favore.

118. Ora, sarebbe corretto il dire: Nessuno, finora, ha aperto la mia scatola cranica per vedere se dentro c'è un cervello; ma tutto parla in favore, e nulla parla contro, il fatto che ce ne troverebbe uno?

119. Ma si può anche dire: «Nulla parla contro, e tutto parla in favore del fatto che il tavolo è là anche quando nessuno lo vede»? Allora, che cosa parla in favore di ciò?

120. Se però un tizio lo dubitasse, come potrebbe manifestarsi praticamente il suo dubbio? E non potremmo lasciarlo tranquillamente dubitare, dal momento che non fa proprio nessuna differenza?

121. Si può dire: «Dove non ci sono dubbi, là non c'è neanche sapere»?

122. Per dubitare non c'è bisogno di buone ragioni?

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