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| << | < | > | >> |IndiceIntroduzioni e prefazioni 5 CAPITOLO I Sostenibilità, Agricoltura, Ambiente 14 CAPITOLO 2 Animali & Piante del Parco Sud 35 CAPITOLO 3 I Comuni del Parco, una realtà viva e da vivere 53 Albairate 54 Arluno 54 Assago 55 Bareggio 56 Basiglio 57 Binasco 59 Buccinasco 60 Carpiano 61 Casarile 62 Cernusco sul Naviglio 63 Cerro al Lambro 65 Cesano Boscone 66 Cisliano 66 Colturano 67 Corbetta 69 Cornaredo 70 Corsico 72 Cusago 73 Dresano 74 Gaggiano 75 Gorgonzola 77 Gudo Visconti 79 Lacchiarella 80 Liscate 83 Locate di Triulzi 83 Mediglia 85 Melegnano 87 Melzo 89 Milano 91 Noviglio 94 Opera 94 Paullo 97 Pero 98 Peschiera Borromeo 98 Pieve Emanuele 101 Pioltello 102 Pregnana 104 Rho 105 Rodano 107 Rosate 108 Rozzano 109 San Donato Milanese 112 San Giuliano 114 Sedriano 116 Segrate 117 Settala 120 Settimo Milanese 121 Trezzano sul Naviglio 123 Vanzago 123 Vermezzo 125 Vernate 125 Vignate 126 Vittuone 127 Vizzolo Predabissi 129 Zelo Surrigone 130 Zibido San Giacomo 132 Le eccellenze del Parco 135 Appendici 169 |
| << | < | > | >> |PaginaCAPITOLO 1
SOSTENIBILITÀ, AGRICOLTURA, AMBIENTE
AGRICOLTURA NEL PARCO Il Parco Agricolo Sud Milano si estende per circa 46.300 ettari di terreno ad uso agricolo. Sono presenti colture di cereali, riso e prato, ma anche, in minor misura, il girasole, la soia, le orticole, le marcite (oggi praticamente scomparse), le floricole, i vivai, i pioppeti e le aree boschive. L'allevamento di bovini e suini la fa da padrone nel settore zootecnico, con 305 allevamenti. Uno dei maggiori pregi dell'agricoltura del Parco Agricolo Sud consiste nella ricchezza della tradizione agricola: l'irrigazione dei campi a marcita (un velo d'acqua che scorre sui campi e li protegge anche d'inverno), l'uso dell'acqua sorgiva dei fontanili (piccole fonti di acqua di falda che costituiscono delle oasi naturali nelle campagne), la capillare canalizzazione che mette in comunicazione rogge e navigli, caratterizzano il paesaggio del parco e rappresentano una delle peculiarità del parco e della cura del suo paesaggio agrario. Proprio per salvaguardare questa vocazione agricola e i territori agrari è stato istituito il parco. Il difficile iter di istituzione mosse i primi passi negli anni '80, quando una frenetica urbanizzazione metteva a rischio la stessa identità agricola del sud Milano. Il parco nasce ufficialmente il 23 aprile 1990 e oggi conta al proprio interno circa 1.200 aziende agricole attive. Uno dei principi istitutivi del parco è la salvaguardia dei terreni agricoli, ma anche la qualificazione delle attività agro-silvo-colturali attraverso «misure e iniziative volte a sostenere la progressiva riduzione dell'impatto ambientale indotto dall'uso di mezzi di produzione nell'attività agricola, indirizzandola verso pratiche agronomiche ed uso di presidi sanitari compatibili con la salvaguardia dell'ambiente». Non si tratta di un riferimento esplicito all'agricoltura biologica, ma della valorizzazione delle pratiche agricole responsabili, con un utilizzo parco ed essenziale dei prodotti chimici e di sintesi. | << | < | > | >> |Pagina 28PIÙ G.A.S. AL CONSUMO DEI PRODOTTI AGRICOLI DEL PARCO.I GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALI «Quando il consumo è eccessivo e diventa patologico si chiama "consumismo". La pubblicità diventa persuasione occulta quando convince i poveri che cose non necessarie siano necessarie», scriveva don Milani in Lettera ad una professoressa. Il Parco Agricolo Sud Milano offre una serie spettacolare di cascine, luoghi di produzione e smercio di prodotti della terra. Far viaggiare il meno possibile le merci e consumare i prodotti localmente contribuisce a risparmiare risorse, packaging, energia, riducendo l'inquinamento e i rifiuti. Ogni giorno si strutturano, nascono e crescono gruppi di acquisto che si approvvigionano delle merci e dei prodotti artigianali direttamente dai contadini, dalle aziende agricole, dai produttori. I prodotti acquistati in gruppo sono ancora principalmente vino, olio, pasta, formaggi e salumi. Ogni giorno ognuno di noi varca la soglia di almeno un negozio o di un supermercato. Fare la spesa, vestirsi, viaggiare, gestire i nostri risparmi o investire il nostro tempo libero sono considerate spesso piccole azioni quotidiane o monotone abitudini di nessuna rilevanza. La realtà però è molto diversa da come di solito la si immagina; quelle piccole e insignificanti azioni fatte da noi, singoli consumatori, assumono una forza dirompente se a compierle sono migliaia o milioni di consumatori. Non siamo solo clienti dell'economia consumista che ci sovrasta ma, ciò che è ancora più grave, siamo anche elettori di misteriosi e spregiudicati capitani d'industria: ogni nostra scelta equivale ad un voto che può promuovere oppure affossare questa o quella impresa (locale o internazionale). Siamo noi consumatori i veri e indiscussi protagonisti dell'economia, però non ci pensiamo e non ce ne rendiamo conto. Se ci coordinassimo, avremmo la possibilità di incidere sulla domanda e sull'offerta del mercato, ma in realtà siamo strumenti passivi soggetti alle pressioni della pubblicità. La società consumista è una colossale ameba che tutto ingloba, trasforma e digerisce, essa teme solamente la "consapevolezza" dei consumatori e il loro "coordinamento". Facciamo in modo di uscire dal tritacarne del consumo anonimo e senz'anima. Usiamo le armi che abbiamo a disposizione per correggere quei meccanismi che generano povertà, sfruttamento e ingiustizie sociali. Impariamo a conoscere le merci che compriamo, informiamoci sul modo cui vengono prodotte, impariamo a conoscerne i produttori. Mettiamo insieme le nostre esigenze, costruiamo una lega di consumatori coscienti che iniziano ad usare i propri acquisti, oltre che per risparmiare, come strumento di pressione sociale. Consociare i consumi permetterebbe alle famiglie di ottenere prodotti e servizi migliori per qualità, a prezzi più bassi (comprare all'ingrosso, è ovvio, conviene).
E quando ci saranno migliaia, oppure milioni, di consumatori consociati,
essi diventeranno una forza di dissuasione (e di convinzione) spaventosa.
EUREPGAP, LE "BUONE PRATICHE AGRICOLE" CERTIFICATE Di ciò che è sulla tavola nulla è da biasimare né da alterare PINDARO fr. 220 m Il mercato agricolo offre l'opportunità di adottare scelte rigorose in favore della qualità, della rinuncia alla chimica e di rispetto di equità e giustizia nei rapporti con i lavoratori e i piccoli produttori. L'agricoltura biologica e le rispettive certificazioni rappresentano una scelta radicale rispetto all'impiego di sostanze di sintesi, mentre la certificazione internazionale Fair Trade sul commercio equo e solidale, verificando l'intera filiera produttiva e commerciale, mette il consumatore al riparo da possibili risvolti sociali poco gradevoli, come il non rispetto dei diritti umani o dei lavoratori e una iniqua redistribuzione del reddito. Si tratta di scelte radicali, appunto, che assicurano la salubrità, anche sociale, di un prodotto, ma che comportano contestualmente un costo al consumo lievemente maggiore, quindi destinato a un mercato in ampia espansione, ma ancora di nicchia. [...] Alla base della certificazione Eurepgap vi sono alcuni parametri di qualità e sostenibilità che devono essere garantiti. Sicurezza Alimentare. Lo Standard si basa su criteri di sicurezza alimentare provenienti dall'applicazione dei principi generali HACCP. Protezione Ambientale. Lo Standard consiste in Buone Pratiche Agricole nell'ambito della protezione ambientale, volte a minimizzare gli impatti negativi della produzione agricola sull'ambiente stesso. Salute, Sicurezza e Welfare sul Lavoro. Lo Standard stabilisce criteri generali circa la salute e la sicurezza sul lavoro in aziende agricole; inoltre promuove consapevolezza e responsabilità verso argomenti sociali; tuttavia non sostituisce audit profondi sulla responsabilità sociale in azienda. Benessere degli animali (se applicabile; quindi, purtroppo, non obbligatorio). Lo Standard stabilisce criteri generali di benessere degli animali nelle aziende agricole. Per un consumatore europeo, attento e informato, si tratta certamente di prerequisiti che un prodotto dovrebbe garantire. | << | < | > | >> |PaginaL'ENERGIA DEL PARCO: IDEE E PROGETTI PER UNA MAGGIORE EFFICIENZA ENERGETICA NEL PARCO SUDI parchi sono, in generale, angoli di natura incontaminata che è stata risparmiata dalla furia modificatrice dell'uomo. Essi rappresentano testimonianze dirette di un eco-sistema che vive e che si vuole sottrarre al degrado, preservandolo da tutte quelle attività umane che molto spesso, per usare un eufemismo, "non aiutano" l'ambiente. I parchi assolvono egregiamente alla loro funzione. Per ognuno di noi, forzati della città, passare anche solo qualche ora tra alberi, cespugli fioriti, laghetti e prati verdi risulta rigenerante. La creazione di un parco ha un duplice scopo: dare testimonianza di ciò che è la natura e di ciò che perdiamo quando la pieghiamo ai nostri desideri. In realtà, oltre alla funzione di testimonianza didattica, senz'altro utile e apprezzabile, esiste un nuovo modo di concepire un'area verde o un parco situati nelle vicinanze di una grande città: farli diventare centri di sperimentazione e di realizzazione di un nuovo modello di sviluppo. È necessario far diventare i parchi, sedi privilegiate nelle quali far riconciliare la Natura con l'Energia, attraverso l'utilizzo delle energie rinnovabili. Non dimentichiamo che il saccheggio della natura è cominciato circa due secoli fa con la rivoluzione industriale e quindi con l'utilizzo indiscriminato dell'energia ottenuta dai combustibili fossili. Il danno ambientale, divenuto ormai planetario, è senza dubbio figlio delle attività umane e in modo particolare di tutte quelle attività che ancora oggi comportano la produzione, la distribuzione e l'utilizzo dell'energia. L'utilizzo dell'energia rinnovabile all'interno dei parchi, per soddisfare un reale bisogno (o anche a scopo dimostrativo e didattico), sarebbe denso di significato perché darebbe un segnale estremamente positivo alle nuove generazioni. Verrebbe ulteriormente ribadito il concetto che le energie rinnovabili rappresentano una soluzione reale, facilmente realizzabile, ma in modo particolare si dimostrerebbe che da esse l'ambiente non ha nulla da temere perché sono totalmente innocue. Per la sua grande estensione e la notevole differenziazione di attività, il Parco Sud si presta egregiamente ad un massiccio utilizzo dell'energia solare e si candida a diventare centro e modello per tutto il territorio nazionale. A causa della notevole estensione del Parco Sud, i costi e la dispersione energetica dovuta al trasporto di acqua ed energia sono significativi. | << | < | > | >> |Pagina 35CAPITOLO 2
ANIMALI & PIANTE DEL PARCO SUD
GLI ANIMALI DEL PARCO SUD
Tutta l'area del Parco Agricolo Sud Milano si è popolata di una ricchissima
fauna, soprattutto ornitica. La maggior quantità di specie si trova nelle zone
umide, nei fontanili e nelle aree verdi di interesse naturalistico. È ovviamente
impossibile citare tutti gli
animali presenti nel parco. Di seguito ci limitiamo a descrivere le
caratteristiche di alcuni di essi, scelti tra quelle specie più note.
I mammiferi Il ghiro (Glis glis) è un mammifero lungo circa 30 centimetri di cui 13 (circa) di coda folta. È diffuso in tutta Europa fino ad una quota di 1500 metri. Ha una pelliccia di colore grigio castano. È sveglio al crepuscolo e di notte, dorme di giorno. Resta in letargo per 6 mesi. Si ciba di castagne, ghiande, nocciole, bacche, piccoli animali e uova di uccelli. Spesso occupa i solai di cascinali e case di campagna. Il tasso (Meles meles) è un mammifero della famiglia dei mustelidi, diffuso in gran parte dell'Europa. Ha abitudini notturne ed è un animale onnivoro: in particolare mangia morbide radici che scalza con le sue zampe ungulate poderose e poi tuberi, rizomi, lombrichi, lumache, e in misura minore insetti, anfibi, rettili, piccoli mammiferi e uccelli. Ha l'aspetto di un cane bassotto, con un corpo massiccio e una muscolatura ben sviluppata, ha il muso appuntito quasi come quello del formichiere e una banda di colore bianco che dal muso si prolunga anche verso il ventre. Notturno e poco visibile, vive in gruppi familiari anche numerosi. L'accertamento della presenza si basa soprattutto sul rinvenimento, nelle zone golenali dei fiumi principali, delle impronte e delle tane, costituite da un labirinto di corridoi, camere con una sala centrale più vasta e diverse entrate. La faina (Martes forma) è un mammifero carnivoro, appartenente alla famiglia dei mustelidi, presente in Europa e Asia. È lunga al massimo 50 centimetri. Il suo pelo è di color grigio-marrone, più corto sulle zampe. Ha abitudini notturne e va talvolta a caccia nei pollai, ma si nutre anche di insetti, uova, rettili e anfibi, frutta e bacche. Predilige aree con caratteristiche di naturalità, ma occupa anche ruderi, cascinali e fienili isolati, dove svolge un effetto deterrente verso i piccoli roditori. La volpe (Vulpes vulpes) è un canide diffuso su tutto il territorio provinciale. Dotata di grande adattabilità, frequenta ambienti diversi, le zone golenali, i boschi di latifoglie, i coltivi e le aree periurbane. Invisa ai cacciatori perché considerata una predatrice di specie di interesse venatorio, e agli agricoltori per le incursioni nei pollai, in realtà è onnivora: si nutre di frutta, vegetali, invertebrati, piccoli mammiferi (soprattutto roditori) e uccelli. La lepre (Lepus europaeus) è originaria dell'Europa e dell'Asia. Come il coniglio, la lepre si nutre strettamente di foglie ed erba durante i mesi estivi, ma cambia l'alimentazione con bacche, tuberi e corteccia dei giovani alberi durante l'inverno. Solitaria e sedentaria, di abitudini crepuscolari e notturne, frequenta le zone coltivate ai margini dei boschi, predilige i piccoli appezzamenti con rotazioni di foraggere e cereali, riparati da fasce cespugliate. Il covo è poco profondo, e consiste in un leggero incavo del terreno, asciutto e riparato. Il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) all'osservazione diretta si distingue dalla lepre per le dimensioni minori, l'aspetto più tozzo, le orecchie più corte. Molto visibile la coda bianca quando è in fuga. Vive in colonie costituite da più coppie indipendenti e dai loro discendenti. Durante il giorno i conigli vivono in tane scavate nel terreno, dotate di camera principale, corridoi, sfiatatoi e numerose uscite secondarie per garantire la possibilità di fuga; all'esterno sono attivi al mattino presto, al crepuscolo e di notte. Frequentano le aree golenali e riparali dei fiumi, dove il terreno sabbioso si presta allo scavo delle gallerie, gli incolti, gli arbusteti. Dove ci sono colture di pregio, come florovivaismo, ortaggi o nuovi impianti di pioppo, la presenza di conigli deve indurre ad adottare misure di prevenzione (recinzioni anticoniglio o reticelle alla base delle singole piante). | << | < | |