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Pagina 35
ERIKA WUBLER (sul balcone che
sovrasta la terrazza. Vicino a lei
la caffettiera e la tazza. Vista
sul Reno) - Questa mattina, per la
prima volta dalla fine della
guerra, ho avuto paura, mi ha
assalita in modo molto strano, un
tipo di paura diversa da quella
della fine della guerra.
Quarat'anni senza paura? no. Sono
stata spesso in ansia, quando
Hermann è salito troppo in alto
nella carriera politica, e Chundt
mi ha sempre spaventata: vuole
salire troppo e vuole tutte e due
le cose, il cielo e la terra. Sì,
vuole anche il cielo. Forse ho
troppo tempo per pensare. Del
resto non ho molto da fare:
soltanto mostrare la mia figura ai
ricevimenti e alle cene, che loro a
volte chiamano dinner. Durante i
banchetti siedo sempre vicino al
secondo in ordine di importanza,
talcolta vicino a lui e al più
importante, dove posso rendermi
conto che anche le regine sono
persone vere, a volte persino
stupide. Non mi annoio mai, li
interrogo senza problemi sui loro
mariti o mogli, figli, cibi
preferiti, ed evidentemente è
proprio questo il compito della
moglie di uno che è terzo in
ordine di importanza: essere
gentile, confidenziale; non
soltanto posso, devo addirittura
raccontare che un tempo sono stata
commessa in un negozio di scarpe;
questa si' che è democrazia.
Alcuni tirano persino i piedi fuori
da sotto il tavolo e devo dare un
parere sulle loro scarpe.
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