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| << | < | > | >> |Pagina 7 [ inizio libro ]La bonomia del nostro insegnante di matematica era pari all'istinto collerico che gli covava dentro; di solito piombava in classe mani in tasca, sputava il mozzicone di sigaretta nella sputacchiera a sinistra del cestino per la carta, si precipitava in cattedra e gridava il mio nome insieme a una qualche domanda a cui io, immancabilmente, non sapevo rispondere, qualsiasi cosa mi venisse chiesta...
Appena avevo finito di farfugliare smarrito una qualche
risposta, l'insegnante si dirigeva verso di me, a passo
molto lento, mentre il resto della classe sghignazzava, e
con rozza bonomia mi rifilava l'ennesimo scappellotto sul
cranio tante volte martirizzato, ripetendo a bassa voce:
«Non sei altro che un fabbricatore di scope, ecco che cosa
sei...».
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