|
|
| << | < | > | >> |IndiceINTRODUZIONE PAG. 10 CRONACHE CONTESE PAG. 16 Il VERDE E IL MARE PAG. 58 L'ISOLA DEL TRIFOGLIO PAG. 68 DOVE REGNANO I CURRAGH PAG. 96 PAESI METROPOLITANI PAG. 136 DUBLINO: LA CITTÀ DEI TRE CASTELLI PAG. 144 BELFAST: BIG SMOKE PAG. 196 LONDONDERRY: LE QUERCE DI COLOMBA PAG. 216 CORK: CAPITALE DEL SUD PAG. 228 GALWAY: PORTA DELL'OVEST PAG.236 KILKENNY: LA VOCAZIONE ALL'INDIPENDENZA PAG.242 ANIMA GAELICA PAG. 248 COMPETIZIONE E IDENTITÀ PAG. 252 BEVANDA DA GUINNESS PAG. 264 L'ACQUA DELLA VITA PAG. 270 VIVERE DI MUSICA PAG. 274 UN ANNO DI FESTE PAG. 280 Indice PAG. 296 Referenze fotografiche PAG. 298 |
| << | < | > | >> |Pagina 10"Un luogo che sentiamo come una seconda patria, dove torniamo appena possiamo". È questo che si sente spesso dire dell'Irlanda da quanti, dopo averla visitata, ammaliati dalla bellezza dei suoi paesaggi, dall'allegria e dall'ospitalità dei suoi abitanti, inevitabilmente se ne innamorano. Un paese che sembra "sospeso nel tempo", dove ci sono ancora oggi molte tracce evidenti che testimoniano un passato difficile, ma che, in continua evoluzione e trasformazione, si cerca di lasciare alle spalle, guardando con fiducia e ottimismo al futuro. Un passato tormentato, si diceva, fatto di invasioni di popoli stranieri, di lotte per l'indipendenza, di guerre intestine, che ha profondamente influenzato la vita e il destino dei suoi abitanti. Gente orgogliosa, che non ha mai dato segni di debolezza e che ha sempre dimostrato di avere carattere, risollevandosi e rinascendo a nuova vita più volte. Un paese, l'Irlanda, che si percepisce come "sospeso nello spazio". dove è inevitabile, sostanzialmente, restare colpiti dall'enorme estensione delle distese di verde dominate da un profondo silenzio o dalle altrettanto interminabili aree costiere, ruvide e frastagliate, animate dal vitale fragore del mare. E poi il cielo, così mutevole e aperto, le cui cromie spesso si confondono con quelli dell'oceano. Una terra dai mille colori e dalle infinite sfumature. Dipinta, come su una tela, con le innumerevoli tonalità che si possono ricavare mischiando le tempere sulla tavolozza. Una terra piccola, ma dalla straordinaria varietà paesaggistica. Può essere considerata uno degli ultimi baluardi del vecchio continente affacciato sull'atlantico. Una roccaforte circondata dal mare e protetta dalle sue "sentinelle d'avvistamento", così potremmo definire i fari. Proprio come lei, l'Irlanda, quasi fosse un grande faro, veglia sul resto d'Europa. Un luogo, insomma, che emotivamente non può certo lasciare indifferenti. Suggestione e magia si alimentano non soltanto di paesaggi naturali sterminati, ma anche di miti, leggende e storia, elementi che hanno plasmato il passato degli irlandesi, insieme alla letteratura, al cinema, alle tradizioni e alla musica. Un paese dove è altresì impossibile non farsi coinvolgere dall'ilarità, dalla gioia di vivere e dal calore dei suoi abitanti, che si riuniscono nei pub e nelle strade per bere, cantare e ballare in compagnia. Una terra "solare", insomma, che non perde mai la speranza. Una terra dove spesso piove, ma dove torna sempre il sole. | << | < | > | >> |Pagina 54Terra particolarmente feconda di talenti letterari, l'Irlanda vanta in questo campo una tradizione che, sorta alla fine del Seicento, continua a dare i natali a scrittori e poeti di eccezionale levatura. Lo dimostra il fatto che questo Paese può vantare ben quattro premi Nobel per la Letteratura. Spiriti ribelli e spesso portavoce di ideologie politiche, gli autori irlandesi hanno sovente legato la loro vita e attività letteraria al destino della loro nazione. Politica, religione, paesaggio e società costituiscono infatti l'humus da cui sono fioriti molti scrittori, più o meno noti, che costituiscono tanta parte della cultura irlandese. La tradizione letteraria si è inizialmente sviluppata in un contesto socio-politico molto delicato. Va ricordato, infatti, che tra il 1690 e il 1720, dopo l'approvazione delle Leggi Penali, ai cattolici vengono vietati i diritti di proprietà, educazione, pratica religiosa e partecipazione alla vita politica; situazione aggravata da un profondo stato di povertà dovuto al malgoverno inglese. È chiaro, a questo punto, perché si sia fatta strada nella popolazione la necessità di denunciare queste ingiustizie. Una delle prime e più significative testimonianze è quella di John Toland (1670-1720) autore di numerosi opuscoli di invettiva, poi pubblicamente messi al rogo. Altro autore satirico degno di nota è Laurence Sterne (1713-1768), autore della Vita e opinioni di Tristan Shandy, originale opera in cui viene sperimentato un nuovo metodo di stile e di scrittura, in polemica con le convenzioni letterarie del tempo. È così che, per esempio, a una pagina bianca corrisponde una pagina nera oppure a un intero capitolo una sola frase. Ma l'indiscusso fuoriclasse, massimo scrittore del suo tempo e tra i più grandi artisti satirici mai esistiti, è Jonathan Swift (1667- 1745), autore di ben 75 libelli contro l'ipocrisia, la corruzione e l'immoralità diffuse nella Dublino del XVIII secolo. Una satira pungente sulla società del tempo è la sua opera più famosa, scritta nel 1726: I Viaggi di Gulliver. [...] Nel panorama letterario dell'Ottocento un posto del tutto speciale spetta a Bram Stoker (1847-1912), scrittore e critico teatrale nato a Dublino, autore di diversi romanzi e novelle. Il suo nome è legato alle poco ortodosse imprese di Dracula, il più famoso conte-vampiro di tutti i tempi, noto al grande pubblico per le numerose versioni cinematografiche, per i cartoni animati e i fumetti ispirati al suo personaggio. Nella seconda metà dell'Ottocento si inserisce anche la figura di Oscar Wilde (1856-1900), nato e cresciuto negli ambienti colti di Dublino e vissuto nei salotti mondani londinesi e parigini, tra scandali, censure e condanne. Eccentrico e anticonformista, ha lasciato pungenti commedie satiriche di polemica sociale (Il ventaglio di lady Windermere, Un marito ideale, L'importanza di chiamarsi Ernesto), saggi, poesie, opere teatrali (Salomé) e un romanzo divenuto l'emblema dell'estetismo dell'arte: Il ritratto di Dorian Gray. In quello stesso periodo, a Dublino, sta emergendo uno degli indiscussi protagonisti della letteratura moderna: James Joyce (1882-1941), a cui va il merito di avere sperimentato stili e linguaggi destinati a rivoluzionare la produzione letteraria dei primi del Novecento. Dopo l'esordio poetico, l'autore si fa conoscere per la produzione narrativa di opere come Gente di Dublino, in cui denuncia la paralisi che a suo parere attanaglia la vita pubblica di Dublino, sua città natale, uno dei motivi per cui l'autore decide di vivere quasi sempre all'estero. Successivo al Ritratto dell'Artista da Giovane (meglio noto come Dedalus) è l' Ulisse, la sua opera più famosa, in cui il linguaggio viene esplorato in ogni direzione: si tratta di un romanzo straordinariamente introspettivo, che racconta una giornata della vita di Leopold Bloom, ebreo irlandese. Legato a Joyce da una profonda amicizia durata tutta la vita, Samuel Beckett (1906-1989), scrittore e drammaturgo, è un altro dei protagonisti della narrativa irlandese moderna, premio Nobel per la Letteratura nel 1969. Anche se la sua fama è quella di "uomo di poche parole", in realtà è uno scrittore assai prolifico (dalla trilogia di romanzi Molloy, Malone muore, L'indomabile, al dramma Aspettando Godot). | << | < | > | >> |Pagina 265Scura come la stout, chiara come la lager o ale, rossa come la Smithwick's. Non importa di che colore sia, ciò che conta che sia birra. Anche se la "regina" delle birre irlandesi è senza dubbio la Guinness. La storia della birra più famosa nasce nel 1759 quando, all'età di 34 anni, Arthur Guinness, un giovane intraprendente che aveva imparato a fare la birra dal padre Richard, decide di investire una piccola somma di denaro per prendere in affitto la vecchia St James Gate Brewery, a breve distanza dal fiume Liffey. Una vera e propria scommessa, visto che a quei tempi le birrerie irlandesi non se la passavano troppo bene e l'unica birra che aveva un discreto successo era l'Entire, importata dall'Inghilterra: chiamata più comunemente porter (in inglese, facchino), perché molto popolare tra i facchini dei mercati di Billingsgate e Covent Garden, è una birra scura e robusta che però ha un retrogusto dolciastro. Arthur usa gli stessi ingredienti della porter (orzo, luppolo, lievito e acqua), ma accentua l'amaro del luppolo, tosta il malto dell'orzo e cambia il dosaggio del lievito. E "crea" la stout: più scura, dalla schiuma spessa e compatta. Nasce così la Guinness. È un vero e proprio successo, al punto che in seguito il suo creatore ne inizia 1'esportazione. Oggi ne esistono di diversi tipi: la Draught, una stout leggera dal sapore affumicato; la Extra Stout, di colore nero-rubino e dal sapore amaro; la Foreign Extra Stout, più forte, prodotta per essere esportata, e la Special Export, con la gradazione alcolica più alta, destinata al mercato belga. Nell'arco di due secoli, il piccolo stabilimento di Arthur Guinness si è ingrandito fino a diventare la più grande fabbrica di birra d'Europa e la piccola attività avviata dal geniale irlandese si è trasformata in una vera e propria industria che dà lavoro a 3000 persone e produce più di 3 milioni e mezzo di boccali di birra al giorno. Il prodotto viene esportato in 120 Paesi nel mondo e si stima che ogni giorno, nell'intero pianeta, se ne consumino circa 10 milioni di pinte.
Che la birra in Irlanda sia una vera e propria istituzione è testimoniato
anche dal fatto che a Dublino, nella zona di Liberties (in Crane Street), le
sia stato dedicato addirittura un museo: il Guinness Hop Store. Allestito
all'interno di un edificio ottocentesco, esso documenta l'evoluzione dei
processi di lavorazione dagli inizi fino alle più avanzate tecniche utilizzate
al giorno d'oggi.
|